Moto Morini Dart

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Moto Morini Dart
CostruttoreBandiera dell'Italia Moto Morini
TipoStradale sportiva
Produzionedal 1988 al 1990
Sostituisce laMoto Morini 350 K2
Stessa famigliaCagiva Freccia
Modelli similiMoto Guzzi V35 Imola II
Yamaha RD 350 LC
Notecirca 1.000 esemplari

La Dart è una motocicletta prodotta dalla Italiana Moto Morini dal 1988 e venduta dal giugno 1988, presentata per la prima volta al Salone di Milano nel novembre 1987.

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

È il frutto dell'acquisizione, avvenuta nel marzo 1987, del marchio Moto Morini da parte del gruppo Castiglioni (allora proprietario di Cagiva, Ducati e Husqvarna): nasce dall'inserimento del noto motore bicilindrico Moto Morini da 350 cm³ nel telaio (leggermente rivisto) e nella carenatura della Cagiva Freccia C9 125 cm³.

La moto non ebbe il successo sperato, poiché per i diciottenni cui era destinata risultava più cara e meno prestazionale della concorrenza: nel 1989 la Dart costava 6.783.000 lire, aveva una potenza alla ruota di circa 30 CV e raggiungeva i 164 km/h, vale a dire un prezzo superiore di circa 600.000 lire rispetto alla Yamaha RD 350 LC (la quale aveva 50 CV alla ruota e raggiungeva i 190 km/h). Ad affossare la Dart contribuì inoltre l'abolizione del limite di cilindrata (a 350 cm³) per i diciottenni. La produzione cessò nel 1990 dopo circa 1.000 esemplari costruiti, alcuni dei quali con cilindrata portata a 400 cm³ per il mercato giapponese.

Descrizione tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Il motore è il classico bicilindrico a V di 72° longitudinale con cilindri sfalsati di 50 mm fronte marcia, progettato da Franco Lambertini e introdotto per la prima volta nel 1972 sulla 3 1/2: ha cilindri in lega di alluminio con riporto al nichel-silicio, camera di combustione ricavata nel cielo del pistone tipo Heron, lubrificazione forzata con pompa ad ingranaggi e regime limite di sfarfallamento massimo di 9.000 giri. Sulla Dart soffriva di problemi di carburazione e raffreddamento dovuti alla carenatura chiusa. Modificato rispetto ai modelli precedenti l'avviamento elettrico, reso più affidabile (fu eliminata la pedivella).

La sospensione posteriore ha il forcellone oscillante in acciaio, montato su gabbie a rulli. Il telaio, come detto in precedenza, è quello della Cagiva Freccia modificato nella zona centrale per poter ospitare il bicilindrico Morini.

La moto è stata prodotta nella sola colorazione "bianco perlato" con inserti blu e azzurri.

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristiche tecniche - Moto Morini Dart 350 (400)
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt.) 2000 × 750 × ? mm
Altezze Sella: mm - Minima da terra: 200 mm
Interasse: 1400 mm Massa a vuoto: 153 kg Serbatoio: 14 l
Meccanica
Tipo motore: Bicilindrico a 4 tempi a V di 72° Raffreddamento: ad aria, con radiatore per l'olio
Cilindrata 344,16 (390) cm³ (Alesaggio 62 (66) × Corsa 52 mm)
Distribuzione: aste e bilancieri, due valvole per cilindro Alimentazione: due carburatori Dell'Orto VHBZ 25 HS con filtro aria in comune
Potenza: 34,5 CV (36 CV) a 8.500 giri/min Coppia: 3,3 (3,7) Kgm a 6.000 (6.200) giri/min Rapporto di compressione: 11:1
Frizione: multidisco a secco Cambio: in blocco col motore a 6 marce, comando a pedale
Accensione elettronica CDI, con anticipo massimo di 34°
Trasmissione primaria a ingranaggi elicoidali, finale a catena
Avviamento elettrico
Ciclistica
Telaio a doppio trave discendente in tubi rettangolari e quadri di acciaio, tipo a doppia culla aperta, inclinazione cannotto si sterzo 28°
Sospensioni Anteriore: forcella teleidraulica Marzocchi da 35 mm, escursione 150 mm / Posteriore: forcellone oscillante e monoammortizzatore Marzocchi PBS2 regolabile nel carico molla, escursione 150 mm
Freni Anteriore: a disco singolo Brembo da 300 mm, con pinza flottante a doppio pistoncino / Posteriore: a disco singolo Brembo da 240 mm, con pinza fissa a doppia azione
Pneumatici Pirelli Demon, anteriore da 110/80 V16; posteriore da 130/70 V17
Prestazioni dichiarate
Velocità massima 170 (175) km/h
Consumo 4,9 l/100 km
Fonte dei dati: Motociclismo d'Epoca 10/2010, pag. 48

Fonti e bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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