Palazzo Bortolan

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Palazzo Bortolan
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàTreviso
Informazioni generali
Condizioniin uso
Usodestinazione culturale
Realizzazione
ProprietarioFondazione Cassamarca
Committentefamiglia Bortolan

Palazzo Bortolan, anche noto come palazzo dell'Umanesimo Latino, è un palazzo situato nel centro storico di Treviso, in riviera Garibaldi, sede di molteplici attività culturali[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'originario palazzo cinquecentesco venne più volte rimaneggiato, in particolare tra il 1807 e il 1823, in stile neoclassico, su progetto forse dell'architetto Andrea Bon, dopo che nel 1806 fu acquistato dall'industriale Giacomo Bortolan, fondatore della celebre Fonderia meccanica a Santa Maria del Rovere. Durante il Lombardo-Veneto vi aveva sede l'Ufficio delle Pubbliche Costruzioni. Nel 1877 l'immobile fu acquistato dall'amministrazione ospedaliera. Restaurata dai Botter e modificata nel 1935 la facciata, furono staccati e trasportati al Museo Civico di Treviso i frammenti di decorazione meglio conservati.[2] Prima dei recenti restauri voluti dalla Fondazione Cassamarca, l'edificio ospitava la Farmacia dell'Ospedale a pianoterra, e ai piani superiori l'Amministrazione Generale dell'istituto.[3]

Dopo i lavori di restauro intrapresi nell'ambito del progetto di riqualificazione dell'intera area, ribattezzata "Quartiere Latino", è oggi sede della società strumentale di Fondazione Cassamarca, Umanesimo Latino SpA, ma anche di Alliançe Française, dell'Ateneo Veneto di Treviso, del comitato scientifico dell'opera “Il Rinascimento italiano e l'Europa” e del Festival Organistico della Marca Trivigiana.

Il recupero dell'edificio ha consentito la realizzazione di tre aule capienti, dedicate all'attività didattica del polo universitario cittadino, installatosi nel vicino complesso dell'ex ospedale di San Leonardo.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La lineare facciata bianca neoclassica presenta un poggiolo in pietra d'Istria accessibile da una trifora e interessanti decorazioni in terracotta dell'artista Luigi Zandomeneghi.[3]

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Una sala di palazzo Bortolan è arricchita da tre bassorilievi in gesso realizzati da Marco Casagrande nel 1827, rappresentanti Ettore e Andromaca, Paolo e Francesca e Olindo e Sofronia.[4]

Si possono ammirare inoltre affreschi di Giovanni Demin e dipinti di Pietro Paoletti.[5] Al primo piano gli affreschi delle piccole sale si rifanno a scene del repertorio classico e mitologico: Uccisione di Cesare e Addio di Attilio Regolo alle pareti e sul soffitto Venere, Adone e Cupido; sopra le porte decorazioni monocrome con scene di battaglie (Amazzonomachia, Tauromachia e Centauromachia).[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ fondazionecassamarca.it. URL consultato il 9 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2014).
  2. ^ Catalogo generale dei Beni Culturali, su catalogo.beniculturali.it.
  3. ^ a b Da un articolo di Natalina Botter.
  4. ^ L. Pusztai-Guido Sinopoli, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 21, Treccani, 1978, su treccani.it.
  5. ^ Francesco Scipione Fapanni, Cronaca trivigiana, in Il Gondoliere, 20 aprile 1844, p. 123.
  6. ^ Da un articolo di Natalina Botter

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]