Utente:Arcamille1992/Paolo Sortino

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Paolo Sortino (Roma, 20 gennaio 1982) è uno scrittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

È considerato tra i migliori scrittori della sua generazione già con il romanzo di esordio, Elisabeth[1]. Un libro di impressionante bravura[2], terribilmente angelico[3], che ha fatto scalpore per potenza e poesia e ha ricevuto uno dei consensi di critica e di pubblico più ampi degli anni Dieci, riscontrando il favore di autori quali, fra gli altri, Cristina De Stefano, Melania Mazzucco, Marcello Fois, Marco Missiroli, Tommaso Pincio, Nicola Lagioia[4], Angelo Guglielmi, che lo ha definito «un autore coraggioso» perché «affronta, prendendolo di petto, il problema del ritorno alla realtà, che oggi inquieta i narratori italiani, e lo risolve»[5], e Christian Raimo, il quale, come vedremo, pur riconoscendo le ottime qualità tecniche di Sortino ha però mosso anche una critica per quanto concerne l’aver trattato una storia realmente accaduta senza chiedere il permesso alle vittime.

«Difficile da scrivere, terribile da leggere, con un forza immaginativa non comune»[6], a connaturare il romanzo come innovativo è anche il particolare uso della cronaca. Il romanzo riprende infatti il Caso Fritzl. Per la prima volta nella narrativa italiana, nomi e cognomi di un fatto di cronaca sono del tutto rispettati, così come le date, i luoghi, anche nei dettagli più minuti. Tuttavia, come ha scritto il critico Gianluigi Simonetti «La cosa da non fare con Elisabeth, notevolissimo romanzo d’esordio di Paolo Sortino è annetterlo seccamente al filone del non fiction novel, o peggio ancora alla vasta area del neo-neorealismo alla moda […] nonostante le apparenze, questo libro va nella direzione opposta, che è quella della visionarietà e dell’ambiguità. […] questa storia è talmente brutale e malata da consegnarsi al lettore senza cedere nemmeno un centimetro del suo mistero al glamour del “fatto veramente accaduto”. Se per parlare del presente Sortino ha scelto la storia di Elisabeth, lo ha fatto per gli strati di senso che comprime […] Capote o Saviano non c’entrano, c’entrano invece Nabokov e Borges, ma anche Haneke e il primo Lynch: Sortino ha preso un caso di cronaca e lo ha usato come “schema” - sono parole sue - per creare un doppio immaginario della nostra civiltà; non solo e forse non tanto come essa è, ma piuttosto come si appresta a diventare».[7]

È proprio quest’uso particolareggiato del dato di cronaca che Sortino via via nella narrazione rovescia ciò che attraverso il giornalismo ci illudiamo di sapere di un determinato evento. La poetica di Sortino prevede che solo ciò che del contemporaneo è in grado di risvegliare il mito sia degno di nota. Walter Siti, proprio per la potenza mitopoietica del libro lo ha definito «uno scrittore dotatissimo», e la sua scrittura una «vera e propria trasmutazione alchemica», spiegando che se la narrativa mainstream fa di solito uso della cronaca per una fame di realismo, Sortino va in direzione contraria: «il suo romanzo decolla proprio quando si stacca dal realismo e vira verso la dimensione mitica. Nessun giudizio preconcetto o attenuazione sentimentale: violenza, durezza, presenza oscena degli dèi in una cosmogonia dove l’etica non ha luogo.»[8]

Aldo Nove, a questo proposito, ha affermato che Sortino «ritrova nella cronaca una terra abitata dal mito e ce la restituisce in letteratura»; ha dunque associato la costruzione narrativa di Sortino a quella di Eschilo e la storia narrata all’archetipo del Labirinto e del Minotauro. [9]

In un’intervista al programma radiofonico Faranheit, Sortino ha affermato che compito di un romanzo dovrebbe essere quello di indagare la natura e l’evoluzione di un determinato stato mentale. Il mito, per essere macchina di verità, deve potersi manifestare nel linguaggio e che dunque il vero personaggio dovrebbe sempre essere la lingua.

È ciò che con la sua lettura di Elisabeth ha rintracciato Giorgio Vasta, che lo ha descritto come un «romanzo graffito» dove «le frasi sono segnate con un pezzo di vetro, sono incise, scavate, estranee all’estetica e si guadagnano in questo modo una strana preistorica (e pre-estetica) bellezza».[10] Una lingua ipnotica, con cui l’autore riesce a scandagliare la mente umana contro il “falso verissimo” di certi media e dei romanzi ombelicali. Una lingua che scommette tutto sull’immaginazione e riesce a raccontare il Male fino alla sua accettazione[3], sorprendente per maturità psicologica e cognizione del dolore.[11]

Lingua che lascia incantati, secondo Chiara Valerio, che definisce «millimetrica, parossistica nell’ostensione e nel controllo delle sensazioni di chi guarda»[12], che cambia completamente nel secondo romanzo, Liberal, e ciò nonostante continua a essere la protagonista: «La narrazione, la poematica di “Liberal” - Scrive lo scrittore Giuseppe Genna [13]- forse ancor più che del precedente splendido Elisabeth, sta proprio in questa sparizione in presenza, in questa etericità, in questo oggetto che non è sagomato in quanto è l’esperienza tutta, la profondità tutta».

I suoi romanzi sono stati tradotti in inglese, ebraico, spagnolo e portoghese.

Nel 2016, il regista Guido Chiesa acquista i diritti cinematografici di Elisabeth e ne trae una sceneggiatura cinematografica.[14]

Dal 2016 al 2020 è stato redattore e autore testi espositivi del programma televisivo Chi l’ha visto?

È anche collaboratore del quotidiano ilGiornale e di Azione, il settimanale del Canton Ticino.

La critica morale[modifica | modifica wikitesto]

Christian Raimo ha affermato[15] che Sortino «compie un'operazione artistica straziante: utilizzare il nome e cognome di una persona viva e vittima di violenza, la sua storia, senza chiederle il permesso e prescindendo dalla verità storica».

Sortino risponde che non è compito dello scrittore quello di porsi questioni morali se non perché la morale è eventualmente un risultato dell’indagine di chi scrive, un esito e non un punto di partenza preconcetto. Argomenta mutuando dalla ritrattistica pittorica il concetto filosofico di somiglianza, che si può sintetizzare nella frase “Se la mia Elisabeth somiglia a quella realmente vissuta, proprio per questo non è lei”. Sortino concepisce la realtà non come ciò che appare ma, facendo suo il pensiero teologico di Dums Scoto, «l’ultima determinazione di un ente»[16].

Premi[modifica | modifica wikitesto]

  • Vincitore del Rhegium Julii-Seminara opera Prima, 2011.
  • Vincitore del Premio Cielo D'Alcamo, 2011.
  • Finalista Premio Fiesole, 2011.
  • Finalista Esor-Dire, 2011.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Racconti[modifica | modifica wikitesto]

  • Il casco verde, contenuto in L’età della febbre, Minimum Fax, a cura di Christian Raimo e Alessandro Gazoia. ISBN 978-88-7521-649-8
  • Londra Sfoderata, contenuto in L’invisibile, «Granta» n.6, a cura di Walter Siti, Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-1707-811-5

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giaco Raccis, Liberal di Paolo Sortino, su Doppiozero. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  2. ^ Alberto Asor Rosa, Se questo è ancora un ROMANZO, in La Repubblica, 13 gennaio. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  3. ^ a b Paolo Di Paolo, Ecco i personaggi letterari del 2011, in Il Sole 24 Ore, 22 dicembre.
  4. ^ Paolo Sortino - Elisabeth, su einaudi.it. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  5. ^ Angelo Guglielmi, L’orrore negli occhi rassegnati della piccola Elisabeth (PDF), in L'Unità, 12 luglio 2011.
  6. ^ Paolo Di Paolo, Storie di vita Sortino si misura con la terribile vicenda di Elizabeth Fritzl (PDF), in L'Unità, 18 dicembre 2011.
  7. ^ Gianluigi Simonetti, Il Sottosuolo. Su "Elisabeth" di Paolo Sortino (e sul romanzo contemporaneo), su Le parole e le cose. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  8. ^ Walter Siti, Elisabeth, così la cronaca diventa un mito greco, in La Stampa, 10 maggio.
  9. ^ Aldo Nove, Padre e carnefice, l'ambiguità del mostro, in La Repubblica, 29 aprile.
  10. ^ Giorgio Vasta, Il romanzo graffito, in Il manifesto, poi in Minima e Moralia, 17 maggio.
  11. ^ Matteo Bolzonella, "I momenti migliori per essere stati giovani in Italia? Le guerre". Intervista a Melania Mazzucco, su Sul Romanzo. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  12. ^ Chiara Valerio, Fu la raccolta nei giardini di cemento, su Nazione Indiana.
  13. ^ Giuseppe Genna, "Liberal" di Paolo Sortino, su giugenna.com. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  14. ^ Guido Chiesa “dalla parte” dell’orco, ma in cerca del bene, su bookciakmagazine.it.
  15. ^ Christian Raimo, Ma la nera come va esposta?, in Il Sole 24 ore, 26 giugno. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  16. ^ Saverio Simonelli (a cura di), Paolo Sortino e il suo "Elisabeth", su youtube.com, TV2000. URL consultato il 12 dicembre 2021.