Tabernacolo di via dei Malcontenti

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Coordinate: 43°46′03.87″N 11°15′56.18″E / 43.767742°N 11.265606°E43.767742; 11.265606
Tabernacolo di via dei Malcontenti
Dettaglio

Il grande tabernacolo di via dei Malcontenti, o di Sant'Onofrio, si trova all'incrocio tra via dei Malcontenti, via delle Casine e via San Giuseppe a Firenze. Faceva anticamente parte dello spedale dei Tintori.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo tipo di tabernacolo a mensa, originariamente usato come altare per celebrare le messe del lazzeretto all'aperto, aveva anche lo scopo di rasserenare con immagini sacre il passaggio dei condannati a morte (i malcontenti, appunto) e se ne trovano altri lungo tutto il tragitto dal Bargello ai patiboli, come quello del Bargello o il tabernacolo delle Stinche in via Ghibellina.

L'edicola con volta a botte e timpano affrescati, è decorata al centro da un grande affresco con la Madonna col Bambino in maestà tra i santi Giovanni e Pietro e due angeli, opera attribuita a Niccolò Gerini o a un suo seguace e riferibile al 1416. Vasari lo riferì erroneamente a un pittore più vecchio, attivo nella prima metà del Trecento, Jacopo del Casentino, ipotesi decisamente scartata oggi dalla critica.

Dal lato di via dei Malcontenti permane, a ricordo dell'antica destinazione dell'intero isolato, uno scudo con l'insegna dell'Arte dei Tintori, costituita da un pillo e da un mazzapicchio incrociati: il tabernacolo si appoggiava infatti originariamente sulle mura dell'orto dello spedale dei Tintori, eretto da quest'Arte e dedicato a sant'Onofrio.

Trasformato nell'Ottocento e restaurato ai primi del Novecento, il tabernacolo ebbe l'affresco strappato nel 1957 da Giuseppe Rosi, che con l'occasione riscoprì anche una bella sinopia. Fu quindi sostituito da una copia realizzata da Cesare e Lamberto Benini, che è quella che ancora oggi si ammira [1]. Danneggiato dall'alluvione del 4 novembre 1966 il tabernacolo fu restaurato nel 1999 per iniziativa del Comune di Firenze.

Sinopia e quello che resta dell'affresco centrale sono oggi espositi nella chiesa di Sant'Antonino a Bellariva, mentre quello che si vede in loco è una copia otto/novecentesca.

Vicino all'affresco, su via delle casine, si trova una lapide del 1398 parla di un fosso che passava di qui sbucando in Arno (è abrasa per metà, ma nota da trascrizioni):

MCCCLXXXXVIII DEL MESE DI NOVEMBRE FU CO(n)CEDUTO
E CO(n)SENTITO P(er) L'OFFICIO ET OFFICIALI DELLA TORRE ALLA C
OMPAGINA ET SPEDALE DI SMTO NOFRI IN LUOGO D'ELEMO
SINA P(er) PIU LORO COMODITA ET P(er) PIU BELLEZZA DELLE VIE
DALLATO DI POTERE MURARE DENTRO A QUESTE MUR
A LA FOSSA CHE VA VERSO EL FIUME D ARNO LA QUALE E
TUCTA DEL COMUNE ET FU RISERVATO I(n) P(er) PETUO AL
DECTO COMUNE ET OFFICIO POTERE DOGNI TEMPO
ENTRARE NEL PRESENTE GIARDINO A VEDERE ET P
ROVEDERE LE RAGIONI D ESSO COMUNE ETFARE
TENERE NETTA ET RIMONDA LA DETTA FOS
SA COME ET QUANTO NELLA LORO DELIBERA
TIONE APPARISCE

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per la contraddittorietà di alcune notizie che ricondurrebbero anche la copia a Giuseppe Rosi si veda la scheda di Stefania Gori.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, pp. 174-176, n. 21;
  • Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, pp. 216-217, n. 532;
  • Iscrizioni e memorie della città di Firenze, raccolte ed illustrate da M.ro Francesco Bigazzi, Firenze, Tip. dell’Arte della Stampa, 1886, pp. 213-214;
  • Arnaldo Cocchi, Tabernacolo di Sant'Onofrio in via dei Malcontenti, sul canto di via delle Casine, già del Renaio, in Notizie storiche intorno antiche immagini di Nostra Donna che hanno culto in Firenze, Firenze, Giuseppe Pellas Editore, 1894, pp. 140-141;
  • Guido Carocci, I Tabernacoli di Firenze, in "Arte e Storia", XXIV, 1905, 2, pp. 27-28;
  • Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, p. 169, n. LIV;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, I, 1977, p. 212;
  • Ennio Guarnieri, Le immagini di devozione nelle strade di Firenze, in Le strade di Firenze. I tabernacoli e le nuove strade, Bonechi, Firenze 1987.
  • Magnolia Scudieri, Carla Calvaresi, Tabernacolo di via delle Casine, in Arte storia e devozione. Tabernacoli da conservare, a cura dell'Ufficio Restauri della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze e Pistoia, Firenze, Centro Di, 1991 (Quaderni dell'Ufficio Restauri, n. 3), pp. 34-35;
  • Stefania Gori, Tabernacolo dei Tintori o di Sant'Onofrio, in La 'bottega' dei Benini. Arte e restauro a Firenze nel Novecento, catalogo della mostra (Scandicci, Palazzina Direzionale, 3-31 ottobre 1998) a cura di Francesco Gurrieri, Stefania Gori, Francesca Petrucci e Valerio Tesi, Firenze, Polistampa, 1998, pp. 156-159, n. 54 bis;
  • Ludovica Sebregondi, Spedale di Sant'Onofrio, in Gli istituti di beneficenza a Firenze. Storia e architettura, catalogo della mostra (Firenze, Montedomini, aprile-maggio 1998) a cura di Francesca Carrara, Ludovica Sebregondi, Ulisse Tramonti, Firenze, Alinea, 1999, pp. 37-38.
  • Luciano Artusi e Antonio Patruno, Gli antichi ospedali di Firenze, Firenze, Semper, 2000, pp. 287-296.
  • Bruno Santi, Tabernacolo a Firenze: i restauri (1991-2001), Firenze, Loggia de’ Lanzi per l’Associazione Amici dei Musei fiorentini, Comitato per il decoro e il restauro dei tabernacoli, 2002, pp. 80-81;
  • Francesco Cesati, La grande guida delle strade di Firenze, Newton Compton Editori, Roma 2003.
  • Lia Invernizi, Roberto Lunardi, Oretta Sabbatini, Il rimembrar delle passate cose. Memorie epigrafiche fiorentine, Firenze, Edizioni Polistampa, 2007, I, pp. 108-109, n. 86.
  • Tommaso Gramigni, La memoria epigrafica dell'alluvione dell'Arno del 1333, in L'acqua nemica. Fiumi, inondazioni e città storiche dall'antichità al contemporaneo, atti del convegno di studio (Firenze, 29-30 gennaio 2015) a cura di Concetta Bianca e Francesco Salvestrini, Spoleto, Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, 2017, pp. 61-93;
  • Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 129-131.

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