Zero liquid discharge
Si definiscono Zero Liquid Discharge (ZLD), in italiano Scarico Liquido Zero, gli impianti industriali che non prevedono scarichi liquidi.
Tecnologia[modifica | modifica wikitesto]
Il raggiungimento dell'obiettivo ZLD, che spesso si rende necessario per l'impossibilità di contenere le concentrazioni delle specie chimiche al di sotto dei limiti previsti dalla legge, si ottiene principalmente tramite:
- recupero spinto e riciclo di tutte le acque reflue riutilizzabili;
- eliminazione per evaporazione o ebollizione, in appositi evaporatori e cristallizzatori, della componente acquosa delle acque di scarico non riutilizzabili con conseguente recupero delle condense. In questo modo l'impianto produce un rifiuto solido smaltibile in discarica o potenzialmente riutilizzato.
Configurazione[modifica | modifica wikitesto]
Normalmente in presenza di cloro il refluo viene pre-trattato in due fasi. Prima fase: trattamento chimico-fisico convenzionale a base di calce idrata per la rimozione del magnesio. Seconda fase: addolcimento con carbonato sodico per la rimozione del calcio. Infatti in presenza di cloro il magnesio e il calcio formano i rispettivi cloruri, che sono composti altamente solubili. L'elevata solubilità dei cloruri di calcio e magnesio produce elevati innalzamenti ebullioscopici, con conseguenze negative sui costi di realizzazione e sui costi di funzionamento a causa dei maggiori consumi energetici.
A volte, ma non necessariamente, la sezione di evaporazione-cristallizzazione è preceduta anche da una sezione di RO (osmosi inversa)[1] che attua una concentrazione preliminare dei solidi disciolti nelle acque reflue. Per prevenire il fouling della sezione RO viene spesso impiegata l'ultrafiltrazione che trattiene i solidi sospesi presenti.
Applicazioni[modifica | modifica wikitesto]
L'obiettivo ZLD è posto in atto in numerosi impianti industriali che applicano trattamenti termici di separazione e recupero della parte liquida. I principali liquidi di scarico trattati sono:
- concentrati di impianti potabilizzazione o demineralizzazione/dissalazione;
- percolati di discarica;
- scarichi industriali vari, per esempio reflui da desolforazione[2] o da torri di raffreddamento dell'industria termoelettrica, industrie galvaniche.
Pro e contro[modifica | modifica wikitesto]
Il diffondersi della filosofia ZLD, sebbene da una parte sia favorito dall'applicazione dalla severa normativa sulla composizione degli scarichi liquidi, dall'altra è ostacolato dagli elevati costi realizzativi e di gestione, questi ultimi così riassumibili:.[3]
- elevati consumi energetici per l'evaporazione degli scarichi;
- in caso di trattamenti che prevedono l'uso di osmosi inversa, l'utilizzo di prodotti chimici (disperdenti e antiincrostanti) finalizzato ad aumentare la solubilità di alcune specie chimiche o all'eliminazione di alcune di queste specie. Per esempio si rende necessaria la precipitazione e separazione della silice negli impianti di demineralizzazione/dissalazione.
Tuttavia la crescente attenzione alle problematiche ambientali e allo sviluppo di progetti di Smart cities suscita attenzione riguardo ai sistemi ZLD fino alla nascita di una associazione internazionale (TARGETZERO) finalizzata a promuovere la diffusione della tecnologia ZLD per il trattamento delle acque di scarico..[4]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) High pressure reverse osmosis for wastewater minimization and zero liquid discharge applications. Petra Johannsena, Ram Karlapudib, Georg Reinholdc Desalination 199 (2006) 84–85 Elsevier B.V.
- ^ Claudio Mosti, Vincenzo Cenci, ENEL SpA, Chemistry in Zero Liquid Discharge systems, in PPChem journal, Febbraio 2012.
- ^ (EN) Evaluation and Selection of Available Processes for a Zero-Liquid Discharge System for the Perris, California, Ground Water Basin
- ^ Associazione TargetZero HomePage in Italiano, su targetzero.it. URL consultato il 14 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2018).