Utente:Antoniolomoro4/Sandbox

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\\===Sviluppi successivi===

Nel 2013, dei documenti resi pubblici rivelarono l’esistenza di un centro interrogatori a Ballykelly. Non fu menzionato in nessuna delle indagini. Il gruppo dei diritti umani, il Pat Finucane Centre accusò il Governo Britannico di nasconderlo volutamente dalle indagini e dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani.[1] Nel mese di Luglio nel 2014, un documentario della RTÉ intitolato The Torture Files portò alla luce una lettera dal Ministro degli Interni Merlyn Rees nel 1977 al Primo Ministro Britannico di allora James Callaghan. Ha confermato che una politica della tortura fu in effetti autorizzata dai ministri del Governo Britannico- nello specifico il Segretario per la Difesa Peter Carrington—nel 1971, contrariamente alla conoscenza del Governo Irlandese o della Convenzione Europea dei Diritti Umani. La lettera afferma: “E’ mia opinione (confermata da Brian Faulkner prima della sua morte) che la decisione di usare metodi di tortura nell’Irlanda del Nord nel 1971/72 fu presa dai ministri - in particolare il Signor Carrington, allora segretario di stato per la difesa”.

[2][3]

Seguendo le rivelazioni del 2014, il Presidente del Sinn Féin, Gerry Adams, chiamato dal Governo Irlandese a riportare in auge il caso alla Convenzione Europea dei Diritti Umani perché disse che il Governo Britannico, “mentì alla Convenzione Europea dei Diritti Umani sia sulla gravità dei metodi utilizzati sugli uomini, sulle conseguenze fisiche e psicologiche a lungo termine, su dove questi interrogatori hanno avuto luogo e chi diede l’autorità politica e il permesso per questo” it".[4]. Il 2 Dicembre del 2014, il Governo Irlandese annunciò che, avendo fatto una revisione della nuova testimonianza e seguendo le richieste dei sopravvissuti, fu deciso di chiedere ufficialmente alla Convenzione Europea dei Diritti Umani di revisionare il suo giudizio del 1978.[5]

Nel Marzo del 2018, la Convenzione Europea dei Diritti Umani annunciò una decisione 6-1 contro la revisione del giudizio originale.[6] Nel Settembre dello stesso anno, la Convenzione Europea dei Diritti Umani rifiutò di considerare il caso prima della sua Grande Camera, il che significa che il caso non può essere appellato ulteriormente.[7]

Ulteriori letture[modifica | modifica wikitesto]

  • Miller, Mike (1975), The Politics of Internment, in Calgagus 1, Winter 1975, pp. 34 & 35, ISSN 0307-2029 (WC · ACNP)

Riferimenti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "Svelato il centro segreto per gli interrogatori di Ballykelly". notizie della BBC. 6 Agosto 2013.
  2. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ministers-sanctioned
  3. ^ "Il governo britannico ha autorizzato l'uso di metodi di tortura in NI all'inizio degli anni '70". BBC News (5 Giugno 2014).
  4. ^ "Adams chiede al governo di riaprire il caso degli "uomini incappucciati".". The Irish Times (5 Giugno 2014)
  5. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore rte.ie
  6. ^ (EN) Colm Keena, European court shies away from torture finding in 'hooded men' case, su irishtimes.com.
  7. ^ Owen Bowcott, Human rights judges reject final appeal of Troubles 'hooded men', in The Guardian, 11 settembre 2018.

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The Guildhall, Derry, location of the early part of the inquiry

L’Inchiesta del Bloody Sunday, anche conosciuta come l’Inchiesta di Saville o il Rapporto di Saville per il suo presidente Lord Saville di Newdigate, fu stabilito nel 1998 dal Primo Ministro Tony Blair dopo campagne per una seconda inchiesta da famiglie di coloro ammazzati e feriti in Derry nel Bloody Sunday durante l’apice del The Troubles. Fu pubblicato il 15 Giugno del 2010. L’inchiesta fu disposta per stabilire una versione definitiva degli eventi di Domenica 30 gennaio 1972, sostituzione che il tribunale dispose seguendo Lord Widgery che ha riportato il 19 Aprile del 1972,[1] 11 settimane dopo l’evento, e per risolvere le accuse di un insabbiamento che l’hanno coinvolto.

L’inchiesta prese la forma di un tribunale stabilito seguendo l’Atto 1921 del Tribunale delle Inchieste (Testimonianza), e consistette nel Signor Saville, William L. Hoyt, l’ex Presidente della Corte di Cassazione di New Brunswick e John L. Toohey,l’ex giudice della Justice of the High Court of Australia.[2]

I giudici finirono di ascoltare le testimonianze il 23 Novembre del 2004,[3] e si radunarono un’altra volta il 16 Dicembre per ascoltare la testimonianza di un altro testimone, conosciuto come Testimone X, che non fu disponibile precedentemente.[4]

Il rapporto fu pubblicato il 15 Giugno del 2010. Il Primo Ministro Britannico David Cameron indirizzò la Camera dei Comuni quel pomeriggio dove prese atto, tra le altre cose, che i paracadutisti spararono il primo colpo, spararono su civili disarmati in fuga, e spararono e uccisero un uomo già ferito.[5]Successivamente egli si scusò a nome del Governo Britannico.[6]

Pubblicazione[modifica | modifica wikitesto]

Il rapporto dell’inchiesta fu pubblicato il 15 giugno del 2010.[7] Quella mattina migliaia di persone percorsero la via che i manifestanti per i diritti civili percorsosero durante Bloody Sunday prima che i 13 fossero uccisi[8]mantenendo foto di coloro che furono sparati.[9] Le famiglie delle vittime ricevettero in anticipo copie del rapporto nella Sede del Municipio di Londra.[8]

Conclusioni[modifica | modifica wikitesto]

Il rapporto affermò, " La sparatoria del 1 PARA durante la Bloody Sunday causò la morte di 13 persone e un numero simile di feriti, nessuno dei quali rappresentava una minaccia in grado di causare morti o gravi feriti”[10] e disse inoltre, “La diretta responsabilità per le morti e i feriti durante la Bloody Sunday giace con quei membri della Branca della Polizia i quali spari ingiustificati furono la causa di quelle morti e feriti.”[11] Saville affermò che i paracadutisti Britannici “persero il controllo”,[12]sparando irrimediabilmente su civili in fuga e su coloro che provarono ad aiutare i civili sparati dal Reggimento Paracadutisti.[13] Il rapporto affermò che i soldati coinvolti nella Bloody Sunday architettarono bugie nel tentativo di nascondere le loro azioni.[13] Saville affermò che i civili non furono avvertiti dai soldati britannici presenti che questi avevano intenzione di sparare.[8] Il rapportò affermo, contrariamente all’opinione precedentemente consolidata, che nessuno dei soldati sparò in risposta ad attacchi di ordigni incendiari fatti in casa o lanciatori di pietre, e che i civili non costituivano alcuna minaccia.[8]

Saville disse che i soldati britannici non avrebbero dovuto avere l'ordine di entrare nel quartiere di Bogside come “ il Colonnello Wilford o disobbedì l’ordine del Brigadiere MacLellan oppure fallì per nessun buon motivo nell’accettare i chiari limiti su cosa fosse autorizzato a fare”.[14] Il rapporto affermò che cinque soldati britannici miravano a sparare su civili che sapevano non costituire alcuna minaccia e altri due soldati britannici spararono su civili “nella convinzione di aver identificato uomini armati, ma senza essere certi che fosse questo il caso”.[14]

Il rapporto scoprì che Martin McGuinness “non si impegnò in alcuna attività che forniva a qualsiasi soldato con qualsiasi giustificazione ad aprire il fuoco.”

Reazione alla pubblicazione[modifica | modifica wikitesto]

Il Primo Ministro David Cameron, indirizzando la Camera dei Comuni dopo la pubblicazione del rapporto il 15 Giugno del 2010, descrisse le azioni compiute quel giorno dai soldati britannici come “entrambi ingiustificati e ingiustificabili” aggiungendo che “era sbagliato”.[15] Egli ammise che tutti coloro che morirono erano disarmati quando furono uccisi dai soldati britannici e che un soldato britannico sparò il primo colpo contro i civili.[8][13] Disse anche che questa non fu un’azione premeditata, tuttavia “non c’era motivo nel provare ad alleviare o omettere” dato che “quello che è successo non sarebbe mai dovuto accadere”.[8] Cameron poi si scusò a nome del Governo Britannico dicendo che era “profondamente dispiaciuto”. [8][13][16]

I parenti dei civili che furono uccisi durante la Bloody Sunday diedero un “pollice in su” alla folla che si radunò fuori la Sede del Municipio di Londra per sentire le conclusioni del rapporto e per ascoltare le scuse di Cameron a nome del Governo Britannico.[13] La folla di gente applaudì quando sentì il broadcast delle scuse di Cameron su un enorme schermo eretto nella città.[16] Il New York Times le chiamò delle “straordinarie scuse”.[17] Lo storico Paul Bew, scrivendo nel Daily Telegraph, riassunse la lunghezza dell’inchiesta come segue: “E’ sorprendente pensare che quando il tribunale, presieduto dal Signor Saville, iniziò il suo lavoro nel 1998, David Cameron non era ancora in Parlamento. Ora, 38 anni dopo l’evento in sé, la Bloody Sunday è tornata per perseguitare un altro Primo Ministro britannico”.[17]

Il Belfast Telegraph ha quotato Harriet Harman dicendo che il rapporto parlava per sé, ma vista la sua lunghezza, purtroppo molti gruppi sarebbero probabilmente spronati, e capaci di identificare nel rapporto abbastanza da giustificare una prevedibile “fustigazione di passatempi tradizionali”.[18]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Un avvocato rappresentante dei soldati coinvolto nell’inchiesta affermò che il Signor Saville ha selezionato solo il meglio della testimonianza nella sua inchiesta e che il Signor Saville si è sentito sotto pressione nel dare un verdetto che non fosse confermato dalla testimonianza disponibile.[19] Questa opinione più tardi fece eco da un ex paracadutista il quale scrisse nel Belfast Telegraph che l’Inchiesta Saville era unilaterale e non riflesse gli eventi del giorno come li visse lui. [20]

Il leader del Partito Unionista dell' Ulster, Signor Reg Empey criticò l’inchiesta in sé, domandandosi il beneficio di rivivere gli “anni più oscuri” della storia dell’Irlanda del Nord dopo 40 anni, e anche contrastando i £190m dell’Inchiesta Saville nelle 13 morti con l’assenza di qualsiasi inchiesta sulle morti delle persone nelle mani dei gruppi di paramilitari nello stesso periodo.[21] La seconda critica fece anche eco nei commenti dei Protestanti che riportarono nel Belfast Telegraph che il rapporto creò un’ingiusta gerarchia nella quale le vittime della Bloody Sunday furono ingiustamente elevate oltre le numerose vittime della violenza dell’Esercito Repubblicano Irlandese.

[18]

Linea del Tempo[modifica | modifica wikitesto]

2000[modifica | modifica wikitesto]

L’Inchiesta della Bloody Sunday aperta adeguatamente nel 2000 quando delle udienze pubbliche formali iniziarono nella Sede del Municipio di Londra a Derry. L’Inchiesta ha tenuto udienze pubbliche in 116 giorni durante l’anno, raggiungendo più di 600 ore di testimonianza. La vasta maggioranza della testimonianza fu da testimoni oculari.

Ad Agosto, l’inchiesta ordinò ai soldati che aprirono il fuoco di tornare a Derry per dare la loro testimonianza. Tuttavia, a Dicembre la Corte d'Appello respinse l’inchiesta e accettò che gli ex soldati sarebbero stati in pericolo a causa dei repubblicani dissidenti se dovessero ritornare nell’Irlanda del Nord.

2001[modifica | modifica wikitesto]

L’inchiesta sentì che ci potrebbe essere un “muro del silenzio” a Derry su cosa esattamente i membri dell’ Esercito Repubblicano Irlandese (IRA) stavano facendo quel giorno. Le accuse persistettero quando un testimone a Febbraio del 2001 rifiutò di nominare un uomo che disse di aver sparato ai soldati. Dopo mesi di speculazione, il Sinn Féin's di Martin McGuinness annunciò che avrebbe dato testimonianza all’inchiesta.

  1. ^ Widgery Tribunal Report, su cain.ulst.ac.uk, Conflict Archive on the Internet.
  2. ^ Questions & Answers, su bloody-sunday-inquiry.org, Bloody Sunday Inquiry, 2010.
  3. ^ Saville inquiry judges retire, BBC News, 23 November 2004.
  4. ^ Surprise return for inquiry, BBC News, 16 December 2004.
  5. ^ Saville: Bloody Sunday killings unjustifiable, Raidió Teilifís Éireann, 15 June 2010.
  6. ^ Bloody Sunday report published: Key findings, BBC News, 15 June 2010.
  7. ^ Report of the Bloody Sunday Inquiry, su report.bloody-sunday-inquiry.org, 15 June 2010.
  8. ^ a b c d e f g Bloody Sunday report published, BBC News, 15 June 2010.
  9. ^ Richard Allen Greene, Bloody Sunday report blames British soldiers, CNN, 15 June 2010.
  10. ^ The overall assessment, in Report of the Bloody Sunday Inquiry, 15 June 2010.
  11. ^ The question of responsibility for the deaths and injuries on Bloody Sunday, in Report of the Bloody Sunday Inquiry, 15 June 2010.
  12. ^ Bloody Sunday victims all innocent, Al Jazeera, 15 June 2010.
  13. ^ a b c d e John Bingham, Rosa Prince and Thomas Harding, Bloody Sunday Inquiry: victims were all unarmed and killed without justification, says Saville report, in The Daily Telegraph, 15 June 2010.
  14. ^ a b Inquiry finds soldiers lost 'self control', in The Irish Times, Irish Times Trust, 15 June 2010.
  15. ^ Bloody Sunday killings 'unjustifiable', in RTÉ News and Current Affairs, Raidió Teilifís Éireann, 15 June 2010.
  16. ^ a b Alistair MacDonald, Bloody Sunday Killings 'Unjustified', in The Wall Street Journal, Dow Jones & Company, 15 June 2010.
  17. ^ a b John F. Burns and Eamon Quinn, Cameron Says 1972 N. Ireland Killings Were ‘Unjustified’, in The New York Times, 15 June 2010.
  18. ^ a b Henry Patterson, For many, the Bloody Sunday Saville Report has fallen short – Opinion, in Belfast Telegraph, 16 June 2010.
  19. ^ Soldiers' lawyer: Saville 'cherry picked' evidence, BBC News, 15 June 2010.
  20. ^ Inchiesta della Bloody Sunday: Il punto di vista di un soldato: 'Ero a Derry quel giorno. Vorrei solo che l'esercito non fosse stato'– Opinion, in Belfast Telegraph, 16 June 2010.
  21. ^ Tempo per l’Irlanda del Nord di andare avanti – Empey – Partito Unionista dell'Ulster, su uup.org, Uster Unionist Party.