Susan Greenfield

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Susan Adele Greenfield

Membro della Camera dei Lord
MonarcaElisabetta II del Regno Unito
Gruppo
parlamentare
Indipendente

Dati generali
Titolo di studiodottorato di ricerca
UniversitàSt Hilda's College e Godolphin and Latymer School
Professioneneuroscienziata

Baronessa Susan Adele Greenfield (Londra, 1º ottobre 1950) è una psicologa, politica e ricercatrice britannica, membro della Camera dei Lord. La sua ricerca si è concentrata sul trattamento del morbo di Parkinson e del morbo di Alzheimer. Si interessa anche alle neuroscienze della coscienza[1] e all'impatto della tecnologia sul cervello.[2]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

La madre di Greenfield era una ballerina di origini cristiane, e suo padre era un elettricista figlio di un immigrato ebreo proveniente dall'Austria. Le sue nonne non si sono mai parlate e lei ha dichiarato che il pregiudizio era ugualmente forte da entrambe le parti.[3][4]

Primo membro della sua famiglia a frequentare l'università, fu inizialmente ammessa al St Hilda's College per studiare filosofia e psicologia, ma cambiò corso e si laureò con una laurea di primo livello in psicologia sperimentale.[4][5] Presso il St Hugh's College di Oxford[6] conseguì il dottorato con una tesi sulle origini dell'acetilcolinesterasi nel liquido cerebrospinale.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

La ricerca di Greenfield si concentra sulla fisiologia cerebrale, in particolare sui meccanismi cerebrali delle malattie di Parkinson e Alzheimer. È anche conosciuta per il suo ruolo nella divulgazione scientifica: Greenfield ha scritto diversi libri sul cervello, tiene regolarmente conferenze pubbliche e appare in radio e televisione.[7]

Dal 1976 Greenfield ha pubblicato circa 200 articoli su riviste peer-reviewed, inclusi studi sui meccanismi cerebrali coinvolti nella dipendenza e nella ricompensa,[8][9][10][11][12] relativi ai sistemi dopaminergici e altri prodotti neurochimici.[13][14] Ha studiato i meccanismi cerebrali alla base del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)[15], nonché l'impatto dell'arricchimento ambientale.[16]

È stata nominata direttrice della Royal Institution nel 1998.[17]

Ha esplorato la rilevanza della conoscenza delle neuroscienze per l'istruzione[18] e ha coniato il termine cambiamento mentale[19] che comprende diverse questioni coinvolte nell'impatto dell'ambiente del XXI secolo sul cervello.[20]

Nel 2013 ha co-fondato la società biotecnologica Neuro-bio Ltd che sviluppa test diagnostici e terapeutici per la malattia di Alzheimer. La società ha scoperto che il terminale C dell'acetilcolinesterasi può essere scisso e che il peptide risultante può uccidere i neuroni. Si è inoltre scoperto che un analogo del peptide ciclico potrebbe impedire la morte neuronale.[21]

Politica[modifica | modifica wikitesto]

Greenfield nel 2013

Greenfield siede nel Parlamento del Regno Unito alla House of Lords come deputata indipendente, non avendo un'affiliazione politica ufficiale.[22] I registri dell'attività di Greenfield alla House of Lords indicano l'astensione su una serie di questioni.[23] Ha discusso su diversi argomenti,[24] tra cui istruzione, droghe e incentivi economici per le donne.[25]

Impatto della controversia sulla tecnologia digitale[modifica | modifica wikitesto]

Greenfield ha espresso preoccupazione per il fatto che l'uso di Internet possa modificare le strutture cerebrali dei giovani.[26][27]

Attività di beneficenza[modifica | modifica wikitesto]

È sostenitrice di Alzheimer's Research UK[28] e di Dignity in Dying.[29] È fondatrice e fiduciaria dell'ente benefico Science for Humanity, una rete di scienziati, ricercatori e tecnologi che collaborano con organizzazioni no profit per creare soluzioni pratiche ai problemi quotidiani delle comunità in via di sviluppo.[30]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Greenfield è stata sposata con il professor Peter Atkins dell'Università di Oxford dal 1991 fino al divorzio nel 2005.[31]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal 2016 Greenfield ha conseguito 32 lauree honoris causa[32] e ha ricevuto il Premio Michael Faraday della Royal Society. È stata eletta membro della Honorary Fellowship del Royal College of Physicians[33] e del Science Museum di Londra.[34]

Nel 2006 è stata nominata Honorary Fellow della British Science Association.[35]

È stata nominata donna dell'anno[36] da The Observer. Nel 2001 è diventata una paria a vita sotto il sistema della House of Lords Appointments Commission.[37]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico - nastrino per uniforme ordinaria
«per il suo contributo alla comprensione pubblica della scienza[38]»
— 2000[39]
Cavaliere della Legion d'onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Private Life of the Brain (2000) Archiviato il 30 settembre 2018 in Internet Archive., susangreenfield.com; accessed 5 April 2016.
  2. ^ Copia archiviata, su susangreenfield.com. URL consultato il 17 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2019).
  3. ^ Lynne Franks, Interview: Susan Greenfield, in The Jewish Chonicle, 24 novembre 2011.
  4. ^ a b Tim Radford, The Guardian profile: Susan Greenfield, in The Guardian, London, UK, 30 aprile 2004. URL consultato il 26 agosto 2011.
  5. ^ Matthew Bell, Susan Greenfield: After the science, the fiction, in The Independent on Sunday, 30 giugno 2013.
  6. ^ British Council on Science, britishcouncil.org, British Council on Science, 2007, https://web.archive.org/web/20070828023257/http://www.britishcouncil.org/science-testimonials-baroness-greenfield.htm. URL consultato il 27 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2007).
  7. ^ (EN) Susan Greenfield, su IMDb, IMDb.com.
  8. ^ S.J. Cragg, C. J. Hille e S.A. Greenfield, Functional domains in dorsal striatum of the nonhuman primate are defined by the dynamic behavior of dopamine, in The Journal of Neuroscience, vol. 22, n. 13, 2002, pp. 5705–12, DOI:10.1523/JNEUROSCI.22-13-05705.2002, PMID 12097522.
  9. ^ S.J. Cragg, C.J. Hille e S.A. Greenfield, Dopamine release and uptake dynamics within nonhuman primate striatum in vitro, in The Journal of Neuroscience, vol. 20, n. 21, 2000, pp. 8209–17, DOI:10.1523/JNEUROSCI.20-21-08209.2000, PMID 11050144.
  10. ^ S.J. Cragg, D.J. Clarke e S.A. Greenfield, Real-Time Dynamics of Dopamine Released from Neuronal Transplants in Experimental Parkinson's Disease, in Experimental Neurology, vol. 164, n. 1, 2000, pp. 145–53, DOI:10.1006/exnr.2000.7420, PMID 10877925.
  11. ^ S.J. Cragg, C. Holmes e C.R. Hawkey, Dopamine is released spontaneously from developing midbrain neurons in organotypic culture, in Neuroscience, vol. 84, n. 2, 1998, pp. 325–30, DOI:10.1016/s0306-4522(97)00657-x, PMID 9539208.
  12. ^ B.G. Dickie, C. Holmes e S.A. Greenfield, Neurotoxic and neurotrophic effects of chronic N-methyl-D-aspartate exposure upon mesencephalic dopaminergic neurons in organotypic culture, in Neuroscience, vol. 72, n. 3, 1996, pp. 731–41, DOI:10.1016/0306-4522(95)00611-7, PMID 9157319.
  13. ^ S. Threlfell, S.A. Greenfield e S.J. Cragg, 5-HT1B receptor regulation of serotonin (5-HT) release by endogenous 5-HT in the substantia nigra, in Neuroscience, vol. 165, n. 1, 2010, pp. 212–20, DOI:10.1016/j.neuroscience.2009.10.005, PMID 19819310.
  14. ^ S. Threlfell, R. Exley e S.J. Cragg, Constitutive histamine H2receptor activity regulates serotonin release in the substantia nigra, in Journal of Neurochemistry, vol. 107, n. 3, 2008, pp. 745–55, DOI:10.1111/j.1471-4159.2008.05646.x, PMID 18761715.
  15. ^ E.J. Dommett, E.L. Henderson e M.S. Westwell, Methylphenidate amplifies long-term plasticity in the hippocampus via noradrenergic mechanisms, in Learning & Memory, vol. 15, n. 8, 2008, pp. 580–86, DOI:10.1101/Lm.1092608, PMID 18685149.
  16. ^ I.M. Devonshire, E.J. Dommett e T. H. Grandy, Environmental enrichment differentially modifies specific components of sensory-evoked activity in rat barrel cortex as revealed by simultaneous electrophysiological recordings and optical imaging in vivo, in Neuroscience, vol. 170, n. 2, 2010, pp. 662–69, DOI:10.1016/j.neuroscience.2010.07.029, PMID 20654700.
  17. ^ Profile Archiviato il 21 luglio 2011 in Internet Archive., rigb.org; accessed 5 April 2016.
  18. ^ E.J. Dommett, I.M. Devonshire e C.R. Plateau, From Scientific Theory to Classroom Practice, in The Neuroscientist, vol. 17, n. 4, 2010, pp. 382–88, DOI:10.1177/1073858409356111, PMID 20484219.
  19. ^ Mustafa Khalili, Elliot Smith e Philip Oltermann, Susan Greenfield: "Mind change is 'an issue that's as important and as unprecedented as climate change", in Guardian, London, 15 agosto 2011. URL consultato il 17 giugno 2013.
  20. ^ Susan Greenfield, Copia archiviata, su nottinghilleditions.com, Notting Hill Editions. URL consultato il 17 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2013).
  21. ^ Selina Koch e Mark Zipkin, Why Neuro-Bio thinks it's time to revisit the role of AChE in AD, in BioCentury, 30 giugno 2016.
  22. ^ UK Parliament website], https://web.archive.org/web/20100612081431/http://www.parliament.uk/biographies/susan-greenfield/27126. URL consultato il 19 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2010).
  23. ^ TheyWorkForYou, mySociety, https://www.theyworkforyou.com/peer/baroness_greenfield#votingrecord. URL consultato il 19 luglio 2010.
  24. ^ susangreenfield.com, https://web.archive.org/web/20151215082218/http://www.susangreenfield.com/public-speaking/house-of-lords-debates/. URL consultato il 18 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2015).
  25. ^ publications.parliament.uk, https://publications.parliament.uk/pa/ld201415/ldhansrd/text/150305-0001.htm#15030536000274. URL consultato il 17 settembre 2015.
  26. ^ http://news.bbc.co.uk/1/hi/programmes/newsnight/7909847.stm.
  27. ^ Charles Arthur, Age Concern backs social networks but Ben Goldacre's blood pressure still rising, in guardian.co.uk, London, UK, 25 febbraio 2009. URL consultato il 14 marzo 2009.
  28. ^ Copia archiviata, su alzheimersresearchuk.org, Alzheimer's Research UK. URL consultato il 12 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2013).
  29. ^ dignityindying.org.uk, https://web.archive.org/web/20160424131821/http://www.dignityindying.org.uk/press-release/brian-pretty-and-zoe-wanamaker-among-new-patrons-for-dignity-in-dying-jan-23/. URL consultato il 17 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2016).
  30. ^ Copia archiviata, su globalriskregister.org. URL consultato il 17 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  31. ^ Cole Moreton, Susan Greenfield: The girl with all the brains, in The Independent on Sunday, London, UK, 11 maggio 2008. URL consultato il 16 aprile 2016.
  32. ^ Profile, theaustralian.com.au; accessed 5 April 2016.
  33. ^ a b rigb.org, https://web.archive.org/web/20120211203226/http://www.rigb.org/contentControl?action=displayContent&id=00000001145. URL consultato il 2 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2012).
  34. ^ sciencemuseum.org.uk, Science Museum, 2 settembre 2011, http://www.sciencemuseum.org.uk/about_us/fellows.aspx. URL consultato l'8 luglio 2013.
  35. ^ britishscienceassociation.org, British Science Association, https://web.archive.org/web/20140725022608/http://www.britishscienceassociation.org/about-british-science-association/our-organisation/honorary-fellows/current-honorary-fellows. URL consultato il 17 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2014).
  36. ^ (EN) Andrew Anthony, Your Woman of the Year, in The Observer, 31 dicembre 2000, ISSN 0029-7712 (WC · ACNP). URL consultato il 7 dicembre 2019.
  37. ^ theguardian.com, https://www.theguardian.com/politics/2001/apr/27/uk.Whitehall. URL consultato il 13 agosto 2015.
  38. ^ House of Lords, publications.parliament.uk, UK Parliament House of Lords, 2001, https://publications.parliament.uk/pa/ld200102/minutes/010626/ldminute.htm. URL consultato il 27 ottobre 2007.
  39. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 55710, 31 dicembre 1999.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN56637180 · ISNI (EN0000 0001 2134 1072 · SBN TO0V051458 · LCCN (ENn85250594 · GND (DE124615600 · BNF (FRcb120927988 (data) · J9U (ENHE987007276213405171 · WorldCat Identities (ENlccn-n85250594