Pietro IV Candiano
Pietro IV Candiano (... – Venezia, 976) è stato un doge veneziano.
Fu il ventiduesimo doge della Repubblica di Venezia. Era figlio primogenito del doge precedente Pietro III Candiano.
La conquista del potere
Il padre, doge Pietro III Candiano, lo aveva fatto eleggere co-reggente: il chiaro intento era che il figlio succedesse al padre, con la speranza che il dogado diventasse ereditario. L'ambizione personale di Pietro IV lo portò però ad inimicarsi gran parte dei veneziani, tanto che durante un'infuocata assemblea popolare il doge suo padre riuscì a salvarlo da morte solo esiliandolo. Pietro IV lasciò allora Venezia seguito da uno sparuto gruppo di seguaci e si recò presso il marchese Guido, che lo portò alla corte di suo padre, il re d'Italia Berengario. Pietro partecipò con Guido ad una spedizione contro Teobaldo marchese di Spoleto, ed al ritorno ottenne l'appoggio di Brengario per assalire Venezia. Alla testa di alcuni suoi partigiani destituì suo padre, ma non lo uccise, e si autonominò doge Pietro IV Candiano.
Il dogado
Tra i suoi primi atti vi fu l'accecamento e l'espulsione del vescovo di Castello (uno dei sestieri di Venezia), con l'accusa di simonia. Nel giugno del 960 riunì l'assemblea popolare, ovvero l'organo cui sarebbe spettata tra l'altro l'elezione del doge, e fece approvare una legge che vietava il commercio degli schiavi. Era sposato con Giovanna, che però ripudiò costringendola a farsi monaca nel convento di San Zaccaria; il figlio Vitale fu eletto patriarca di Grado, la figlia avrebbe sposato il futuro venticinquesimo doge Tribuno Memmo. Pietro IV Candiano poté così sposare la longobarda Waldrada, parente dell'imperatore d'occidente Ottone I, nell'anno 966. Waldrada, parente anche del re d'Italia, portò in dote vasti possedimenti nel trevigiano, in friuli e nel ferrarese. Il 2 dicembre 967 Pietro IV Candiano ottenne dall'imperatore il rinnovo di tutta una serie di privilegi commerciali, per i veneziani in generale e per sé ed i suoi parenti in particolare. Il legame particolarmente stretto con l'impero d'occidente infastidì però l'impero d'oriente: il bizantino Giovanni minacciò ritorsioni se i veneziani non avessero cessato di contrabbandare con i saraceni, all'epoca in guerra con i bizantini, ed il doge (971) dovette acconsentire.
La morte
Nel 976 Ottone I, protettore di Pietro IV Candiano, morì. Il nuovo imperatore Ottone II dovette fronteggiare una rivolta in Germania, ed i venetici ne approfittarono per deporre il doge. Pietro IV Candiano era chiuso nel palazzo ducale: per farlo uscire si appiccò il fuoco al palazzo, ma l'incendio si comunicò anche alle case limitrofe ed alla chiesa di San Marco, ed in breve gran parte della città fu bruciata. Il doge ed il figliolo Pietro furono uccisi ed i loro corpi furono gettati nel mattatoio; più tardi furono recuperati e sepolti nella chiesa di Sant'Ilario. La moglie Waldrada sopravvisse: il doge successivo Pietro I Orseolo le avrebbe lasciato il posesso integrale dell'eredità del marito per non inimicarsi l'imperatore d'occidente. Vitale, patriarca di Grado e figlio di primo letto di Pietro IV Candiano, si rifugiò presso l'imperatore in Sassonia, da dove avrebbe cospirato contro il nuovo doge.