Terremoto di Amatrice del 1639

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Terremoto di Amatrice del 1639
Frontespizio della relazione sul terremoto di Carlo Tiberi, 1639
Data8 ottobre 1639
Ora00:35
Magnitudo momento6.1[1]
EpicentroAmatrice
42°38′20.4″N 13°16′08.4″E / 42.639°N 13.269°E42.639; 13.269
Stati colpiti Regno di Napoli
Intensità MercalliX
Vittime500
Mappa di localizzazione: Italia
Terremoto di Amatrice del 1639
Posizione dell'epicentro

Il terremoto di Amatrice del 1639 è stato un insieme di eventi sismici verificatisi nel 1639 ad Amatrice e nell'alta valle del Tronto,[2] all'epoca facente parte del Regno di Napoli.[N 1]

La prima scossa si verificò la notte tra il 7 e l'8 ottobre ed ebbe una magnitudo momento di 6.1 con una devastazione pari al X grado della scala Mercalli; una forte replica si verificò esattamente una settimana dopo, il 15 ottobre, ed ebbe una magnitudo pressoché equivalente a quella del primo evento.[1] Amatrice e molte delle località vicine risultarono distrutte dal sisma.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima sequenza ebbe inizio la notte tra il 7 e l'8 ottobre: a partire dalla mezzanotte, nei pressi di Amatrice, si verificarono alcune scosse che indussero la popolazione locale ad uscire dalle proprie abitazioni.[1] L'evento principale ebbe luogo alle ore 00:35 (circa le 7:30 in ora italica) facendo registrare una magnitudo momento di 6.1 ed un'intensità pari al X grado della scala Mercalli.[1] Si verificarono poi forti repliche fino alle ore 2:00 (le 9:00 in ora italica).

Poiché la sequenza sismica si verificò durante la notte, numerosi testi e pubblicazioni storiche ― tra cui la Relazione redatta dal romano Carlo Tiberi per la famiglia Orsini — riportano per il sisma la data del 7 ottobre.[3] Detta datazione è stata poi corretta, nel 2018, dalla catalogazione ad opera dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.[1]

Ad Amatrice si verificò il crollo di gran parte delle abitazioni e degli edifici pubblici, tra i quali la chiesa del Crocifisso, il palazzo del Reggimento e il palazzo dei principi Orsini, costretti a trasferirsi in una residenza fuori città.[3][4] Rimase in piedi, invece, la chiesa di San Domenico, dove si era rifugiata parte della popolazione spaventata dalle prime scosse.[3] Danni ancor più gravi si ebbero a Cantone, dove rimase in piedi una sola casa,[3] Filetta, Forcelle e Nescaia.[3] Si verificò inoltre il crollo dell'abbazia di San Lorenzo a Pinaco e fenomeni di avvallamento in alcuni terreni presso Accumoli, di proprietà dell'ordine francescano.[3]

Il terremoto fece danni anche nell'alto Aterno, principalmente a Campotosto e Montereale, e fu avvertito da Rieti a Recanati.[3]

Una settimana più tardi, nella notte tra il 14 e il 15 ottobre, fu registrata una forte replica di intensità similare a quella del primo evento.[1] Questa causò ulteriori crolli ad Amatrice e distruzioni estese a Collemoresco, Roccasalli e Torrita.[1]

In seguito, si allestirono campi per il ricovero degli sfollati e si tennero riti collettivi religiosi per invocare la fine degli eventi sismici.[3] La notte del 18 ottobre, gli abitanti di Leonessa approfittarono della confusione per trafugare e riportare nella città natale le spoglie di Giuseppe da Leonessa, all'epoca conservate ad Amatrice, dove il santo era morto ventisette anni prima.[5]

Nel complesso, l'intera crisi sismica fece registrare circa 500 vittime e danni stimati in 400.000 scudi.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'area interessata dalla sequenza sismica del 1639 interessò l'estremità settentrionale del Regno di Napoli corrispondente all'allora provincia denominata Abruzzo Ulteriore; nel 1927 questo territorio venne suddiviso tra la provincia dell'Aquila e la provincia di Rieti che inglobò quindi il circondario di Cittaducale, comprendente anche il territorio di Amatrice.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Guidoboni E., Ferrari G., Mariotti D., Comastri A., Tarabusi G., Sgattoni G. e Valensise G., CFTI5Med, Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (461 a.C.-1997) e nell’area Mediterranea (760 a.C.-1500): terremoto di Amatrice del 1639, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, 2018.
  2. ^ Enrico Giustiniani, Il terremoto di Amatrice del 7 ottobre 1639, su giustiniani.info. URL consultato il 7 novembre 2016 (archiviato il 28 agosto 2016).
  3. ^ a b c d e f g h i Carlo Tiberi Romano.
  4. ^ Guglielmo Manitta, Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto e i terremoti del 1639, 1672, 1703, 1730, 25 agosto 2016. URL consultato il 7 novembre 2016 (archiviato il 7 novembre 2016).
  5. ^ Piccola Giuda Turistica Leonessa [collegamento interrotto], su 5ª comunità montana Montepiano Reatino. URL consultato il 13 aprile 2019.
  6. ^ Antonello Guerrera, La tragedia di Amatrice e Accumoli e quel "terremoto gemello" del 1639, in la Repubblica, 24 agosto 2016. URL consultato il 7 novembre 2016 (archiviato l'11 settembre 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) 7 October 1639 earthquake - Amatrice, su AHEAD - European Archive of Historical EArthquake Data. URL consultato il 7 novembre 2016.
  • 08-10-1639 earthquake, su CFTI - Catalogue of strong earthquakes in Italy. URL consultato il 7 novembre 2016 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2016).
  • 15-10-1639 earthquake, su CFTI - Catalogue of strong earthquakes in Italy. URL consultato il 7 novembre 2016 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2016).