Zafferano (colore)

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Zafferano
Coordinate del colore
HEX #F4C430
sRGB1 (r; g; b) (244; 196; 48)
CMYK2 (c; m; y; k) (0; 20; 80; 4)
HSV (h; s; v) (45°; 80%; 96%)
1: normalizzato a [0-255] (byte)
2: normalizzato a [0-100] (%)

Lo zafferano è una gradazione di giallo oro che ricorda il colore dell'omonima spezia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il primo uso documentato di zafferano come nome di questo colore fu in inglese, nel 1200.[senza fonte]

Utilizzo[modifica | modifica wikitesto]

È uno dei colori usati dagli artigiani della kasbah di Ait-Ben-Haddou in Marocco, per creare dipinti visibili solo con l'uso di una fiamma, alla maniera dell'inchiostro simpatico.[1][2]

Il pittore statunitense Mark Rothko usò varie gradazioni del colore per la sua opera Saffron ("zafferano" nella lingua italiana) del 1957.[3]

Gradazioni[modifica | modifica wikitesto]

Zafferano profondo[modifica | modifica wikitesto]

Zafferano profondo
Coordinate del colore
HEX #FF9933
sRGB1 (r; g; b) (255; 153; 51)
CMYK2 (c; m; y; k) (0; 50; 90; 0)
HSV (h; s; v) (34°; 80%; 87%)
1: normalizzato a [0-255] (byte)
2: normalizzato a [0-100] (%)

Lo zafferano profondo è il colore utilizzato nella banda più alta della bandiera indiana, che rappresenta il colore dell'induismo[4].

Confronto delle tonalità di Zafferano[modifica | modifica wikitesto]

  • Zafferano (Hex: #F4C430) (RGB: 244, 196, 48)
  • Zafferano profondo (Hex: #FF9933) (RGB: 255, 153, 51)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Lindsay Lou, Let’s Aït BenhadDOu That!!, su Locating Lindsay, 30 marzo 2013. URL consultato il 28 giugno 2020 (archiviato il 16 novembre 2013).
  2. ^ (EN) Tony Hoffman, Moroccan People – Abdou: Berber Fire Painter, su Open Doors Morocco. URL consultato il 28 giugno 2020 (archiviato il 28 giugno 2020).
  3. ^ (EN) An ‘immediate radiance’: Mark Rothko’s Saffron, su Christie's, 10 novembre 2017. URL consultato il 28 giugno 2020 (archiviato il 7 maggio 2020).
  4. ^ (EN) National Flag Of India – History, Design and Color Codes, su First Of India, 24 marzo 2019. URL consultato il 28 giugno 2020 (archiviato il 28 giugno 2020).

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]