Alfredo Casardi

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Alfredo Casardi
NascitaBarletta, 10 ottobre 1912
MorteMasias Blancas, 19 luglio 1938
Cause della mortemorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
CorpoCorpo Truppe Volontarie
Reparto1º Reggimento artiglieria volontari "Littorio"
Anni di servizio1934 - 1938
GradoTenente in servizio permanente effettivo
GuerreGuerra di Spagna
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Alfredo Casardi (Barletta, 10 ottobre 1912Masias Blancas, 19 luglio 1938) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra di Spagna.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Barletta il 10 ottobre 1912, figlio di Emanuele e Laura Reichlin.[2] Nel 1932 conseguì il diploma di ragioniere presso l'Istituto tecnico di Barletta e nello stesso anno, arruolato nel Regio Esercito, fu ammesso a frequentare come allievo presso la Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino da dove uscì con il grado di sottotenente dell'arma di artiglieria il 1 ottobre 1934.[2] Promosso tenente nel 22º Reggimento artiglieria divisionale al termine del corso d'applicazione d'arma nel novembre 1936, fu trasferito al 10º Reggimento artiglieria divisionale nel gennaio 1937.[2] Il mese successivo partì da Napoli per andare a combattere nella guerra di Spagna in forza al 1º Reggimento artiglieria volontari "Littorio".[2] Fu capopattuglia di collegamento con la fanteria e comandante di batteria, e durante i 18 mesi di guerra, fu coinvolto con il suo reparto in numerose battaglie.[3] Il 14 marzo, presso Alcorisa (Aragona), sotto insistente fuoco di cannoni e carri armati nemici, trovatosi in posizione scoperta, guidò suoi artiglieri, in modo da poter continuare l'azione di fuoco della batteria di cannoni, da lui stesso comandata.[3] Il 7 aprile, sulla strada verso Tortosa (Catalogna), durante l'attraversamento di un ponte, trovatosi con il suo reparto in posizione scoperta e sotto il fuoco di un nido di mitragliatrici, comandò i suoi artiglieri riuscendo a portarli al sicuro dall'altro capo del ponte. Per queste due azioni militari fu decorato con la medaglia d'argento al valor militare.[3]

Il 19 luglio 1938, presso Masias Blancas, durante uno spostamento dello schieramento di della truppe, causato dagli esiti della battaglia, egli tentò di spingere in avanti le batterie di artiglieria lungo la strada battuta da un bombardamento avversario.[3] Mentre era alla testa della sua batteria di artiglieria, fu colpito a morte dalla scheggia di una granata.[2] Per questa azione fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] La città di Barletta ha intitolato ad Alfredo Casardi l'omonimo Liceo classico.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capopattuglia di collegamento con la fanteria, poi comandante di batteria, ha generosamente prodigato, in diciotto mesi di guerra, ogni sua energia, ogni sua forza, ogni sua volontà, esaltate e ispirate da una dedizione suprema al dovere, spinta fino al sacrificio. In un crescendo di eroismo, a Guadalajara, fermo sotto i ripetuti violenti attacchi del nemico; a Santander, con i primissimi nella cruenta e leggendaria corsa; nell’Aragona, sfidando fieramente a brevissima distanza le mitragliatrici avversarie; chiudeva la sua fiera giovinezza nel Levante dove, in uno spostamento dello schieramento imposto dalle vicende di una violenta battaglia, pur conscio del grave pericolo determinato dall’intenso tiro di interdizione, compreso della necessità di portare presto in avanti le artiglierie, volontariamente e audacemente si spingeva per primo lungo la strada violentemente battuta, incitando ed animando i suoi soldati con l’esempio del fermo contegno e del suo sereno valore. Colpito da una scheggia di granata, che ne stroncava la vita, eroicamente cadeva alla testa della sua batteria eternando lo spirito nella gloria di un sacrificio serenamente affrontato. Masias Blancas, 19 luglio 1938. .[4]»
— Regio Decreto 28 luglio 1939.[5]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sottocomandante di batteria in difficili situazioni ed in pericolose corcostanze ha sempre dimostrato sereno coraggio, spirito di sacrificio, abnegazione. Sotto insistente e preciso fuoco di cannone e di carro armato nemici in posizione scoperta, con la sua calma e il suo esempio ispirò serenità e fiducia ai propri dipendenti, si da poter continuare l'azione di fuoco della batteria. Ad un difficile passaggio obbligato di un ponte battuto da artiglieria nemica, contribuì con la sua fermezza a disciplinare la pericolosa operazione. Incurante del proprio rischio guidava e regolava personalmente una pericolosa ed urgente presa di posizione di un pezzo isolato allo scoperto a breve distanza dalle mitragliatrici nemiche e sostituendosi per guadagnare tempo al puntatore riduceva, dopo accanita lotta, al silenzio le mitragliatrici stesse. Alcorisa, 14 marzo- Castelseras, 19 marzo – Strada di Tortosa, 7 aprile 1938
— Regio Decreto 14 settembre 1939.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p. 319.
  2. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b c d Barletta viva.
  4. ^ Medaglia d'oro al valor militare Casardi Alfredo, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 febbraio 2023.
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 11 settembre 1939, guerra registro n. 30, foglio 91.
  6. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 16 ottobre 1939, registro n. 38 guerra, foglio 36.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lucio Ceva, Spagne 1936-1939. Politica e guerra civile: Politica e guerra civile, Milano, Franco Angeli Editore, 2010.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 319.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]