Via Giovanni da Verrazzano

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Via Giovanni da Verrazzano
Il tabernacolo di via da Verrazzano
Nomi precedentiVia della Fogna di Santa Croce
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàFirenze
QuartiereQuartiere 1
Codice postale50122
Informazioni generali
Tipostrada carrabile
IntitolazioneGiovanni da Verrazzano
Collegamenti
Iniziopiazza Santa Croce
Finevia Ghibellina
Intersezionivia del Fico
Mappa
Map
Coordinate: 43°46′10.14″N 11°15′41.67″E / 43.769482°N 11.261576°E43.769482; 11.261576

Via Giovanni da Verrazzano si trova a Firenze, da piazza Santa Croce a via Ghibellina, e incontra, a circa due terzi del tracciato, sulla destra, via del Fico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La denominazione, deliberata dalla giunta comunale nel luglio del 1901, è un omaggio al navigatore Giovanni da Verrazzano che, probabilmente, nacque in questa strada in un palazzo della sua famiglia, originaria del castello di Verrazzano (Greve in Chianti). Precedentemente, come attesta ad esempio la pianta di Firenze disegnata da Ferdinando Ruggieri nel 1731, il tratto era denominato via della Fogna, "per una condotta d'acqua sotterranea che doveva drenare la Piazza Santa Croce" (Bargellini-Guarnieri).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una strada del tutto secondaria nell'ambito della viabilità cittadina e, in quanto tale, appartata e silenziosa.

Edifici[modifica | modifica wikitesto]

Gli edifici con voce propria hanno le note bibliografiche nella voce specifica.

Immagine Nome Descrizione
1 Palazzo di Maffeo Barberini L'identificazione del palazzo noto come Barberini non è chiara, dato che il repertorio di Bargellini e Guarnieri lo indica sulla cantonata di piazza Santa Croce (al n. 5) mentre Walther Limburger lo identifica con quello al n. 8, segnato, come annota lo studioso, da un'altana coperta. Probabilmente non vi sono errori nelle diverse indicazioni, stando a quanto scrive Marco Lastri alla fine del Settecento: "le case dei Barberini o da Barberino eran sulla stessa piazza dirimpetto all'Antella, e ve ne son parecchie, le quali conservano ancora il patronato medesimo". Qui nacque, nel 1568, Maffeo Barberini, successivamente papa col nome di Urbano VIII. Successivamente la proprietà è passata alla famiglia Corsini.
2 Casa Si tratta di una casa modesta, posta circa a metà della via, segnalata nel repertorio di Bargellini e Guarnieri per la presenza di una lunga memoria relativa al primo Giubileo del 1300, che un certo Ugolino volle apporre, di ritorno da Roma, su questa sua casa (si veda sotto).[1]
6 Casa della Compagnia della Nunziata Si tratta di una modesta casa a schiera, come la maggior parte di quelle che sono in fregio a questo lato della strada, con il fronte di due assi attualmente sviluppato su cinque piani. Nonostante non presenti elementi architettonici significativi, possiede al pian terreno un pietrino della Compagnia della Nunziata, in cui è riconoscibile forse un vaso da cui spuntavano tre gigli.
10 Casa La casa, oggi con tre piani sopraelevato e due assi, ha sulla facciata uno stemma alquanto consunto. Alla base di esso si legge il numero 10, che fa pensare all'inventario di una qualche confraternita o istituzione religiosa che dovette possedere l'edificio.
11 Ex-palazzo Della Ripa Si tratta di una palazzina di cinque piani più un attico, eretta sull'angolo tra via Verdi e via Ghibellina (canto degli Aranci, con retro su via Da Verrazzano) nel 1961-1962, su progetto dell'architetto Rolando Pagnini in collaborazione con Giorgio Giuseppe Gori. Il carattere moderno dell'edificio non meriterebbe particolari note se non per la notevole storia del luogo precedentemente all'odierna realizzazione. Qui era infatti un'antica costruzione caratterizzata da un ampio giardino, più volte ricordata dalla letteratura come luogo deputato al ritrovo di 'poeti improvvisatori', notevolmente restaurata e ingrandita nel 1835 dall'architetto Niccolò Matas. Giunta notizia di una sua possibile demolizione per far spazio a una moderna palazzina, l'edificio fu dichiarato di particolare interesse e quindi sottoposto a vincolo architettonico con Decreto Ministeriale del 22 settembre 1958, segnalando sia il valore storico del luogo, sia la presenza di alcuni ambienti decorati con pitture murali con scene della Divina Commedia di Dante, sia, soprattutto, la necessità di salvaguardare il contesto urbano del quadrivio, segnato dall'altra grande realizzazione ottocentesca del teatro Verdi. Impugnato dai proprietari il decreto, questo venne annullato su pronunzia del Consiglio di Stato nel maggio 1960. Le demolizioni impietose iniziarono così lo stesso anno.
16 Casa La casa in angolo con via del Fico presenta al piano terra alcune strutture in pietra a vista che ne ricordano l'origine medievale. A parte ciò, si tratta di un edificio privo di elementi architettonici d'interesse, con una facciata su via Giovanni da Verrazzano di due piani per quattro assi, probabile frutto dell'accorpamento di due precedenti unità abitative. Su via del Fico si trova una targa dei Signori Otto che vieta il meretricio nella strada[2].
20 Casa natale di Giovanni da Verrazzano In angolo con via Ghibellina 89, l'edificio qui ha il fronte principale, che appare ridisegnato nella prima metà dell'Ottocento, seppure su una più antica costruzione. Il fronte si sviluppa su quattro piani con un balcone a coronare il portone; sul tetto si intravede un torrino. Per quanto elegante non presenta peculiarità architettoniche, e tuttavia è da segnalare per essere stato individuato come casa natale del navigatore Giovanni da Verrazzano, come indica una memoria posta dal Comune nel 1909. Un'altra lapide, posta nel 1916, è presente sul torrino. Di lato, vicino alla cantonata di via Ghibellina, è un tabernacolo con una Sacra Famiglia attribuita a Giovanni da San Giovanni.

Lapidi[modifica | modifica wikitesto]

Al 2 si trova l'iscrizione che un tale Ugolino volle far apporre di ritorno dal suo epocale viaggio a Roma per il Giubile del 1300. La lapide è in latino, tranne l'ultima parte dove, dopo aver elencato le ragione della storicità dell'evento, si annota che "Andovi Ugolino co' la moglie" in volgare. Ma

AD PERPETUĀ MEMORIĀ PATEA
T OM̄IB) EVIDEN̄T HANC PAGINAM I
NSPECTURIS Q{ ŌĪPOTĒS DEUS Ī AN̄O
DN̄I NR̄I IHU XRI MCCC SPECIALEM G
RĀM CŌTULIT XR̄IANIS SĀMSEPULCR
U QD) EXSTITERAT A SARACENIS OCU
PATŪ RĒCOVICTŪ Ē A TARTARIS 7 X
RĪANIS RESTITŪTU 7 CŪ EODEM ANO F
UISSET A PAPA BONIFATIO SOLLEPNIS
REMISSIO ŌĪŪM PECCATO℞ VIDELIC
ET CULPA℞ 7 PENA℞ OMIB{ EŪTI
B) ROMĀ INDULTAMŁTI EX IPĪS TAR
TARIS AD DICTA INDULGENTIĀ ROM
AM. ACCESSERUNT ⁂ E ANDOVI UGOLI
⁂ NO CHO LA MOLGLE

La trascrizione in latino corretto è: "Ad perpetua(m) memoria(m) pateat om(n)ib(us) evident(er) hanc paginam inspecturis q(uod) O(mn)ipote(n)s Deus i(n) an(n)o d(omi)ni n(ost)ri I(e)su Xr(ist)i MCCC specialem gra(tia)m co(n)tulit Xr(ist)ianis Sa(nctu)m Sepulcru(m) q(uo)d extiterat a Saracenis ocupatu(m) reco(n)vicu(m) e(st) a Tartaris (et) Xr(ist)ianis restitutu(m) (et) cu(m) eodem an(n)o fuisset a papa Bonifatio solle[p](m)nis remissio o(mn)ium peccator(um) videlic et culpar(um) (et) p(o)enar(um) om(n)ib(us) eu(n)tib(u)s Roma(m) indulta(m) m(u)lti ex ip(s)is Tartaris ad dicta(m) indulgentia(m) Romam accesserunt E ando(v)vi Ugolino c[h]o(n) la mo[l]gle". La traduzione è "Per perpetua memoria sia noto con chiarezza a tutti coloro che vedranno questa iscrizione che Dio Onnipotente nell'anno 1300 dell'era cristiana concesse una grazia speciale ai cristiani: il Santo Sepolcro di cui si erano impossessati i Saraceni fu tolto vittoriosamente ai Tartari e restituito ai Cristiani; ed essendo stata indetta nel medesimo anno da papa Bonifacio la solenne remissione di tutti i peccati, ossia colpe e pene, a tutti coloro che andassero a Roma per l'indulgenza, molti fra gli stessi Tartari andarono a Roma per lucrare la suddetta indulgenza e vi andò anche Ugolino con la moglie"

L'altra targa è legata alla casa natale di Giovanni da Verrazzano:

QUI
NELLA CASA DEI SUOI MAGGIORI
OVE EBBE I NATALI
GIOVANNI DA VERRAZZANO
ANIMOSO NAVIGATORE
CHE INTORNO AL 1524
VELEGGIANDO I MARI ATLANTICI
E DISCOPRENDO PER PRIMO
IL FIUME CHE EBBE NOME DA HUDSON
MOSTRÒ AL MONDO COME LA SUA FIRENZE
SAPESSE VERAMENTE 'BATTER LE ALI' PEI MARI LONTANI
IL COMUNE FIORENTINO
VOLLE POSTA QUESTA MEMORIA
NELL'ANNO 1909
IN CUI L'AMERICA CELEBRAVA
I CONTINUATORI INGLESI
DELL'OPERA DI TANTO CITTADINO

Un'altra piccola targa si trova sotto il tabernacolo di Giovanni da San Giovanni:

LA SACRA FAMIGLIA
AFFRESCO
DI GIOVANNI MANNOZZI
DETTO DA SAN GIOVANNI
1590-1636

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 58–59; Cesati 2005, I, p. 293; Paolini 2009, p. 317, n. 447, nel dettaglio
  2. ^ Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 354.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, Tipografia Barbèra, 1913, p. 41, n. 285;
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, 1929, p. 34, n. 310;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, II, 1977, pp. 57–59;
  • Francesco Cesati, La grande guida delle strade di Firenze, Newton Compton Editori, Roma 2003.

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