Vittorio Bonomi

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Vittorio Bonomi
NascitaMilano, 1º novembre 1891
Morte1956
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
ArmaFanteria
CorpoServizio Aeronautico
Gradotenente colonnello
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Decorazionivedi qui
Pubblicazionivedi qui
dati tratti da Grande Enciclopedia Aeronautica[1]
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Vittorio Bonomi (Milano, 1º novembre 18911956) è stato un militare, aviatore e imprenditore italiano. Distintosi come ufficiale d'aviazione nella Grande Guerra, dopo la fine del conflitto nel 1921 portò in Italia il volo a vela, e successivamente fondò a Cantù Aeronautica Bonomi, ditta produttrice di numerosi tipi di aliante. Dopo la fine della seconda guerra mondiale fu presidente della Federazione Italiana del volo a vela (FIVV) con sede a Milano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Milano il 1º novembre 1891.[1] Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere, all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, si arruolò volontario nella Regio Esercito entrando poi nel Servizio Aeronautico conseguendo il brevetto di pilota nel dicembre dello stesso anno.[1] Assegnato all'aviazione per l'osservazione del tiro dell'artiglieria prestò poi servizio presso la 45ª e la 48ª Squadriglia Farman, presso il XVII Gruppo Squadriglie. Assegnato alla 83ª Squadriglia Aereo da caccia ne comandò dapprima la 2ª Sezione e quindi assunse il comando della squadriglia dopo l'esito negativo della battaglia di Caporetto.[2] Nel 1918 fu nominato Aiutante maggiore della massa da caccia.[1] Decorato di due Medaglie di bronzo al valor militare e della Croce al merito di guerra, dopo la fine del conflitto fu incaricato da D'Annunzio di formare gruppi di Volontari Fiumani a Padova, e raccolse fondi per mandare tre velivoli a Fiume.[1] Propose al ministero la censura della fotografia aerea.[1] Fondatore dell'Associazione Nazionale Piloti Aviatori (A.N.P.A.) e del primo Aero Club di Milano, fu presidente dell'Aero Club di Como dove riuscì a realizzare un hangar doganale.[1] Lasciò la presidenza dell'Aero Club di Como per dedicarsi a tempo pieno alla progettazione di velivoli e di alianti.[1] Scrisse un libro sul volo a vela, creò una borsa di studio per gli orfani degli aviatori, è partecipò a varie agre e manifestazioni aeronautiche in Italia e all'estero.[1] Nel 1927 fu pilota collaudatore del monoplano Agusta AG.2,[3] e nel 1930 tentò, senza successo, di avviare una scuola di volo a vela a Erba.[4]

Fondatore e proprietario della Aeronautica Bonomi, con sede a Cantù, insieme all'ingegnere Camillo Silva progettò e realizzò una notevole serie di alianti.[4] Il 21 agosto 1932 aprì, sempre a Cantù sui terreni della Busciana,[N 1] una scuola di volo a vela, che vide tra i suoi allievi Marcello Diaz, Giorgio Savoja e sua sorella Anna Federica, e l'onorevole Carlo Baragiola.[4] Il 6 dicembre del 1934, all'epoca Presidente della Commissione Centrale di Volo a Vela, pubblicò sulla Gazzetta dello Sport un articolo in cui preconizzava l'impiego bellico dell'aliante, che non suscitò alcun interesse presso le autorità militari della Regia Aeronautica.[N 2][4] Nel 1935 venne promosso maggiore della riserva aeronautica, e nel 1937 la Aeronautica Bonomi fu assorbita dalla Società Aeronautica Italiana Ambrosini, allora diretta dall'industriale Angelo Ambrosini, che mandò a dirigere la filiale di Cantù suo fratello Romolo Ambrosini.[4]

Nell'immediato dopoguerra gli appassionati volovelisti crearono a Milano la Federazione Italiana del volo a vela (FIVV) della quale fu primo presidente il Barone Pietro Casana[5] e segretario Maurizio Galimberti.[6] Vittorio Bonomi sostituì poi Casana alla presidenza della FIVV rimanendo in carica fino a quando l'associazione fu assorbita dall'Aero Club d'Italia.[6]


Un suo pronipote ha intitolato il suo aeroporto di Mococa, il più grande aeroporto privato nel Sud America, in Brasile, a suo zio denominando l’aerodromo “Comandante Vittorio Bonomi”, di cui si possono vedere tutte le coordinate e le immagini su questi due link sottostanti:

  1. Aeroporto / COMANDANTE VITTÓRIO BONOMI
  2. Mococa, São Paulo, Brazil - Comandante Vittorio Bonomi

Lo Startplano[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver pubblicato un articolo sulla Gazzetta dello sport il 6 dicembre 1934 in cui preconizzava l'impiego bellico dell'aliante, negli anni successivi Bonomi si diede allo studio di macchine e tecniche d'impiego, senza comunque suscitare alcun interesse da parte dello Stato maggiore della Regia Aeronautica.[7] La sua proposta per evitare il traino aereo prevedeva di agganciare l'aliante, tramite montanti rigidi, direttamente al dorso del velivolo a motore Nardi FN.305, secondo il modello che sarebbe stato in seguito applicato sui Mistel tedeschi da bombardamento.[7] Un disegno di questa combinazione comparve in un breve articolo, il cui autore si identificò con la sigla P.F.B., pubblicato su Cronache di Guerra n° 36 del settembre 1940.[7] Tale combinazione fu designata come "Startplano Bonomi-Silva".[7]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Fatto segno in volo ad aggiustato fuoco avversario che colpita l'apparecchio ben undici volte in parti importanti, taceva le avarie all'osservatore per non distrarlo dal suo compito e continuava a portare a termine la ricognizione, dimostrando mirabile sangue freddo e cameratismo. Tre giorno dopo, benché nel principio di una ricognizione a bassa quota, ricevesse un colpo scoppiato vicinissimo all'apparecchio ed egli steso venisse colpito da pallette che, senza ferirlo, gli strappavano la giubba in tre punti, continuava la ricognizione. Vodice, 10 e 13 agosto 1916
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota da caccia, in oltre cento voli di guerra su zone di alta montagna, in condizioni di disagio e di inferiorità rispetto al nemico, con pochi piloti ai suoi ordini sempre affrontò e vinse l'avversario, liberando il cielo dalle irruzioni di esso. In una particolare circostanza, quantunque malato, al segnale d'allarmi sorse con generoso slancio e volò all'inseguimento del nemico sulle sue lontane basi. Scorta fedele agli apparecchi da ricognizione, trascurò sempre se stesso per difendere gli altri. Volontario molte volte in difficili operazioni, dette costante esempio di volontà tenace e di alto sentimento del dovere. Cielo del Cadore, maggio e agosto 1917; Cielo del Basso Piave, gennaio-febbraio 1918
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Il volo a vela. Teoria, pratica del volo e della costruzione degli apparecchi, illustrata da tavole contenenti i disegni costruttivi di un apparecchio scuola, con Camillo Silva, Off. grafiche Federazione Italiana Biblioteche Popolari, Milano, 1932.

Velivoli progettati[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tale iniziativa fu appoggiata apertamente dai podestà di Cantù Gino Marelli prima, e Giovanni Camagni successivamente.
  2. ^ Cosa che poi avvenne nel corso della seconda guerra mondiale.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Fraschetti, La prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Enea Grossi, EROI E PIONIERI DELL'ALA. Dizionario Biografico dell'Aeronautica Italiana, Milano, Arti Grafiche Fratelli Magnani, 1934.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Iginio Mencarelli, Renato Donati, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1980.
  • Manlio Molfese, L'aviazione da ricognizione italiana durante la grande guerra europea (maggio 1915-novembre-1918), Roma, Provveditorato generale dello Stato, 1925.
  • (DE) Vincenzo Pedrielli e Francesco Camastra, Italian Vintage Sailplanes, Königswinter, EQIP Werbung & Verlag GmbH, 2011.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]