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Marina Guardati

Marina Guardati (Napoli, 23 luglio 1928) è una bibliotecaria e giornalista italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata a Napoli da famiglia gentilizia di antichissima nobiltà[1][2], negli anni della giovinezza è stata testimone della vivace vita intellettuale della città partenopea del secondo dopoguerra, dei fermenti culturali della città tra il 1947 ed il 1954[3], che vedono la nascita di alcune riviste e associazioni (il Gruppo Sud, Cultura nuova, il Circolo napoletano del cinema[4][5], il Gramsci, Il Periscopio) che costituiscono l'approdo naturale per gli intellettuali napoletani che lei frequenta[6], tra cui Renato Caccioppoli, Pasquale Prunas, Mario Alicata, Gianni Scognamiglio, Gerardo Marotta, Luigi Compagnone, Guido Piegari, Manlio Rossi-Doria, Raffaello Causa, Paolo Ricci e i più giovani Atanasio Mozzillo, Enzo Oliveri del Castillo, Vanni Allodi, Vincenzo M. Siniscalchi, Ugo Feliziani, Raffaele Mammalella, Vitaliano Corbi, Riccardo Napolitano, Francesco Guizzi, Filippo Castriota Scandenberg.

Fa parte dal 1950 del direttivo di Cultura nuova[7].

Nel luglio del 1951 si laurea in giurisprudenza presso l'Università di Napoli Federico II e nel dicembre dello stesso anno si diploma in lingua e letteratura russa presso l'Istituto universitario Orientale di Napoli, avendo come relatori L. Bogdanova e Leone Pacini Savoj. Nel 1956 si diploma in Paleografia e archivistica presso l'Archivio di Stato di Napoli.

Bibliotecaria[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1953 segue un corso di perfezionamento per bibliotecari presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Napoli; dal 1953 al 1956 svolge un tirocinio presso la Biblioteca nazionale di Napoli, diretta da Guerriera Guerrieri. La direttrice della Biblioteca Nazionale su richiesta degli Istituti giuridici della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Napoli, suggerisce il suo nome per riordinarne la biblioteca; curerà anche un Bollettino dei nuovi acquisti.

Nel 1959 con la qualifica di bibliotecaria ha il trasferimento presso la Biblioteca centrale della Facoltà di Agraria, che in quel momento aveva come sovrintendente la prof.ssa Valeria Mezzetti. Tra il 1960 e il 1965 con l'autorizzazione della Facoltà riordina tutto il patrimonio librario della biblioteca adottando per la catalogazione per materia la Classificazione decimale Dewey[8], sistema internazionale adottato in questi anni soltanto dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e a Napoli dalla piccola biblioteca americana dell'USIS (United States Information Service).

Tra il 1964 e il 1966 redige e pubblica il Catalogo dei periodici posseduti dalla Biblioteca e dagli Istituti della Facoltà[9].

Nel 1971 è nominata Direttrice della Biblioteca centrale della Facoltà di Agraria dell'Università di Napoli Federico II e redige con la particolare schedatura per i "rari" le 47 cinquecentine della biblioteca. Nel 1973 ottiene il pensionamento anticipato in base al DPR 1092 che la porterà a lasciare la professione di bibliotecaria nel giugno del 1977[10].

Giornalista[modifica | modifica wikitesto]

Dall'inizio degli anni Settanta inizia la collaborazione con alcuni periodici, occupandosi soprattutto di attività culturali, tradizioni popolari, note di costume.

Sin dal primo numero in edicola (1 giugno 1973) è redattrice del quattordicinale La Voce della Campania sotto la direzione di Ennio Simeone e nel 1979 ne diventa anche Direttore responsabile[11].

Nel 1978 pubblica Sogno di un bibliotecario in cui pubblica un elenco delle biblioteche pubbliche in Campania con la loro consistenza[12].

Tra il 1981 e il 1989 collabora con la Redazione napoletana del quotidiano Paese Sera, per la quale scrive articoli e inchieste anche in pagina nazionale. È sua la rubrica settimanale "Lente a contatto"; nel 2008 pubblica una selezione di articoli usciti nel corso degli anni per questa rubrica[13]. L'agenzia ANSA letteraria del 23 marzo 1988 segnala a tutte le redazioni dei quotidiani italiani il suo articolo "Giù le mani da Savinio".

Tra il 1983 ed il 1990 collabora con la redazione napoletana di la Repubblica; soprattutto nel week end i suoi articoli escono sulla pagina nazionale.

Dal 26 settembre 1991 è iscritta all'albo nazionale dei giornalisti professionisti. Nel 1991-1994 è redattore e poi Direttore responsabile di "Nadir", periodico di orientamento riformista, studio grafico Canale.

Tra il 1991 ed il 1997 collabora con la rivista "Città nuova" edita da Gaetano Macchiaroli[14].

Dal 1991 ha un contratto di collaborazione con Il Mattino di Napoli; ultimo suo intervento è "I guerrieri di Xian"[15].

Tra il 2000 e il 2012 è nel Comitato di redazione della rivista "Mezzogiorno-Europa", fondata da Giorgio Napolitano e diretta prima da Andrea Geremicca e poi da Paolo Gambescia.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Catalogo dei periodici posseduti dalla Biblioteca e dagli Istituti della Facoltà, Napoli, Università degli Studi di Napoli, 1966, SBN IT\ICCU\MOD\0249957.
  • con Valeria Mezzetti Bambacioni, La Biblioteca della Facoltà di Agraria in Portici : cenni storici e organizzazione attuale, in *Annali della Facoltà di scienze agrarie della Università degli studi di Napoli Portici, serie 4, vol. 1, Università degli studi di Napoli, Facoltà di Scienze agrarie, 1966, ISSN 0365-799X (WC · ACNP).
  • Catalogo dei periodici posseduti dalla Biblioteca e dagli Istituti della Facoltà, 2ª ed., Napoli, Università degli Studi di Napoli, 1970, SBN IT\ICCU\MOD\0114384.
  • Marina Guardati, Sogno di un bibliotecario, in Maria Donzelli (a cura di), Economia, politica e istituzioni della Campania, Milano, Teti, 1978, pp. 211-230, SBN IT\ICCU\SBL\0151319.
  • Marina Guardati, Redazione e indici autori, opere e luoghi, in Ferdinando Bologna, Bruno D'Agostino, Cesare De Seta, Arturo Fittipaldi e Paola Santucci (a cura di), Cultura materiale, arti e territorio in Campania, Napoli, La Voce della Campania, 1978-1980, SBN IT\ICCU\NAP\0798423.
  • Marina Guardati, Profili biografici di Liuba, Andrea e Annamaria Guardati, in I Guardati : storia di una famiglia dal 1181, Napoli, 2006, pp. 229-267, SBN IT\ICCU\CFI\0658068.
  • Lente a contatto e altre storie, Napoli, Arte Tipografica di Angelo Rossi, 2008, SBN IT\ICCU\NAP\0549585.
  • Marina Guardati, Testimonianza di Marina Guardati, in Lucia Valenzi e Roberto Pace (a cura di), Maurizio Valenzi : testimonianze per una vita straordinaria, Napoli, Tullio Pironti, 2009, ISBN 978-88-7937-506-1, SBN IT\ICCU\TO0\1746797.
  • Prefazione a Silio Italico Aedo Violante, Liberale di sinistra, Napoli, Satura, 2016, ISBN 978-88-7607-161-4, SBN IT\ICCU\NAP\0757204.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Guardati, su famiglienobilinapolitane.it. URL consultato il 17 giugno 2020.
  2. ^ I Guardati. La storia della famiglia Guardati (tra cui va annoverato anche Masuccio Salernitano) è stata ricostruita grazie allo studio del consistente Fondo Guardati, conservato presso la Società Napoletana di Storia Patria.
  3. ^ DeFusco
  4. ^ Picone, p. 129.
  5. ^ Mozzillo, p. 56.
  6. ^ Mozzillo, p. 71.
  7. ^ Mozzillo, p. 59.
  8. ^ Mezzetti, p. 6.
  9. ^ Catalogo dei periodici 1966.
  10. ^ Storia della Biblioteca, su http://biblioteca.agraria.unina.it, 11 maggio 2015. URL consultato il 19 giugno 2020.
  11. ^ Simeone.
  12. ^ Sogno, p. 211-230.
  13. ^ Lente a contatto.
  14. ^ Marina Guardati, Fuori dall'ombra, in Città nuova, 6, n. 5 e 6, 1991, pp. 104-107.
  15. ^ Marina Guardati, I guerrieri di Xian, in Il Mattino, 17 novembre 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]