Porta Sant'Agostino

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Porta Sant'Agostino
Mura venete di Bergamo
Porta Sant'Agostino
Ubicazione
StatoBandiera della Repubblica di Venezia Repubblica di Venezia
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
CittàBergamo
IndirizzoViale Vittorio Emanuele II
Coordinate45°42′14.71″N 9°40′19.37″E / 45.704085°N 9.672047°E45.704085; 9.672047
Mappa di localizzazione: Italia
Porta Sant'Agostino
Informazioni generali
Costruzione1561-1588
sullemuraveneteeporte
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

«et per grazia di Dio la si trova in termine tal che non può essere battuta»

Porta Sant'Agostino (in dialetto bergamasco Pórta Sant Agostì), prendendo il nome dal grande complesso del convento di sant'Agostino, ed è la porta rivolta ad est; venne costruita in contemporanea con le mura[1], che nel 1561 la Serenissima con il marchese Sforza Pallavicino decisero di fortificare intorno alla città, su progetto di Bonaiuto Lorini[2], a difesa della parte occidentale del territorio sotto il dominio veneto, riparandola dal territorio milanese che dopo la Pace di Cateau-Cambrésis era sotto il dominio spagnolo.

L'accesso alla città era dato da quattro porte: Porta san Giacomo rivolta a sud, Porta san Lorenzo a nord, Porta sant'Alessandro rivolta ad ovest.

Dal 9 luglio 2017 le mura venete e le sue 4 porte sono entrate a far parte dell'UNESCO come patrimonio dell'umanità, nel sito seriale transnazionale "Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale".

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Porta Sant'Agostino nel 1908

Porta San Agostino, prendendo il nome dal grande complesso del convento di sant'Agostino, è rivolta ad est. Fu progettata nel 1562 ma costruita solo nel 1574 probabilmente su progetto di Genesio Bersani da Fiorenzuola d'Arda che era giunto a Bergamo nel 1561 come responsabile del cantiere[3]. Questa era l'entrata principale per chi saliva dalla parte bassa della città, salendo da est, e da Borgo Pignolo, era questa la strada che collegava a Venezia.

Fontana posta di fronte a porta sant'Agostino

L'entrata nella città, e il passaggio alla porta, richiedeva un precedente transito su di un viadotto in legno. Nel 1780 fu sostituito il ponte levatoio e il viadotto in legno con un ponte in muratura sostenute da arcate , visibili sopra l'ingresso principale sono i tagli lasciati dalle catene dei ponte. È invece solo del 1838, via Vittorio Emanuele, un tempo chiamata strada Ferdinandea , costruita per la visita di dell'imperatore Ferdinando d'Austria a Bergamo. Nel XXI secolo, per permettere la viabilità stradale, il ponte con le arcate è stato sostituito con un terrapieno di riempimento a sostegno della sede stradale[4].

Porta Sant'Agostino è la via di accesso principale, e la maggiormente frequentata, ha richiesto rimaneggiamenti e numero restauri da parte del comune di Bergamo, l'ultimo nel 2015[5].

Dopo o forse in contemporanea alla sua costruzione furono realizzate anche le casermette, realizzate nel 1665 con autorizzazione del doge Alvise Mocenigo, per ospitare gli alloggi dei militari che dovevano presidiare l'accesso alla parte alta della città.[6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La porta è in pietra arenaria grigia divisa in tre fornici da quattro lesene bugnate, con una volta a crociera, che dividono il passaggio più largo, carraio dai due passaggi pedonali laterali. Il leone di San Marco è posto nel timpano centrale, venne ripristinato dall'artista Piero Brolis, precedentemente abbattuto dai francesi nel 1796[7], mentre lateralmente sono posti due pinnacoli laterali collegati da due elementi curvi[8]. Nella parte superiore vi è un vasto locale, adibito a postazione dei militari a guardia della porta.

Porta sant'Agostino vista dalla scaletta della Noca

La fontana posta di fronte alla porta venne approvata dai rettori cittadini Francesco Longo e Marc'Aurelio Memo, nel medesimo anno 1574, veniva fornita d'acqua dalla fonte della Pioda, venne iniziata il 3 maggio 1574 e i nomi dei due rettori vennero incisi nei medaglioni che stanno ai lati del monumento[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Piga, p.36.
  2. ^ Gerardo Doti, Porta Sant'Agostino, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 10 settembre 2016.
  3. ^ Gianmario Petrò, 1562 Il progetto per la facciata della porta di S. Agostino, in Juanita Schiavini Trezzi (a cura di), Le «Casermette» di S. Agostino. Una nuova ricchezza per Bergamo, Bergamo, Università degli Studi di Bergamo Centro Studi sul Territorio "Lelio Pagani", 2015, pp. 31-41, ISBN 978-88-6642-217-4.
  4. ^ Piga, p. 11.
  5. ^ Si concludono i lavori a Porta Sant'Agostino, su comune.bergamo.it, Comune di Bergamo. URL consultato l'11 settembre 2016.
  6. ^ Fabio Paravisi, Casermette in sant'Agostino un tesoro dell'architettura d'arme, su bergamo.corriere.it, Corriere.it, 9 aprile 2014. URL consultato il 21 marzo 2019.
  7. ^ Piga, p. 9.
  8. ^ Sala alla Porta di S. Agostino, su comune.bergamo.it, Comune di Bergamo. URL consultato il 6 settembre 2016.
  9. ^ Le fontane di Bergamo, La Rivista di Bergamo, 1923.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lorenzo Ghirardelli, Il memorando contagio seguito in Bergamo l'anno 1630. Historia scritta d'ordine pubblico da Lorenzo Ghirardelli, Bergamo, Rossi fratelli, 1681.
  • Claudio Piga, Luci e scorci di Bergamo Alta, Mercatino di Bergamo, 1998.
  • Bergamo, Le mura venete, Bergamo, Azienda Promozione Turistica di Bergamo e Provincia, 1988.
  • Junita Schiavini Trezzi, Le casermette di S.Agostino Una nuova ricchezza di Bergamo, Sestante Edizioni, 2015, ISBN 978-88-6642-217-4.

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