Santuario di Asclepio
| Santuario di Asclepio Ἀσκλαπιεῖον, Asclepieion | |
|---|---|
| Civiltà | Antica Grecia |
| Utilizzo | santuario[1] |
| Stile | dorico (stoà principale)[2] |
| Epoca | 420 a.C. circa[3] |
| Localizzazione | |
| Stato | |
| Comune | Atene |
| Amministrazione | |
| Patrimonio | Acropoli di Atene[4] |
| Mappa di localizzazione | |
| |
Il santuario di Asclepio (Asklepieion) era un complesso sacro dedicato ad Asclepio e a Igea sulla pendice meridionale dell'Acropoli di Atene, poco a ovest del teatro di Dioniso.[5] Fondato nell'anno attico 420/19 a.C. come centro di guarigione e di culto, includeva tempio, altare, sorgente sacra, fossa d'offerta (bothros) e due stoai con funzioni rituali e di accoglienza.[6]
Sopravvivono le fondazioni del piccolo tempio e delle due stoai, la grotta con sorgente sacra, tratti del recinto e il bothros menzionati dalle fonti epigrafiche e riconoscibili nell'area del santuario.[7][8]

Storia
[modifica | modifica wikitesto]
Introduzione del culto ad Atene
[modifica | modifica wikitesto]L'introduzione del culto di Asclepio ad Atene è attestata dall'iscrizione fondativa nota come monumento di Telemaco (IG II3 4, 665), che ricorda la creazione del hieron e dell'altare ad Asclepio e Igeia e le prime sistemazioni del recinto sacro sulla pendice meridionale dell'Acropoli.[9] Il grande rilievo conservato al Museo dell'Acropoli (inv. ΕΑΜ 2490) raffigura simbolicamente l'arrivo del dio da Epidauro e l'accoglienza da parte di Telemaco, con rimandi alle pratiche di incubazione.[10]
Costruzione
[modifica | modifica wikitesto]
Il santuario, attivo fin dal tardo V secolo a.C., si sviluppò su terrazze addossate alla roccia, con ampliamenti e aggiornamenti in età tardo-classica ed ellenistica documentati da decreti e inventari delle offerte (IG II2 1532–1538) che registrano arredi sacri, doni e la gestione dei beni.[11][12] Una testimonianza letteraria colloca l'Asklepieion «sulla via che dall'orchestra del teatro sale all'Acropoli», confermandone la posizione lungo il percorso monumentale della pendice sud.[13]
L'impianto originario comprendeva un piccolo tempio con statua di culto, l'altare davanti alla facciata, una sorgente sacra ricavata in una cavità della rupe e due stoai con funzioni rituali e di accoglienza dei pellegrini, organizzate su terrazze addossate al pendio.[14][15]
Le fonti epigrafiche di età tardo-classica ed ellenistica (IG II² 1532–1538) documentano acquisti, arredi e gestione del tesoro del santuario, confermando ampliamenti e aggiornamenti dell'assetto edilizio e degli spazi destinati alle pratiche di incubazione e all'ospitalità dei malati.[16][17]
Età romana
[modifica | modifica wikitesto]In età imperiale romana furono realizzati interventi di riassetto e aggiunte monumentali, tra cui un propileo di accesso, senza interruzione della funzione terapeutica del complesso; la continuità del culto è indicata dalla persistenza dei voti anatomici e dalle dediche rinvenute nel santuario.[18][19]
Età tardoantica e bizantina
[modifica | modifica wikitesto]Tra V e VI secolo l'area dell'Asklepieion fu occupata da una grande basilica paleocristiana a tre navate dedicata agli Aghioi Anargyroi (Santi Anargiri), che riutilizzò nella costruzione il tempio, l'altare e larga parte della stoà dorica del santuario oltre alla stoà di età romana.[20][21] In seguito, tra XI e XII secolo, poco più a est sorse la chiesa di San Giorgio "l'Alessandrino", poi distrutta in età contemporanea.[22]
Età ottomana e prima età moderna
[modifica | modifica wikitesto]Nel XIII secolo fu realizzata la fortificazione detta Rizocastro, alla base dell'Acropoli; il tratto fra l'Odeo di Erode Attico e il Teatro di Dioniso (bastione di Serpentzé) rimase in uso nella prima dominazione ottomana (1456-1687).[23] Nel 1778 l'intera pendice sud fu racchiusa dal cosiddetto Muro di Haseki, mentre i monumenti della zona risultavano già coperti da imponenti riporti di terra; nella porzione sud-orientale sopravvisse un piccolo insediamento, espropriato e demolito negli anni sessanta del Novecento per la sistemazione archeologica dell'area.[24]
Scoperte archeologiche e interventi in età contemporanea
[modifica | modifica wikitesto]La Società Archeologica di Atene avviò le esplorazioni della pendice sud fra 1848 e 1858 (sgombero dell'Odeo di Erode Attico), quindi fra 1862 e 1867 (scavi nel santuario di Dioniso e nel teatro).[25] Le rovine dell'Asclepieion furono messe in luce in modo estensivo tra 1876 e 1879, insieme alla Stoà di Eumene.[26]
Nell'ambito del programma coordinato da YSMA–ESMA, tra 1980 e 1993 si eseguirono consolidamenti delle pendici e dei monumenti della zona; per l'Asklepieion furono poi attuati interventi di anastilosi parziale della stoà dorica e del bothros tra 2002 e 2005, quindi la ricomposizione parziale del tempio fu avviata nel settembre 2011 con conclusione programmata per il novembre 2015.[27][28]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Impianto e funzioni cultuali
[modifica | modifica wikitesto]
Il santuario si articolava su terrazze addossate alla rupe meridionale dell'Acropoli, con un peribolo che racchiudeva un piccolo tempio di Asclepio (con statua di culto) e l'altare principale davanti alla facciata orientata verso il percorso d'accesso ai Propilei.[29][30] Al centro delle pratiche terapeutiche stava l'incubazione notturna (enkoimesis): i fedeli dormivano in un settore della stoà destinato ad abaton, in attesa di un sogno rivelatore o di guarigione miracolosa.[31] La grande quantità di dediche figurate e ex voto anatomici attesta la popolarità del culto nella vita religiosa ateniese.[32]
Il peribolo arcaico-classico conservato all'angolo sud-est presenta ortostati alti 64 cm, lunghi 90 cm – 1,12 m, con spessore di 29 cm alla base e 22 cm in sommità; le facce esterne mostrano 15 righe di scanalature verticali, ciascuna alta 3 cm con interspazi di 2 cm, caratteristica che ricorre in oltre venti blocchi rintracciati nel santuario.[33] Del lato sud del peribolo si conservano 6,19 m e del lato est 4,66 m; la lunghezza totale del muro orientale è determinabile in 13,72 m grazie ai tagli di posa nella roccia; sul lato sud è attestata anche un'apertura di 85 cm realizzata in età tardoantica.[34] La quota misurata in sommità degli ortostati del peribolo è di 107,14 m s.l.m., coerente con il piano d'uso antico del santuario; il tracciato del Peripatos correva circa 80 cm più in basso sul lato esterno.[35]
Le stoà
[modifica | modifica wikitesto]Il complesso comprendeva due stoà: una stoà dorica a più ambienti, a due piani, destinata anche a katagogion/abaton per i pellegrini, e una seconda stoà usata come refettorio e alloggio per sacerdoti e visitatori.[36][37] Nella stoà dorica erano integrati a oriente una sorgente sacra ricavata in una piccola grotta della rupe e, presso l'estremità occidentale, un bothros (fossa d'offerta) utilizzato per deposizioni rituali.[38]
La stoà dorica settentrionale, secondo la specifica epigrafica di età 300/299 a.C. aveva colonne doriche in marmo imetteo alte nove piedi e mezzo fino al capitello, pari a circa 2,80 m (assumendo il piede attico di 295,7 mm); l'epistilio era disposto con due blocchi per intercolunnio.[39][40]
Altari, dediche e documentazione epigrafica
[modifica | modifica wikitesto]
Davanti al tempio era collocato l'altare per i sacrifici, mentre le pareti del santuario ospitavano rilievi votivi con Asclepio e Igiea e tavolette dedicatorie; i numerosi inventari e decreti (IG II2 1532–1538) registrano arredi sacri, offerte e la gestione dei beni, fornendo dati preziosi sulla vita del santuario.[41][42][43]
Sorgente sacra e grotta
[modifica | modifica wikitesto]Sul lato orientale del recinto, in una piccola cavità della rupe, si trovava una sorgente sacra utilizzata nei riti di purificazione e nelle pratiche terapeutiche; il vano rupestre, integrato con strutture murarie, è ancora riconoscibile presso la stoà dorica.[44]
Bothros e area cultuale
[modifica | modifica wikitesto]Nell'angolo occidentale dell'area porticata è attestato un bothros (fossa d'offerta) destinato alla deposizione di materiali votivi e organici, collegato alle cerimonie del culto; il suo ripristino è stato compreso negli interventi di anastilosi del primo decennio del XXI secolo.[45][46] Il bothros coperto era impostato su quattro colonne con interasse di 3,40 m e presentava un diametro interno di 2,85 m.[47]
Reperti e collocazione museale
[modifica | modifica wikitesto]Tra i reperti di maggiore rilievo rinvenuti nel sito la stele di fondazione detta "di Telemaco" (inv. ΕΑΜ 2490), con rilievo e iscrizione sulla fondazione del santuario, esposta lungo il percorso museale delle Pendici; il Rilievo dei medici (inv. ΕΑΜ 1332) con scene connesse alla sfera terapeutica; e un rilievo votivo con Asclepio e Igiea, tutti conservati al Museo dell'Acropoli di Atene.[48][49][50] Un frammento moderno connesso al monumento di Telemaco è inoltre conservato al British Museum (inv. 1971,0125.1).[51]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 5 ottobre 2025.
- ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (CHS). URL consultato il 5 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 5 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios at Athens, su Pleiades, 7 settembre 2024. URL consultato il 5 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios at Athens, su Pleiades, 7 settembre 2024. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) IG II3 4, 665 (Telemachos monument), su Attic Inscriptions Online. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) IG II3 4, 665 (Telemachos monument), su Attic Inscriptions Online. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Founding stele of the Sanctuary of Asklepios ("Telemachos' relief"), su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Inscriptions from the Asklepieion, su Attic Inscriptions Online. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) John Ma, The Inventory SEG XXVI 139, and the Athenian Asklepieion (PDF), in Tekmeria, vol. 9, 2008, pp. 7–16.
- ^ (EN) Pausanias, Description of Greece 1.21.4 (CHS Pausanias Reader), su Center for Hellenic Studies. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Inscriptions from the Asklepieion (IG II2 1532–1538), su Attic Inscriptions Online. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) John Ma, The Inventory SEG XXVI 139, and the Athenian Asklepieion (PDF), in Tekmeria, vol. 9, 2008, pp. 7–16.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) The Relief of the Physicians, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) South Slope of the Acropolis, su Odysseus, Ministry of Culture and Sports. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) The Restoration of the Monuments of the Athenian Acropolis (2nd ed., 2011) (PDF), su Acropolis Restoration Service. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EL) Αναστήλωση, Συντήρηση και Ανάδειξη του Ασκληπιείου Νότιας Κλιτύος Ακροπόλεως, su Υπουργείο Πολιτισμού και Αθλητισμού. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios at Athens, su Pleiades, 7 settembre 2024. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Jesper Tae Jensen; Michaelis Lefantzis, The Athenian Asklepieion on the South Slope of the Akropolis: Early Development, ca. 420–360 B.C., su academia.edu (estratto dal volume accademico). URL consultato il 6 ottobre 2025.
- ^ (EN) Jesper Tae Jensen; Michaelis Lefantzis, The Athenian Asklepieion on the South Slope of the Akropolis: Early Development, ca. 420–360 B.C., su academia.edu (estratto dal volume accademico). URL consultato il 6 ottobre 2025.
- ^ (EN) Jesper Tae Jensen; Michaelis Lefantzis, The Athenian Asklepieion on the South Slope of the Akropolis: Early Development, ca. 420–360 B.C., su academia.edu (estratto dal volume accademico). URL consultato il 6 ottobre 2025.
- ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (CHS). URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Specifications for the construction of the Doric Stoa of the Asklepieion (Aleshire, Asklepios, p. 14–32), su Attic Inscriptions Online. URL consultato il 6 ottobre 2025.
- ^ (EN) Measures, su Oxford Classical Dictionary, 2015. URL consultato il 6 ottobre 2025.
- ^ (EN) Relief depicting Asklepios and Hygeia, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Inscriptions from the Asklepieion, su Attic Inscriptions Online. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) John Ma, The Inventory SEG XXVI 139, and the Athenian Asklepieion (PDF), in Tekmeria, vol. 9, 2008, pp. 7–16.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EL) Αναστήλωση, Συντήρηση και Ανάδειξη του Ασκληπιείου Νότιας Κλιτύος Ακροπόλεως, su Υπουργείο Πολιτισμού και Αθλητισμού. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Jesper Tae Jensen; Michaelis Lefantzis, The Athenian Asklepieion on the South Slope of the Akropolis: Early Development, ca. 420–360 B.C., su academia.edu (estratto dal volume accademico). URL consultato il 6 ottobre 2025.
- ^ (EN) Founding stele of the Sanctuary of Asklepios (Telemachos' relief), su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) The Relief of the Physicians, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Relief depicting Asklepios and Hygeia, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ (EN) Telemachos Monument (fragment), su The British Museum – Collections. URL consultato il 7 ottobre 2025.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sara B. Aleshire, Asklepios at Athens: Epigraphic and Prosopographic Essays on the Athenian Healing Cults, Amsterdam, J. C. Gieben, 1991, ISBN 9050630685.
- (EN) Maria Ioannidou e Eleni Lebidaki, The Restoration of the Monuments of the Athenian Acropolis (PDF), 2nd edition (updated 2011–2013), Athens, Acropolis Restoration Service, 2011.
- (EN) Jesper Tae Jensen e Michaelis Lefantzis, The Athenian Asklepieion on the South Slope of the Akropolis: Early Development, ca. 420–360 B.C., in Jesper Tae Jensen, George Hinge, Peter Schultz e Bronwen Wickkiser (a cura di), Aspects of Ancient Greek Cult: Context, Ritual and Iconography, Aarhus Studies in Mediterranean Antiquity 8, Aarhus, Aarhus University Press, 2009, pp. 91–124, ISBN 978-87-7934-664-2.
- (EN) John Ma, The Inventory SEG XXVI 139, and the Athenian Asklepieion (PDF), in Tekmeria, vol. 9, 2008, pp. 7–16.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Santuario di Asclepio
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Santuario di Asclepio, su Arachne.
- (EN) IG II3 4, 665 (Telemachos monument), su Attic Inscriptions Online.
- (EN) Inscriptions from the Asklepieion (IG II2 1532–1538), su Attic Inscriptions Online.
- (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum.
- (EN) Sanctuary of Asklepios at Athens, su Pleiades, 7 settembre 2024.
- (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies).
- (EN) Telemachos Monument (fragment) 1971,0125.1, su The British Museum – Collections.
| Controllo di autorità | VIAF (EN) 316746181 · LCCN (EN) sh93006482 · BNF (FR) cb13319343k (data) · J9U (EN, HE) 987007290559705171 |
|---|

