Menghesteab Tesfamariam: differenze tra le versioni

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== Relazioni con il governo eritreo ==
== Relazioni con il governo eritreo ==
Il 25 maggio [[2014]], 23º anniversario dell'indipendenza della stato eritreo, gli allora quattro eparchi cattolici hanno pubblicato una lettera pastorale, che alcuni hanno interpretato come un atto di accusa contro il governo.<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2014/06/10/vaticaninsider/ita/nel-mondo/dov-tuo-fratello-il-grido-dei-vescovi-delleritrea-B80VhgXksGVJmLetUmkCEM/pagina.html |titolo=«Dov’è tuo fratello?»: il grido dei vescovi dell’Eritrea|editore=La Stampa|accesso=20 gennaio 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/grido-vescovi-eritrea-ferita|titolo=Denuncia del regime, tragedia dei migranti. Il grido dei vescovi per l'Eritrea ferita|autore=Giulio Albanese|editore=Avvenire.it|accesso=20 gennaio 3017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.fides.org/it/news/55368#.WIHuCoXXLtQ|titolo=“Si è creato un Paese desolato, per questo la popolazione fugge” denunciano i Vescovi|editore=Agenzia Fides|accesso=20 gennaio 2017}}</ref> Gli eparchi hanno parlato, fra l'altro, della massiva fuga di giovani all'estero in cerca di una vita migliore ma che in alcuni finiscono il viaggio annegati nel Mediterraneo. Hanno ripetuto quello che avevano già detto nel 2001: "Non ha senso chiedersi: perché i nostri giovani abbandonano il loro paese? - dal momento che nessuno lascia un paese che offre latte e miele, come si suole dire, per sistemarsi in un altro che offre le stesse opportunità. Se la patria fosse uno spazio dove regna la pace e la libertà e dove non manca il lavoro, non ci sarebbe nessun motivo per scegliere la via dell'esilio, della solitudine e delle difficoltà di ogni genere". Hanno dichiarato che "la delusione per il mancato raggiungimento dei fini che ci si proponeva, la vanificazione delle proprie aspettative, il guardare a terre lontane come all'unica alternativa per un'autorealizzazione, stanno inducendo un numero sempre crescente di persone alla frustrazione e alla disperazione. Ci si trova all'interno di un orizzonte che si fa sempre più cupo e più pesante. Di pari passo, la disgregazione della famiglia all'interno del paese – a causa del servizio militare senza limiti di tempo e senza retribuzione, della reclusione di molti giovani nelle prigioni e nei centri di ridisciplinamento, ecc. – sta esponendo alla miseria non solo genitori anziani e senza supporto, ma intere famiglie, con gravi ricadute non solo a livello economico, ma anche psicologico e mentale".<ref>[http://www.comboni.org/it/contenuti/106996-lettera-pastorale-dei-vescovi-dell-eritrea-dov-e-tuo-fratello Testo completo della lettera pastorale in versione italiana]</ref>
Il 25 maggio [[2014]], 23º anniversario dell'indipendenza della stato eritreo, gli allora quattro eparchi cattolici hanno pubblicato una lettera pastorale, che alcuni hanno interpretato come un atto di accusa contro il governo.<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2014/06/10/vaticaninsider/ita/nel-mondo/dov-tuo-fratello-il-grido-dei-vescovi-delleritrea-B80VhgXksGVJmLetUmkCEM/pagina.html |titolo=«Dov’è tuo fratello?»: il grido dei vescovi dell’Eritrea|editore=La Stampa|accesso=20 gennaio 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/grido-vescovi-eritrea-ferita|titolo=Denuncia del regime, tragedia dei migranti. Il grido dei vescovi per l'Eritrea ferita|autore=Giulio Albanese|editore=Avvenire.it|accesso=20 gennaio 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.fides.org/it/news/55368#.WIHuCoXXLtQ|titolo=“Si è creato un Paese desolato, per questo la popolazione fugge” denunciano i Vescovi|editore=Agenzia Fides|accesso=20 gennaio 2017}}</ref> Gli eparchi hanno parlato, fra l'altro, della massiva fuga di giovani all'estero in cerca di una vita migliore ma che in alcuni finiscono il viaggio annegati nel Mediterraneo. Hanno ripetuto quello che avevano già detto nel 2001: "Non ha senso chiedersi: perché i nostri giovani abbandonano il loro paese? - dal momento che nessuno lascia un paese che offre latte e miele, come si suole dire, per sistemarsi in un altro che offre le stesse opportunità. Se la patria fosse uno spazio dove regna la pace e la libertà e dove non manca il lavoro, non ci sarebbe nessun motivo per scegliere la via dell'esilio, della solitudine e delle difficoltà di ogni genere". Hanno dichiarato che "la delusione per il mancato raggiungimento dei fini che ci si proponeva, la vanificazione delle proprie aspettative, il guardare a terre lontane come all'unica alternativa per un'autorealizzazione, stanno inducendo un numero sempre crescente di persone alla frustrazione e alla disperazione. Ci si trova all'interno di un orizzonte che si fa sempre più cupo e più pesante. Di pari passo, la disgregazione della famiglia all'interno del paese – a causa del servizio militare senza limiti di tempo e senza retribuzione, della reclusione di molti giovani nelle prigioni e nei centri di ridisciplinamento, ecc. – sta esponendo alla miseria non solo genitori anziani e senza supporto, ma intere famiglie, con gravi ricadute non solo a livello economico, ma anche psicologico e mentale".<ref>[http://www.comboni.org/it/contenuti/106996-lettera-pastorale-dei-vescovi-dell-eritrea-dov-e-tuo-fratello Testo completo della lettera pastorale in versione italiana]</ref>


L'agenzia eritrea ''TesfaNews'' ha messo in dubbio la sincerità degli eparchi e ha interpretato delle informazioni provenienti da [[Wikileaks]]<ref>{{cita web|url=https://wikileaks.org/plusd/cables/06ASMARA1058_a.html|titolo=Gse Tightens Control on Official Religious Institutions|data=21 dicembre 2016|accesso=20 gennaio 2017}}</ref> come indicazione che l'Arcieparca, "capo religioso al timone della capitale Asmara, è certificatamente anti-governo e anti-servizio nazionale",<ref>{{cita web|url=https://www.tesfanews.net/four-eritrean-catholic-bishops-issue-pastoral-letter-decrying-emigration/|titolo=Four Eritrean Catholic Bishops Issue Pastoral Letter Decrying Emigration|data=10 giugno 2014|accesso=20 gennaio 2017}}</ref>
L'agenzia eritrea ''TesfaNews'' ha messo in dubbio la sincerità degli eparchi e ha interpretato delle informazioni provenienti da [[Wikileaks]]<ref>{{cita web|url=https://wikileaks.org/plusd/cables/06ASMARA1058_a.html|titolo=Gse Tightens Control on Official Religious Institutions|data=21 dicembre 2016|accesso=20 gennaio 2017}}</ref> come indicazione che l'Arcieparca, "capo religioso al timone della capitale Asmara, è certificatamente anti-governo e anti-servizio nazionale",<ref>{{cita web|url=https://www.tesfanews.net/four-eritrean-catholic-bishops-issue-pastoral-letter-decrying-emigration/|titolo=Four Eritrean Catholic Bishops Issue Pastoral Letter Decrying Emigration|data=10 giugno 2014|accesso=20 gennaio 2017}}</ref>

Versione delle 19:36, 15 mar 2019

Menghesteab Tesfamariam, M.C.C.I.
arcieparca della Chiesa cattolica eritrea
 
TitoloAsmara
Incarichi attuali
Incarichi ricoperti
 
Nato24 dicembre 1948 (75 anni) a Berakit
Ordinato presbitero18 febbraio 1979
Nominato eparca25 giugno 2001 da papa Giovanni Paolo II
Consacrato eparca16 settembre 2001 dall'eparca Zekarias Yohannes
Elevato arcieparca19 gennaio 2015 da papa Francesco
 

Menghesteab Tesfamariam (Berakit, 24 dicembre 1948) è un arcivescovo cattolico eritreo, arcieparca di Asmara e metropolita della Chiesa metropolitana sui iuris di Asmara, una delle Chiese cattoliche orientali.

"Tesfamariam" è il nome di suo padre, non un cognome ereditario di tipo europeo (v. onomastica abissina).

Vita fino all'ordinazione episcopale

Menghesteab Tesfamariam è nato il 24 dicembre 1948 a Berakit, in Eritrea. Il 1º settembre 1971, all'età di 23 anni, è diventato novizio comboniano e, dopo avere emesso i suoi voti temporanei il 25 giugno 1973 e quelli perpetui il 15 marzo 1978, è stato ordinato sacerdote il 18 febbraio 1979. Ha servito poi dal 1979 al 1985 come vice parroco a Namalu (diocesi di Moroto in Uganda) e nel sessennio successivo come formatore dei postulanti comboniani ad Addis Abeba. Dal 1º luglio 1990 al 31 dicembre 1996 è stato a Chicago, dove ha seguito per un semestre un corso di specializzazione e poi ha servito per un triennio come formatore degli scolastici e poi come superiore locale dei comboniani. Tornato poi in Eritrea, è stato responsabile principale del coordinamento delle attività pastorali dell'Eparchia di Asmara.[1][2]

Nominato eparca di Asmara il 25 giugno 2001, ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 16 settembre dello stesso anno alle mani dell'eparca emerito di Asmara Zekarias Yohannes, assistito dagli eparchi delle altre due eparchie eritree, Cheren e Barentù.[2][3]

Relazioni con il governo eritreo

Il 25 maggio 2014, 23º anniversario dell'indipendenza della stato eritreo, gli allora quattro eparchi cattolici hanno pubblicato una lettera pastorale, che alcuni hanno interpretato come un atto di accusa contro il governo.[4][5][6] Gli eparchi hanno parlato, fra l'altro, della massiva fuga di giovani all'estero in cerca di una vita migliore ma che in alcuni finiscono il viaggio annegati nel Mediterraneo. Hanno ripetuto quello che avevano già detto nel 2001: "Non ha senso chiedersi: perché i nostri giovani abbandonano il loro paese? - dal momento che nessuno lascia un paese che offre latte e miele, come si suole dire, per sistemarsi in un altro che offre le stesse opportunità. Se la patria fosse uno spazio dove regna la pace e la libertà e dove non manca il lavoro, non ci sarebbe nessun motivo per scegliere la via dell'esilio, della solitudine e delle difficoltà di ogni genere". Hanno dichiarato che "la delusione per il mancato raggiungimento dei fini che ci si proponeva, la vanificazione delle proprie aspettative, il guardare a terre lontane come all'unica alternativa per un'autorealizzazione, stanno inducendo un numero sempre crescente di persone alla frustrazione e alla disperazione. Ci si trova all'interno di un orizzonte che si fa sempre più cupo e più pesante. Di pari passo, la disgregazione della famiglia all'interno del paese – a causa del servizio militare senza limiti di tempo e senza retribuzione, della reclusione di molti giovani nelle prigioni e nei centri di ridisciplinamento, ecc. – sta esponendo alla miseria non solo genitori anziani e senza supporto, ma intere famiglie, con gravi ricadute non solo a livello economico, ma anche psicologico e mentale".[7]

L'agenzia eritrea TesfaNews ha messo in dubbio la sincerità degli eparchi e ha interpretato delle informazioni provenienti da Wikileaks[8] come indicazione che l'Arcieparca, "capo religioso al timone della capitale Asmara, è certificatamente anti-governo e anti-servizio nazionale",[9]

Già prima, come membro della II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei vescovi tenutasi nel 2009, egli ha deplorato la situazione in cui si trovano molti africani e che li costringe ad attraversare deserti e mari per raggiungere terre dove pensano di poter ricevere istruzione e salari migliori, e soprattutto godere una maggiore libertà.[10]

Arcieparca

Con la bolla Multum fructum del 19 gennaio 2015 papa Francesco ha eretto la Chiesa metropolitana sui iuris di Asmara, conosciuta anche come Chiesa cattolica eritrea, consistente nell'arcieparchia di Asmara e nelle sue tre eparchie suffraganee, separandole dalla Chiesa metropolitana sui iuris etiope e nominando Menghesteab Tesfamariam primo arcieparca metropolita.[2][11]

Il 27 giugno successivo, l'arcieparca è stato nominato membro della Congregazione per le Chiese Orientali[12]. Infine, il 29 giugno, solenne festività dei Santi Pietro e Paolo, ha ricevuto, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, dalle mani del pontefice il pallio, simbolo di comunione tra il metropolita e la Santa Sede.

Note

Voci correlate

Collegamenti esterni

Predecessore Eparca di Asmara degli Eritrei Successore
Zekarias Yohannes 25 giugno 2001 - 19 gennaio 2015 -

Predecessore Arcieparca metropolita di Asmara degli Eritrei Successore
- dal 19 gennaio 2015 in carica

Predecessore Presidente del Consiglio della Chiesa Eritrea Successore
- dal 19 gennaio 2015 in carica