Monastero di San Benedetto (Conversano)

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Monastero di San Benedetto
Ingresso
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàConversano
Coordinate40°58′04.07″N 17°06′55.71″E / 40.967796°N 17.115476°E40.967796; 17.115476
Religionecattolica
TitolareSan Benedetto da Norcia
Diocesi Conversano-Monopoli
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzioneVI secolo
Demolizione1866

Il monastero di San Benedetto, dedicato al santo di Norcia, è un complesso conventuale situato a Conversano, la cui costruzione iniziò a partire dal VI secolo. Al 2017 il complesso risultava essere di proprietà del comune di Conversano.[1] Al suo interno, vi sono ospitati il Museo Civico Archeologico, la sede operativa del Ministero dei Beni Culturali, la Fondazione G. Di Vagno, l'oratorio della Basilica Cattedrale. La maggior parte dei luoghi al primo piano sono interessati da due grossi progetti di ristrutturazione strutturale e il rifacimento delle tettoie.[senza fonte]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La badessa del monastero di San Benedetto, a Conversano

Secondo una tradizione non attestata da fonti, il primo insediamento di monaci benedettini a Conversano risalirebbe al VI secolo. Di sicuro esso nel X secolo godeva di un certo benessere, rafforzato nel 1098 dal primo conte di Conversano Goffredo che concesse al monastero i diritti fiscali sul vicino centro di Castellana. Nel 1110, papa Pasquale II dispose che il convento sarebbe stato direttamente soggetto alla Santa Sede e concesse ai monaci il diritto di eleggere autonomamente il proprio abate, facendone una abbazia territoriale. Veniva così sciolto il vincolo tra il monastero e il vescovo locale. Una bolla di papa Alessandro IV del 1256 conferì all'abate conversanese anche la giurisdizione ordinaria in temporalibus et spiritualibus sul clero di Castellana, sottraendola al vescovo titolare di Conversano. [2]

Solo pochi anni dopo i benedettini abbandonarono Conversano, forse per essersi opposti al re di Sicilia Manfredi. Nel 1266 papa Clemente IV affidò il monastero ad un gruppo di monache cistercensi esuli dal monastero di Santa Maria “de Viridario” di Methoni guidate da Dametta Paleologo,[3] probabilmente imparentata con la famiglia imperiale di Costantinopoli. Nonostante fosse ora occupato da un ordine religioso femminile, San Benedetto non perse le antiche prerogative e anzi papa Gregorio X permise alla badessa di poter indossare la mitra e impugnare il pastorale, che erano insegne vescovili, e le confermò la piena giurisdizione sul clero di Castellana. La straordinaria situazione, pressoché unica nella cristianità occidentale, fece coniare per il monastero di San Benedetto la dizione di Monstrum Apuliae ("stupore di Puglia"). La madre superiora aveva pure l'eccezionale privilegio (per una donna) del baciamano, seduta sul trono badessale, da parte del clero maschile. Il convento godette, inoltre, di notevole prosperità economica.[4]

Contemporaneamente alla crescita del prestigio e del potere delle badesse - molte delle quali nei secoli successivi sarebbero appartenute alla famiglia comitale Acquaviva d'Aragona - crebbero però anche le occasioni di attrito con il vescovo della cittadina e il clero castellanese. Già nel 1274 si registrarono le prime controversie giurisdizionali. Particolarmente vivaci furono quelle tra il 1659 e il 1665. Gli attriti perdurarono sino ai primi anni dell'Ottocento, quando i decreti murattiani di abolizione dei diritti feudali e di scioglimento degli ordini religiosi posero fine alla storia del monastero.[5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il campanile del monastero

Il complesso monastico occupa una vasta porzione del centro storico all'interno delle mura megalitiche, delle quali ingloba ampi tratti, in parte visibili. La chiesa conserva una parte della cinta muraria dell'XI secolo. Il monumentale ingresso laterale, del 1658, presenta una coppia di leoni su cui si innestano due colonne corinzie e un protiro riccamente decorato. In corrispondenza dell'ingresso laterale si erge un campanile barocco la cui sommità è ricoperta di maioliche bicrome. Le stesse maioliche rivestono la cupola che si apre sulla navata centrale. L'interno a tre navate è rappresentato da un'aula di forma rettangolare impreziosita da decorazioni barocche: l'abside fu eliminata nel XVI secolo per favorire la costruzione di un grande altare centrale. L'altare maggiore è adornato da una pala di Paolo Finoglio raffigurante San Benedetto e san Biagio, risalente al 1645 e ritenuta cronologicamente l'ultima opera dell'artista napoletano [6]. Altre opere sono attribuite a Carlo Rosa e Nicola Gliri. Sotto la chiesa si apre una cripta dell'XI secolo, dedicata a san Mauro, con due navate e archi a sesto tondo.

Il chiostro medievale, risalente ai secoli XI-XIII, ha forma trapezoidale. Le colonne binate che reggono il portico hanno capitelli in pietra intagliata ed, in uno in particolare, si trova scolpito un rarissimo esempio di labirinto.[7] Parte del complesso monastico ospita attualmente il museo civico archeologico. Nel monastero furono tumulati il conte Giulio Antonio I e suo figlio Giangirolamo II detto il Guercio delle Puglie.

Il campanile[modifica | modifica wikitesto]

Il campanile di San Benedetto è molto più alto di quello della cattedrale, proprio per volontà delle badesse. Volevano dimostrare alla comunità la loro superiorità e il loro potere. In Conversano da tempo si combatteva una vera e propria battaglia tra il vescovo e le badesse. Come di consueto all'epoca il campanile della cattedrale doveva svettare sopra la città, sia come monito della superiorità della chiesa, sia come simbolo del potere ecclesiastico e vescovile. Le badesse fermarono la costruzione del campanile del duomo mediante un atto notarile. Fatto ciò poterono proseguire la costruzione della loro torre campanaria senza impedimenti per affermare a Conversano la netta superiorità nei confronti del vescovo.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 20 - RE1 _ RELAZIONE SPECIALISTICA IMPIANTO ELETTRICO E SPECIALI.pdf, su comune.conversano.ba.it.
  2. ^ Montanaro, p. 59
  3. ^ Antonio Fanizzi, Baciamano per le badesse di San Benedetto. Storia della cerimonia dal XVI al XIX sec., Conversano 2017
  4. ^ Simone, p. 23
  5. ^ Mongelli, p. 31
  6. ^ CHIESA E MONASTERO DI SAN BENEDETTO (sede del Museo archeologico) (cnr.it)
  7. ^ Pochi sono i labirinti scolpiti nelle chiese di quel periodo: se ne trovano a Pavia, Lucca, Pontremoli e Roma, che alcuni vogliono ricondurre al messaggio di una "cerca" iniziatica e spirituale transitata lungo le antiche Vie Francigene. Certo è che Conversano era una significativa tappa lungo l'antico e frequentato itinerario per il porto di Brindisi e la Terra santa.
  8. ^ Panarelli, p. 31

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Lanera, Lettere della Badessa di Conversano, Congedo, Galatina 1990.
  • Francesca Marangelli, Obbedire perché donne? Le monache di Conversano risposero no, Ecumenica Editrice, Bari 1979.
  • Oronzo Marangelli, Storia di Conversano con 34 pergamene delle badesse, EP Editrice Parnaso, Foggia 1999.
  • Giovanni Mongelli, Le abbadesse mitrate di San Benedetto di Conversano, edizioni del Santuario Montevergine 1960.
  • Sante Montanaro, Vescovi, badesse e conti di Conversano a difesa del proprio potere, Levante, Bari 2006.
  • Domenico Morea, Il chartularium del monastero di S. Benedetto di Conversano, Forni, Bologna 1982.
  • Ubaldo Panarelli, Il monastero di San Benedetto di Conversano, Associazione Arma aeronautica, Conversano 1977.
  • Sante Simone, Il mostro della Puglia, ossia la storia del celebre monastero di S. Benedetto di Conversano, Pansini, Bari 1885.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]