Ambush marketing

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Ambush marketing, o marketing di imboscata, è l'espressione comunemente usata nel mondo anglosassone in ipotesi di associazione indebita (non autorizzata) di un marchio a un evento mediatico o all'interno di uno spazio pubblico; ossia quando lo stesso non appartenga ad uno degli sponsor ufficiali.[1] Accade sovente che un brand paghi per diventare sponsor ufficiale ed unico di un dato evento mediatico, nel quale si intromette cercando visibilità, con un'azione di marketing non convenzionale, un'altra compagnia in modo non ufficiale.

Inoltre, è bene presupporre la capacità di un brand di selezionare il profilo del proprio destinatario ed intervenire in uno spazio e un tempo ridotto, attivando la pratica di risemantizzazione del luogo e facendo prendere coscienza agli individui del tema sociale o di marketing.

Oltre all'associazione indebita ad un evento mediatico, nell'ambush marketing rientra anche lo sfruttamento della visibilità di un altro brand, spesso un competitor[2]. Un esempio molto celebre è l'azione di boicottaggio attuata da Samsung durante il lancio del nuovo iPhone 4S nel 2011. In quell'occasione, l'azienda coreana ha aperto un pop-up store proprio accanto al principale punto vendita australiano di Apple, offrendo i propri dispositivi al prezzo di soli 2 dollari[3].

Il termine "Ambush Marketing" è stato coniato dal marketing strategist Jerry Welsh, mentre lavorava per l'American Express Company, nel 1980.

Esempi storici[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1996, durante la conferenza stampa di presentazione della finale dei 100 m ad Atlanta, Linford Christie si presentò sfoggiando delle lenti in cui si poteva riconoscere il logo del suo sponsor tecnico, Puma.

Il 22 marzo 2007 Sony lancia in Francia la nuova PlayStation 3. All'evento si "imbosca" una società concorrente che, senza essere autorizzata, sfrutta lo sforzo di Sony per promuovere la sua console per videogiochi diretta rivale della PS3.[4]

Un caso eclatante avvenne nelle olimpiadi del 2008: nella cerimonia di apertura l'ultimo tedoforo fu l'atleta Li Ning, che oltre ad essere stato un ex-ginnasta, è anche imprenditore di un'omonima azienda di abbigliamento sportivo.[5]

Un altro caso si è verificato durante il Campionato mondiale di calcio 2010 prima della partita tra Paesi Bassi e Danimarca, disputata a Johannesburg il 15 giugno 2010. Un gruppo di 36 ragazze olandesi che indossavano capi di vestiario arancioni sponsorizzati (nonostante l'assenza di loghi) da una marca di birra tedesca sono state bloccate all'ingresso dello stadio, a causa della violazione delle norme FIFA sull'esclusiva commerciale.[6][7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ legge sull'Ambush marketing, su iht.com. URL consultato il 19 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2007).
  2. ^ Torpal, Ambush marketing: definizione, esempi e caratteristiche, su Torpal - Guerrilla Marketing, 3 marzo 2022. URL consultato il 17 marzo 2023.
  3. ^ (EN) Dan Shewan, Ambush Marketing: What It Is & Why It Works, su WordStream. URL consultato il 17 marzo 2023.
  4. ^ "X-Box 360 si invita alla festa di lancio di Sony PS3 in Francia | kawakumi.com", su kawakumi.com. URL consultato il 3 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2009).
  5. ^ (EN) "The Greatest Free Ad Ever" Archiviato il 18 settembre 2011 in Internet Archive.
  6. ^ In tribunale sexy olandesi per la pubblicità illegale, 16/06/2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  7. ^ Espulse dallo stadio le sexy tifose olandesi. «Pubblicità illegale», 15/06/2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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