Alfonso Tornabuoni

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Alfonso Tornabuoni
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Natoa Firenze
Nominato vescovo7 novembre 1530
Deceduto1577 a Sansepolcro
 

Alfonso Tornabuoni (Firenze, ... – Sansepolcro, 1577) è stato un vescovo cattolico italiano.[1]

Stemma dei Tornabuoni

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Firenze, Alfonso Tornabuoni apparteneva alla celebre famiglia nobile fiorentina, legata strettamente ai Medici (era cugino di secondo grado di Leone X e di Clemente VII). Egli trascorse però la propria giovinezza a Roma ove il padre svolgeva l'incarico di Senatore. Ricordato come uomo di vasta cultura e di buona oratoria, godette anche da semplice ecclesiastico della stima dei papi Leone X e Clemente VII, soprattutto per le sue origini fiorentine e per il suo spirito favorevole al governo dei Medici sulla Toscana, il che lo rendeva facilmente appoggiato dai due pontefici, entrambi appartenenti alla casata fiorentina dei Medici.

Vescovo di Saluzzo[modifica | modifica wikitesto]

Il 7 novembre 1530 Clemente VII lo nominò vescovo di Saluzzo consacrandolo successivamente e l'anno seguente prese il possesso effettivo della diocesi. Nel 1533 inaugurò una visita pastorale nelle quattro valli della diocesi, quella del Po, della Grana, della Maira e della Varaita, ove si premurò di segnalare accuratamente i vari aggiustamenti che le parrocchie visitate necessitavano, al fine di provvedere alla buona conservazione di quei beni ecclesiastici.

Per la sua fama e per la sua posizione, ricoprì diversi incarichi amministrativi anche per conto della Repubblica di Genova e per i re di Francia e di Spagna, presso i quali ebbe l'onore di essere ambasciatore. In particolare, durante il governo di Cosimo I svolse un'intensa attività diplomatica in Francia.

Vescovo di Sansepolcro[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1546, per volere di Paolo III, lasciò la diocesi di Saluzzo nelle mani di Filippo Archinto (poi arcivescovo di Milano) ed occupò il posto lasciato da questi nella diocesi di Sansepolcro, nella madrepatria Toscana, ove fu trasferito il 29 ottobre 1546. Al trasferimento non è estranea la politica fiorentina, dal momento che l'abile diplomatico sarebbe stato molto utile al duca Cosimo I, che pensò così di ridurre la distanza tra sé e il Tornabuoni favorendone il trasferimento a Sansepolcro, dove pure il vescovo avrebbe percepito una rendita pari solamente a un terzo di quella percepita a Saluzzo.

Il 20 novembre 1546 giunse nella sua nuova città. Si occupò della riorganizzazione della mensa vescovile, che trovò piuttosto povera, alla quale annesse i benefici dell'ospedale di San Leonardo a Capotrave, di San Pietro in Civitella, di San Martino a Compito e di San Lorenzo[1]. Nel 1553 fece realizzare ad Amadio da Sangallo il nuovo fonte battesimale per la Cattedrale, sul quale campeggia lo stemma del vescovo[2].

Morì a Sansepolcro nel 1577[3].

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ E. Agnoletti, I Vescovi di Sansepolcro, I, Sansepolcro 1972, p. 36. L'autore ipotizza che il Tornabuoni sia morto a Firenze, dopo aver lasciato Sansepolcro a motivo dell'età e della malferma salute (ivi, p. 39)
  2. ^ M. Betti, Nuovi documenti sul fonte battesimale della Cattedrale di Sansepolcro, gli autori e il committente, in «Quaderni dell'Archivio Storico Diocesano di Sansepolcro», 2, 2022, pp. 11-17
  3. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Tornabuoni di Firenze.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eleonora Plebani, Giuliano e Alfonso Tornabuoni vescovi di Saluzzo alla corte dei Medici (1516-1546), Cuneo, Bollettino della Società per gli Studi Storici, Archeologico ed Artistici della Provincia di Cuneo, 2013.
  • Angelo Tafi, Immagine di Borgo Sansepolcro, Cortona, Calosci, 1994.
  • Ercole Agnoletti, Le memorie di Sansepolcro, Sansepolcro, Tipografia Arti Grafiche, 1986.
  • Ercole Agnoletti, I Vescovi di Sansepolcro, I, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1972.
  • Ivano Ricci, Borgo Sansepolcro. Monografia storico-artistica, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1932.
  • Ivano Ricci, L'abbazia camaldolese e la cattedrale di S. Sepolcro, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1942.
  • Lorenzo Coleschi, Storia della città di Sansepolcro, Città di Castello, Scipione Lapi, 1886.
  • Pietro Farulli, Annali e memorie dell'antica e nobile città di S. Sepolcro, Foligno, Niccolò Campitelli, 1713.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Saluzzo Successore
Giuliano Tornabuoni 1530-1546 Filippo Archinto
Predecessore Vescovo di Sansepolcro Successore
Filippo Archinto 1546-1557 Filippo Tornabuoni