Vino frizzante: differenze tra le versioni

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In termini non rigorosamente tecnici si può affermare che un vino frizzante si colloca, per quanto riguarda la sovrappressione dovuta al tenore di [[anidride carbonica]], a metà strada tra un vino tranquillo (detto anche ''fermo'') e un vino [[spumante]]. Occorre però fare attenzione a non considerare il vino frizzante una specie dello spumante, in quanto le due tipologie sono nettamente diverse per legge oltre che, ovviamente, per caratteristiche organolettiche.
In termini non rigorosamente tecnici si può affermare che un vino frizzante si colloca, per quanto riguarda la sovrappressione dovuta al tenore di [[anidride carbonica]], a metà strada tra un vino tranquillo (detto anche ''fermo'') e un vino [[spumante]]. Occorre però fare attenzione a non considerare il vino frizzante una specie dello spumante, in quanto le due tipologie sono nettamente diverse per legge oltre che, ovviamente, per caratteristiche organolettiche.


Infatti, le direttive europee<ref>Regolamento CE 479/2008.</ref> (quindi recepite nella legislazione nazionale, tra qui quella italiana) definiscono il vino frizzante (naturale) come "il prodotto che, conservato alla temperatura di 20&nbsp;°C in recipienti chiusi, presenta una sovrappressione, dovuta all’anidride carbonica proveniente esclusivamente dalla fermentazione in soluzione, non inferiore a 1 bar e non superiore a 2,5 bar".
Infatti, le direttive europee<ref>Regolamento CE 479/2008.</ref> (quindi recepite nella legislazione nazionale, tra cui quella italiana) definiscono il vino frizzante (naturale) come "il prodotto che, conservato alla temperatura di 20&nbsp;°C in recipienti chiusi, presenta una sovrappressione, dovuta all’anidride carbonica proveniente esclusivamente dalla fermentazione in soluzione, non inferiore a 1 bar e non superiore a 2,5 bar".


Come per gli spumanti, esistono anche i vini frizzanti non naturali ovvero quelli gassificati (detti anche artificiali) ovvero quelli che presentano "una sovrappressione dovuta all’anidride carbonica in soluzione, totalmente o parzialmente aggiunta". In pratica, sono ottenuti insufflando la CO<sub>2</sub> nel vino fermo. Sono di qualità mediocre rispetto a quelli naturali, ma assai meno costosi.
Come per gli spumanti, esistono anche i vini frizzanti non naturali ovvero quelli gassificati (detti anche artificiali) ovvero quelli che presentano "una sovrappressione dovuta all’anidride carbonica in soluzione, totalmente o parzialmente aggiunta". In pratica, sono ottenuti insufflando la CO<sub>2</sub> nel vino fermo. Sono di qualità mediocre rispetto a quelli naturali, ma assai meno costosi.
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Chiaramente, a seconda del livello di anidride carbonica, il vino frizzante può passare dall'essere appena ''mosso''<ref>Quando un vino è poco frizzante, ovvero è mosso, equivale al ''perlant'' francese (mentre ''pétillant'' è il termine francese per frizzante). </ref> (circa 1,3 bar) a "quasi spumante" (pari al livello massimo ammesso ovvero 2,5 bar; il livello minimo per lo spumante è invece 3,0 bar).
Chiaramente, a seconda del livello di anidride carbonica, il vino frizzante può passare dall'essere appena ''mosso''<ref>Quando un vino è poco frizzante, ovvero è mosso, equivale al ''perlant'' francese (mentre ''pétillant'' è il termine francese per frizzante). </ref> (circa 1,3 bar) a "quasi spumante" (pari al livello massimo ammesso ovvero 2,5 bar; il livello minimo per lo spumante è invece 3,0 bar).


Molti vini a [[denominazione di origine protetta]] hanno versioni frizzanti (a volte dette "vivaci"). La [[barbera]] è un vitigno che si presta bene per produrre vino frizzante, come pure la [[malvasia]]. Le denominazioni italiane più famose e con maggior consumo di tipologia frizzante sono senz'altro il [[prosecco]] e quelle a base [[lambrusco]], senza dimenticare il celebre [[Moscato d'Asti]].
Molti vini a [[denominazione di origine protetta]] hanno versioni frizzanti (a volte dette "vivaci"). La [[barbera]] è un vitigno che si presta bene per produrre vino frizzante, come pure la [[malvasia]]. Le denominazioni italiane più famose e con maggior consumo di tipologia frizzante sono senz'altro il [[prosecco (vino)|prosecco]] e quelle a base [[lambrusco]], senza dimenticare il celebre [[Moscato d'Asti]].


A parte casi rari (e assai pregiati- per i quali il disciplinare prevede una rifermentazione in bottiglia), il vino frizzante è ottenuto mediante rifermentazione di tipo [[Metodo Martinotti|Charmat]] cioè in autoclave.
A parte casi rari (e assai pregiati- per i quali il disciplinare prevede una rifermentazione in bottiglia), il vino frizzante è ottenuto mediante rifermentazione di tipo [[Metodo Martinotti|Charmat]] cioè in autoclave.
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== Collegamenti esterni ==
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[https://www.politicheagricole.it/flex/files/2/3/6/D.86a647c9965e8dd53e1b/ConosciamoVinoItaliano.pdf Mipaaf]
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Versione delle 15:22, 27 nov 2015

Il vino frizzante è un vino che presenta una moderata effervescenza carbonica.

Generalità

In termini non rigorosamente tecnici si può affermare che un vino frizzante si colloca, per quanto riguarda la sovrappressione dovuta al tenore di anidride carbonica, a metà strada tra un vino tranquillo (detto anche fermo) e un vino spumante. Occorre però fare attenzione a non considerare il vino frizzante una specie dello spumante, in quanto le due tipologie sono nettamente diverse per legge oltre che, ovviamente, per caratteristiche organolettiche.

Infatti, le direttive europee[1] (quindi recepite nella legislazione nazionale, tra cui quella italiana) definiscono il vino frizzante (naturale) come "il prodotto che, conservato alla temperatura di 20 °C in recipienti chiusi, presenta una sovrappressione, dovuta all’anidride carbonica proveniente esclusivamente dalla fermentazione in soluzione, non inferiore a 1 bar e non superiore a 2,5 bar".

Come per gli spumanti, esistono anche i vini frizzanti non naturali ovvero quelli gassificati (detti anche artificiali) ovvero quelli che presentano "una sovrappressione dovuta all’anidride carbonica in soluzione, totalmente o parzialmente aggiunta". In pratica, sono ottenuti insufflando la CO2 nel vino fermo. Sono di qualità mediocre rispetto a quelli naturali, ma assai meno costosi.

Chiaramente, a seconda del livello di anidride carbonica, il vino frizzante può passare dall'essere appena mosso[2] (circa 1,3 bar) a "quasi spumante" (pari al livello massimo ammesso ovvero 2,5 bar; il livello minimo per lo spumante è invece 3,0 bar).

Molti vini a denominazione di origine protetta hanno versioni frizzanti (a volte dette "vivaci"). La barbera è un vitigno che si presta bene per produrre vino frizzante, come pure la malvasia. Le denominazioni italiane più famose e con maggior consumo di tipologia frizzante sono senz'altro il prosecco e quelle a base lambrusco, senza dimenticare il celebre Moscato d'Asti.

A parte casi rari (e assai pregiati- per i quali il disciplinare prevede una rifermentazione in bottiglia), il vino frizzante è ottenuto mediante rifermentazione di tipo Charmat cioè in autoclave.

Note

  1. ^ Regolamento CE 479/2008.
  2. ^ Quando un vino è poco frizzante, ovvero è mosso, equivale al perlant francese (mentre pétillant è il termine francese per frizzante).

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