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CHIESA DI SAN PAOLO MODIFICATA

CHIESA DI SAN PAOLO
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàBrugherio
Coordinate45°32′40.27″N 9°17′56.76″E / 45.54452°N 9.2991°E45.54452; 9.2991
ReligioneCattolica
TitolareSan Paolo Apostolo
Consacrazione1971

Nella zona sud di Brugherio sorge la chiesa consacrata a San Paolo Apostolo.


Cenni storici[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la costruzione del Centro Edilnord nella zona Sud di Brugherio nasce l'esigenza di fornire l’assistenza religiosa agli abitanti del nuovo quartiere. Viene quindi edificato un centro pastorale sussidiario alla Parrocchia San Bartolomeo su un vasto terreno donato dalla famiglia Cazzaniga. All'inizio la comunità si raduna in un ampio salone dove vengono posti tutti gli arredi sacri e che viene percepito dai fedeli sempre più come una vera chiesa. Nell'anno 1971, con il riconoscimento ufficiale della Comunità come parrocchia, arriva il primo parroco Padre Michele Raffo. Nell'anno 1991 iniziano i lavori di ristrutturazione che doneranno all'edificio le sembianze di una chiesa sia all'interno che all'esterno. [1]


Architettura e note artistiche[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ambito dei diversi lavori di ristrutturazione dell'edificio, l'intervento più importante e significativo riguarda il presbiterio; la scultrice francese Marie-Michèle Poncet viene incaricata di realizzarne i principali arredi quali ambone, altare, tabernacolo e battistero. L'artista realizza le sue opere in marmo rosa del Portogallo, le cui caratteristiche formali e cromatiche si accostano armonicamente al Macchiavecchia rosso-verde, pregiato materiale proveniente dalla Svizzera ampiamente utilizzato nelle chiese ambrosiane, con cui è realizzato il presbiterio. La Poncet si ispira al significato della Croce di Cristo che, nella Via Crucis del 1990, viene descritto da Papa Giovanni Paolo II come 'l'inizio di tutto'. Posiziona, quindi, al centro dell'altare, una Croce che compare tra due blocchi di marmo portanti e che rappresenta la Creazione nonchè origine e cuore della vita. L'ambone è invece rappresentato da due figure, posizionate una di fronte all'altra, ed è descritto come il 'luogo della Parola'. I due personaggi sono un profeta, che reca in mano le Tavole della Legge e che rappresenta l'Antico Testamento, ed un evangelista, simbolo del Nuovo Testamento, che regge una croce. Attraverso la posizione delle braccia e dei corpi, è visibile una X, che ancora una volta rappresenta la Croce di Cristo. La mensola sottostante il tabernacolo ricorda un'ala d'angelo poichè l'Eucarestia viene celebrata come Pane degli Angeli. L'ultimo elemento marmoreo opera dell'artista francese è il fonte battesimale che è posizionato nella cappella, posta in controfacciata. Il fonte battesimale ricorda la forma di un capitello e rappresenta l'acqua, il fuoco, la veste e l'olio, simboli fondamentali della Liturgia del Battestimo. [1]


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225° anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, Brugherio, Comune di Brugherio, 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225° anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, Brugherio, Comune di Brugherio, 2009.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


[[Categoria:Architetture di Brugherio]] [[Categoria:Chiese della provincia di Monza e della Brianza]]

Chiesa di San Paolo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Paolo (Brugherio).

Nella zona sud di Brugherio è situata la chiesa dedicata a San Paolo Apostolo. E' stata consacrata nel 1971.


CHIESA DI SAN PAOLO COPIATA Col nascere del Centro Edilnord nella zona Sud di Brugherio sorse la preoccupazione dell’assistenza religiosa al nuovo quartiere. Alla soluzione del problema dedicò la sua attenzione il parroco di San Bartolomeo, don Franco Perlatti, che studiò un piano intelligente e generoso che rese possibile la realizzazione di una nuova parrocchia dedicata a San Paolo Apostolo.


La Parrocchia San Bartolomeo si impegnò ad assumersi l’onere per la realizzazione del Centro religioso su un vasto appezzamento di terreno donato dalla famiglia Cazzaniga. Il 2 giugno 1971 si celebrò per la prima volta l’Eucaristia in occasione della prima Comunione dei piccoli dell’Edilnord. Venne chiamato a fare il parroco padre Michele Raffo, un vero padre che cominciò dal nulla cercando fin da subito la collaborazione delle famiglie nel gestire le attività parrocchiali (catechesi, meditazione sulla Parola di Dio…). Nel 1973 arrivò un prete giovane come coadiutore, don Pietro Spreafico, che fin da subito cercò di costruire il movimento di Comunione e Liberazione a Brugherio. Attorno a lui crebbe una grande presenza di giovani sia brugheresi sia della zona. Nacque così il primo oratorio misto a Brugherio, con adulti e famiglie che si occupavano dei bambini. Da lì partirono molte opere giunte fino a noi, completate quando alla morte improvvisa per infarto di padre Michele arrivò come parroco don Gianni Calchi Novati, che condivideva con don Pietro l’esperienza del Movimento: il Centro Culturale padre Michele Raffo, il giornalino L’opera, la Cooperativa Parole Nuove, il centro di Solidarietà, il circolino Clandestino, il Coro Parrocchiale. Nel 1986 muore dopo un’atroce malattia don Pietro. Don Pietro è stato per molti un vero testimone dello sguardo amorevole di Dio. Da don Gianni partì l’iniziativa di due momenti di catechesi fondamentali per la vita della comunità: gli esercizi spirituali in Avvento e Quaresima e i pellegrinaggi, soprattutto quelli in Terra Santa. Dopo don Pietro arrivò don Gabriele Mangiarotti, ora segretario di mons. Negri, Vescovo di San Marino. Nel 1992 partì l’opera di restauro della Chiesa che l'ha resa molto suggestiva, soprattutto nel suo interno. È dalla vicinanza alla propria storia che la comunità di san Paolo è cresciuta fino ad ora. http://www.epifaniadelsignore.it/info/storia/121-storia-sp



La chiesa consacrata a San Paolo Apostolo sorge nella zona sud di Brugherio. L'edificio nasce dall'esigenza di fornire assistenza religiosa agli abitanti del nuovo Centro Edilnord; venne edificato su un terreno offerto da una facoltosa possidente del luogo, Bice Cazzaniga, come centro pastorale sussidiario alla Parrocchia San Bartolomeo. La comunità, sempre più numerosa, si raduna inizialmente nell'ampio salone in cui vengono collocati il Crocifisso, un altare e tutti si simboli caratterizzanti la liturgia di un'assemblea cristiana. Nel 1971 la Comunità viene riconosciuta ufficialmente come Parrocchia e nello stesso anno arriva il primo parroco Padre Michele Raffo. Si continua a celebrare nel salone, che viene percepito dai fedeli sempre di più come una vera e propria chiesa. L'edificio assumerà anche le sembianze di una chiesa a partire dal 1991, quando sostanziali lavori di ristrutturazione ne modificheranno l'aspetto interno ed esterno. Di tutti gli importanti interventi il più significativo e spettacolore consiste nel rifacimento del presbiterio i cui arredi liturgici, ambone, altare, tabernacolo e battistero, vengono realizzati dalla scultrice francese Marie-Michèle Poncet. L'artista sceglie per la sua opera il marmo rosa del Portogallo, materiale che pur nella densità della pietra dura non perde calore né luminosità e ben si inserisce, cromaticamente e formalmente, sul presbiterio rialzato in macchia-vecchia rosso-verde, pregiato materiale proveniente dalla Svizzera ampiamente utilizzato nelle chiese ambrosiane. Nelle scelte formali la Poncet non perde di vista il significato della Croce così come viene descritto da Papa Giovanni Paolo II nella Via Crucis del 1990: 'la Croce di Cristo è l'inizio di tutto' e colloca al centro dell'altare una Croce che compare dallo spostarsi ideale di due blocchi di marmo portanti e si lascia scorgere come nucleo stesso della Creazione nonchè origine e cuore della vita. L'ambone è descritto invece come il luogo della Parola e vede rappresentati due personaggi affrontati: un Profeta, rappresentante l'Antico Testamento, ed un Evangelista, simbolo del Nuovo Testamento. I due soggetti recano ciscuno un simbolo: le Tavole della Legge per il primo e la Croce per il secondo. Nel ritmico dialogo tra i due personaggi, attraverso la posizione delle braccia e dei corpi, si rintraccia nuovamente una X, ancora una volta rappresentazione della Croce di Cristo. La mensola sottostante il Tabernacolo rimanda invece ad un'ala d'angelo in quanto l'Eucarestia viene celebrata come Pane degli Angeli. Nella cappella, posta in controfacciata, è collocato l'ultimo elemento marmoreo opera dell'artista francese: il fonte battesimale, che ricorda la forma di un capitello e vi sono rappresentati i simboli fondamentli della Liturgia del Battestimo: l'acqua, il fuoco, la veste e l'olio.

Chiesa di Santa Maria degli Angeli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Santa Maria degli Angeli (Brugherio).

La Chiesa di Santa Maria degli Angeli è l'oratorio della Cascina Guzzina, complesso già esistente nel Cinquecento, situato nella zona sud della città.

CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELIGGIORNARE[modifica | modifica wikitesto]

CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàBrugherio
ReligioneCattolica
TitolareSant'Andrea, Madonna degli Angeli, Re Magi
Completamentosec. XVI

Cenni storici[modifica | modifica wikitesto]

Nella zona sud della città di Brugherio si trova la Cascina Guzzina, un complesso di corti agricole che un tempo erano isolate nella campagna cittadina. Il nome Guzzina deriva dal termine Gussetta che anticamente si riferiva ai bozzoli non riusciti, e testimonia la presenza, nella cascina, dell'allevamento dei bachi e della produzione di preziosi tessuti di seta. La Cascina Guzzina, inoltre, già dal '700, era conosciuta per la produzione di un ottimo vino.

Il complesso, che esisteva già nel Cinquecento, è composto da un vasto insieme di corti agricole edificate seguendo le caratteristiche tipiche dell'architettura rurale. Nel XVIII secolo, i nobili De Capitani di Vimercate fecero costruire una villa nobiliare annessa alla cascina. Il complesso rurale è circondato da una compatta cortina muraria intonacata di giallo e, nella parte più a sud dell'edificio, un profilo bianco evidenzia la facciata di una chiesa dedicata alla Vergine Maria, come indicato nell'iscrizione presente sull'architrave della porta d'ingresso.

La chiesa, probabilmente di origini cinquecentesche, anticamente faceva parte di un piccolo convento di frati francescani [1]. In seguito, secondo il volere dei diversi nobili proprietari della villa, ha avuto svariate dedicazioni, prima a Sant'Andrea, poi alla Madonna degli Angeli, ed infine ai Re Magi. [2]


Architettura e note artistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'interno della chiesa è composto da piccola aula rettangolare con la zona del presbiterio rialzata, separata dalla navata da una balaustra in marmo ed esaltata dalla presenza di due lesene.

L'altare è in marmo grigio ed è addossato alla parete di fondo dove è evidenziato da preziose decorazioni pittoriche. Ai lati due dipinti riproducono illusionisticamente due nicchie dove sono raffigurate finte colonne sormontate da angeli in atteggiamento di preghiera.[2]

Sopra l'altare si trova un dipinto dal sapore seicentesco che rappresenta la Vergine col Bambino, San Francesco d'Assisi che mostra le mani con le stimmate e San Paolo, con i classici attributi del libro e della spada. Il capo della Madonna e quello del Bambino, sono impreziositi da corone in oro, argento e pietre preziose, [2] donate dagli abitanti della Guzzina negli anni cinquanta in segno di devozione e ringraziamento per i favori ottenuti e la protezione concessa. [1]

In basso al dipinto, sullo sfondo, si può riconoscere la Porziuncola, la piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli, che si trova alla periferia di Assisi. La Porziuncola è legata alla vita di San Francesco e Santa Chiara e, per questo, tanto cara alla tradizione francescana. [2]

Il dipinto, che si fa risalire al periodo in cui la chiesa era dedicata proprio a Santa Maria degli Angeli, è incorniciato da una decorazione in stucco bianco. Ai lati sono raffigurati due candelabri, decorati a festoni, che recano il monogramma della Vergine Maria; tali decorazioni sono inserite in due lesene dipinte illusionisticamente.

Nell'architrave, sopra al dipinto, due angeli che sorreggono un clipeo che raffigura il monogramma di Cristo, JHS, Jesus Hominum Salvator.

Il soffitto della chiesetta è interamente affrescato; sulla piccola navata è rappresentato un cielo sereno. Nella zona presbiteriale, invece, compare più volte il monogramma della Vergine Maria, alternato a festoni e decorazioni floreali, portato in gloria da due angeli. [2] Dalla navata sinistra si accede ad una piccola aula dalla quale è possibile assistere alla Santa Messa. In questa saletta si trovano frammenti di affreschi dove compaiono finte architetture e, a destra, un piccolo armadio a muro. Sulle ante, finemente decorate secondo un gusto seicentesco, compaiono fiori, angeli e le lettere S e R che suggeriscono il contenuto dell'armadio: Sante Reliquie.

Al piano soprastante questa saletta si trova un altro spazio simile dove era possibile partecipare alla Santa Messa; infatti dalla zona presbiteriale dell'oratorio è ancora visibile la grata di legno da cui si poteva assistere alle funzioni. [2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Cooperativa Agricola di Consumo, Luoghi di orazione - Calendario 2011, Brugherio.
  2. ^ a b c d e f Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225° anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, Brugherio, Comune di Brugherio, 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225° anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, Brugherio, Comune di Brugherio, 2009.
  • Cooperativa Agricola di Consumo, Luoghi di orazione - Calendario 2011, Brugherio.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


[[Categoria:Architetture di Brugherio]] [[Categoria:Chiese della provincia di Monza e della Brianza]]


Villa Tizzoni Ottolini[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Tizzoni Ottolini.

Villa Tizzoni Ottolini è un situata nel complesso architettonico di Cascina Increa che ospita anche la Chiesa di Santa Maria Immacolata.

Chiesa di Santa Maria Immacolata[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Santa Maria Immacolata (Brugherio).

La chiesa di Santa Maria Immacolata è stata l'oratorio della Cascina Increa, una delle più antiche di Brugherio. È situata accanto all'ingresso di Villa Tizzoni Ottolini.

Voce principale: Brugherio.
Voce principale: Cascine di Brugherio.
VILLA TIZZONI-OTTOLINI
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Usocivile
Realizzazione
Committentefamiglie Tizzoni, Ottolini e Robbiani

VILLA TIZZONI-OTTOLINI[modifica | modifica wikitesto]

In zona Increa vi sono degli edifici che furono luogo di villeggiatura delle famiglie milanesi dei Tizzoni, poi degli Ottolini e infine dei Robbiani.[1]

Si tratta di un complesso architettonico tra i più antichi di Brugherio; se ne trovano tracce in documenti che risalgono al sedicesimo secolo (1578).

Fino a pochi decenni fa era presente una casa signorile e costruzioni ad uso agricolo per la coltivazione del vastissimo terreno di proprietà. Si trovavano alloggi per i contadini dipendenti, stalle, fienili, depositi per attrezzi, (che ora sono stati trasformati in edifici residenziali) oltre ad un parco ed un giardino all'italiana ormai scomparsi.[2]

Attraversando un'entrata semicircolare si accede ad un'ampia corte di stampo lombardo su cui affaccia l'edificio principale costruito seguendo gli schemi architettonici del XVIII secolo e che presenta un portico a cinque archi sovrastato da un balconcino in ferro battuto e due ali di servizio leggermente più basse. Il salone centrale a pian terreno, oggi sede di un'attività commerciale, è sovrastato da un soffitto a cassettoni molto antico. Dal porticato si accede ad uno scalone di rappresentanza con bella balaustra.[1]

Nell'anno 1992, durante dei lavori per la suddivisione di un locale ripostiglio da parte dei proprietari, vennero alla luce frammenti di due affreschi settecenteschi. Di color bianco-azzurro, i due dipinti si trovano al primo piano della villa, nella stanza centrale. Un affresco rappresenta un angelo tra le nuvole che reca in mano una torcia accesa. L'altro riproduce una scena mitologica con un guerriero, tre donne e un putto alato con una corona in mano. Oltre a questi due dipinti ne era già visibile un terzo, raffigurante Mercurio.[3]

Alla Sinistra dell'entrata c'è una piccola cappella dedicata alla Beata Vergine del Rosario contenente affreschi recentemente restaurati: una Natività e l'Agonia di S. Giuseppe.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Manuela Mancini, BRUGHERIO Presente e Passato, Milano, Swan Edizioni, 1996.
  2. ^ Cooperativa Agricola di Consumo, Ville in Brugherio - Calendario 2006, Brugherio.
  3. ^ Vito Tartamella, Staccato l'intonaco, affiorano antichi affreschi, in Il Giorno preso dagli ANNALES 1992 Biblioteca di Brugherio - sezione Storia Locale, 8 settembre 1992.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Manuela Mancini, BRUGHERIO Presente e Passato, Milano, Swan Edizioni, 1996.
  • Cooperativa Agricola di Consumo, Ville in Brugherio - Calendario 2006, Brugherio.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

CHIESA DI SANTA MARIA IMMACOLATA (da sistemare)[modifica | modifica wikitesto]

CHIESETTA DI SANTA MARIA IMMACOLATA
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàBrugherio
ReligioneCattolica
TitolareMadonna Immacolata, San Giuseppe, Santa Maria Maddalena e Santa Teresa
Consacrazione1691
Completamento1691

Annessa alla Cascina Increa, accanto all'entrata di Villa Tizzoni, vi è una piccola chiesa dedicata a Santa Maria Immacolata. Questa chiesetta è stata l'oratorio di una delle cascine più antiche di Brugherio che, non avendo subito interventi di ristrutturazione architettonica troppo invasivi, rappresenta l'originaria realtà rurale della città. In passato Increa apparteneva al comune di Cernusco Asinario (ora Cernusco sul Naviglio); entrò a far parte nella Parrocchia di San Bartolomeo già dal 1578 e, in seguito, venne annesso al Comune di Brugherio (costituito nel 1866). L'ingresso della chiesetta è appena evidenziato da una coppia di lesene che ne segnano la facciata e può sfuggire ad un osservatore poco attento. Sopra la porta di ingresso è collocata una lapide contenente le seguenti parole:

DEIPARAE VIRGINI

IMMACULATAE

EIUSQUE SPONSO

A.C. SS. MARIAE MAGDALENAE

ET TERESIAE

ANNO MDCLXXXXI

L'iscrizione ricorda l'intitolazione della chiesetta alla Madonna Immacolata, San Giuseppe, Santa Maria Maddalena e Santa Teresa avvenuta nel 1691.[1]

L'interno della chiesa è composto da un'aula quadrata e da una piccola abside rettangolare dove è posizionato il dossale dell'altare marmoreo tardo-barocco; questo ha un andamento curvilineo che segue la lieve concavità di raccordo tra la parete di fondo e le pareti laterali. In una nicchia sopra l'altare è posta una statua novecentesca raffigurante la Madonna col Bambino. La nicchia risulta inquadrata da un'ancona marmorea con cimasa sagomata ed è inserita in una decorazione di gusto settecentesco che raffigura colonne e ghirlande di fiori che, illusionisticamente, rendono l'abside più ampio e profondo.

La decorazione delle pareti prosegue ed inserisce, in alto, una finestra quadrangolare in un contesto decorativo che crea continuità con la parte sottostante. Un pluteo sagomato in marmo rosa separa la zona del presbiterio dalla navata.

ALTARE DELLA CHIESA DI SANTA MARIA IMMACOLATA

Sulla volta del presbiterio è raffigurato il Tetramorfo con i simboli dei Quattro Evangelisti, che, probabilmente, è stato realizzato, insieme alle decorazioni della volta della navata, successivamente alla realizzazione della decorazione dell'altare.[1]

La volta della navata celebra la Vergine Maria; in quattro scudi vengono riportati quattro diversi nomi della Madonna scelti tra le voci delle litanie. Al centro della volta appare una colomba in volo; è realizzata in gesso, inserita in una formella polilobata e raggiata, e rappresenta lo Spirito Santo.

CHIESA DI SANTA MARIA IMMACOLATA - AFFRESCO

Ai lati dell'altare, sulle pareti del presbiterio, sono collocate due tele con uguale cornice in legno intagliato. A sinistra viene rappresentata l'Agonia di San Giuseppe e a destra la scena dell'Adorazione dei Magi che viene inserita in una ghirlanda di fiori; questo modulo figurativo era diffuso nella pittura lombarda di destinazione privata tipico del XVII secolo. Lungo la navata sono posizionate alcune lapidi alla memoria degli antichi proprietari che danno un'impronta di storia non comune in una chiesetta come quella di Increa.[2]

A destra, accanto ad una lapide in memoria di Ester Zanzoterra Robbiani,[2] spicca la bella lastra neoclassica voluta da Elisabetta Napollon in ricordo del marito Giulio Ottolini Visconti, morto il 26 luglio 1839. Si tratta di un bassorilievo in marmo bianco, che rappresenta di profilo la donna, vestita con un abito classico e sontuoso, mentre è seduta con il capo chino in un atteggiamento di profonda tristezza.[1] La donna piange su un'anfora romana al cui centro è scolpito il ritratto del Conte Ottolini.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225. anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, Brugherio, Comune di Brugherio, 2009.
  2. ^ a b c Autore Anonimo, Brugherio Il suo territorio 2000 anni di storia Il suo comune 100 anni di feconda attività, Brugherio.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225. anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, Brugherio, Comune di Brugherio, 2009.
  • Autore Anonimo, Brugherio Il suo territorio 2000 anni di storia Il suo comune 100 anni di feconda attività, Brugherio.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

(Brugherio presente e passato - Manuela Mancini) Alla corte padronale si accede attraverso un invito ad emiciclo, una volta sfondo prospettico del viale di accesso, del quale restano ora due obelischi. Lo spazio chiuso tra il corpo principale della cascina nel quale, al piano terra, si apre un porticato a cinque arcate, e due ali di servizio leggermente più basse, dove si intravedono tre aperture simmetriche. Dal porticato si accede ad un ampio salone; al primo piano si sale per mezzo dello scalone di rappresentanza con bella balaustrata. All'interno dell'edificio sono ancora visibili tracce di affreschi. Su questo stesso lato della corte si trova una piccola cappella, che presenta lo sfondo absidale dipinto con effetto illusionistico. (sito)

La Cascina Increa (dal sito del comune)

Nella località Increa, sorge la Cascina Increa, un complesso di notevoli proporzioni, di proprietà delle famiglie milanesi dei Tizzoni prima, e degli Ottolini poi. La sua costruzione iniziò verso la metà del '600; nel 1691 venne inaugurata ufficialmente la parte centrale, costituita dalla villa padronale, che fu residenza delle famiglie Tizzoni e Ottolini. La cascina è organizzata in quattro corti: la corte grande ed una da essa derivata per i salariati; la corte padronale, per i proprietari; la corte riservata alle abitazioni, alle attività artigianali e alle stalle. Il prospetto principale rigidamente lineare, si sviluppa lungo la strada sulla quale si aprono i vari accessi alle corti. Alla grande corte rustica si accede da una tradizionale apertura arcuata; tre suoi lati sono definiti dalle abitazioni, che hanno un piano terra porticato e un primo piano balconato. Il quarto lato è costituito dal lungo edificio rustico dietro il quale si trovano alcuni servizi comuni (come il forno), e tratti di muro che delimita il complesso. I rustici si estendono nella parte posteriore destra del complesso; si scorgono nell'area retrostante le tracce di un grande parco all'inglese ormai perduto. Notevole, sulla sinistra del portico, è lo scalone con balaustra a pilastrini che conserva, anche se in stato di decadimento, ancora intatte la struttura e le decorazioni originali. Anche qui, come in tutte le cascine lombarde, spazi di notevole importanza, sono quelli riservati alle lavorazioni agricole, attività alle quali era finalizzata tutta l'azienda, perfettamente organizzata nei suoi spazi e nelle sue funzioni.

Nella cascina Increa, vi è una netta distinzione gerarchica tra le abitazioni dei salariati e quella padronale, caratterizzata, quest'ultima, da una tipologia architettonica particolarmente forbita e da una corte discretamente separata dagli altri ambienti comunitari. Alla grande corte rustica si accede da una tradizionale apertura arcuata; tre suoi lati sono definiti dalle abitazioni, che hanno un piano terra porticato e un primo piano balconato. Il quarto lato è costituito dal lungo edificio rustico dietro il quale si trovano alcuni servizi comuni (come il forno), e tratti di muro che delimita il complesso.

Alla corte padronale si accede attraverso un invito ad emiciclo, una volta sfondo prospettico del viale di accesso, del quale restano ora due obelischi. Lo spazio chiuso tra il corpo principale della cascina nel quale, al piano terra, si apre un porticato a cinque arcate, e due ali di servizio leggermente più basse, dove si intravedono tre aperture simmetriche. Dal porticato si accede ad un ampio salone; al primo piano si sale per mezzo dello scalone di rappresentanza con bella balaustrata. All'interno dell'edificio sono ancora visibili tracce di affreschi. Su questo stesso lato della corte si trova una piccola cappella, che presenta lo sfondo absidale dipinto con effetto illusionistico.

La chiesetta di Increa fu inaugurata nell'anno 1691 e nel quale la consorella Cascina di Sant'Ambrogio veniva ceduta dal feudo Besozzi di Carugate a Cassina Baraggia. Alle pareti due bei quadri raffiguranti la Natività e l'Agonia di San Giuseppe; richiamo al mondo che nasce e al mondo che muore. Recenti restauri le hanno restituito il primitivo splendore.

VILLA TIZZONI-ANDREANI-SORMANI - COPIATA - ATTENZIONE NOME VILLA SBAGLIATO[modifica | modifica wikitesto]

nella località Increa sorge un complesso che fu la villeggiatura delle famiglie milanesi dei Tizzoni, poi degli Ottolini e infine dei Robbiani. Un'entrata semicircolare immette nella corte dove si affaccia il corpo principale con il pentaportico sovrastato da un balconcino in ferro battuto che riprende gli schemi architettonici del XVIII secolo. Alla Sinistra dell'entrata c'è un piccolo oratorio dedicato alla Beata Vergine del Rosario e contenuente due affreschi appena restaorati: una Natività e l'Agonia di S. Giuseppe, mentre i rustici si estendono sulla parte posteriore destra dell'edificio. Sul retro si intravedono le tracce di un grande parco all'inglese ormai scomparso. Il salone centrale a pian terreno ospita il locale vegetariano Samsara e presenta un soffitto a cassettoni molto antico, mentre lo scalone con balaustra alla sinistra del portico coserva ancora intatte le splendide decorazioni originarie. (Brugherio presente e passato - Manuela Mancini)

I primi documenti riguardanti l'esistenza di questo edificio tra i più antichi di Brugherio, risalgono al sedicesimo secolo (1578). Si trattava -e si è trattato fino a pochi decenni or sono- di una casa signorile con annesse, in ampia corte di classico stampo lombardo, costruzioni ad uso agricolo: alloggi per i contadini dipendenti, stalle, fienili, depositi per attrezzi e quant'altro necessario per la coltivazione del vastissimo terreno di proprietà. da tempo sono spariti sia il parco che il giardino all'italiana, ed anche tutta la parte 'contadina' è ormai stata trasformata in residenziale. (Ville in Brugherio - calendario 2006)

CHIESETTA DI SANTA MARIA IMMACOLATA - COPIATA[modifica | modifica wikitesto]

La piccola chiesa annessa alla Cascina Increa può sfuggire allo sguardo di un osservatore poco attento in quanto il prospetto risulta essere appena accennato da una coppia di lesene che ne segnano la facciata orientata verso la strada principale. Questa chiesetta è stata l'oratorio di una delle cascine più antiche di Brugherio che, rimasta esente da inerventi troppo invasivi di ristrutturazione architettonica, rappresenta a pieno titolo l'originaria realtà rurale della città. Prima della costituzione del comune di Brugherio, avvenuta nel 1866, Increa apparteneva al comune di Cernusco Asinario, ora Cernusco sul Naviglio, anche se risulta inclusa nella parrocchia di San Bartolomeo già dal 1578. La struttura della villa è organizzata secondo uno schema ad U chiusa, presenta sul cortile una facciata alleggerita da un portico con cinque archi a tutto sesto impostati su colonne di granito. L'abitazione, oggi frazionata tra diversi proprietari, appartenne in passato alla famiglia Ottolini che estendeva il patronato anche sulla chiesetta annessa, posta a sinistra rispetto all'ingresso del complesso abitativo. Sopra la porta della chiesa una lapide presenta la seguente iscrizione

DEIPARAE VIRGINI IMMACULATAE EIUSQUE SPONSO A.C. SS. MARAE MAGDALENAE ET TERESIAE ANNO MDCLXXXXI

Le parole ricordano l'intitolazione dell'oratorio alla Madonna Immacolata, San Giuseppe, santa Maria Maddalena e Santa Teresa avvenuta nel 1691. L'interno della chiesa presenta un'aula quadrata con una piccola abside rettangolare dove spicca il dossale dell'altare marmoreo tardo-barocco che, con il suo andamento curvilineo, asseconda la lieve concavità di raccordo tra la parete di fondo e le pareti laterali. In una nicchia sopra l'altare, inquadrata da un'ancona marmorea con cimasa sagomata, è posta una statua novecentesca raffigurante la Madonna col Bambino. La nicchia, a sua volta, risulta inserita in una decorazione quadraturistica di gusto settecentesco riportante colonne e ghirlande di fiori che, illusionisticamente, annullano la delimitazione dello spazione dell'abside rendendolo più profondo e ampio. Superiormente la decorazione parietale prosegue ad inserire una finestra quadrangolare in un contesto decorativo che crea continuità con la parte sottostante. La zona del presbiterio risulta essere separata dallo spazio della navata da un pluteo sagomato in marmo rosa. Sulla volta del presbiterio è rappresentato il Tetramorfo con i simboli dei Quattro Evangelisti, probabilmente appartenente ad una campagna decorativa successiva alla realizzazione della decorazione dell'altare. Contestualmente sembrano essere state realizzate anche le pitture della volta della navata che, con lo stesso stile di quelle della volta del presbiterio, celebrano la Vergine Maria riportandone in quattro scudi quattro diversi nomi scelti tra le voci delle litanie. Al centro della volta compare in oggetto una colomba in volo, rappresentante lo Spirito Santo, realizzata in gesso e inserita in una formella polilobata e raggiata. Sulle pareti del presbiterio sono sistemate due tele con uguale cornice in legno intagliato che rappresentano a sinistra l'Agonia di San Giuseppe e a destra l'Adorazione dei Magi; quest'ultima vede la scena inserita in una Ghirlanda di fiori che rispecchia un modulo figurativo diffuso nella pittura lombarda di destinazione privata tipico del XVII secolo. Lungo la navata trovano posto alcune lapidi, tra le quali, a destra, spicca la bella lastra neoclassica voluta da Elisabetta Napollon in ricordo del marito Giulio Ottolino Visconti, morto il 26 luglio 1839. Il bassorilievo in marmo bianco, che rivela grande sensibilità di modellato, rappresenta di profilo la donna, paludata in una veste classica, mentre è seduta con il capo chino in un profondo atteggiamento di mestizia.

(Brugherio Città Luoghi Eventi)

CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI - COPIATA[modifica | modifica wikitesto]

Nella zona meridionale della città di Brugherio è posto il vasto complesso delle corti agricole della Cascina Guzzina, un tempo isolate nella campagna cittadina. Il nome Guzzina deriva dal termine Gussetta riferito anticamente ai bozzoli non riusciti, testimonianza della vasta diffusione dell'allevamento in loco dei bachi da seta. Oltre che per la produzione del prezioso tessuto, la cascina in questione era nota sin dal '700 per la produzione di un ottimo vino. Il complesso, già esistente nel Cinquecento, comprende un vasto insieme di corti agricole con le caratteristiche tipiche dell'architettura rurale al quale, nel XVIII secolo, venne annessa la villa nobiliare fatta edificare dai nobili De Capitanti di Vimercate. La compatta cortina muraria intonacata di giallo che cinge il complesso rurale, evidenzia attraverso un profilo bianco la facciata di una chiesa posta nella parte più a sud dell'edificio. L'architrave della porta d'ingresso reca un'iscrizione che ne ricorda la dedicazione alla Vergine Maria. L'edificio ecclesiastico, di probabili origini cinquecentesche, ha avuto nel corso degli anni diverse didicazioni, avvicendatesi per volere dei nobili proprietari della villa, prima a Sant'Andrea, poi alla Madonna degli Angeli, dedicazione alla quale risulta maggiormente legata, ed infine ai Re Magi. L'oratorio presenta una pianta a piccola aula rettangolare con la zona del presbiterio rialzata, evidenziata dalla presenza di due lesene addossate alle pareti e separata dalla navata per mezzo di una balaustra in marmo. L'altare, in marmo grigio, è addossato alla parete di fondo e incorniciato da preziose decorazioni pittoriche. Ai lati, in due nicchie rese illusionisticamente, compaiono dipinte due finte colonne sormontate da angeli in atteggiamento di preghiera. Sopra l'altare, in un dipinto dal sapore seicentesco, sono rappresentati la Vergine col Bambino, San Paolo, con i classici attributi del libro e della spada, e San Francesco d'Assisi che mostra le mani con le stimmate. Sullo sfondo, in basso, è rappresentata una chiesetta in cui può essere riconosciuta la Porziuncola, la piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli, poco fuori Assisi, tanto cara alla tradizione francescana per le vicende che la legarono alla vita di San Francesco e Santa Chiara. La scelta iconografica si da risalire al periodo in cui l'oratorio della Guzzina era dedicato proprio a Santa Maria degli Angeli. Il capo della Madonna e quello del Bambino, risultano arricchiti ed impreziositi da corone in oro, argento e pietre preziose, donate nel 1955 dagli abitanti della Guzzina per onorare quella che qui è invocata come la "Gran Madre di dio". Il dipinto è coronato da una decorazione in stucco bianco che fa da cerniere tra l'opera e la finta architettura che gli fa da cornice. Ai lati due lesene dipinte illusionisticamente recano due candelabri decorati a festoni e, sulla sommità, il monogramma della Vergine Maria. Al centro, in alto, un architrave vede rappresentati due angeli che reggono un clipeo recante il monogramma di Cristo, JHS, Jesus Hominum Salvator. Il soffitto della chiesetta è completamente affrescato; nella zona presbiteriale due angeli portanoin gloria il monogramma della Vergine Maria che compare più volte ripetuto alternato a festoni e decorazioni floreali, anche nella decorazione che incornicia la scena centrale. Sulla piccola navata invece, compare dipinto un cielo sereno. alla sinistra della navata si ha accesso ad un ambiente laterale dal quale è possibile partecipare alla Santa Messa. In questa piccola aula si notano frammenti di affreschi in cui sono leggibili fine architetture e, a destra, compare un piccolo armadio a muro con due ante finemente decorate a fiori e angeli secondo un gusto seicentesco. Sulle ante tra le decorazioni compaiono le lettere S e R che suggeriscono il contenuto dell'armadio: Sante Reliquie. Al piano di sopra, rispetto a questo ambiente laterale, vi è un altro spazio simile per struttura e funzione, infatti dalla zona presbiteriale dell'oratorio è ancora visibile la grata di legno che permetteva di partecipare alla Santa Messa.

Coordinate: 45°33′03.35″N 9°18′01.66″E / 45.55093°N 9.30046°E45.55093; 9.30046
Villa Fiorita
Palazzo municipale di Brugherio
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàBrugherio
Indirizzopiazza Cesare Battisti, 1
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Usomunicipio
Piani2
Ascensori1
Realizzazione
ProprietarioComune di Brugherio

Villa Scotti-Cornaglia-Noseda-Bertani, meglio nota come Villa Fiorita, è l'edificio che ospita la sede del Comune di Brugherio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Villa Fiorita è una villa nobiliare storica urbana che presenta una pianta a L. Un’ala si affaccia sul centro cittadino con una cancellata in ferro battuto sorretta da pilastrini tardo barocchi che rappresenta l’entrata principale. Un’altra entrata, sul retro, affacciava su un ampio parco dal quale si aveva accesso direttamente dalla piazza della chiesa.

La villa è stata costruita dove già esisteva, nel 1721, una ‘casa da nobile’ con rustici e giardino, di proprietà dei conti Scotti, che erano presenti sul territorio di Brugherio già agli inizi del 1500. Nel 1778 il conte di Vedano, Giambattista Gallarati Scotti, vendette la villa a Gaspare Ghirlanda, il quale, probabilmente, diede inizio ai lavori di riedificazione e decorazione dell’edificio di cui ora rimangono le tracce maggiori.

In seguito la villa passò ai Noseda, proprietari terrieri milanesi, che ne fecero la loro dimora estiva. Nel 1921 fu acquistata dai fratelli Bertani che costruirono il grande lanificio passato poi a Marzotto. Nel 1938 la villa fu ceduta alla casa di cura Villa Fiorita per malattie nervose[1]. Questa clinica, amministrata dal rag. Bogani, proveniva da Milano [2] e dal 1949 al 1954 ospitò il pittore ferrarese Filippo De Pisis che utilizzò come studio la serra del palazzo, ora chiamata Serra de Pisis.

La costruzione nobiliare, per la successione dei proprietari e per la più recente trasformazione in casa di cura, è stata più volte modificata e nel 1963, per motivi funzionali ed igienici, sono stati demoliti due rustici e un’ala della villa.

L’edificio è stato ulteriormente ristrutturato, senza però modificarne la struttura che derivava dai precedenti interventi, per ospitare la sede municipale la cui inaugurazione è avvenuta il 17 dicembre 1978. Nel corso della ristrutturazione venne restituito alla facciata il portico originale a tre arcate con belle colonne in granito

Opere[modifica | modifica wikitesto]

I lavori di ristrutturazione hanno cancellato quasi interamente le decorazioni a fresco presenti sulla facciata. Sul retro della villa si intravedono delle raffigurazioni monocrome che rappresentano cariatidi che sembrano sorreggere i balconi che, in realtà, sono un’aggiunta novecentesca.[3]

All'interno dell'edificio, al pian terreno, nell'ufficio del sindaco, al soffitto si possono ammirare decorazioni ad affresco mentre, nell'androne dell'ingresso e nel salone centrale che affaccia sul giardino, si trovano dei residui di fregi di affreschi settecenteschi, che rappresentano scene mitologiche (forse episodi della vita di Cleopatra).

Lungo lo scalone d'accesso al piano superiore si può ammirare il grande affresco "Arti e mestieri" di Max Squillace, Franco Ghezzi e Gian Mario Mariani. Nel murale vengono rappresentati la cultura, la famiglia, il lavoro dei campi e della fabbrica, l'aggressività dell'uomo. Il lavoro agricolo viene raffigurato dall'uomo con l'aratro e i buoi. Il lavoro nei campi è statola prima fonte di ricchezza economica dell'uomo che in seguito è stato soppiantato dalla fabbrica, dalla tecnologia e dalla meccanicizzazione dell'industria. La famiglia, inserita in un contesto sociale, viene rappresentata da un uomo che offre alla donna, adagiata nella grande mano della madre terra, il seme di grano simbolo di fertilità. Figure umane racchiuse in un globo rappresentano la cultura. Questi corpi, raffigurati in tutta la loro bellezza, fortemente plastici, si agitano, uscendo dalla struttura nella quale sono inseriti, quasi a dimostrare che la cultura non è prerogativa di pochi eletti dentro un ghetto d'oro, ma che, invece, un patrimonio interscambiabile. Ed infine l'uomo che simboleggia l'aggressività che è dentro di noi e che dobbiamo "tirar fuori" per costruire cose nuove e forse addirittura un mondo nuovo. Al centro dell'opera, come a rappresentare graficamente il legame di tutto ciò con la città, lo stemma comunale.[4]

Parco di Villa Fiorita[modifica | modifica wikitesto]

Parco di Villa Fiorita - Brugherio

Dietro all’edificio di Villa Fiorita, nel cuore di Brugherio, si trova un parco romantico all'inglese che occupa una superficie di circa 7.000 m².

Le prime notizie storiche del parco di Villa Fiorita risalgono agli inizi del Settecento, quand’era solo un piccolo giardino annesso alla casa del conte Ottaviano Scotti.

Nella seconda metà dell’Ottocento venne ampliato e trasformato in un classico giardino romantico. Possiamo ancora intravedere i connotati tipici del parco paesistico informale: colline artificiali, percorsi sinuosi, l’impianto arboreo irregolare, le rocailles per delimitare aiuole e vialetti, il muro di recinzione.

Il patrimonio arboreo del parco conta più di 600 esemplari composto soprattutto da bagolari e tassi, ma sono presenti anche cedri, ippocastani, faggi, ginko, aceri, olmi e robinie.

Degni di nota il bagolaro monumentale di fronte alla serra De Pisis, la superba Sophora japonica e lo storico canneto di Bambusa.

Il parco è dotato di un’area giochi per bambini nonché di un piccolo chiosco con una piccola area di ristoro. Il parco ospita anche manifestazioni culturali e musicali e, nelle sere estive, vengono proiettati film all’aperto.[5]

Serra De Pisis[modifica | modifica wikitesto]

All'interno del Parco di Villa Fiorita si trova un edificio, di pertinenza della villa, un tempo destinato a serra botanica. Villa Fiorita venne destinata a casa di cura per malattie nervose, e dal 1949 al 1956 ospitò il pittore ferrarese Filippo de Pisis (1896-1956) che utilizzò come studio la serra del palazzo scegliendola perché immersa nel verde del parco e per l’ottimale esposizione alla luce del sole.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Manuela Mancini Brugherio presente e passato, Swan Edizioni, 1996, p. 17)
  2. ^ Cooperativa Agricola di Consumo, Calendario BRUGHERIO ierioggi 1994, Brugherio.
  3. ^ Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225. anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo - 2009 - p. 32
  4. ^ Brugherio - Notiziario Comunale - gennaio 1979
  5. ^ Comune di Brugherio. Parco di Villa Fiorita, su comune.brugherio.mb.it. URL consultato il 18 marzo 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225. anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, Brugherio, Comune di Brugherio, 2009.
  • Luciana Tribuzio Zotti, Brugherio nei documenti, Brugherio, Musicografica Lombarda, stampa 1986.
  • Luciana Tribuzio Zotti, Brugherio: luoghi memorabili, Brugherio, Parole Nuove, 1987.
  • Manuela Mancini, BRUGHERIO Presente e Passato, Milano, Swan Edizioni, 1996.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

COPIATO DAI LIBRI Lungo lo scalone d'accesso al piano superiore, il grande affresco "Arti e mestieri" di Max Squillace, Franco Ghezzi e Gian Mario Mariani. Il murale rappresenta la cultura, la famiglia, il lavoro dei campi e della fabbrica, l'aggressività dell'uomo. L'uomo con l'aratro e i buoi simboleggia la fatica del lavoro agricolo, prima fonte di ricchezza economica dell'uomo che ha lasciato posto alla nascita della fabbrica, alla ecnologia e alla meccanicizzazione dell'industria. Luomo che offre alla donna, adagiata nella grande mano della madre terra, il seme di grano simbolo di fertilità, raffigura la famiglia inserita però nel tessuto sociale. Racchiuse in un globo la cultura è rappresentata da figure umane in tutta la loro bellezza; questi corpi, fortemente plastici, si agitano, uscendo dalla struttura nella quale sono inseriti, quasi volessero dimostrare come la cultura non sia un bene per pochi eletti dentro un ghetto d'oro, ma, anzi, debba essere un patrimonio interscambiabile. Ed infine l'uomo che simboleggia l'aggressività che è dentro di noi e che dobbiamo "tirar fuori" per costruire cose nuove e forse addirittura un mondo nuovo. Al centro dell'opera, come a rappresentare graficamente il legame di tutto ciò con la città, lo stemma comunale.

Nel secolo scorso la villa diventò sede di una casa di cura per malattie nervose che, dal 1949 al 1954 ospitò il pittore ferrarese Filippo de Pisis (1896-1956) il quale amava dipingere nella serra del palazzo che aveva per l’ottimale esposizione alla luce solare e perché si affacciava sul parco all'inglese.

Villa Fiorita, che presenta pianta ad L, si affaccia sull'abitato con una grande cancellata tardo-barocca in ferro battuto scandita da pilastri dallo stile formale tipicamente settecentesco. Era questa l'entrata principale del palazzo, alla quale se ne aggiunge un'altra sul retro, che affacciava su un elegante giardino di rappresentanza a sua volta aperto su un ampio parco, ora pubblico, dal quale si aveva accesso direttamente alla piazza della chiesa, con la cui antica struttura di San Bartolomeo la costruzione della villa risulta probabilmente complementare. L’edificazione è tardo settecentesca e avviene laddove esisteva, già nel 1721, una “casa da nobile” con rustici e giardino di proprietà dei conti Scotti, presenti sul nostro territorio almeno dal 1537. Le mappe teresiane dell’inizio del XVIII secolo segnalano la presenza, in prossimità della residenza, di un giardino, più piccolo dell’attuale parco, consistente in due grosse aiuole. Nel 1778 la villa venne venduta da Giambattista Gallarati Scotti, conte di Vedano, a Gaspare Ghirlanda, al quale, probabilmente, si devono la riedificazione e decorazione dell’edificio di cui ora rimangono le tracce maggiori. Successivamente la villa passò ai Noseda e poi ai Bertani, un’antica famiglia di tessitori. Nel secolo scorso gli ampi spazi vennero usati come sede di casa di cura per malattie nervose che, dal 1949 al 1954 ospitò il pittore ferrarese Filippo de Pisis (1896-1956) che utilizzò come studio la serra del palazzo scegliendola per lo stretto legame col verde del parco e per l’ottimale esposizione alla luce solare. Il pittore amante dei fiori, ospite a Villa Fiorita, amava molto lo stile romantico del parco all’inglese che ancora oggi conserva gran parte delle essenze erboree scelte nell’ottocento: una palma, due cedri del Libano, gelsi e bambù. Vi sono inoltre specie arboree introdotte in Italia verso la metà del settecento, provenienti dall’Asia e dall’Australia come la sofora e la lagerstroemia. La costruzione nobiliare, per la successione dei proprietari ed il più recente adattamento dei locali a casa di cura, ha subito profonde modifiche e nel 1963, per motivi funzionali ed igienici, sono stati demoliti due rustici e un’ala della villa. Per gli stessi motivi sono andate perdute tutte le decorazioni a fresco che ingentilivano la facciata e che ora si intravedono solo sul retro verso il parco. Si tratta di belle raffigurazioni monocrome, fatte scegliendo le tonalità pastello delle terre, rappresentanti cariatidi che sembrano sorreggere l’architrave tra il primo e il secondo piano o quei balconi che, in realtà, sono un’aggiunta novecentesca. Inoltre si riconoscono dettagli di finte architetture che incorniciavano le finestre nonché particolari di bassorilievi e medaglioni in cotto resi illusionisticamente. Tra il 1979 e il 1980 un’ulteriore ristrutturazione dell’edificio lo rese sede municipale, tuttavia quest’ultima azione non modificò sostanzialmente la struttura dell’edificio che derivava dai precedenti interventi.

Edificio del tardo Settecento con pianta a L, si apre –all’interno dell’abitato- con una grande cancellata barocca in ferro battuto scandita da pilastrini tardo barocchi. Era questa l’entrata principale alla quale se ne aggiunge un‘altra che immetteva direttamente nel parco e sul retro della villa, dalla piazza della chiesa. La costruzione nobiliare, per la successione dei proprietari e il recente adattamento dei locali a casa di cura, ha subito profonde modifiche e nel 1963 (per motivi funzionali ed igienici) sono stati demoliti i due rustici con corpo ad L e parte di un’ala della villa. Sono andate così perdute tutte le decorazioni a fresco che ingentilivano la facciata e che ora si intravvedono solo sul retro: si tratta di raffigurazioni monocrome di cariatidi, incorniciature alle finestre e dipinti che ricordano bassorilievi e medaglioni in cotto. Circa quarant’anni fa sonos tati aggiunti i balconcini: mentre il parco ha mantenuto la sua caratteristica romantica originaria. La villa, costruita dai Ghirlanda, passò ai Noseda e poi ai Bertani, antica famiglia di tessitori; ha ospitato una casa di cura per malattie nervose, nella quale soggiornò lo stesso Filippo De Pisis. Attualmente è sede del Comune.

Villa nobiliare storica urbana con pianta a L: un'ala si allunga verso il centro cittadino, creando una corte aperta sulla piazza. Ingresso monumentale con cancellata in ferro battuto, giardino e parco ora pubblico. Il prospetto principale è caratterizzato, al piano terra, da una serie di arcate a tutto sesto che evidenziano il disegno della facciata. Ha due piani fuori terra e le coperture sono a padiglione. Sul retro della villa si intravedono degli affreschi monocromi, in cui si riconoscono delle cariatidi, che sembrano sorreggere i balconi del piano nobile, aggiunti negli anni Trenta del Novecento e lacerti di sfondati prospettici, quadrature, bassorilievi e medaglioni. Al pianterreno, nell’ufficio del sindaco, al soffitto si possono ammirare decorazioni ad affresco mentre, nell'androne d'ingresso e nel salone centrale che affaccia sul giardino, si trovano dei residui di fregi di affreschi settecenteschi, che rappresentano scene mitologiche (forse episodi della vita di Cleopatra). Lungo lo scalone d’accesso al piano superiore, il grande affresco “Arti e mestieri” di Max Squillace, Franco Ghezzi, Gian Mario Mariani.

Dal 1980 sede del Comune di Brugherio. (Inserire nel cartello o è cosa ovvia?)

La villa ha subito numerose modifiche strutturali: demoliti i rustici nel 1963, anche la villa subì modificazioni profonde prima della recente ristrutturazione, nel 1979-80, per diventare sede del Comune, che l'aveva precedentemente acquisita da privati. Già sede di una casa di cura per malattie nervose (Villa Fiorita), ha ospitato dal 1949 al 1956 il pittore De Pisis, il quale utilizzò come studio la serra del parco, e dove nel 1980 si è tenuta la mostra antologica “Omaggio a De Pisis”. Appena insediatosi nella nuova sede, dal 14 marzo al 12 aprile 1981, il Comune di Brugherio ha ospitato una mostra antologica del pittore milanese Ernesto Treccani.

La villa è stata costruita laddove esisteva già nel 1721 una “casa da nobile” con rustici e giardino, di proprietà dei conti Scotti, presenti sul nostro territorio già prima del 1508. Vi abitarono i fratelli Gerolamo e Ottaviano Scotti prima di ereditare dal cugino Ottavio l’altra villa Scotti (ora biblioteca). Nel 1728 Gio Batta, erede di Ottaviano, vendeva la villa Scotti (oggi Comune) a Gio Batta Bolli; questi la cedette nel 1770 al marchese Antonio Molinari, il quale subito, l’anno dopo, la rivendeva al dottor Pietro Cornaglia, appartenente ad un’antica e nobile famiglia, originaria di Corna, nel Bergamasco. Quest’ultimo, nel 1781, ampliò il fabbricato, aggiungendo ad ovest un braccio, dove c’erano, a pianterreno, una cucina e molti luoghi di servizio; al piano superiore cinque camere con sala e corridoio di raccordo al vecchio fabbricato, dove si trovavano pure un torchio e una tinara. Nel 1772 fece aggiungere i rustici con la scuderia, il fienile, il solaio e l’abitazione del fattore. La facciata dell’abitazione nobile comprendeva un portico con tre archi, alla destra del quale si trovava lo scalone principale, a sinistra un’anticamera, da cui si passava a cinque sale che si affacciavano sul giardino, in una delle quali si trovava il biliardo. Il giardino era attraversato da una stradella comunale che portava alla chiesa e che era stata poi, non si sa da chi, chiusa. Nel 1810 Francesco Cornaglia ipotecava i suoi beni per sposare Luigia Kramer, appartenente ad una famiglia protestante tedesca che a Monza aveva impiantato una Stamperia e Tessitura di cotone. Nel 1846 gli eredi del barone Francesco Cornaglia, che avevano già venduto i loro beni di Baraggia ai Veladini, cedettero le loro proprietà in Brugherio sotto Monza, tra cui il palazzo signorile con giardino, a Giovanni Noseda. I successivi proprietari furono la famiglia Bertani e dagli anni Trenta del ‘900, la casa di cura per malattie mentali, denominata “Villa Fiorita”.

Villa Fiorita a Brugherio - Sede del MUnicipio
Laghetto del Parco Increa

Brugherio è un comune[1] della Provincia di Monza e Brianza[1] Paolo Rossi

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sophie Kinsella, I love Brugherio, Brugherio, La Litostampa, 2015.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b I love Brugherio