Tsintaosaurus spinorhinus: differenze tra le versioni

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|genere=† '''Tsintaosaurus'''<br /><small>[[Yang Zhongjian|Young]], [[1958]]<ref name="Young1958">{{cite journal | last = Young | first = C.-C. | authorlink = Yang Zhongjian| date = 1958 | title = The dinosaurian remains of Laiyang, Shantung | journal = Palaeontologia Sinica, New Series C | publisher = Whole Number | volume = 42 | issue = 16 | pages = 1–138 }}</ref></small>
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'''Tsintaosaurus''' (il cui nome significa "lucertola di [[Qingdao]]", per via della vecchia traslitterazione "Tsingtao")<ref name="omnipedia">{{cite web | last = Creisler | first = B. | date = 2002 | url = http://www.dinosauria.com/dml/dmlf.htm | title = Dinosauria Translation and Pronunciation Guide T | work = DOL Dinosaur Omnipedia | accessdate = 24 Feb 2010 }}</ref> è un [[Genere (tassonomia)|genere]] estinto di [[dinosauro]] [[Ornithopoda|ornithopode]] [[Hadrosauridae|hadrosauride]] vissuto nel [[Cretaceo superiore]], circa 70 milioni di anni fa ([[Campaniano]]), in quella che oggi è l'odierna [[Cina]]. Il genere contiene una singola [[Specie tipo|specie]], ossia ''T. spinorhinus'', descritta dal paleontologo cinese [[Yang Zhongjian|C. C. Young]] (1958). L'animale poteva raggiungere gli 8,3 metri (27 piedi) di lunghezza per un peso di 2,5 tonnellate.<ref name="princeton">{{cite book | title=The Prince Field Guide to Dinosaurs | publisher=Princeton University Press | author=Gregory S. Paul | year=2010 | location=United States | pages=308 | isbn=978-0-691-13720-9}}</ref>
Lo '''Tsintaosaurus''' ([[rettile]] di [[Tsingtao]]) era un [[adrosauro]] erbivoro dotato di cresta, che, diventato adulto, superava in lunghezza un [[elefante]]. Era alto abbastanza da poter appoggiare le zampe anteriori sulle spalle di un [[uomo]]; misurava 10 m di lunghezza dal muso alla coda.
Visse 70 milioni di anni fa nel [[Cretacico|Cretaceo]] in [[Cina]].


Come la maggior parte degli hadrosauri, ''Tsintaosaurus'' possedeva un caratteristico 'becco ad [[anatra]]' e una batteria di potenti [[denti]] che usava per masticare la vegetazione. L'animale si muoveva normalmente sulle quattro zampe, ma poteva sollevarsi sulle zampe posteriori per correre più velocemente sfuggendo ai predatori. Come molti altri hadrosauri, ''Tsintaosaurus'' vivevano probabilmente in branchi.
== Morfologia ==
[[File:Tsintaosaurus spinorhinus, skull - Dinópolis.JPG|thumb|left|Cranio di Tsintaosaurus.]]
[[File:Tsintaosaurus spinorhinus.png|thumb|left|Cranio ricostruito di Tsintaosaurus.]]
Negli anni Cinquanta, nella provincia di [[Shandong]], in [[Cina]], furono ritrovati diversi scheletri di tsintaosauro, ma la ricostruzione fu resa difficile dal cattivo stato di conservazione delle ossa.


== Descrizione ==
Quando arrivò il momento di ricomporre il cranio del tsintaosauro, gli esperti posero al centro del cranio un unico aculeo simile a un corno, in una posizione simile a quella del mitologico [[unicorno]]. Recenti studi sulle ossa hanno però dimostrato che in realtà l'aculeo osseo non sporgeva dal muso del [[dinosauro]] ma era disposto orizzontalmente alla sua sommità. Questa nuova scoperta ha reso obsolete le immagini del tsintaosauro riportate da molti libri, che non sono corrette.
=== Cresta ===
[[File:Tsintao DB.jpg|thumb|left|upright|Ricostruzione pre-2013 di ''Tsintaosaurus'', mostrante un modello di cresta obsoleto]]
Lo ''Tsintaosaurus'' venne originariamente ricostruito con una cresta simile al corno di [[unicorno]] sul cranio. La cresta, come conservata nel suo stato fossile, consiste in un processo lungo circa 40 centimetri, che sporge quasi verticalmente dalla sommità della parte posteriore del cranio. La struttura è vuota all'interno e sembra avere una parte superiore biforcata. Strutture comparabili con specie affini sono sconosciute: possiedono creste più simili a lobi. Nel 1990, David Weishampel e [[Jack Horner]] misero in dubbio la presenza della cresta, suggerendo che potesse trattarsi in realtà di un [[osso nasale]] rotto dalla punta del muso e distorto verso l'alto da uno schiacciamento del fossile. Il loro studio suggeriva inoltre che, senza la cresta distintiva, lo ''Tsintaosaurus'' era identico e pertanto [[Sinonimo (tassonomia)|sinonimo]] del genere ''[[Tanius sinensis|Tanius]]''. Tuttavia, nel 1993, Eric Buffetaut e.a., dopo una nuova indagine sulle stesse ossa, concluse che la cresta non era né distorta né un artefatto del restauro; inoltre, dal loro studio era stato ritrovato un secondo esemplare con una parte di cresta eretta, indicando che la cresta era effettivamente reale e che lo ''Tsintaosaurus'' è probabilmente un genere distinto.<ref name="Buffetaut">{{cite paper | last1 = Buffetaut | first1 = E. | last2 = Tong | first2 = H. | date = 1993 | title = ''Tsintaosaurus spinorhinus'' Young and ''Tanius sinensis'' Wiman: a preliminary comparative study of two hadrosaurs (Dinosauria) from the Upper Cretaceous of China | publisher = C.R. Academy of Science Paris | series = 2 | volume = 317 | pages = 1255–1261 }}</ref>
[[File:TsintaosaurusSpinorhinus-PaleozoologicalMuseumOfChina-May23-08.jpg|thumb|252x252px|Scheletro di ''Tsintaosaurus'', mostrante una cresta obsoleta, al Paleozoological Museum della Cina]]
Una nuova ricostruzione venne proposta da Albert Prieto-Márquez e Jonathan Wagner ([[2013]]). Questa nuova ricostruzione si basava sull'identificazione dell'esemplare IVPP V829, una [[premascella]], come un'elemento di ''Tsintaosaurus'', giungendo alla conclusione che la cresta ad unicorno altro non era che la parte posteriore di una struttura ben più grande, una cresta cranica che partiva dalla punta del muso. La parte anteriore della cresta sarebbe stata formata dai processi ascendenti delle premascella. Questi avevano sfaccettature espanse romboidali di contatto con le parti superiori espanse dei processi di cresta delle ossa nasali, formando la parte posteriore della cresta. La base posteriore della cresta era coperta da escrescenze prefrontali. Le ossa nasali fuse avrebbero formato una struttura tubolare cava. L'altezza della cresta avrebbe superato quella della parte posteriore del cranio, misurata lungo le ossa quadrate. Sebbene in gran parte verticale, la cresta era probabilmente orientata leggermente verso il retro del cranio; l'inclinazione in avanti della cresta dell'olotipo sarebbe stato il risultato di una distorsione del fossile.<ref name=APMJW13>{{cite journal|last=Prieto-Márquez|first=A.|last2 = Wagner | first2 = J. R. | title = The ‘Unicorn’ Dinosaur That Wasn’t: A New Reconstruction of the Crest of ''Tsintaosaurus'' and the Early Evolution of the Lambeosaurine Crest and Rostrum | journal = [[PLOS ONE]] | date = 2013|volume=8|issue=11|page=e82268|doi=10.1371/journal.pone.0082268}}</ref>
[[File:Tsintaosaurus nasal.png|thumb|left|Cranio olotipo di ''Tsintaosaurus'', con la cresta rotta]]
La nuova ricostruzione di Prieto-Márquez e Wagner ha portato anche a una nuova ipotesi sui passaggi interni dell'aria nella cresta. Yang aveva ipotizzato che la cresta tubulare nella parte conservata dell'olotipo avrebbe funzionato come principale presa d'aria. Questo idea è stata respinta da Prieto-Márquez e Wagner che hanno sottolineato che il tubo era chiuso alla sua estremità inferiore e che nei [[lambeosaurini]] in generale i passaggi d'aria si trovano in una posizione più avanzata, le narici ossee sono completamente racchiuse dalla [[premascella]]. Prieto-Márquez e Wagner presumevano che lo ''Tsintaosaurus'' avrebbe avuto una disposizione standard da lambeosaurino nel muso, l'aria, quando inspirata, entrava nel cranio attraverso le pseudonarie appaiate, le "narici finte" delle premascella dietro il becco superiore. Da lì l'aria sarebbe stata trasportata attraverso passaggi accoppiati sotto i processi mediani delle premascella fino alla sommità della cresta, inserendo successivamente una camera mediana comune all'interno del lobo. La parte posteriore della camera era formata dalle ossa nasali e probabilmente omologa alla [[cavità nasale]]. La camera era divisa in due cavità più piccole, una nella parte anteriore, l'altra nella parte posteriore, da processi mediani curvi delle premascella, che formavano ganci attorno ad un passaggio tra le cavità. Dalla cavità posteriore l'aria veniva trasportata verso il basso, verso la cavità cranica interna. Sebbene di solito si presuma che un singolo passaggio servisse a questo scopo, Prieto-Márquez e Wagner videro indicazioni nella forma del nasale che c'erano dei passaggi verso il basso accoppiati, all'interno dei processi laterali delle premascella. Da questo hanno concluso che l'intero flusso d'aria era probabilmente separato, la camera media comune probabilmente si divideva in una sezione sinistra e destra da un setto cartilagineo.<ref name=APMJW13/>
[[File:Life_reconstruction_of_Tsintaosaurus_spinorhinus.png|thumb|Ricostruzione di ''Tsintaosaurus spinorhinus'', secondo l'identificazione di Prieto-Marquez e Wagner]]
La conclusione che la struttura tubolare delle ossa nasali posteriori non fossero un passaggio d'aria, costrinsero Prieto-Márquez e Wagner a trovare una spiegazione alternativa della sua funzione. Suggerirono, quindi, che sarebbero servite a ridurre il peso della cresta, un tubo simile che combina forza relativa con una bassa massa ossea. Lo ''Tsintaosaurus'' si sarebbe differenziato in questo dagli altri lambeosaurini derivati, che hanno un'estensione anteriore dell'osso frontale, sotto forma di un foglio osseo, che sostiene la cresta.<ref name=APMJW13/>


=== Altri tratti distintivi ===
Oltre alla nuova forma della cresta, Prieto-Márquez e Wagner hanno identificato diversi altri tratti distintivi ([[Autapomorfia|autapomorfie]]) di ''Tsintaosaurus''. Il bordo del becco superiore è arrotondato e spesso, più largo della larghezza trasversale della depressioni anteriori attorno alle narici. Per quanto questa depressione sia situata sulle premascella, è su ciascun lato diviso longitudinalmente da due creste che continuano obliquamente in basso e lateralmente. Internamente, le ossa nasali fuse formano un blocco osseo davanti alla scatola cranica. La parte posteriore dell'osso nasale è tagliata dalle estensioni frontali dell'osso frontale, la più alta delle quali è elevata rispetto al tetto del cranio. I rami ascendenti delle premascella hanno processi interni che puntano posteriormente, sotto e leggermente all'interno, dividendo una camera condivisa sulla linea mediana. Il prefrontale possiede una flangia, che continua dalla parte inferiore dell'osso lacrimale verso la parte inferiore del processo ascendente del prefrontale e si connette ad un processo sul lato della premascella per formare un'elevazione sul lato della base della cresta. Il lato e la parte inferiore del prefrontale mostrano profonde scanalature verticali. La [[Cranio|finestra sovratemporale]] è, trasversalmente, più larga di quanto sia lunga.<ref name=APMJW13/>


== Classificazione ==
Nonostante non sia mai stata ritrovata una cresta vera e propria, segni della sua presenza sono stati riscontrato nella parte superiore del cranio. Probabilmente essa era simile a quella del ''Saurolophus'', l'unico dinosauro fornito di cresta ritrovato in [[Cina]]. All'estremità superiore della testa, il ''Saurolophus'' era provvisto di uno spuntone piuttosto lungo rivolto all'indietro. Nel 2013 gli studiosi Marquez & Wagner proposero una nuova interpretazione sul reale aspetto della cresta: tale struttura dovrebbe essere di forma alta e lobata, leggermente curvata all'indietro, dotata di possibili cavità interne collegate alle narici tramite un processo tubolare allungato, in maniera analoga alle creste degli altri lambeosaurini come ''[[Parasaurolophus]]'' e ''[[Lambeosaurus]]''.
[[File:Prefrontal of Tsintaosaurus.png|thumb|upright|Osso prefontale sinistro]]
Lo ''Tsintaosaurus'' forma un ''[[clade]]'' all'interno di [[Lambeosaurinae]], con i generi europei ''[[Pararhabdodon]]'' e ''[[Koutalisaurus]]'' (probabile sinonimo di ''Pararhabdodon'').<ref name=APMJW09>{{cite journal |last=Prieto-Márquez |first=A. |last2=Wagner | first2 = J. R. |date = 2009 |title=''Pararhabdodon isonensis'' and ''Tsintaosaurus spinorhinus'': a new clade of lambeosaurine hadrosaurids from Eurasia |journal=[[Cretaceous Research]] |volume=online preprint |doi=10.1016/j.cretres.2009.06.005 |pages=1238–1246}}</ref>


Il seguente [[cladogramma]] mostra la posizione tassonomica di ''Tsintaosaurus'' nell'albero evolutivo secondo lo studio di Prieto-Márquez e.a. (2013):<ref>{{cite journal | first1 = A. | last1 = Prieto-Marquez | first2 = F. M. D. | last2 = Vecchia | first3 = R. | last3 = Gaete | first4 = A. | last4 = Galobart | date = 2013 | title = Diversity, relationships, and biogeography of the Lambeosaurine dinosaurs from the European archipelago, with description of the new aralosaurin ''Canardia garonnensis'' | journal = [[PLOS ONE]] | volume = 8 | issue = 7 | page = e69835 | doi=10.1371/journal.pone.0069835 | pmid=23922815 | pmc=3724916}}</ref>
== Comportamento ==

Lo tsintaosauro, come gli altri [[adrosauri]], probabilmente emetteva suoni caratteristici con i quali avvertiva il branco dell'approssimarsi di un predatore. Sopra il muso, alla base della cresta, aveva un lembo di pelle che si gonfiava d'aria come il muso dell'attuale [[elefante marino]].
{{clade| style=font-size:85%;line-height:85%
Probabilmente il tsintaosauro era un dinosauro socievole. Le impronte fossili scoperte nel [[Montana]], negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], provano che alcuni [[adrosauri]] si spostavano in branchi.
|label1=&nbsp;[[Lambeosaurinae]]&nbsp;
Formavano colonie di nidi dove accudivano i loro piccoli in relativa sicurezza.
|1={{clade
Il tsintaosauro era un buon genitore e seguiva i piccoli [[dinosauri]] finché questi erano in grado di lasciare il nido.
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Quando mangiavano, i vegetariani come lo tsintaosauro erano in costante pericolo; per sopravvivere contavano quindi sulla vista e sull'udito, ben sviluppati.
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Messi in guardia dal manifestarsi di qualche segnale di pericolo, questi [[dinosauri]] cercavano di rifugiarsi a nuoto in acque profonde, lasciandosi alle spalle il predatore, che si arenava nei fondali bassi.
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== Storia della scoperta ==
[[File:premaxilla of Tsintaosaurus.png|thumb|upright|Premascella sinistra]]
Nel 1950, a Hsikou, vicino a Chingkangkou, a Laiyang, nello [[Shandong]], nella parte orientale della [[Cina]], furono scoperti vari resti di alcuni grandi hadrosauridi. Nel 1958, questi resti furono descritti dal paleontologo cinese [[Yang Zhongjian]] ("C.C. Young") come la [[specie tipo]] ''Tsintaosaurus spinorhinus''. Il nome generico, ''Tsintaosaurus'', deriva dalla città di [[Qingdao]], in precedenza spesso traslitterata come "Tsintao". Il nome specifico, ''spinorhinus'', significa "dal naso spinato", dal [[Lingua latina|latino]] ''spina'', e dal [[Greco antico|greco]] ῥίς, ''rhis'', ossia "naso", in riferimento a quella che un tempo si credeva essere la sua cresta originale sul muso.<ref name="Young1958"/>

L'[[olotipo]], IVPP AS V725, venne scoperto in uno strato della Formazione Jingangkou, risalente al Cretaceo superiore, circa 70 milioni di anni fa ([[Campaniano]]). L'olotipo consiste in uno scheletro parziale con un teschio. Il [[paratipo]] è l'esemplare IVPP V818, un tetto cranico. Nella stessa area sono stati ritrovati alcuni scheletri parziali aggiuntivi e un gran numero di elementi scheletrici disarticolati. Alcuni di questi vennero riferiti a ''Tsintaosaurus'' da Yang, altri furono nominati ''Tanius chingkankouensis'' sempre dallo stesso Yang, insieme ad un'altra specie: ''[[Tanius sinensis|Tanius]] laiyangensis'' descritta però da Zhen (1976). Queste ultime due specie sono oggi considerate [[Sinonimo (tassonomia)|sinonimi junior]] o ''[[nomina dubia]]''. Successive ricerche attribuirono un buona parte degli elementi di queste due specie a ''Tsintaosaurus''.<ref name="Young1958"/>

== Paleoecologia ==
Uno studio sulle [[uova]] di dinosauro ritrovate negli strati successivi della serie Wangshi della provincia di Shandong, di cui la Formazione Jingangkou è lo strato più recente, mostra che la regione possedeva una delle più alte biodiversità di dinosauri e che il clima era diventato ben più secco della precedente [[Formazione Jiangjunding]].<ref>{{cite journal | last1 = Zhao | first1 = ZiKui | last2 = Zhang | first2 = ShuKang | last3 = Wang | first3 = Qiang | last4 = Wang | first4 = XiaoLin | date = 2013 | title = Dinosaur diversity during the transition between the middle and late parts of the Late Cretaceous in eastern Shandong Province, China: Evidence from dinosaur eggshells | journal = [[Chinese Science Bulletin]] | volume = 58 | issue = 36 | pages = 4663–4669 | doi = 10.1007/s11434-013-6059-9 }}</ref>

== Note ==
<references />


== Altri progetti ==
== Altri progetti ==

Versione delle 23:24, 17 giu 2018

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Come leggere il tassobox
Tsintaosaurus
Cranio di Tsintaosaurus ricostruito secondo gli studi di Prieto-Marquez & Wagner (2013), con le parti conosciute in grigio
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SuperordineDinosauria
Ordine† Ornithischia
Sottordine† Ornithopoda
Famiglia† Hadrosauridae
Tribù† Tsintaosaurini
GenereTsintaosaurus
Young, 1958[1]
Nomenclatura binomiale
† Tsintaosaurus spinorhinus
Young, 1958

Tsintaosaurus (il cui nome significa "lucertola di Qingdao", per via della vecchia traslitterazione "Tsingtao")[2] è un genere estinto di dinosauro ornithopode hadrosauride vissuto nel Cretaceo superiore, circa 70 milioni di anni fa (Campaniano), in quella che oggi è l'odierna Cina. Il genere contiene una singola specie, ossia T. spinorhinus, descritta dal paleontologo cinese C. C. Young (1958). L'animale poteva raggiungere gli 8,3 metri (27 piedi) di lunghezza per un peso di 2,5 tonnellate.[3]

Come la maggior parte degli hadrosauri, Tsintaosaurus possedeva un caratteristico 'becco ad anatra' e una batteria di potenti denti che usava per masticare la vegetazione. L'animale si muoveva normalmente sulle quattro zampe, ma poteva sollevarsi sulle zampe posteriori per correre più velocemente sfuggendo ai predatori. Come molti altri hadrosauri, Tsintaosaurus vivevano probabilmente in branchi.

Descrizione

Cresta

Ricostruzione pre-2013 di Tsintaosaurus, mostrante un modello di cresta obsoleto

Lo Tsintaosaurus venne originariamente ricostruito con una cresta simile al corno di unicorno sul cranio. La cresta, come conservata nel suo stato fossile, consiste in un processo lungo circa 40 centimetri, che sporge quasi verticalmente dalla sommità della parte posteriore del cranio. La struttura è vuota all'interno e sembra avere una parte superiore biforcata. Strutture comparabili con specie affini sono sconosciute: possiedono creste più simili a lobi. Nel 1990, David Weishampel e Jack Horner misero in dubbio la presenza della cresta, suggerendo che potesse trattarsi in realtà di un osso nasale rotto dalla punta del muso e distorto verso l'alto da uno schiacciamento del fossile. Il loro studio suggeriva inoltre che, senza la cresta distintiva, lo Tsintaosaurus era identico e pertanto sinonimo del genere Tanius. Tuttavia, nel 1993, Eric Buffetaut e.a., dopo una nuova indagine sulle stesse ossa, concluse che la cresta non era né distorta né un artefatto del restauro; inoltre, dal loro studio era stato ritrovato un secondo esemplare con una parte di cresta eretta, indicando che la cresta era effettivamente reale e che lo Tsintaosaurus è probabilmente un genere distinto.[4]

Scheletro di Tsintaosaurus, mostrante una cresta obsoleta, al Paleozoological Museum della Cina

Una nuova ricostruzione venne proposta da Albert Prieto-Márquez e Jonathan Wagner (2013). Questa nuova ricostruzione si basava sull'identificazione dell'esemplare IVPP V829, una premascella, come un'elemento di Tsintaosaurus, giungendo alla conclusione che la cresta ad unicorno altro non era che la parte posteriore di una struttura ben più grande, una cresta cranica che partiva dalla punta del muso. La parte anteriore della cresta sarebbe stata formata dai processi ascendenti delle premascella. Questi avevano sfaccettature espanse romboidali di contatto con le parti superiori espanse dei processi di cresta delle ossa nasali, formando la parte posteriore della cresta. La base posteriore della cresta era coperta da escrescenze prefrontali. Le ossa nasali fuse avrebbero formato una struttura tubolare cava. L'altezza della cresta avrebbe superato quella della parte posteriore del cranio, misurata lungo le ossa quadrate. Sebbene in gran parte verticale, la cresta era probabilmente orientata leggermente verso il retro del cranio; l'inclinazione in avanti della cresta dell'olotipo sarebbe stato il risultato di una distorsione del fossile.[5]

Cranio olotipo di Tsintaosaurus, con la cresta rotta

La nuova ricostruzione di Prieto-Márquez e Wagner ha portato anche a una nuova ipotesi sui passaggi interni dell'aria nella cresta. Yang aveva ipotizzato che la cresta tubulare nella parte conservata dell'olotipo avrebbe funzionato come principale presa d'aria. Questo idea è stata respinta da Prieto-Márquez e Wagner che hanno sottolineato che il tubo era chiuso alla sua estremità inferiore e che nei lambeosaurini in generale i passaggi d'aria si trovano in una posizione più avanzata, le narici ossee sono completamente racchiuse dalla premascella. Prieto-Márquez e Wagner presumevano che lo Tsintaosaurus avrebbe avuto una disposizione standard da lambeosaurino nel muso, l'aria, quando inspirata, entrava nel cranio attraverso le pseudonarie appaiate, le "narici finte" delle premascella dietro il becco superiore. Da lì l'aria sarebbe stata trasportata attraverso passaggi accoppiati sotto i processi mediani delle premascella fino alla sommità della cresta, inserendo successivamente una camera mediana comune all'interno del lobo. La parte posteriore della camera era formata dalle ossa nasali e probabilmente omologa alla cavità nasale. La camera era divisa in due cavità più piccole, una nella parte anteriore, l'altra nella parte posteriore, da processi mediani curvi delle premascella, che formavano ganci attorno ad un passaggio tra le cavità. Dalla cavità posteriore l'aria veniva trasportata verso il basso, verso la cavità cranica interna. Sebbene di solito si presuma che un singolo passaggio servisse a questo scopo, Prieto-Márquez e Wagner videro indicazioni nella forma del nasale che c'erano dei passaggi verso il basso accoppiati, all'interno dei processi laterali delle premascella. Da questo hanno concluso che l'intero flusso d'aria era probabilmente separato, la camera media comune probabilmente si divideva in una sezione sinistra e destra da un setto cartilagineo.[5]

Ricostruzione di Tsintaosaurus spinorhinus, secondo l'identificazione di Prieto-Marquez e Wagner

La conclusione che la struttura tubolare delle ossa nasali posteriori non fossero un passaggio d'aria, costrinsero Prieto-Márquez e Wagner a trovare una spiegazione alternativa della sua funzione. Suggerirono, quindi, che sarebbero servite a ridurre il peso della cresta, un tubo simile che combina forza relativa con una bassa massa ossea. Lo Tsintaosaurus si sarebbe differenziato in questo dagli altri lambeosaurini derivati, che hanno un'estensione anteriore dell'osso frontale, sotto forma di un foglio osseo, che sostiene la cresta.[5]

Altri tratti distintivi

Oltre alla nuova forma della cresta, Prieto-Márquez e Wagner hanno identificato diversi altri tratti distintivi (autapomorfie) di Tsintaosaurus. Il bordo del becco superiore è arrotondato e spesso, più largo della larghezza trasversale della depressioni anteriori attorno alle narici. Per quanto questa depressione sia situata sulle premascella, è su ciascun lato diviso longitudinalmente da due creste che continuano obliquamente in basso e lateralmente. Internamente, le ossa nasali fuse formano un blocco osseo davanti alla scatola cranica. La parte posteriore dell'osso nasale è tagliata dalle estensioni frontali dell'osso frontale, la più alta delle quali è elevata rispetto al tetto del cranio. I rami ascendenti delle premascella hanno processi interni che puntano posteriormente, sotto e leggermente all'interno, dividendo una camera condivisa sulla linea mediana. Il prefrontale possiede una flangia, che continua dalla parte inferiore dell'osso lacrimale verso la parte inferiore del processo ascendente del prefrontale e si connette ad un processo sul lato della premascella per formare un'elevazione sul lato della base della cresta. Il lato e la parte inferiore del prefrontale mostrano profonde scanalature verticali. La finestra sovratemporale è, trasversalmente, più larga di quanto sia lunga.[5]

Classificazione

Osso prefontale sinistro

Lo Tsintaosaurus forma un clade all'interno di Lambeosaurinae, con i generi europei Pararhabdodon e Koutalisaurus (probabile sinonimo di Pararhabdodon).[6]

Il seguente cladogramma mostra la posizione tassonomica di Tsintaosaurus nell'albero evolutivo secondo lo studio di Prieto-Márquez e.a. (2013):[7]


 Lambeosaurinae 
Aralosaurini

Aralosaurus

Canardia

Jaxartosaurus

Tsintaosaurini

Tsintaosaurus

Pararhabdodon

Parasaurolophini

Charonosaurus

Parasaurolophus

Parasaurolophus cyrtocristatus

Parasaurolophus tubicen

Parasaurolophus walkeri

Lambeosaurini
Lambeosaurus

Lambeosaurus lambei

Lambeosaurus magnicristatus

Corythosaurus

Corythosaurus casuarius

Corythosaurus intermedius

"Hypacrosaurus" stebingeri

Hypacrosaurus

Olorotitan

Arenysaurus

Blasisaurus

Magnapaulia

Velafrons

Amurosaurus

Sahaliyania

Storia della scoperta

Premascella sinistra

Nel 1950, a Hsikou, vicino a Chingkangkou, a Laiyang, nello Shandong, nella parte orientale della Cina, furono scoperti vari resti di alcuni grandi hadrosauridi. Nel 1958, questi resti furono descritti dal paleontologo cinese Yang Zhongjian ("C.C. Young") come la specie tipo Tsintaosaurus spinorhinus. Il nome generico, Tsintaosaurus, deriva dalla città di Qingdao, in precedenza spesso traslitterata come "Tsintao". Il nome specifico, spinorhinus, significa "dal naso spinato", dal latino spina, e dal greco ῥίς, rhis, ossia "naso", in riferimento a quella che un tempo si credeva essere la sua cresta originale sul muso.[1]

L'olotipo, IVPP AS V725, venne scoperto in uno strato della Formazione Jingangkou, risalente al Cretaceo superiore, circa 70 milioni di anni fa (Campaniano). L'olotipo consiste in uno scheletro parziale con un teschio. Il paratipo è l'esemplare IVPP V818, un tetto cranico. Nella stessa area sono stati ritrovati alcuni scheletri parziali aggiuntivi e un gran numero di elementi scheletrici disarticolati. Alcuni di questi vennero riferiti a Tsintaosaurus da Yang, altri furono nominati Tanius chingkankouensis sempre dallo stesso Yang, insieme ad un'altra specie: Tanius laiyangensis descritta però da Zhen (1976). Queste ultime due specie sono oggi considerate sinonimi junior o nomina dubia. Successive ricerche attribuirono un buona parte degli elementi di queste due specie a Tsintaosaurus.[1]

Paleoecologia

Uno studio sulle uova di dinosauro ritrovate negli strati successivi della serie Wangshi della provincia di Shandong, di cui la Formazione Jingangkou è lo strato più recente, mostra che la regione possedeva una delle più alte biodiversità di dinosauri e che il clima era diventato ben più secco della precedente Formazione Jiangjunding.[8]

Note

  1. ^ a b c C.-C. Young, The dinosaurian remains of Laiyang, Shantung, in Palaeontologia Sinica, New Series C, vol. 42, n. 16, Whole Number, 1958, pp. 1–138.
  2. ^ B. Creisler, Dinosauria Translation and Pronunciation Guide T, in DOL Dinosaur Omnipedia, 2002. URL consultato il 24 Feb 2010.
  3. ^ Gregory S. Paul, The Prince Field Guide to Dinosaurs, United States, Princeton University Press, 2010, p. 308, ISBN 978-0-691-13720-9.
  4. ^ Tsintaosaurus spinorhinus Young and Tanius sinensis Wiman: a preliminary comparative study of two hadrosaurs (Dinosauria) from the Upper Cretaceous of China, vol. 317, C.R. Academy of Science Paris, 1993, pp. 1255–1261.
  5. ^ a b c d A. Prieto-Márquez, The ‘Unicorn’ Dinosaur That Wasn’t: A New Reconstruction of the Crest of Tsintaosaurus and the Early Evolution of the Lambeosaurine Crest and Rostrum, in PLOS ONE, vol. 8, n. 11, 2013, DOI:10.1371/journal.pone.0082268.
  6. ^ A. Prieto-Márquez, Pararhabdodon isonensis and Tsintaosaurus spinorhinus: a new clade of lambeosaurine hadrosaurids from Eurasia, in Cretaceous Research, online preprint, 2009, pp. 1238–1246, DOI:10.1016/j.cretres.2009.06.005.
  7. ^ Diversity, relationships, and biogeography of the Lambeosaurine dinosaurs from the European archipelago, with description of the new aralosaurin Canardia garonnensis, in PLOS ONE, vol. 8, n. 7, 2013, DOI:10.1371/journal.pone.0069835.
  8. ^ Dinosaur diversity during the transition between the middle and late parts of the Late Cretaceous in eastern Shandong Province, China: Evidence from dinosaur eggshells, in Chinese Science Bulletin, vol. 58, n. 36, 2013, pp. 4663–4669, DOI:10.1007/s11434-013-6059-9.

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