Potere costituente

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Il potere costituente è il momento fondante di un pubblico potere su una comunità nazionale; segna il passaggio tra due fasi storico-giuridiche e politiche diverse. Con la Costituzione, infatti, si esaurisce il potere costituente (prima del quale vi è il caos) ed inizia il potere costituito.

Libertà del potere[modifica | modifica wikitesto]

Esso è stato di frequente inteso dalla dottrina quale un potere libero, anzi quale l'unico potere libero nel diritto costituzionale generale[1].

Infatti nessuna regola preesistente lo vincola, esso «vive, proprio per le sue caratteristiche intrinseche, ai confini tra "diritto" e "politica": ed in esso è presente "un "principio politico" che opera in senso costituente» (Maurizio Fioravanti, ma v. anche Pietro Giuseppe Grasso).

Genesi[modifica | modifica wikitesto]

Il suo esercizio può, in linea teorica, coincidere con la volontà di un'Assemblea Costituente democraticamente eletta, oppure derivare da eventi storici di carattere rivoluzionario che determinano il sorgere di un nuovo regime politico, cioè di una nuova forma di Stato, o, anche, da un colpo di Stato.

Si discute se la convocazione di una nuova Assemblea costituente possa far recedere un ordinamento giuridico, in qualche misura, nuovamente ad una situazione di potere costituente. In ogni caso, giuristi come Leopoldo Elia manifestarono sempre una grande contrarietà all’idea della convocazione di una nuova assemblea costituente: egli "in Parlamento si pronunciò esplicitamente in questo senso soprattutto nel discorso tenuto in Senato, il 24 luglio 1991, in occasione del dibattito parlamentare sul messaggio che il Presidente Cossiga aveva inviato alle Camere il 26 giugno di quell’anno. «Lasciamo [...] da parte il ricorso a una assemblea costituente», disse Elia, perché non ce n’è affatto bisogno per «modificare anche norme di grande rilievo in ordine alla forma di governo» (p. 193) e perché il momento costituente era stato già vissuto subito dopo la guerra e non poteva essere ricreato (potremmo dire) "a freddo" e in mancanza delle condizioni storiche necessarie"[2].

Dibattito accademico[modifica | modifica wikitesto]

Peraltro, il problema del potere costituente ha costituito uno dei temi centrali della riflessione costituzionalistica. Nella dottrina giuridica è possibile individuare schematicamente due diverse letture di questo concetto.

Secondo un primo filone, di matrice gius-positivistica il problema della definizione e del significato del potere costituente è un falso problema, non è un problema giuridico: esso concerne i meri fatti umani e non è qualificabile quale un fatto normativo. In altre parole, il potere costituente, in quanto non costituito, in quanto assoluto e illimitato, non è giuridico. Esso è invece un fatto unico e irripetibile, che sta all'origine del nuovo ordinamento. E come noto, nell'ambito della concezione positivista, il mondo dei fatti è nettamente distinto dal mondo del diritto.

Quanto al secondo filone, questo è riconducibile al pensiero di Costantino Mortati, il teorico della dottrina della "Costituzione materiale". Secondo Mortati il potere costituente è espressione di un insieme di forze che mirano all'ordine (v. anche sul tema i contributi di Pietro Giuseppe Grasso). Esso non è un mero potere di fatto, ma è l'inizio di un processo che conduce all'ordine, alla Costituzione (Carl Schmitt sul punto parlava di "forma originaria del potere politico"; Paolo Barile ha scritto che "il potere costituente rientra nelle fonti di produzione del diritto obiettivo, in quanto fonte di produzione delle norme costituzionali"). Nell'ambito di questa concezione, “costituente” non è più semplicemente il contrario di “costituito”, ma è anche, e forse soprattutto, l'inizio di ciò che si costituisce. Il potere costituente è così inteso come lo Stato nascente della normatività. Mortati - che a differenza della dottrina positivistica rigetta l'idea di una rigida separazione tra fatto e diritto - si pone pertanto il problema della permanenza all'interno della sfera giuridica del potere costituente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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  • Antonio Baldassarre, La normatività della costituzione e i suoi nemici, in Rivista di diritto costituzionale, Giappichelli, Torino, 2007, n.12, 3 sgg., 14 segg.
  • Paolo Barile, Potere costituente, in Nss.dig.it., XIII, Torino, 1968, 443 sgg.
  • Ernst-Wolfgang Böckenförde, Il potere costituente del popolo. Un concetto limite del diritto costituzionale, tr.it., in "Il futuro della Costituzione", a cura di Gustavo Zagrebelsky, .P.Portinaro e J.Luther, Torino, 1996, 231sgg.
  • Gianpietro Calabrò, Potere costituente e teoria dei valori, Lungro, 1997.
  • Vezio Crisafulli, Lezioni di diritto costituzionale, Padova, 1970, I.
  • Mario Dogliani, Costituente (potere), in Dig. IV, disc.pubbl., IV, Torino, 1997,170 sgg.
  • Mario Dogliani, Potere costituente e revisione costituzionale nella lotta per la Costituzione, in "Il futuro della Costituzione", op.cit., 253 sgg.
  • Donato Donati, Costituente, Enciclopedia italiana, Roma, 1931,XI, 652.
  • Maurizio Fioravanti, Potere costituente e diritto pubblico, in Stato e Costituzione.Materiali per una storia delle dottrine costituzionali, Torino, 1993, 218 sgg.
  • Carl Friedrich, Le problème du pouvoir dans la théorie constitutionaliste, in Annales de filosophie politique, I Le pouvoir, Paris, 1956.
  • Pietro Giuseppe Grasso, Potere costituente, in Enc.dir., XXIV, Milano, 1984, 643, ora in Id., Potere costituente, Giappichelli, Torino, 2004.
  • Giuseppe Guarino, Contributo allo studio delle fonti del diritto, in Dir. e giurispr., 1946.
  • Peter Häberle, Potere costituente (teoria generale), in Enc. giur. Treccani, agg., IX, 2001.
  • Costantino Mortati, Appunti sul problema della fonte del potere costituente, in Rass. dir. pubbl., 1946, I, 28 sgg.
  • Costantino Mortati, La costituente. La teoria, la storia, il problema italiano (1945), ora in Id., "Raccolta di scritti", Milano, 1972, 34 sgg.
  • Costantino Mortati, Brevi note sul rapporto tra Costituzione e politica nel pensiero di Carl Schmitt, in Quad.fiorentini per la storiamdel pensiero politico moderno, 1973,2, 516 sgg.
  • Costantino Mortati, Istituzioni di diritto pubblico, Padova, 1991, X ed., I.
  • Antonio Negri, Il potere costituente.Saggio sulle alternative del moderno (1992), Roma, 2002.
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  • Francesco Rimoli, Stato di eccezione e trasformazioni costituzionali: l'enigma costituente, in www.associazionedeicostituzionalisti.it, materiali, 2007.
  • Santi Romano, L'instaurazione di fatto di un ordinamento costituzionale e la sua legittimazione, in Arch.giur., LXVIII, Modena, 1901, ora in Id., Scritti minori, I, Milano, 1990, 135 sgg.
  • Carl Schmitt, Dottrina della Costituzione (1928), tr.it., Milano, 1984, 109 sgg.
  • Gaetano Silvestri, Il potere costituente come problema teorico-giuridico, in Scritti in onore di Leopoldo Elia, Giuffrè, Milano, 1999, II, 1615-1634 ed in Anuario Iberoamericano de Justicia Constitucional, 2004, n.8, , 521 sgg.
  • Gustavo Zagrebelsky, Storia e Costituzione, in "Il futuro della Costituzione", op. cit., 35.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 18665 · LCCN (ENsh85031317 · BNF (FRcb123891707 (data) · J9U (ENHE987007555409705171