Museo dell'amicizia

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Museo dell'amicizia
(KO) 국제친선전람관
Ubicazione
StatoBandiera della Corea del Nord Corea del Nord
LocalitàMyohyangsan
Coordinate40°01′02.33″N 126°12′54.48″E / 40.017314°N 126.215133°E40.017314; 126.215133
Caratteristiche
Istituzione1978
Sito web
Museo dell'amicizia

Il museo dell'amicizia (in coreano Chosŏn'gŭl: 국제친선전람관) è un complesso museale situato a Myohyangsan, P'yŏngan Settentrionale, Corea del Nord ed espone una collezione di oggetti regalati ai leader Kim Il-sung e Kim Jong-il da vari dignitari stranieri, secondo il ben stabilito protocollo presente nella Cultura coreana.[1]

Costruito con uno stile tradizionale, venne aperto il 26 agosto del 1978[2] e comprende oltre 150 sale che coprono un'area totale compresa tra i 28 000[3] e i 70 000 metri quadrati.[1] L'edificio crea l'illusione della presenza di finestre, anche se queste non sono state effettivamente costruite.[4] Secondo una leggenda, Kim Jong-il costruì il museo in soli tre giorni; anche se in realtà la costruzione venne completata in un anno.[5] Ad oggi, le stime della quantità di doni esposti nella collezione varia tra i 60 000[6] e 220 000.[7] Prima di entrare, i visitatori devono togliersi le scarpe e viene chiesto loro di inchinarsi di fronte ai ritratti di Kim Il-sung e Kim Jong-il.[8] Le immagini satellitari raccolte nel 2017 mostrano una continua attività sotterranea nel sito, suggerendo l'idea di una possibile espansione in corso.[9]

La posizione del museo sulle montagne Myohyang, vicine al tempio Pohyon, divenne soggetto di una poesia scritta da Kim Il-sung, che cantò dal balcone dell'edificio il 15 ottobre del 1979.[10]

Il museo funge da propaganda, dando l'impressione di un supporto internazionale al governo nordcoreano.[11] I visitatori del museo viene detto che il numero di regali costituisce "una prova di eterno amore e rispetto nei confronti del Grande Leader [Kim Il-sung]".[12] Tuttavia, i visitatori nordcoreani sono ignari del protocollo dello scambio di doni diplomatici, e sono descritti da Helen-Louise Hunter come "impressionati dalle spiegazioni a loro date".[13] Un altro autore, Byoung-lo Philo Kim, afferma che l'esibizione è "rivolta al convincimento dei visitatori [nord] coreani che i loro leader sono universalmente ammirati".[14]

Regali esposti[modifica | modifica wikitesto]

Molti dei regali provenivano dai paesi del blocco orientale o da stati orientati al socialismo, di seguito un elenco dei più importanti doni:[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bradley, K. Martin, Kim Jong Il Gets the Gifts, and All North Korea Ends Up Paying, Bloomberg L.P., 16 maggio 2007.
  2. ^ Anniversary of International Friendship Exhibition marked, Korean Central News Agency, 26 agosto 1998. URL consultato il 30 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2012).
  3. ^ Hwan Ju Pang, Korean Review, 3ª ed., Foreign Languages Pub. House, 1987, p. 212.
  4. ^ International Friendship Exhibition, treasure-house of Korea, Korean Central News Agency, 5 giugno 1998. URL consultato il 30 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2013).
  5. ^ Jae-Cheon Lim, Kim Jong Il's Leadership of North Korea, Taylor & Francis, 2009, p. 162, ISBN 978-0-415-48195-3.
  6. ^ Tomas Van Houtryve, Journey to North Korea, Part II: The Pack-Rat Dictatorship, Time, 20 agosto 2009. URL consultato il 30 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2012).
  7. ^ Reuters, North Korean museum shows off leaders' gifts, The Age, 21 dicembre 2006.
  8. ^ Stephen Vines, The Great Leader rules from beyond the grave, The Independent, 14 agosto 1997.
  9. ^ International Friendship Exhibition Expands, su mynorthkorea.blogspot.com, MyNorthKorea-AccessDPRK, 7 luglio 2017. URL consultato il 29 luglio 2017.
  10. ^ Hugh Deane, The Korean War 1945-1953, China Books, 1999, p. 210, ISBN 978-0-8351-2644-1.
  11. ^ Jane Portal e British Museum, Art under control in North Korea, Reaktion Books, 2005, p. 95, ISBN 978-1-86189-236-2.
  12. ^ Helen-Louise Hunter, Kim Il-sŏng's North Korea, Greenwood Publishing Group, 1999, p. 22, ISBN 978-0-275-96296-8.
  13. ^ Hunter, 1999, p. 213.
  14. ^ Byoung-lo Philo Kim, Two Koreas in development: a comparative study of principles and strategies of capitalist and communist Third World development, Transaction Publishers, 1992, p. 102, ISBN 978-0-88738-437-0.
  15. ^ Ron Gluckman, 90,000 ways to Love a Leader, su gluckman.com, 1990s.
  16. ^ Wire News Services, Kim Jong-il’s North Korea welcomes legal U.S. tourists, Herald de Paris, 15 novembre 2009. URL consultato il 30 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2010).
  17. ^ a b Eddie Burdick, Three Days in the Hermit Kingdom: An American Visits North Korea, McFarland, 2010, p. 58, ISBN 978-0-7864-4898-2.
  18. ^ Eddie Burdick, Three Days in the Hermit Kingdom: An American Visits North Korea, McFarland, 2010, p. 59, ISBN 978-0-7864-4898-2.
  19. ^ Eddie Burdick, Three Days in the Hermit Kingdom: An American Visits North Korea, McFarland, 2010, p. 57, ISBN 978-0-7864-4898-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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