Utente:AntoniusP11/Sandbox

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Pollicino

Famiglia Nobile Europea

La Famiglia Pollicino è una famiglia nobile Europea, appartenente al lignaggio antico delle famiglie baronali siciliane. Le origini feudali risalgono al 1090, l'epoca della prima crociata, quando Gottardo Pollicino raggiunse Genova probabilmente dalle terre del Nord della Francia. Grazie a documenti conservati nell'archivio storico, è registrata la presenza di Guglielmo Pollicino che nel 1146 fù reso celebre per aver sottoscritto il trattato con il conte di Barcellona Raimondo Berengario.

Attivi soprattutto nei commerci con la Sicilia, i Pollicino si resero protagonisti nella città con illustri nomi anche nell'alta dirigenza. Negli anni a seguire Angelo Pollicino fù nominato Console dè Placiti, e al mutare delle dinastie al potere, i Pollicino si trasferirono più a Sud della penisola Italica dove furono insigniti di onori e riconoscimenti nobiliari.


Dagli Archivi storici della Città di Palermo risulta il che la Famiglia Pollicino è di Origini Normanne, nello specifico Francese.

Indicativamente la regione di provenienza è compresa tra il Grand Est e La Normandia.

Arrivò in Italia grazie a Gottardo Pollicino (2), e secondo la ricostruzione dello storico Mugnos ('1600 ), fù mosso probabilmente dalle Crociate convocate proprio dal Pontefice Urbano II (Chatillon sur Marne) nel 1095 (6) per riconquistare e difendere la Terrasanta dall’invasione dei musulmani.

Le ipotesi plausibili, sono sostanzialmente tre.

La prima e la più attendibile, riconducibile fondamentalmente alla Prima Crociata, che partì ufficialmente con le truppe dei nobili, capitanate da diverse famiglie Normanne, tra cui gli Altavilla, di Ruggiero II e Roberto il Guiscardo provenienti proprio dal distretto Nord-est della Francia e dirette verso i principali porti del mediterraneo ed il SUD della Penisola Italica.

La seconda alternativa, meno attendibile, che ciò avvenne ancor prima, in seguito alla Crociata dei Poveri, detta anche dei pezzenti, ovvero un movimento non ufficiale invocato a gran voce da Pietro L’eremita (Amiens, Francia Nord) e capitanato dal conte Emicho von Leiningen della quale si conosce poco, ma che si spostò verso l’Anatolia attraverso le città tedesche della Renania, Praga, ed altre città Ungheresi dove trovarono a difesa le truppe del Re Kolman.

Oppure resta aperta l’ipotesi di spostamenti ancora precedenti alle Crociate, e dovuti alle varie successioni dell’Impero Carolingio, a seguito delle varie dispute nobiliari di investitura.

Resta il fatto che, proprio dai documenti ritrovati, il centro di questa grande operazione sul Mediterraneo era al tempo il Comune di Genova, dove sono registrate diverse testimonianze ufficiali.

Proprio dall’archivio storico del Comune di Genova vi è presenza dei Pollicino a partire dal secolo XII, quando risultano impegnati nel finanziamento di viaggi di commercio con la Sicilia, per conto appunto del Governo della Repubblica, e nonostante non siano mai stati eletti al consolato.

Questo presuppone, nella tesi dello storico medievale Filangieri (2), che la presenza in città della Famiglia Pollicino sia ancora più antica della prima crociata del 1095, proprio perché la possibilità di prendere contatti di governo di questa rilevanza, necessitava al tempo almeno una generazione.

Così Guglielmo Pollicino è ricordato tra i Genovesi per aver sottoscritto già nel 1146 il trattato con il conte di Barcellona Raimondo Berengario (3), vassallo dei franchi, in occasione dell’alleanza Pisa-Genova per liberare la catalogna dai musulmani Saraceni, che nel 950 avevano messo a ferro e fuoco proprio il Comune di Genova.(4)

I Commerciali Ugo e Anselmo Pollicino che muovono cifre cospicue a partire dal 1190, data in cui è registrato il pagamento di 31 once d’oro (77 lire di genovini) alla famiglia Malocello finanziatrice della spedizione.

Nel 1207 Angelo Pollicino eletto Console dè Placiti (5) carica giuridica in ambito civile, nella quale si alternarono tutti gli uomini più in vista della Repubblica nel XII secolo. Proprio da qui si riesce a presupporre che la famiglia Pollicino era tra le 17 su 39 con una condizione economica di alto livello, raggiunta prima del 1190 e con uno stile tipico dell’elitè di governo.

Piccola contestualizzazione storica.

Conquistata Gerusalemme nel 1099, si presentarono alcuni dissidi tra lo Stato Pontificio ed i Normanni che erano comunque schierati apertamente a difesa dello stesso. La questione principale era che il nuovo Re d’Inghilterra Enrico I volle riservarsi il diritto di fare delle investiture ai Vescovi che poi venivano inviati a Roma per la consacrazione. Una sorta di legame di fedeltà tra Re e Vescovo nominato, tra le persone più vicine alla corona, che non aveva alcun diritto di agire su persone da consacrare. Questo diede fastidio al Papa Pasquale II che minacciò di scomunica Enrico I. Seguìrono decenni di lotte, anche con il Re di Francia,  dove sostanzialmente lo Stato Pontificio pretendeva il primato, ma i Normanni a difesa e supporto dello stesso, reclamavano il potere conquistato direttamente sul campo ed ambivano al dominio dell'Impero.

Così fùrono trovati degli accordi parziali, ma lo scontro tra i due Stati restò aperto.

Successivamente alla liberazione dei territori del Centro e Sud Italia da parte dei Normanni, arrivarono pure le prime concessioni feudali.

Il Feudalesimo fù il sistema di governo dei territori fino al 1812. Tipicamente scandinavo, determinò un caratteristico assetto sociale, in cui si individuava una netta differenza tra i grandi agglomerati urbani, le città, governate in autonomia, rispetto ai vasti territori rurali, scarsamente abitati, e con una fiera avversione al mondo cittadino, un tradizionalismo compatto al rifiuto dello Stato moderno, e delle conquiste sociali ed economiche.

In questo contesto scaturirono ulteriori tensioni tra il nuovo Governo Normanno, se vogliamo progressista, sperimentatore, innovatore nelle varie criticità sociali e peculiari del territorio, contro la richiesta del Governo Pontificio, conservatore e rivendicatore del diritto naturale di possedimento dei territori, che superata la minaccia musulmana pretendeva di tornare al potere senza tuttavia nulla concedere a chi disponeva risorse, eserciti ed armi per difendere la Cristianità, peraltro su richiesta stessa dei vari Pontefici.

In questa dinamica, presumibilmente all’epoca di elezione di Papa Urbano IV, Oddo Pollicino a quanto pare nipote del pontefice, arrivò a Roma proprio a servizio nello Stato Pontificio.

Il Pontefice che nacque a Troyes, comune Francese del Nord-Est, e che continuò la politica dei suoi predecessori contraria ai Normanni e nello specifico gli Svevi di Federico II che nel frattempo erano divenuti Imperatori del Regno d’Italia.

Sembra che il disegno politico fosse quello di nominare Senatore di Roma Carlo I d’Angiò, proprio per assecondare i piani del vescovo Annibaldi, che tentava di ristabilire la supremazia del partito Guelfo, contrapposto alla fazione dei Ghibellini schierati invece con Federico II ( Guelfi e Ghibellini ).

E così fù. Proprio a seguito delle varie Crociate Carlo I si impadronì di molti territori specie nel Regno d’Italia, con l’avallo dello Stato Pontificio e in contrasto netto con Manfredi II che rimase ucciso in battaglia dalle truppe Angioine. Quindi Oddo Pollicino prestò servizio anche al Re Carlo I d’Angiò che nel 1364 concesse la baronia di Ostuni, d’Anglone e di Cilanza.

Tuttavia questo idillio sembra finì qualche generazione dopo, quando Ruggiero Pollicino, figlio di Oddo, ebbè dissidi proprio col Re Carlo lo zoppo, e fù così che si esiliò nel Regno di Sicilia.

A seguito della morte di Manfredi II, figlio illegittimo di Federico II di Svevia, e proprio ad opera delle truppe di Carlo d’Angiò, dal 1295 si insediarono in Sicilia gli Aragonesi, discendenti diretti degli Svevi, Così presumibilmente Federico IV di Sicilia nel 1369 concesse a Ruggero Pollicino per meriti  la baronia nel Feudo di Ragalgio (Presumibilmente Gangi nelle Madonie) e Tortureti ( Tortorici).