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Repubblica sovietica di Sassonia
Motto: (DE) Proletarier aller Länder, vereinigt Euch!
(IT) Lavoratori del mondo, unitevi!
Repubblica sovietica di Sassonia - Localizzazione
Repubblica sovietica di Sassonia - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome ufficialeSächsische Räterepublik
Lingue parlateTedesco
InnoL'Internazionale
CapitaleDresda
Politica
Forma di governoDemocrazia dei soviet
Nascita13 novembre 1918 e marzo 1920
Fine11 maggio 1919 e nell'ottobre 1923
Territorio e popolazione
Evoluzione storica
Preceduto daBandiera della Germania Repubblica di Weimar
Regno di Sassonia
Succeduto daBandiera della Germania Repubblica di Weimar
Regno di Sassonia
Ora parte diBandiera della Germania Germania

La Repubblica Sovietica di Sassonia (in tedesco Sächsische Räterepublik) fu uno stato socialista di breve durata sorto durante la Rivoluzione tedesca del 1918-1919.

La sua breve storia fu segnata da conflitti politici, violenze e scioperi. La repubblica finì dopo che i Freikorps presero il controllo di Lipsia nel 1920, ma fu restaurata nel 1920, per poi riessere rovesciata dal cancelliere di Weimar nel 1923.[1][2]

Fondazione[modifica | modifica wikitesto]

Governo provvisorio[modifica | modifica wikitesto]

La Repubblica Sovietica di Sassonia fu proclamata dopo l'abdicazione di Federico Augusto III di Sassonia il 19 novembre 1918.

La repubblica, dati i caratteri insurrezionali, non ebbe mai un vero governo ed un effettivo e completo controllo del territorio da essa reclamato. Perciò, la repubblica poté solo avviare gli sforzi di collettivizzazione e nazionalizzazione, senza l'intervento del governo nelle aree controllate dai consigli operai.[3]

Contrasti tra le fazioni socialiste[modifica | modifica wikitesto]

L'USPD e l'SPD erano costantemente in conflitto tra loro. A febbraio, dopo l'elezione del governo Gradanauer, fu dichiarato lo stato d'emergenza. L'USPD a Lipsia, aveva però rifiutato di consentire al governo l'attuazione dello stato d'emergenza. I due partiti avrebbero continuato a combattere tra loro fino alla fine della repubblica.[4][5]

Disordini sindacali e l'occupazione da parte dei Freikorps[modifica | modifica wikitesto]

Dopo le numerose rivolte nel nord-ovest della Germania, la repubblica sovietica era entrata in contatto con i sovietici della Repubblica socialista federativa sovietica russa (RSFS Russa) e della Repubblica sovietica ungherese. Subito dopo, a febbraio la violenza politica era aumentata e il governo federale di Weimar, che aveva dichiarato come una repubblica sovietica era stata proclamata in Sassonia, nonostante nessuna dichiarazione formale.[6] Erano scoppiati piccoli casi di conflitto aperto, le ferrovie erano rimaste bloccate nelle città della Sassonia nordoccidentale. I Freikorpsrivols, avevano sempre più potere nella repubblica; dopo che si verificò una piccola ribellione sindacale a Lipsia, in cui i lavoratori locali volevano una nuova repubblica, e si rifiutavano di eseguire gli ordini del governo centrale. La ribellione sindacale di Lipsia, iniziò a portare la repubblica verso la sua fine. I lavoratori siderurgici, chiedevano apertamente la sostituzione dell'attuale governo comunista. Subito dopo un tentativo di secessione, i Freikorps bloccarono la rivolta. Nel'11 maggio 1919, la ribellione sindacale fu bloccata, e la Repubblica Sovietica di Sassonia fu sciolta.[3][7]

Consiglio dei lavoratori e dei soldati di Lipsia nel 1918

Restauro e secondo scioglimento[modifica | modifica wikitesto]

La Repubblica Sovietica di Sassonia, sebbene tornata nel marzo 1920, sarebbe ristata uno stato, solo quando l'SPD e il KPD avrebbero vinto le elezioni statali in una sorta di alleanza. Questo stato era fedele al governo di Weimar, e non tentò di separarsi come un nuovo paese.

La violenza politica tra i soldati e i lavoratori di Weimar, era esplosa, nei mesi precedenti all'elezione; a causa del nuovo governo sovietico, guidato da Kapp Putsch, a Berlino. Il 17 marzo, erano scoppiate nuove rivolte e proteste a Dresda, dove più di 50 persone furono uccise dalle forze governative. A Lipsia, scoppiò un'altra ribellione sindacale, con scontri aperti tra le truppe di Weimar, e gli operai dell'USPD che erano nella città. La rivolta fu calmata da Richard Lipsia, che aveva calmato la maggior parte dei Ribelli. Il 19 marzo, i soldati di Weimar, bruciarono la Casa del Popolo di Lipsia, reprimendo cosi, la rivolta una volta per tutti. Nel frattempo, un comunista di nome Max Hoelzmise, assieme all'Armata Rossa di quasi 200 lavoratori e soldati pattugliava la regione del Vogtland.[8][9]

Dopo le elezioni, la lotta non era finita. Iniziarono i bombardamenti a Hoelz, e in tutta la Sassonia. Nel mentre, il governo federale minò segretamente la Sassonia, e promuoveva il reclutamento; dando loro cosi, più potere nel paese.

All'inizio di ottobre 1923, si sviluppò, una crisi costituzionale in cui Gustav Stresemann, cancelliere della Germania, tentò di porre fine al governo "radicale" nello Stato libero di Baviera, ed anche nella Turingia e nella Sassonia. Le truppe di Weimar si riversarono in Sassonia, e posero fine all'ultima repubblica sovietica nella Repubblica di Weimar.[10][11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ German States since 1918, su worldstatesmen.org. URL consultato il 26 aprile 2022.
  2. ^ (EN) The Soviet republics, su Weimar Republic, 14 settembre 2019. URL consultato il 26 aprile 2022.
  3. ^ a b (EN) The Soviet republics, su Weimar Republic, 14 settembre 2019. URL consultato il 23 giugno 2022.
  4. ^ Madera Weekly Tribune 10 April 1919 — California Digital Newspaper Collection, su cdnc.ucr.edu. URL consultato il 26 aprile 2022.
  5. ^ Donald B. Pryce, The Reich Government versus Saxony, 1923: The Decision to Intervene, in Central European History, vol. 10, n. 2, 1977, pp. 112–147. URL consultato il 26 aprile 2022.
  6. ^ SOVIET REPUBLIC., in Daily Standard, 5 marzo 1919. URL consultato il 26 aprile 2022.
  7. ^ The Communist Left in Germany 1918-1921: The Confrontations: November 1918 to May 1919, su www.marxists.org. URL consultato il 23 giugno 2022.
  8. ^ SOVIET REPUBLIC DEMANDED., in North Western Courier, 14 aprile 1919. URL consultato il 26 aprile 2022.
  9. ^ (EN) Meet the Freikorps: Vanguard of Terror 1918-1923, su The National WWII Museum | New Orleans. URL consultato il 23 giugno 2022.
  10. ^ (DE) Das Kabinett Stresemann. Band 1 (Edition "Akten der Reichskanzlei, Weimarer Republik"), su ISBN: 978-3-486-41641-1. URL consultato il 26 aprile 2022.
  11. ^ Donald B. Pryce, The Reich Government versus Saxony, 1923: The Decision to Intervene, in Central European History, vol. 10, n. 2, 1977, pp. 112–147. URL consultato il 23 giugno 2022.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]