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Santuario di Asclepio

Coordinate: 37°58′14.81″N 23°43′36.52″E
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Disambiguazione – Se stai cercando il santuario dedicato ad Asclepio presso Epidauro, vedi Epidauro#Santuario di Asclepio.
Santuario di Asclepio
Ἀσκλαπιεῖον, Asclepieion
Resti del santuario di Asclepio nel 2018
CiviltàAntica Grecia
Utilizzosantuario[1]
Stiledorico (stoà principale)[2]
Epoca420 a.C. circa[3]
Localizzazione
StatoGrecia (bandiera) Grecia
ComuneAtene
Amministrazione
PatrimonioAcropoli di Atene[4]
Mappa di localizzazione
Map

Il santuario di Asclepio (Asklepieion) era un complesso sacro dedicato ad Asclepio e a Igea sulla pendice meridionale dell'Acropoli di Atene, poco a ovest del teatro di Dioniso.[5] Fondato nell'anno attico 420/19 a.C. come centro di guarigione e di culto, includeva tempio, altare, sorgente sacra, fossa d'offerta (bothros) e due stoai con funzioni rituali e di accoglienza.[6]

Sopravvivono le fondazioni del piccolo tempio e delle due stoai, la grotta con sorgente sacra, tratti del recinto e il bothros menzionati dalle fonti epigrafiche e riconoscibili nell'area del santuario.[7][8]

Planimetria dell'Acropoli di Atene: il numero 17 (al centro verso il basso) è il santuario di Asclepio.
La stele fondativa del complesso, il cosidetto Monumento di Telemaco, Museo dell'Acropoli di Atene (ΕΑΜ 2490).

Introduzione del culto ad Atene

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L'introduzione del culto di Asclepio ad Atene è attestata dall'iscrizione fondativa nota come monumento di Telemaco (IG II3 4, 665), che ricorda la creazione del hieron e dell'altare ad Asclepio e Igeia e le prime sistemazioni del recinto sacro sulla pendice meridionale dell'Acropoli.[9] Il grande rilievo conservato al Museo dell'Acropoli (inv. ΕΑΜ 2490) raffigura simbolicamente l'arrivo del dio da Epidauro e l'accoglienza da parte di Telemaco, con rimandi alle pratiche di incubazione.[10]

Ex voto anatomici in bassorilievo rinvenuti nell'Asclepeion (IV secolo a.C.): occhi (NAM 2277), seno (EM 8761), orecchio (Akr 18381), gamba (NAM 2571). Museo dell'Acropoli di Atene.

Il santuario, attivo fin dal tardo V secolo a.C., si sviluppò su terrazze addossate alla roccia, con ampliamenti e aggiornamenti in età tardo-classica ed ellenistica documentati da decreti e inventari delle offerte (IG II2 1532–1538) che registrano arredi sacri, doni e la gestione dei beni.[11][12] Una testimonianza letteraria colloca l'Asklepieion «sulla via che dall'orchestra del teatro sale all'Acropoli», confermandone la posizione lungo il percorso monumentale della pendice sud.[13]

L'impianto originario comprendeva un piccolo tempio con statua di culto, l'altare davanti alla facciata, una sorgente sacra ricavata in una cavità della rupe e due stoai con funzioni rituali e di accoglienza dei pellegrini, organizzate su terrazze addossate al pendio.[14][15]

Le fonti epigrafiche di età tardo-classica ed ellenistica (IG II² 1532–1538) documentano acquisti, arredi e gestione del tesoro del santuario, confermando ampliamenti e aggiornamenti dell'assetto edilizio e degli spazi destinati alle pratiche di incubazione e all'ospitalità dei malati.[16][17]

In età imperiale romana furono realizzati interventi di riassetto e aggiunte monumentali, tra cui un propileo di accesso, senza interruzione della funzione terapeutica del complesso; la continuità del culto è indicata dalla persistenza dei voti anatomici e dalle dediche rinvenute nel santuario.[18][19]

Età tardoantica e bizantina

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Tra V e VI secolo l'area dell'Asklepieion fu occupata da una grande basilica paleocristiana a tre navate dedicata agli Aghioi Anargyroi (Santi Anargiri), che riutilizzò nella costruzione il tempio, l'altare e larga parte della stoà dorica del santuario oltre alla stoà di età romana.[20][21] In seguito, tra XI e XII secolo, poco più a est sorse la chiesa di San Giorgio "l'Alessandrino", poi distrutta in età contemporanea.[22]

Età ottomana e prima età moderna

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Nel XIII secolo fu realizzata la fortificazione detta Rizocastro, alla base dell'Acropoli; il tratto fra l'Odeo di Erode Attico e il Teatro di Dioniso (bastione di Serpentzé) rimase in uso nella prima dominazione ottomana (1456-1687).[23] Nel 1778 l'intera pendice sud fu racchiusa dal cosiddetto Muro di Haseki, mentre i monumenti della zona risultavano già coperti da imponenti riporti di terra; nella porzione sud-orientale sopravvisse un piccolo insediamento, espropriato e demolito negli anni sessanta del Novecento per la sistemazione archeologica dell'area.[24]

Scoperte archeologiche e interventi in età contemporanea

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La Società Archeologica di Atene avviò le esplorazioni della pendice sud fra 1848 e 1858 (sgombero dell'Odeo di Erode Attico), quindi fra 1862 e 1867 (scavi nel santuario di Dioniso e nel teatro).[25] Le rovine dell'Asclepieion furono messe in luce in modo estensivo tra 1876 e 1879, insieme alla Stoà di Eumene.[26]

Nell'ambito del programma coordinato da YSMA–ESMA, tra 1980 e 1993 si eseguirono consolidamenti delle pendici e dei monumenti della zona; per l'Asklepieion furono poi attuati interventi di anastilosi parziale della stoà dorica e del bothros tra 2002 e 2005, quindi la ricomposizione parziale del tempio fu avviata nel settembre 2011 con conclusione programmata per il novembre 2015.[27][28]

Impianto e funzioni cultuali

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Le rovine del santuario viste dall'alto dell'acropoli nel 2009

Il santuario si articolava su terrazze addossate alla rupe meridionale dell'Acropoli, con un peribolo che racchiudeva un piccolo tempio di Asclepio (con statua di culto) e l'altare principale davanti alla facciata orientata verso il percorso d'accesso ai Propilei.[29][30] Al centro delle pratiche terapeutiche stava l'incubazione notturna (enkoimesis): i fedeli dormivano in un settore della stoà destinato ad abaton, in attesa di un sogno rivelatore o di guarigione miracolosa.[31] La grande quantità di dediche figurate e ex voto anatomici attesta la popolarità del culto nella vita religiosa ateniese.[32]

Il peribolo arcaico-classico conservato all'angolo sud-est presenta ortostati alti 64 cm, lunghi 90 cm – 1,12 m, con spessore di 29 cm alla base e 22 cm in sommità; le facce esterne mostrano 15 righe di scanalature verticali, ciascuna alta 3 cm con interspazi di 2 cm, caratteristica che ricorre in oltre venti blocchi rintracciati nel santuario.[33] Del lato sud del peribolo si conservano 6,19 m e del lato est 4,66 m; la lunghezza totale del muro orientale è determinabile in 13,72 m grazie ai tagli di posa nella roccia; sul lato sud è attestata anche un'apertura di 85 cm realizzata in età tardoantica.[34] La quota misurata in sommità degli ortostati del peribolo è di 107,14 m s.l.m., coerente con il piano d'uso antico del santuario; il tracciato del Peripatos correva circa 80 cm più in basso sul lato esterno.[35]

Il complesso comprendeva due stoà: una stoà dorica a più ambienti, a due piani, destinata anche a katagogion/abaton per i pellegrini, e una seconda stoà usata come refettorio e alloggio per sacerdoti e visitatori.[36][37] Nella stoà dorica erano integrati a oriente una sorgente sacra ricavata in una piccola grotta della rupe e, presso l'estremità occidentale, un bothros (fossa d'offerta) utilizzato per deposizioni rituali.[38]

La stoà dorica settentrionale, secondo la specifica epigrafica di età 300/299 a.C. aveva colonne doriche in marmo imetteo alte nove piedi e mezzo fino al capitello, pari a circa 2,80 m (assumendo il piede attico di 295,7 mm); l'epistilio era disposto con due blocchi per intercolunnio.[39][40]

Altari, dediche e documentazione epigrafica

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Strutture del santuario nel 2018

Davanti al tempio era collocato l'altare per i sacrifici, mentre le pareti del santuario ospitavano rilievi votivi con Asclepio e Igiea e tavolette dedicatorie; i numerosi inventari e decreti (IG II2 1532–1538) registrano arredi sacri, offerte e la gestione dei beni, fornendo dati preziosi sulla vita del santuario.[41][42][43]

Sorgente sacra e grotta

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Sul lato orientale del recinto, in una piccola cavità della rupe, si trovava una sorgente sacra utilizzata nei riti di purificazione e nelle pratiche terapeutiche; il vano rupestre, integrato con strutture murarie, è ancora riconoscibile presso la stoà dorica.[44]

Bothros e area cultuale

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Nell'angolo occidentale dell'area porticata è attestato un bothros (fossa d'offerta) destinato alla deposizione di materiali votivi e organici, collegato alle cerimonie del culto; il suo ripristino è stato compreso negli interventi di anastilosi del primo decennio del XXI secolo.[45][46] Il bothros coperto era impostato su quattro colonne con interasse di 3,40 m e presentava un diametro interno di 2,85 m.[47]

Reperti e collocazione museale

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Tra i reperti di maggiore rilievo rinvenuti nel sito la stele di fondazione detta "di Telemaco" (inv. ΕΑΜ 2490), con rilievo e iscrizione sulla fondazione del santuario, esposta lungo il percorso museale delle Pendici; il Rilievo dei medici (inv. ΕΑΜ 1332) con scene connesse alla sfera terapeutica; e un rilievo votivo con Asclepio e Igiea, tutti conservati al Museo dell'Acropoli di Atene.[48][49][50] Un frammento moderno connesso al monumento di Telemaco è inoltre conservato al British Museum (inv. 1971,0125.1).[51]

  1. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  2. ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (CHS). URL consultato il 5 ottobre 2025.
  3. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  4. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios at Athens, su Pleiades, 7 settembre 2024. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  5. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios at Athens, su Pleiades, 7 settembre 2024. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  6. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  7. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  8. ^ (EN) IG II3 4, 665 (Telemachos monument), su Attic Inscriptions Online. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  9. ^ (EN) IG II3 4, 665 (Telemachos monument), su Attic Inscriptions Online. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  10. ^ (EN) Founding stele of the Sanctuary of Asklepios ("Telemachos' relief"), su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  11. ^ (EN) Inscriptions from the Asklepieion, su Attic Inscriptions Online. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  12. ^ (EN) John Ma, The Inventory SEG XXVI 139, and the Athenian Asklepieion (PDF), in Tekmeria, vol. 9, 2008, pp. 7–16.
  13. ^ (EN) Pausanias, Description of Greece 1.21.4 (CHS Pausanias Reader), su Center for Hellenic Studies. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  14. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  15. ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
  16. ^ (EN) Inscriptions from the Asklepieion (IG II2 1532–1538), su Attic Inscriptions Online. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  17. ^ (EN) John Ma, The Inventory SEG XXVI 139, and the Athenian Asklepieion (PDF), in Tekmeria, vol. 9, 2008, pp. 7–16.
  18. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  19. ^ (EN) The Relief of the Physicians, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  20. ^ (EN) South Slope of the Acropolis, su Odysseus, Ministry of Culture and Sports. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  21. ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
  22. ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
  23. ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
  24. ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
  25. ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
  26. ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (Center for Hellenic Studies). URL consultato il 7 ottobre 2025.
  27. ^ (EN) The Restoration of the Monuments of the Athenian Acropolis (2nd ed., 2011) (PDF), su Acropolis Restoration Service. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  28. ^ (EL) Αναστήλωση, Συντήρηση και Ανάδειξη του Ασκληπιείου Νότιας Κλιτύος Ακροπόλεως, su Υπουργείο Πολιτισμού και Αθλητισμού. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  29. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios at Athens, su Pleiades, 7 settembre 2024. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  30. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  31. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  32. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  33. ^ (EN) Jesper Tae Jensen; Michaelis Lefantzis, The Athenian Asklepieion on the South Slope of the Akropolis: Early Development, ca. 420–360 B.C., su academia.edu (estratto dal volume accademico). URL consultato il 6 ottobre 2025.
  34. ^ (EN) Jesper Tae Jensen; Michaelis Lefantzis, The Athenian Asklepieion on the South Slope of the Akropolis: Early Development, ca. 420–360 B.C., su academia.edu (estratto dal volume accademico). URL consultato il 6 ottobre 2025.
  35. ^ (EN) Jesper Tae Jensen; Michaelis Lefantzis, The Athenian Asklepieion on the South Slope of the Akropolis: Early Development, ca. 420–360 B.C., su academia.edu (estratto dal volume accademico). URL consultato il 6 ottobre 2025.
  36. ^ (EN) Asklepieion (South Slope of the Acropolis), su ToposText (CHS). URL consultato il 7 ottobre 2025.
  37. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  38. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  39. ^ (EN) Specifications for the construction of the Doric Stoa of the Asklepieion (Aleshire, Asklepios, p. 14–32), su Attic Inscriptions Online. URL consultato il 6 ottobre 2025.
  40. ^ (EN) Measures, su Oxford Classical Dictionary, 2015. URL consultato il 6 ottobre 2025.
  41. ^ (EN) Relief depicting Asklepios and Hygeia, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  42. ^ (EN) Inscriptions from the Asklepieion, su Attic Inscriptions Online. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  43. ^ (EN) John Ma, The Inventory SEG XXVI 139, and the Athenian Asklepieion (PDF), in Tekmeria, vol. 9, 2008, pp. 7–16.
  44. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  45. ^ (EN) Sanctuary of Asklepios, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  46. ^ (EL) Αναστήλωση, Συντήρηση και Ανάδειξη του Ασκληπιείου Νότιας Κλιτύος Ακροπόλεως, su Υπουργείο Πολιτισμού και Αθλητισμού. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  47. ^ (EN) Jesper Tae Jensen; Michaelis Lefantzis, The Athenian Asklepieion on the South Slope of the Akropolis: Early Development, ca. 420–360 B.C., su academia.edu (estratto dal volume accademico). URL consultato il 6 ottobre 2025.
  48. ^ (EN) Founding stele of the Sanctuary of Asklepios (Telemachos' relief), su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  49. ^ (EN) The Relief of the Physicians, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  50. ^ (EN) Relief depicting Asklepios and Hygeia, su Acropolis Museum. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  51. ^ (EN) Telemachos Monument (fragment), su The British Museum – Collections. URL consultato il 7 ottobre 2025.
  • (EN) Sara B. Aleshire, Asklepios at Athens: Epigraphic and Prosopographic Essays on the Athenian Healing Cults, Amsterdam, J. C. Gieben, 1991, ISBN 9050630685.
  • (EN) Maria Ioannidou e Eleni Lebidaki, The Restoration of the Monuments of the Athenian Acropolis (PDF), 2nd edition (updated 2011–2013), Athens, Acropolis Restoration Service, 2011.
  • (EN) Jesper Tae Jensen e Michaelis Lefantzis, The Athenian Asklepieion on the South Slope of the Akropolis: Early Development, ca. 420–360 B.C., in Jesper Tae Jensen, George Hinge, Peter Schultz e Bronwen Wickkiser (a cura di), Aspects of Ancient Greek Cult: Context, Ritual and Iconography, Aarhus Studies in Mediterranean Antiquity 8, Aarhus, Aarhus University Press, 2009, pp. 91–124, ISBN 978-87-7934-664-2.
  • (EN) John Ma, The Inventory SEG XXVI 139, and the Athenian Asklepieion (PDF), in Tekmeria, vol. 9, 2008, pp. 7–16.

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