Oratorio del Rosario (Genova)

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Oratorio del Rosario
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàGenova
IndirizzoSalita S. Francesco da Paola, 2, Genova (GE)
Coordinate44°25′00.44″N 8°54′47.88″E / 44.41679°N 8.9133°E44.41679; 8.9133
Religionecattolica di rito romano
TitolareMadonna del Rosario
Arcidiocesi Genova
Consacrazione1826
ArchitettoCarlo Barabino
Inizio costruzione1824
Completamento1826

L'Oratorio di Nostra Signora del Rosario è un oratorio cattolico di Genova, sito in salita San Francesco da Paola, nel quartiere di San Teodoro. È sede della confraternita di N.S. del Rosario e San Teodoro.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Oratorio San Teodoro, vista posteriore

La confraternita di N.S. del Rosario era stata fondata nel 1504 da un padre domenicano. Il primo oratorio fu costruito sulla spiaggia, nella località di Fassolo, attigua all'antica chiesa romanica di San Teodoro, ma ebbe vita breve e venne demolito per la costruzione delle mura seicentesche che cinsero la città anche dal lato a mare.[1][2][3][4]

In un secondo momento, la confraternita acquisì una porzione di terreno di proprietà della chiesa, non lontano dal sito dove sorgeva il primo oratorio, e nel 1659 ottenne il permesso di costruirvi il proprio luogo di culto. Nel 1820, per l'ampliamento della strada di Fassolo (attuale via Buozzi), anche questo oratorio venne demolito. Per compensare la confraternita della perdita della sede, il re di Sardegna Vittorio Emanuele I finanziò la costruzione di un nuovo oratorio più a monte, lungo la salita che conduce al santuario di San Francesco da Paola. Il nuovo edificio, costruito tra il 1824 e il 1826 su disegno di Carlo Barabino, in forme neoclassiche, fu aperto al culto nell'agosto del 1826.[1][2][3]

L'edificio venne restaurato nel 1924, in occasione del centenario della costruzione e nel 1955 per riparare i danni alle coperture e ai muri perimetrali provocati dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il tempietto ha pianta circolare ed è sormontato da una grande cupola con il tetto ricoperto da lastre di ardesia, l'ingresso è preceduto da un pronao sorretto da quattro colonne provenienti dal chiostro del convento annesso alla chiesa di San Teodoro, anch'esso demolito per l'ampliamento della strada (secondo alcuni proverrebbero invece dalla distrutta chiesa di San Francesco di Castelletto) e sormontato da un timpano triangolare. Un'iscrizione in latino al centro del timpano ricorda il motivo della demolizione del vecchio oratorio e celebra la costruzione del presente edificio (ampliatione viae destructo sacello urbis procerum munificentia novum hic reedificare studebat).[1][3]

Nella nuova costruzione furono integrati l'altare e la balaustra dell'antico oratorio.[1][2][3] Di notevole fattura gli arredi lignei (scanni, panche, armadi, cantoria), realizzati in noce e mogano.[3]

Posteriormente all'edificio a pianta circolare che costituisce il vero e proprio luogo di culto è addossato un corpo di fabbrica a pianta rettangolare, che ospita la sagrestia e la cantoria. Un ampio sagrato è affacciato su salita San Francesco di Paola.[3]

All'interno sono conservati una scultura in marmo della "Madonna col Bambino", opera del XVI secolo, donata dal principe Doria Pamphily, e un crocifisso nero in legno di giuggiolo del Veneziano, autore anche della statua lignea della "Madonna del Rosario" collocata nel vano d'ingresso.[2][3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Federico Alizeri, Guida artistica per la città di Genova, 2, parte 2, Genova, Gio. Grondona quondam Giuseppe, 1847.
  2. ^ a b c d Stefano D'Oria, Le pagine di San Teodoro, su Stefano D'Oria. URL consultato il 25 agosto 2022.
  3. ^ a b c d e f g h Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo dell'oratorio, su liguriavincoli.it.
  4. ^ Nel volume dell'Alizeri si rileva una contraddizione riguardo all'epoca della demolizione del primo oratorio. L'autore, pur attribuendone la ragione alla costruzione delle nuove mura, riporta che la demolizione sarebbe avvenuta nella seconda metà del XVI secolo, epoca ben anteriore alla costruzione delle mura (intorno al 1630), precisando anche che per alcuni decenni i confratelli non ebbero una sede propria, ma furono ospitati nella stessa chiesa, dove la famiglia Lomellini, che aveva il giuspatronato su diverse cappelle, nel 1602 ne concesse una alla confraternita per le sue attività. È ipotizzabile (pur in assenza di fonti) che l'oratorio, che sorgeva sulla spiaggia, fosse stato distrutto o comunque reso inagibile dalla violenta mareggiata del 1596, che aveva provocato gravi danni anche alla chiesa.

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