Rock in Opposition

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca


Rock in Opposition (spesso abbreviato in RIO) è stato un collettivo politico-musicale transeuropeo fondato da alcuni gruppi musicali nel 1978, in aperta opposizione alla logica commerciale dell'industria discografica, da loro ritenuta espressione del capitalismo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Rock in Opposition nacque come titolo di una manifestazione musicale promossa e organizzata dalla band inglese Henry Cow, con la sovvenzione del British Arts Council, presso il New London Theater di Drury Lane a Londra il 12 marzo 1978 .[1] Chris Cutler, batterista del gruppo, spiegò l'intento dell'iniziativa in un volantino distribuito a tutto il pubblico, nel quale fra l'altro si leggeva:

«I discografici prendono le loro decisioni basandosi sul profitto e il prestigio [...] «Hanno orecchie solo per il fruscio del denaro, cuori che pompano solo il sangue delle vittime» [...] «L'indipendenza è un primo passo valido solo se il secondo sarà la Rivoluzione.[2]»

Spirito dell'evento era dunque opporsi alla logica delle case discografiche creando una musica indipendente, lontana da obiettivi commerciali. Sotto lo slogan: five bands the record companies don't want you to hear («Cinque gruppi che le case discografiche non vogliono che ascoltiate»), si esibirono gruppi da cinque diversi paesi europei:

Il concerto, pensato in origine come una semplice vetrina per gli artisti coinvolti, riscosse un buon successo di critica che indusse organizzatori e partecipanti a proseguire la collaborazione. L'8 dicembre 1978 i cinque gruppi si ritrovarono perciò al Sunrise Studio di Kirchberg per trasformare RIO in un collettivo stabile; gli Henry Cow si erano intanto ufficialmente sciolti ma i loro membri erano tutti presenti all'incontro in veste di cofondatori.[8] Nella stessa sede fu anche discusso e approvato l'allargamento del collettivo ad altri gruppi, da scegliersi sulla base di tre parametri: qualità della musica (valutata dal collettivo stesso), estraneità alle logiche commerciali e una generica appartenenza al genere rock[8]. Si aggiunsero così:

Cutler aveva intanto creato la Recommended Records (RēR), un'etichetta discografica dedicata a RIO e alla musica alternativa di qualità, che anche dopo la fine del movimento avrebbe proseguito la sua attività di diffusione della musica indipendente.[12]

La seconda edizione di Rock in Opposition, promossa dagli italiani Stormy Six, si svolse al Teatro dell'Elfo di Milano dal 26 aprile al 1º maggio del 1979 e, tranne ovviamente i disciolti Henry Cow, vi suonarono tutti i gruppi membri, compresi i tre nuovi entrati. Nonostante il successo della manifestazione,[13] proprio a Milano emersero differenze di vedute all'interno del collettivo: in particolare Franco Fabbri degli Stormy Six richiese una maggiore vicinanza ai movimenti politici e l'apertura ad altre forme d'arte come teatro, arti visive e letteratura ma l'istanza non trovò riscontro; poco dopo, la progressiva marginalizzazione commerciale portò l'esperienza del RIO all'esaurimento e dopo altri due concerti in Svezia e in Belgio, sempre nel 1979, il movimento si dissolse di fatto, pur sopravvivendo per lungo tempo il mutuo sostegno fra alcuni degli artisti coinvolti.[8]

L'eredità del Rock in Opposition[modifica | modifica wikitesto]

Il promoter sloveno Aleks Lenard, già presente all'Elfo di Milano, organizzò a Lubiana tra il 1980 e il 1982 tre edizioni di un festival apertamente ispirato all'esperienza del 1978-79 ed egualmente intitolato: Rock in Opposition.[14] Quasi trent'anni dopo in Francia, una prima volta nel 2007 e poi regolarmente ogni anno dal 2009 al 2019, si tenne il Rock In Opposition Festival al quale parteciparono gruppi provenienti da tutto il mondo e talvolta anche membri del RIO originario come Univers Zero, Fred Frith e Art Bears (questi ultimi con l'aggiunta di altri musicisti e sotto il nome di "Art Bears Songbook", a sottolineare che non si trattava propriamente di una reunion).[15] Spezzoni di concerti e interviste raccolte durante la 4ª edizione (2011) comparvero in una serie di documentari sul rock progressivo dal titolo: Romantic Warriors – A Progressive Music Saga, diretti da Adele Schmidt e José Zegarra Holder e pubblicati in DVD tra il 2010 e il 2021.[16] Il 6 ottobre 2019 Michel Besset, uno degli organizzatori della kermesse francese, annunciò in un comunicato stampa che la 12ª edizione – tenutasi a maggio di quell'anno – sarebbe stata l'ultima e che quella particolare incarnazione del RIO Festival era pertanto da considerarsi un'esperienza definitivamente conclusa.[15]

Più in generale, la sigla RIO ha continuato negli anni a essere impiegata – senza un coinvolgimento diretto di membri del movimento originario[8] – per identificare artisticamente sia questi ultimi, sia altri gruppi che nel tempo si sono espressamente ispirati a loro, come: Sleepytime Gorilla Museum, 5uu's e Thinking Plague (tutti e tre dagli USA), Guapó (Regno Unito), Miriodor (Canada), Present (Belgio); data la varietà stilistica di tali formazioni, l'etichetta "RIO" non sta a indicare tanto uno specifico genere musicale, quanto piuttosto una cerchia ideale di artisti aventi in comune l'indipendenza dalle major discografiche, la tendenza alla sperimentazione musicale e idee politiche generalmente orientate a sinistra.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Phil Zampino, Rock in Opposition, in SquidCo.
  2. ^ RIO Facts, su squidco.com. URL consultato il 4 settembre 2020.
  3. ^ (EN) Henry Cow, su Progarchives.com. URL consultato il 9 agosto 2020.
  4. ^ (EN) Stormy Six, su Progarchives.com. URL consultato il 9 agosto 2020.
  5. ^ (EN) Samla Mammas Manna, su Progarchives.com. URL consultato il 9 agosto 2020.
  6. ^ (EN) Univers Zero, su Progarchives.com. URL consultato il 9 agosto 2020.
  7. ^ (EN) Etron Fou Leloublan, su Progarchives.com. URL consultato il 9 agosto 2020.
  8. ^ a b c d e Chris Cutler, Rock in Opposition, in Chris Cutler homepage.
  9. ^ (EN) Art Bears, su Progarchives.com. URL consultato il 15 agosto 2020.
  10. ^ (EN) Art Zoyd, su Progarchives.com. URL consultato il 15 agosto 2020.
  11. ^ (EN) Aksak Maboul, su Progarchives.com. URL consultato il 15 agosto 2020.
  12. ^ ReR Megacorp, su rermegacorp.com. URL consultato il 15 agosto 2020.
  13. ^ .: Franco Fabbri - Stormy Six :., su francofabbri.net. URL consultato il 15 agosto 2020.
  14. ^ (EN) Aleks Lenard | The Man Who Brought Rock In Opposition To Slovenia, su It's Psychedelic Baby Magazine, 23 maggio 2021. URL consultato il 1º giugno 2021.
  15. ^ a b Rock In Opposition festival in France., su post-rock.lv. URL consultato il 13 agosto 2020.
  16. ^ Romantic Warriors II - A Progressive Music Saga (About Rock In Opposition), su Discogs. URL consultato il 13 agosto 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rizzi, Cesare. Progressive & Underground '67 - '76. Firenze: Giunti Editore (2003), ISBN 88-09-03230-6.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Rock progressivo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di rock progressivo