Abbazia di Santa Felicola

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Abbazia di Santa Felicola
L'abbazia vista da sud-est
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàMontechiarugolo
Indirizzostrada Santa Felicola
Coordinate44°42′28″N 10°25′26.5″E / 44.707778°N 10.424028°E44.707778; 10.424028
Religionecattolica di rito romano
Titolaresanta Felicola
Ordineagostiniani
Diocesi Parma
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzioneentro il IX secolo
CompletamentoXIV secolo

L'abbazia di Santa Felicola è un'ex abbazia agostiniana d'origine medievale, situata in strada Santa Felicola a Montechiarugolo, in provincia di Parma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In epoca altomedievale fu costruito sul luogo dell'odierna abbazia un oratorio, la cui esistenza fu testimoniata per la prima volta nel 924 in alcuni documenti oggi conservati nell'Archivio di Stato di Parma.[1]

Agli inizi dell'XI secolo fu edificato dagli agostiniani un monastero attorno al piccolo tempio, che fu elevato in priorato nel 1018.[1]

Tra l'XI[2] e il XII secolo, a servizio dei viandanti, i frati edificarono, in corrispondenza del guado sul torrente Enza, l'oratorio del Romito. L'importanza dell'abbazia crebbe notevolmente soprattutto verso la metà del secolo, quando le sue proprietà si ampliarono notevolmente, arrivando a estendersi anche nei territori di Sant'Ilario e Montecchio.[1]

Tuttavia, durante gli scontri che nel 1313 opposero il conte Giovannino Sanvitale, alleato con i Baratti e i da Palù, a Giberto III da Correggio e al podestà di Parma, il monastero fu dato alle fiamme e notevolmente distrutto.[3] In seguito l'abbazia cadde in declino, tanto da essere aggregata alla chiesa di San Sepolcro di Parma;[1] l'oratorio del Romito fu invece donato nel 1530 dalla contessa Domitilla Trivulzio, vedova del conte di Montechiarugolo Francesco Torelli, ai francescani del vicino convento di Santa Maria delle Grazie.[2]

Nel 1789 una bolla emanata dal papa Pio VI sancì la cessione dell'ex abbazia all'ospedale di Parma, che la permutò con altre proprietà dei conti Simonetta; le reliquie di santa Felicola furono quindi traslate nella chiesa di San Sepolcro. Il grande complesso fu modificato e trasformato in residenza privata, sede di una vasta tenuta agricola.[1]

Agli inizi del XX secolo il conte Giovanni Simonetta lasciò i suoi beni al nipote Luigi Sanvitale, che nel 1906 aggiunse al proprio il cognome dello zio;[4] nel 1917 il marchese alienò la tenuta all'imprenditore agricolo Brandino Vignali, che, dopo esservisi trasferito nel 1922, sistemò l'ampia proprietà, in seguito acquistata da altri privati.[5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'abbazia vista da sud
Edifici d'ingresso alla tenuta

L'ampio complesso si articola attorno a una grande corte rettangolare, affiancata dagli edifici residenziali e dall'antica chiesa con campanile; a ovest e a nord si trovano gli edifici agricoli, mentre a sud ed est si estende l'ampio parco.

Benché modificata nei secoli, l'ex abbazia conserva ancora numerose testimonianze delle sue origini romaniche,[1] tra cui la chiesa in pietra e il porticato retto da colonnine binate in marmo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Montechiarugolo, su digilander.libero.it. URL consultato il 7 maggio 2017.
  2. ^ a b L'Oratorio del Romito, su villalavignazza.wixsite.com. URL consultato il 7 maggio 2017.
  3. ^ Affò, p. 188.
  4. ^ La dinastia Sanvitale, su xoomer.virgilio.it. URL consultato il 7 maggio 2017.
  5. ^ Vignali Brandino, su parmaelasuastoria.it. URL consultato il 7 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo quarto, Parma, Stamperia Carmignani, 1795.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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