Orthopristis chrysoptera

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Orthopristis chrysoptera

Adulto in alto e giovanile
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Superclasse Gnathostomata
Classe Actinopterygii
Sottoclasse Neopterygii
Infraclasse Teleostei
Superordine Acanthopterygii
Ordine Perciformes
Sottordine Percoidei
Famiglia Haemulidae
Genere Orthopristis
Specie O. chrysoptera
Nomenclatura binomiale
Orthopristis chrysoptera
Linneo, 1766

Orthopristis chrysoptera (Linneo, 1766) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Haemulidae.[2].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Orthopristis chrysoptera è diffusa nelle regioni temperate e subtropicali dell'oceano Atlantico occidentale a nord fino al Massachusetts e a sud fino a tutta la Florida e nel golfo del Messico fino allo Yucatán. È presente anche alle Bahamas e alle Bermuda[3][4][5]. Nel 2020 un individuo subadulto di circa 16 cm di lunghezza è stato catturato nel mar Mediterraneo nel porto di Siracusa da un pescatore sportivo. Si è trattato indubbiamente di una involontaria introduzione da parte di una nave, anche considerando la località di rinvenimento all'interno di un importante porto industriale. Non ci sono dati che possano confermare l'esistenza di una popolazione riproduttiva nel Mediterraneo o nei mari europei[5].

È un pesce strettamente costiero che vive su fondi molli di sabbia o fango[3]. Si incontra abbondantemente anche nei pressi di fondi duri compresi quelli artificiali, negli estuari, nelle lagune e nei canali[1]. Popola le acque salmastre ma evita salinità troppo basse[4].

Vive tra 0[3] e 20[1] metri di profondità.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

O chrysoptera ha corpo mediamente allungato, compresso lateralmente e con dorso alto. Il muso è appuntito, lungo, la bocca è terminale e appena obliqua, di dimensioni medie. Le mascelle sono armate di piccoli denti appuntiti. Gli occhi sono posti in alto sulla testa e abbastanza vicini fra loro. Le scaglie sono piccole e coprono la base delle pinne; sono caratteristicamente disposte in linee oblique nella zona sopra alla linea laterale mentre sono in file orizzontali al di sotto. La pinna dorsale è lunga, con 12-13 raggi spiniformi deboli, l'origine è al di sopra di quella delle pinne pettorali o appena più avanti. La pinna anale è molto più breve della dorsale e ha 3 robusti raggi spinosi. La pinna caudale è ampia, biloba e ha il lobo superiore più sviluppato dell'altro. Le pettorali sono lunghe, le pinne ventrali hanno la base appena più indietro a quella delle pettorali[3][4]. La colorazione è fondamentalmente bluastra con sfumature violacee sul dorso e i fianchi mentre nella regione ventrale è biancastra o argentea. Sulla testa e sulla parte superiore dei fianchi sono presenti punti e lineette dorati disposti in linee longitudinali non sempre ben distinte. La pinna dorsale è chiara con macchioline dorate o bronzee, la pinna caudale e le pettorali sono trasparenti mentre la pinna anale e le ventrali sono più scure; la pinna anale può essere macchiata di giallo. I giovanili hanno una colorazione più variegata degli adulti e possono avere delle evidenti linee longitudinali dorate o delle ampie barre scure verticali[4][5].

La taglia massima riportata è di 46 cm, la taglia media è attorno ai 30 cm. Il peso massimo noto è di 900 grammi[3].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Può vivere fino a 4 anni[3].

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di un animale notturno. Forma banchi. Effettua migrazioni sia stagionali che durante il giorno o la notte per recarsi nelle aree di alimentazione[3].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre prevalentemente di pesci e crostacei[3], secondariamente cattura policheti, echinodermi, molluschi e altri invertebrati bentonici[6]. I giovanili si cibano di detrito organico, materiale vegetale e zooplancton, soprattutto crostacei copepodi[1].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Si riproduce in mare aperto appena prima di effettuare la migrazione nelle acque costiere. Nel golfo del Messico depone le uova nella stagione estiva[1]. Si riproduce al tramonto e gli esemplari di taglia maggiore si riproducono prima di quelli più piccoli[3]. Le uova sono pelagiche e galleggianti, le larve si trovano in inverno e primavera in acque costiere e poco profonde. I giovanili sono costieri e vivono in prossimità del fondale, su fondi sabbiosi[4]. La maturità sessuale viene raggiunta a due anni[1].

Predatori[modifica | modifica wikitesto]

Viene riportata in letteratura la predazione su questa specie da parte di Antennarius ocellatus, Rhizoprionodon terraenovae, Cynoscion nebulosus e Cynoscion regalis[7]. Si tratta di un'importante risorsa trofica per un gran numero di predatori costieri[1].

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Ha un'importanza modesta per la pesca commerciale, mentre è una preda comune per i pescatori sportivi e viene usata spesso come esca[3]. Viene catturato come bycatch durante la pesca ai gamberi con le reti a strascico. Le carni sono considerate di buona qualità[1].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è abbondante nell'areale e, anche se è soggetta a un certo sforzo di pesca per essere usata come esca e come cattura accessoria, le popolazioni non mostrano segni di rarefazione. Per questo la lista rossa IUCN classifica la specie come "a rischio minimo"[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i (EN) Orthopristis chrysoptera, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) ITIS Standard Report Page: Orthopristis chrysoptera, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 29 maggio 2021.
  3. ^ a b c d e f g h i j (EN) Orthopristis chrysoptera, su FishBase. URL consultato il 29 maggio 2021.
  4. ^ a b c d e (EN) George H. Darcy, Synopsis of Biological Data on the Pigfish, Orthopristis chtysoptera (Pisces: Haemulidae) (PDF), in NOM Technical Report NMFS, Circular 449, FAO Fisheries Synopsis No. 134, Marzo 1983. URL consultato il 30/05/2021.
  5. ^ a b c (EN) Francesco TIRALONGO, Carmelo ISGRÒ e Daniele TIBULLO, ORTHOPRISTIS CHRYSOPTERA (ACTINOPTERYGII: PERCIFORMES: HAEMULIDAE): A NEW ALIEN FISH FOR THE MEDITERRANEAN SEA, in ACTA ICHTHYOLOGICA ET PISCATORIA, vol. 50, n. 4, 2020, p. 539 e p. 542, DOI:10.3750/AIEP/03066. URL consultato il 29/05/2021.
  6. ^ (EN) Food items reported for Orthopristis chrysoptera, su FishBase. URL consultato il 29 maggio 2021.
  7. ^ (EN) Organisms Preying on Orthopristis chrysoptera, su FishBase. URL consultato il 29 maggio 2021.

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