Streptopelia turtur

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Tortora selvatica
Streptopelia turtur
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Ordine Columbiformes
Famiglia Columbidae
Sottofamiglia Columbinae
Tribù Columbini
Genere Streptopelia
Specie S. turtur
Nomenclatura binomiale
Streptopelia turtur
(Linnaeus, 1758)
Sinonimi

Columba turtur

La tortora selvatica (Streptopelia turtur, Linnaeus, 1758) è un uccello che fa parte della famiglia dei Columbidi.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La taglia media è di 28 cm di lunghezza e 140 grammi di peso.[senza fonte] Le striature bianche e nere sul collo la rendono abbastanza facilmente distinguibile rispetto a specie simili. Ha petto rosato e ventre bianchiccio; le ali ed il groppone sono di colore rossiccio, con squame marroni. Guardandoli dal basso in volo, si possono distinguere le punte della coda di colore bianco.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Uovo di S. turtur

Voce[modifica | modifica wikitesto]

Il suo canto è una lamentosa serie di "uuuh uuuuuuh uh", assolutamente differente rispetto a quello del Columba livia (piccione), che è più un "gru gru".

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

La tortora selvatica è un uccello granivoro (frumento duro, sorgo, miglio, ravizzone, ravanello, finocchio, grano saraceno, cardo bianco), ma si ciba anche di piccoli molluschi.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Si riproduce da marzo a settembre, riuscendo a completare due cove annuali. Depone solo due uova, che si schiudono dopo due settimane di cova; le uova vengono covate sia dalla femmina sia dal maschio.

Relazioni con l'uomo[modifica | modifica wikitesto]

Tra i columbidi è quello che meno fraternizza con l'uomo: vive spesso ai margini della città, tranne che in Romagna, dove nidificano anche nelle zone più affollate.

Spostamenti[modifica | modifica wikitesto]

In autunno, le tortore, tranne gli esemplari già presenti in Africa, migrano verso questo continente.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

In Italia si può osservare quasi dovunque; infatti nidifica dappertutto, tranne che sulle Alpi e qualche zona pugliese. In inverno, dall'Eurasia migrano verso l'Africa.

Il suo habitat preferenziale è quello dei campi, nelle zone rurali, dove siano presenti grandi alberi su cui nidificare. Nel tempo ha modificato le sue abitudini e non è raro vederla anche nelle periferie cittadine, purché vi siano sufficienti aree verdi. È stata vista nidificare anche su piccole piante di terrazze e balconi, purché non venga sovente disturbata. L'offerta discreta e sistematica di granaglie la rende, col tempo, abbastanza confidente con gli umani.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

S. turtur rufescens
Abu Simbel, Egitto

Esistono quattro sottospecie:[2]

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Antonio Vivaldi, ne Le quattro stagioni, alla battuta 58 dello spartito del suo concerto Estate ha inserito la dicitura "LA TORTORELLA", mentre nel sonetto che accompagna il concerto c'è il verso che dice Canta la tortorella, da cui si deduce che dalla battuta 58 del suo concerto Estate riproduce in musica il canto della tortora.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International 2016, Streptopelia turtur, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Columbidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 23 marzo 2016.

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