Amedeo Avogadro: differenze tra le versioni

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A lui è inoltre dedicata l'[[Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro|Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro"]] con sede nelle città di [[Vercelli]], [[Novara]] ed [[Alessandria]], l'[[Istituto tecnico industriale statale Amedeo Avogadro]] di Torino, il Liceo Scientifico Statale "Amedeo Avogadro" di Vercelli, il Liceo Scientifico Statale "Amedeo Avogadro" di [[Biella]], il [[Liceo Scientifico Statale "Amedeo Avogadro" (Roma)|Liceo Scientifico Statale "Amedeo Avogadro"]] di [[Roma]].
A lui è inoltre dedicata l'[[Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro|Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro"]] con sede nelle città di [[Vercelli]], [[Novara]] ed [[Alessandria]], l'[[Istituto tecnico industriale statale Amedeo Avogadro]] di Torino, il Liceo Scientifico Statale "Amedeo Avogadro" di Vercelli, il Liceo Scientifico Statale "Amedeo Avogadro" di [[Biella]], il [[Liceo Scientifico Statale "Amedeo Avogadro" (Roma)|Liceo Scientifico Statale "Amedeo Avogadro"]] di [[Roma]].

== Nella cultura popolare ==
Nel numero 2916 di ''[[Topolino (fumetto)|Topolino]]'' compare nella storia ''Qui Quo Qua e la grande storia della chimica dei paperi''.


== Note ==
== Note ==

Versione delle 01:57, 12 lug 2017

Ritratto di Amedeo Avogadro

Lorenzo Romano Amedeo Carlo Avogadro, conte di Quaregna e Cerreto (Torino, 9 agosto 1776Torino, 9 luglio 1856), è stato un chimico e fisico italiano.

Biografia

Nacque in una famiglia di antica nobiltà piemontese, da Anna Vercellone di Biella e da Filippo Avogadro, conte di Quaregna e di Cerreto, il quale fu Senatore del Regno di Sardegna e alto magistrato.[1]

Amedeo fu uno studente brillante; si laureò in diritto canonico a vent'anni, nel 1796, e iniziò a praticare. Ben presto, però, si dedicò allo studio della fisica e della matematica, le sue scienze preferite, e nel 1809 cominciò a insegnarle al collegio di Vercelli (dove la sua famiglia aveva dei possedimenti).

Durante la sua permanenza a Vercelli scrisse una memoria nella quale formulò un'ipotesi che viene oggi chiamata Legge di Avogadro e che si è abituati ad esprimere nella forma:

«volumi uguali di gas diversi, alla stessa temperatura e pressione, contengono lo stesso numero di molecole»

Spedì questa memoria al Journal de Physique, de Chimie et d'Histoire naturelle di De Lamétherie e fu pubblicata nell'edizione del 14 luglio 1811, con il titolo Essai d'une manière de déterminer les masses relatives des molecules élémentaires des corps, et les proportions selon lesquelles elles entrent dans ces combinaisons.

La Legge di Avogadro implica che le relazioni tra i pesi di volumi identici di gas differenti (a parità di condizioni di temperatura e pressione), corrispondono alle relazioni tra i rispettivi pesi molecolari. Quindi, i pesi molecolari relativi possono essere calcolati dal peso dei gas.[2]

Avogadro sviluppò questa ipotesi dopo che Joseph Louis Gay-Lussac aveva pubblicato la sua legge sui volumi (e i gas combinati) nel 1808 (la Prima legge di Gay-Lussac). La principale difficoltà che Avogadro dovette risolvere fu la grande confusione che regnava al tempo su atomi e molecole: uno dei più importanti contributi del lavoro di Avogadro fu quello di distinguere gli uni dalle altre, ammettendo che anche particelle semplici potessero essere composte da molecole, e che queste ultime fossero composte da atomi. John Dalton, ad esempio, non considerava questa possibilità. Avogadro, in realtà, non usò la parola "atomo", in quanto i termini "atomo" e "molecola" erano usati in maniera quasi indistinta. Egli considerava l'esistenza di tre tipi di "molecole", comprese le "molecole elementari" (i nostri "atomi"). Oltre a ciò, diede una particolare attenzione alla definizione di massa, come distinta dal peso.[3]

Con sospetto entusiasmo prese parte ai movimenti politici rivoluzionari del 1821 (contro il re di Sardegna), cosicché due anni dopo fu rimosso dalla sua posizione (o, secondo la dichiarazione ufficiale, l'università era «lieta di permettere a questo interessante scienziato, di prendere una pausa di riposo dai pesanti doveri dell'insegnamento, in modo da essere in grado di dare una migliore attenzione alle sue ricerche»). Quando la sua cattedra di Fisica Sublime all'Università di Torino fu ripristinata nel 1832, fu infatti affidata al celebre matematico Augustin-Louis Cauchy, che l'abbandonò circa un anno dopo. L'insegnamento fu così di nuovo assegnato ad Avogadro, il quale lo tenne fino al 1850.[4]

Con il tempo, il suo isolamento politico fu gradualmente ridotto, in quanto le idee rivoluzionarie ricevevano una crescente attenzione da parte di casa Savoia, fino a quando, nel 1848, Carlo Alberto emise una costituzione moderna (lo Statuto Albertino). Ben prima di ciò (1833), a seguito della crescente attenzione per i suoi lavori, Avogadro fu richiamato all'Università di Torino, dove insegnò per altri venti anni. Morì nel 1856 e fu sepolto nel cimitero di Quaregna in provincia di Biella.[5]

Molto poco si sa della sua vita privata e della sua attività politica; nonostante il suo aspetto fisico sgradevole[senza fonte] (almeno a giudicare dalle rare immagini trovate), era conosciuto come un discreto tombeur de femmes anche se, al contempo, uomo religioso e dedito a una vita sobria. Ebbe otto figli, nessuno dei quali seguì le orme paterne. Molti studi storici confermano che patrocinò e aiutò alcuni cospiratori sardi che stavano organizzando una rivoluzione sull'isola, bloccata all'ultimo momento dalla concessione dello statuto da parte di Carlo Alberto. Alcuni dubbi comunque permangono, considerando l'esiguità delle prove.[6]

Avogadro occupò incarichi pubblici in statistica, meteorologia, e pesi e misure (introdusse il sistema metrico decimale in Piemonte) e fu membro del Reale Concilio Superiore sulla Pubblica Istruzione.

Opere

Frontespizio delle Mémoire

Nel 1814 pubblicò Mémoire sur les masses relatives des molécules des corps simples, ou densités présumées de leur gaz, et sur la constitution de quelques-uns de leur composés, pour servir de suite à l'Essai sur le même sujet, publié dans le Journal de Physique, juillet 1811, sulla densità dei gas.[7]

Nel 1820 divenne professore all'Università di Torino; nel 1821 pubblicò un'altra memoria, Nouvelles considérations sur la théorie des proportions déterminées dans les combinaisons, et sur la détermination des masses des molécules des corps e poco dopo Mémoire sur la manière de ramener les composès organiques aux lois ordinaires des proportions déterminées.

Nel 1841 completò e pubblicò il suo lavoro in 4 volumi: Fisica dei corpi ponderabili, ossia Trattato della costituzione materiale de' corpi.[8]

Nel 1911, in occasione del primo centenario della pubblicazione della memoria di Avogadro sulla costituzione molecolare dei gas, l'Accademia delle Scienze di Torino commissionò al chimico Icilio Guareschi la raccolta e l'organizzazione delle principale opere di Avogadro nel libro Opere Scelte di Amedeo Avogadro, pubblicato dalla Reale Accademia delle Scienze di Torino.[9]

Avogadro e i contemporanei

La comunità scientifica non riservò grande attenzione alle sue teorie e l'ipotesi di Avogadro non fu accettata immediatamente dopo l'annuncio. André-Marie Ampère fu in grado, tre anni dopo, di ottenere lo stesso risultato, con un altro metodo (nel suo Sur la détermination des proportions dans lesquelles les corps se combinent d'après le nombre et la disposition respective des molécules dont leurs particules intégrantes sont composées), ma lo stesso sguardo indifferente fu dato anche alle sue teorie.[10]

Solamente con gli studi di Charles Frédéric Gerhardt, Auguste Laurent e Alexander Williamson sulla chimica organica fu possibile dimostrare che la Legge di Avogadro era indispensabile a spiegare perché pari quantità di molecole, portate allo stato di vapore, avessero lo stesso volume.

Sfortunatamente, durante l'esecuzione degli esperimenti correlati, alcune sostanze inorganiche mostrarono un'eccezione alla legge. La conclusione della diatriba fu finalmente annunciata al Congresso di Karlsruhe del 1860 (quattro anni dopo la morte di Avogadro), dove Stanislao Cannizzaro spiegò che queste eccezioni erano dovute alla dissociazione molecolare che occorreva a determinate temperature, e che la Legge di Avogadro poteva determinare non solo le masse molecolari, ma, come conseguenza, anche le masse atomiche.[11]

Rudolf Clausius fu in grado, con la sua teoria cinetica dei gas, di dare un'altra conferma della Legge di Avogadro. Non molto dopo, nelle sue ricerche riguardanti le soluzioni diluite (e la conseguente scoperta delle analogie nel comportamento di soluzioni e gas), J. H. van 't Hoff aggiunse il suo consenso finale al trionfo dello scienziato italiano, che da allora è considerato il fondatore della teoria atomico-molecolare.[12]

In onore dei contributi di Avogadro alla teoria delle moli e dei pesi molecolari, il numero di molecole in una mole è stato ribattezzato Costante di Avogadro.

Ad Amedeo Avogadro, dopo la seconda guerra mondiale, è stato intitolato il più importante Istituto Tecnico Industriale della Città di Torino, nonché uno dei più importanti in Italia, sito in corso San Maurizio 8, prima intitolato a Pierino Delpiano. Porta il nome dell'illustre scienziato anche l'Università degli Studi del Piemonte Orientale, ubicata a Novara, Alessandria e Vercelli.[13]

Onorificenze

Ad Amedeo Avogadro sono stati dedicati l'asteroide 12294 Avogadro e il cratere Avogadro sulla Luna[14].

A lui è inoltre dedicata l'Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" con sede nelle città di Vercelli, Novara ed Alessandria, l'Istituto tecnico industriale statale Amedeo Avogadro di Torino, il Liceo Scientifico Statale "Amedeo Avogadro" di Vercelli, il Liceo Scientifico Statale "Amedeo Avogadro" di Biella, il Liceo Scientifico Statale "Amedeo Avogadro" di Roma.

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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