Utente:Cristina Maresca/Sandbox

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Depop è una piattaforma online di shopping sociale peer-to-peer che permette ai suoi utenti di vendere e comprare articoli d'abbigliamento, accessori e altri oggetti di vario genere[1]. Il nome Depop viene dall'unione del termine francese "depot", ossia deposito, con quello inglese "pop", ovvero popolare.[2]



Storia[modifica | modifica wikitesto]

La startup nasce a Milano nel 2011 da un'idea di Simon Beckerman [1]. Inizialmente l'imprenditore milanese sfrutta per la sua idea la piattaforma digitale H-Farm, per poi decidere nel 2012 di spostare e far sviluppare l'azienda a Londra, precisamente nel quartiere di Shoreditch[3]. Nei primi due anni di vita l'app portava il nome di Garage, che venne poi cambiato in Depop nel 2013[3]. Negli anni successivi alla fondazione della startup sono state aperte le sedi di Milano, New York e Los Angeles[3]. Grazie a queste ultime due aperture è stata possibile la diffusione di Depop anche sul territorio americano. Il 2013 per Beckerman rappresenta un anno di grandi conquiste in quanto non solo assume l'imprenditore danese Runar Reistrup come nuovo CEO, ma riesce anche a ottenere 1 milione di euro di finanziamenti da Red Circle Investment[2]. Inoltre, due anni dopo la startup ottiene un altro investimento di 8 milioni di dollari da Balderton Capital e Holtzbrinck Ventures[4]. Ad aprile 2016 viene nominata CEO, Maria Raga, grazie all'arrivo della quale si è promossa un'ulteriore espansione negli Stati Uniti[5]. Infine, nel 2019 ha beneficiato di un investimento di 62 milioni di dollari in una serie di investimenti guidata da General Atlantic[5]. Alimentata da più di 300 persone e con circa 20 milioni di utenti iscritti, oggi Depop è un luogo in cui persone da tutto il mondo si ritrovano per celebrare il loro stile e scoprire le differenti culture. Depop sta ponendo le basi per aprire nuovi uffici in Francia, Germania, Canada e Asia, tramite la traduzione dell'app nella lingua di riferimento e creando team locali. [6]

Diffusione[modifica | modifica wikitesto]

Gli utenti più attivi di Depop si trovano nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Italia[1]. Nel 2016, l'ex CEO, Runar Reistrup, ha dichiarato che la crescita dell'app è stata raggiunta attraverso il passaparola[1]. La piattaforma nel 2018 registra oltre 4 milioni di nuovi utenti e 500 milioni di ricerche effettuate raggiungendo così una media di un oggetto in vendita ogni secondo[3]. La diffusione di Depop ha coinvolto maggiormente il pubblico di Millennial e Generazione Z perché oltre ad essere caratterizzati da una crescente individualità, fornisce loro un modo di riciclare oggetti indesiderati per soldi[7].

Chi la usa[modifica | modifica wikitesto]

Depop viene utilizzato da una parte da buyer ovvero coloro che vogliono comprare capi a buon mercato, dall'altra da seller che vendono parte del loro guardaroba che non utilizzano più. I venditori possono essere persone che vendono pezzi di seconda mano, o piccole imprese che offrono una serie di prodotti diversi, oppure ancora designer emergenti che utilizzano questa piattaforma per far conoscere le proprie creazioni. Vendendo gli articoli si può costruire il proprio negozio Depop.

Chi acquista può inviare messaggi direttamente ai venditori per una comunicazione semplice e rapida, oltre che visualizzare la valutazione data al venditore per assicurarsi di acquistare da una persona affidabile. Tutti gli acquisti sono inoltre protetti da Depop e PayPal, che danno supporto in caso di problemi.

Commissioni sulle vendite[modifica | modifica wikitesto]

L'iscrizione e la registrazione di un account Depop è completamente gratuita per ogni utente.

Il sito prevede delle commissioni sulle vendite (in inglese "fees"), le quali ammontano al 10% del prezzo dell'oggetto venduto, spese di spedizione comprese. L'addebito avviene immediatamente e in modo automatico sul conto PayPal dell'utente o sulla carta di credito collegata all'account, e in un secondo momento si riceverà anche l'accredito del resto dell'importo della vendita.

Depop applica una commissione solo quando si effettua una vendita, quindi nel momento in cui si pubblicano oggetti sul proprio profilo non si incorre in nessuna spesa.

Depop a confronto con altre App[modifica | modifica wikitesto]

Depop presenta alcune differenze paragonato ad altre app e piattaforme di vendita di vestiti online.

  • Vinted: Depop prevede una percentuale di commissioni sulle vendite pari al 10% del prezzo dell'oggetto, mentre Vinted non prevede alcun tipo di commissioni sulle vendite. [8]
  • Etsy: le due piattaforme presentano una sostanziale differenza. Etsy è una piattaforma per la vendita esclusiva di prodotti artigianali, mentre Depop non pone limiti a riguardo ed è possibile effettuare vendite di largo consumo. [9]
  • Shpock: un sistema di scambio tra privati che assomiglia a Depop, ma la differenza tra le due app è che Shpock restringe il mercato alla città o alle zone limitrofe a seconda della posizione dell'utente.[10]
  • Vestiaire collective: si caratterizza per un'offerta molto vasta di vintage second-hand di lusso e di grandi brand, mentre Depop non effettua distinzioni tra le diverse categorie di prodotti e prezzi. [11]

Celebrità[modifica | modifica wikitesto]

Molte celebrità vendono tantissimi pezzi dei loro guardaroba a un prezzo molto scontato su Depop, in particolare sono vestiti o accessori indossati sul palco, per un film, per un video musicale o per sfilare sul red carpet. Spesso queste vendite hanno una finalità benefica cioè il loro ricavato viene donato per sostenere diverse associazioni. Tra i seller di Depop si possono trovare alcuni nomi famosi, ad esempio tra le personalità internazionali appaiono Chiara Ferragni, Bella Thorne, Emily Ratajkowsk e Chiara Balti, ma anche personaggi italiani come Caterina Balivo e Alessia Marcuzzi. [12]

Privacy[modifica | modifica wikitesto]

L'app Depop e il sito web sono gestiti da Depop Limited, una società con sede in Inghilterra, che si impegna a proteggere e rispettare la privacy dell'utente.

Depop fornisce un mercato peer-to-peer ispirato ai social media che utilizza l'intelligenza artificiale per suggerire venditori e articoli pertinenti sulla base delle preferenze dell'utente e altre informazioni inviate. Di conseguenza quando si utilizza il sito o il servizio, Depop raccoglie ed elabora determinate informazioni.

Impostando un account o accendendo dal sito al servizio, si acconsente all'uso delle proprie informazioni personali come descritto nella "Informativa sulla privacy". È inoltre necessario essere consapevoli del fatto che utilizzano i cookies per archiviare e accedere alle informazioni durante la fornitura del servizio.

Quando Depop raccoglie informazioni[modifica | modifica wikitesto]

Depop raccoglie informazioni dall'utente quando egli le invia volontariamente e utilizza il sito e il servizio. Questo può includere le informazioni fornite al momento della registrazione per utilizzare il servizio, completare un modulo, elencare un articolo, iscriversi alle mailing list o altre comunicazioni di marketing.

Informazioni su pagamento e transazioni[modifica | modifica wikitesto]

Depop tiene traccia dei prodotti acquistati, venduti o scambiati tramite il servizio e il metodo di pagamento utilizzato per la transazione. Utilizza le informazioni di pagamento e transazione per assistere nel processo per qualsiasi prodotto acquistato. Al pagamento verranno forniti i dati di contatto al venditore di qualsiasi articolo, inclusi nome utente, nome, indirizzo di consegna, e-mail e numero di telefono.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Depop, in Wikipedia, 3 maggio 2021. URL consultato il 7 maggio 2021.
  2. ^ a b Depop we are all shopkeepers, su politico.eu.
  3. ^ a b c d Simon Beckerman (Depop): «Così ho convinto gli investitori di Yoox e Spotify» | Economyup, su economyup.it. URL consultato il 7 maggio 2021.
  4. ^ 8 mln $, su techcrunch.com.
  5. ^ a b Depop negli ultimi anni, su moda.mam-e.it.
  6. ^ (EN) Sustainability | Depop Newsroom, su news.depop.com. URL consultato il 17 maggio 2021.
  7. ^ Millennial e generazione Z, su bbc.com.
  8. ^ Vinted come vendere | SpedireComodo | Come funziona, su spedirecomodo.it. URL consultato il 18 maggio 2021.
  9. ^ Rosie Greaves, Shopify vs Etsy: qual è meglio?, su Ecommerce Platforms, 24 novembre 2020. URL consultato il 18 maggio 2021.
  10. ^ Stella Romoli, Pieni di vestiti che non mettete più? Ecco come e dove venderli online e monetizzare il cambio dell'armadio, su iO Donna, 15 dicembre 2020. URL consultato il 18 maggio 2021.
  11. ^ Stella Romoli, Pieni di vestiti che non mettete più? Ecco come e dove venderli online e monetizzare il cambio dell'armadio, su iO Donna, 15 dicembre 2020. URL consultato il 18 maggio 2021.
  12. ^ Al mercatino virtuale di Chiara, Emily, Alessia & Co., su VanityFair.it, 16 marzo 2020. URL consultato il 21 maggio 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Far crescere una startup italiana a livello internazionale - intervista a Simon Beckerman

Depop CEO Sees Gen Z Shoppers Shaping and Transforming Fashion Industry - intervista a Maria Raga