Minqaria

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Minqaria
Illustrazione del cranio di Minqaria
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Superordine Dinosauria
Ordine †Ornithischia
Sottordine †Ornithopoda
Famiglia †Hadrosauridae
Sottofamiglia †Lambeosaurinae
Tribù †Arenysaurini
Genere Minqaria
Longrich
et al., 2024
Nomenclatura binomiale
†Minqaria bata
Longrich et al., 2024

Minqaria (il cui nome in arabo significa "becco") è un genere estinto di dinosauro hadrosauro arenysaurino vissuto nel Cretaceo superiore, circa 68–66 milioni di anni fa (Maastrichtiano), in quello che oggi è il bacino di Ouled Abdoun, in Marocco. Il genere contiene una singola specie, M. bata, conosciuta per un cranio parziale.[1]

Scoperta e denominazione[modifica | modifica wikitesto]

L'esemplare olotipo di Minqaria, MHNM.KHG.1395, venne scoperto nei sedimenti del bacino di Oulad Abdoun (couche III superiore, località Sidi Chennane) del Marocco. L'esemplare è costituito da un cranio parziale, comprendente l'osso mascellare destro, il ramo mandibolare sinistro e la scatola cranica.[1]

Nel 2024, Longrich et al. descrisse Minqaria bata come un nuovo genere e specie di hadrosauride arenysaurino basato su questi resti fossili. Il nome generico, Minqaria, in arabo, significa "becco". Il nome specifico, bata, in arabo, significa "anatra".[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si stima che Minqaria raggiungesse una lunghezza di circa 3,5 metri e un peso di 250 chilogrammi, di dimensioni simili al suo parente contemporaneo Ajnabia. Poiché le ossa della scatola cranica sono fuse, l'olotipo di Minqaria, probabilmente, apparteneva a un esemplare maturo, nonostante le sue piccole dimensioni. Minqaria può essere differenziato dagli altri arenysaurini, incluso Ajnabia, per diverse caratteristiche del cranio e dei denti.[1]

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Località fossili dei Lambeosaurini in Marocco. Minqaria è stato ritrovata nella località Sidi Chennane.
Ricostruzione artistica di Minqaria

Nella loro descrizione di Minqaria, Longrich et al. (2024) collocarono quest'ultimo in un'analisi filogenetica e scoprirono che l'animale apparteneva al clade Arenysaurini, un clade composto da piccoli lambeosaurini endemici dell'Europa e del Nordafrica. In particolare, Minqaria rientra in un clade contenente Ajnabia, anch'esso noto dal bacino di Ouled Abdoun, e altri lambeosaurini marocchini con il carattere unificante "dall'Africa" dal loro set di dati. Il loro cladogramma è mostrato di seguito:[1]

Lambeosaurinae

Aralosaurus

Jaxartosaurus

Tsintaosaurus

Parasaurolophini

Lambeosaurini

Arenysaurini

Arenysaurus

Adynomosaurus

Arenysaurino di Basturs Poble

Canardia

Pararhabdodon

Koutalisaurus

Blasisaurus

Arenysaurino di Serrat del Rostiar

Ajnabia

Minqaria

Femore di Mrah Lahrach

Omero di Sidi Daoui

Paleoecologia[modifica | modifica wikitesto]

Dinosauri del tardo Maastrichtiano del Marocco, tra cui Minqaria (all'estrema destra), Ajnabia, Chenanisaurus e diversi esemplari ancora non descritti

L'esemplare olotipico di Minqaria è stato recuperato dai fosfati del bacino di Ouled Abdoun, nel Marocco centro-settentrionale. I fosfati sono un ambiente marino vicino alla costa, dominato da resti di squali, pesci, tartarughe, coccodrilli, mosasauri, plesiosauri e pterosauri. All'interno del bacino i dinosauri sono molto meno comuni, tuttavia, i resti ritrovati indicano la presenza di almeno tre hadrosauridi, tra cui il contemporaneo arenysaurino Ajnabia, il grande abelisauride Chenanisaurus, altri due abelisauridi potenzialmente distinti di dimensioni più piccole, e un titanosauro ideterminato.[2][3][4] La presenza di fossili di lambeosaurini marocchini appartenenti a individui di varie dimensioni, compreso l'olotipo di Minqaria, indicano che gli hadrosauri erano presenti e relativamente abbondanti all'interno di questo ecosistema.[1] Questi dinosauri sarebbero vissuti alla fine del Cretaceo superiore (tardo Maastrichtiano), circa 1 milione di anni prima del confine K-Pg e dell'impatto dell'asteroide Chicxulub che segnò la fine dell'era dei dinosauri.[5]

Paleobiogeografia[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione di un Chenanisaurus mentre caccia un gruppo di Ajnabia, uno stretto parente di Minqaria

Gli hadrosauri, l'iconico gruppo tassonomico a cui è assegnato Minqaria, sono un gruppo di dinosauri erbivori estremamente di successo che dominavano la fauna dinosauriana in tutti i continenti. Tuttavia, prima della descrizione di Ajnabia, contemporaneo di Minqaria, nessun hadrosauride è mai stato rinvenuto in Africa; i loro parenti lambeosaurini più stretti, gli Arenysaurini, sono tutti conosciuti dall'Europa. Data questa posizione tassonomica e le ricostruzioni dei continenti e dei mari del Cretaceo superiore, la dispersione oceanica tra Europa e Nord Africa è considerata l'unica spiegazione praticabile per la presenza di hadrosauri come Minqaria e Ajnabia in Africa. Sebbene per la distribuzione degli hadrosauri europei sia stata presa in considerazione la dispersione oceanica, non si possono escludere la presenza di ponti di terra intermittenti come mezzo di dispersione. La barriera più importante tra Europa e Africa era posta dall'oceano che sommergeva l'Europa, caratterizzato da acque profonde, il che rende Ajnabia una prova molto più forte di questo fenomeno, poiché le condizioni variabili potrebbero ridurre il divario ma non colmarlo del tutto. Ulteriori prove della dispersione oceanica come modello per la dispersione dei lambeosauri consistono anche nella mancanza di uno scambio faunistico più completo tra i luoghi, previsto dalla dispersione via ponti di terra. Possibili mezzi di dispersione includono il nuoto, la deriva o il rafting (in cui gli animali vengono trasportati sopra detriti galleggianti o vegetazione). Il rafting è considerato improbabile per un animale di grandi dimensioni, ma è possibile che i giovani hadrosauri possano aver raggiunto l'Africa in questo modo.[5]

Mappa globale del Cretaceo superiore; i continenti meridionali "Gondwanani" divergevano e il Nord Africa era un'isola

Più in generale, la fauna maastrichtiana dell'ecosistema nordafricano abitato da Minqaria sembra biogeograficamente legato più alle faune gondwanane, cioè a quelle dei continenti meridionali che costituivano il Gondwana, che a quelle dell'Europa e degli altri continenti laurasiani dell'emisfero settentrionale, che costituivano la Laurasia. Mentre Laurasia è caratterizzata dalla presenza di tyrannosauridi e coelurosauri erbivori, la fauna del Gondwana era dominata dai grandi titanosauri erbivori, mentre il ruolo di superpredatori era rivestito dagli abelisauri, come osservato in Marocco. Nonostante ciò, si nota un grado di endemismo, simile a quello di altri continenti gondwaniani. Un piccolo abelisauro della regione di Sidi Daoui è diverso da quelli presenti in Sud America o in India, ma potrebbe essere correlato a forme nordafricane risalenti al Cretaceo inferiore o ad abelisauri di dimensioni simili in Europa;[3] allo stesso modo, Chenanisaurus potrebbe rappresentare un lignaggio distinto da altri abelisauri conosciuti.[2][3] Viceversa, altri animali gondwanani presenti in Sud America, come i parankylosauri, gli unenlagiini, gli elasmari e i megaraptoridi non sono documentati in Africa. Questo endemismo è spiegato dalla frammentazione dell'ex supercontinente gondwaniano in masse continentali sempre più distanti, che hanno portato alla distinzione delle faune ancestralmente legate dei diversi continenti meridionali. Anche all'interno del continente africano, la presenza di una via marittima trans-sahariana che collegava l'oceano Tetide dell'Europa al Golfo di Guinea potrebbe aver isolato la fauna dell'Africa settentrionale dalle porzioni più meridionali del continente, come i siti fossiliferi in Kenya sembrerebbero indicare, e lo stesso Marocco potrebbe essere stato un'isola.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f N. R. Longrich, X. Pereda-Suberbiola, N. Bardet e N.-E. Jalil, A new small duckbilled dinosaur (Hadrosauridae: Lambeosaurinae) from Morocco and dinosaur diversity in the late Maastrichtian of North Africa, in Scientific Reports, vol. 14, n. 1, 2024, 3665, DOI:10.1038/s41598-024-53447-9, PMC 10864364, PMID 38351204.
  2. ^ a b N.R. Longrich, X. Pereda-Suberbiola, N.-E. Jalil, F. Khaldoune e E. Jourani, An abelisaurid from the latest Cretaceous (late Maastrichtian) of Morocco, North Africa, in Cretaceous Research, vol. 76, 2017, pp. 40–52, Bibcode:2017CrRes..76...40L, DOI:10.1016/j.cretres.2017.03.021.
  3. ^ a b c d Nicholas R. Longrich, Erik Isasmendi, Xabier Perada-Suberbiola e Nour-Eddine Jalil, New fossils of Abelisauridae (Dinosauria: Theropoda) from the upper Maastrichtian of Morocco, North Africa, in Cretaceous Research, vol. 152, 2023, pp. 105677, Bibcode:2023CrRes.15205677L, DOI:10.1016/j.cretres.2023.105677.
  4. ^ Xabier Perada-Suberbiola, Nathalie Bardet, Mohamed Iarochène, Baâdi Bouya e Mbarek Amaghzaz, The first record of a sauropod dinosaur from the Late Cretaceous phosphates of Morocco, in Journal of African Earth Sciences, vol. 40, 1–2, 2004, pp. 81–88, Bibcode:2004JAfES..40...81P, DOI:10.1016/j.jafrearsci.2004.07.002.
  5. ^ a b Nicholas R. Longrich, Xabier Pereda Suberbiola, R. Alexander Pyron e Nour-Eddine Jalil, The first duckbill dinosaur (Hadrosauridae: Lambeosaurinae) from Africa and the role of oceanic dispersal in dinosaur biogeography, in Cretaceous Research, vol. 120, 2021, pp. 104678, Bibcode:2021CrRes.12004678L, DOI:10.1016/j.cretres.2020.104678.

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