Ajnabia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Ajnabia
Mascella olotipo di Ajnabia odysseus
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Superordine Dinosauria
Ordine †Ornithischia
Sottordine †Ornithopoda
Famiglia †Hadrosauridae
Sottofamiglia †Lambeosaurinae
Tribù †Arenysaurini
Genere Ajnabia
Longrich
et al., 2021
Nomenclatura binomiale
†Ajnabia odysseus
Longrich et al., 2021

Ajnabia (il cui nome in arabo significa "straniero") è un genere estinto di dinosauro hadrosauro arenysaurino vissuto nel Cretaceo superiore, circa 68–66 milioni di anni fa (Maastrichtiano) in quello che oggi è il bacino di Ouled Abdoun, in Marocco. Il genere contiene una singola specie, la specie tipo A. odysseus, la quale rappresenta il primo hadrosauro definitivo proveniente dall'Africa. Si pensa che i lambeosaurini africani fossero imparentati gli hadrosauri europei, come Arenysaurus.[1] La scoperta di Ajnabia fu una grande sorpresa per i paleontologi, poiché fino ad allora si pensava che l'Africa del Cretaceo superiore fosse isolata dal resto del mondo, e si presumeva che gli hadrosauri non fossero stati in grado di raggiungere il continente.[2][3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ajnabia era un dinosauro erbivoro in grado di muoversi sia in posizione quadrupede sia in quella bipede. Come la maggior parte dei lambeosaurini il cranio sarebbe stato adornato da una vistosa cresta ossea, costituita da una serie di passaggi nasali. Tuttavia, specie se comparato ai suoi parenti continentali nordamericani e asiatici, Ajnabia era un taxon relativamente piccolo e di dimensioni simili al suo parente contemporaneo Minqaria, con una lunghezza totale del corpo stimata sui 3,5 metri.[4] Supponendo che l'olotipo rappresenti un adulto, Ajnabia sarebbe uno dei più piccoli, se non il più piccolo, lambeosaurino conosciuto.

Scoperta e classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione artistica

L'unico esemplare noto e olotipo di Ajnabia venne recuperata in strati risalenti al tardo Maastrichtiano delle miniere di fosfato a Sidi Chennane, nella provincia di Khouribga, Marocco. Gli elementi recuperati includono la maggior parte dell'osso mascellare sinistro e parte di quello destro e un frammento del ramo mandibolare destro. Il nome del genere, Ajnabia, deriva dall'arabo ajnabi che significa "straniero", riferendosi all'animale come parte di una stirpe di dinosauri immigrata in Africa da altre l'oceano. Il nome della specie, odysseus è invece un riferimento all'eroe greco e leggendario viaggiatore marittimo Ulisse, in riferimento al lungo viaggio che la stirpe di questi animali avrebbe dovuto compiere per raggiungere l'Africa.[1]

Nella loro descrizione di Ajnabia, Longrich et al. (2021) collocarono quest'ultimo in un'analisi filogenetica e scoprirono che l'animale apparteneva al clade Arenysaurini, un clade composto da piccoli lambeosaurini endemici dell'Europa e del Nordafrica. In seguito alla descrizione di Minqaria, quest'ultima è stata posizionata all'interno di un clade contenente Ajnabia e altri lambeosaurini marocchini con il carattere unificante "dall'Africa" ​​nel loro set di dati. Il loro cladogramma è mostrato di seguito:[4]

Lambeosaurinae

Aralosaurus

Jaxartosaurus

Tsintaosaurus

Parasaurolophini

Lambeosaurini

Arenysaurini

Arenysaurus

Adynomosaurus

Arenysaurino di Basturs Poble

Canardia

Pararhabdodon

Koutalisaurus

Blasisaurus

Arenysaurino di Serrat del Rostiar

Ajnabia

Minqaria

Femore di Mrah Lahrach

Omero di Sidi Daoui

Paleoecologia[modifica | modifica wikitesto]

Dinosauri del tardo Maastrichtiano del Marocco, tra cui Minqaria, Ajnabia, Chenanisaurus e diversi esemplari ancora non descritti

L'esemplare olotipico di Ajnabia è stato recuperato dai fosfati del bacino di Ouled Abdoun, nel Marocco centro-settentrionale. I fosfati sono un ambiente marino vicino alla costa, dominato da resti di squali, pesci, tartarughe, coccodrilli, mosasauri, plesiosauri e pterosauri. All'interno del bacino i dinosauri sono molto meno comuni, tuttavia, i resti ritrovati indicano la presenza di almeno tre hadrosauridi, tra cui il contemporaneo arenysaurino Minqaria, il grande abelisauride Chenanisaurus, altri due abelisauridi potenzialmente distinti di dimensioni più piccole, e un titanosauro ideterminato.[5][6][7] La presenza di fossili di lambeosaurini marocchini appartenenti a individui di varie dimensioni indicano che gli hadrosauri erano presenti e relativamente abbondanti all'interno di questo ecosistema.[4] Questi dinosauri sarebbero vissuti alla fine del Cretaceo superiore (tardo Maastrichtiano), circa 1 milione di anni prima del confine K-Pg e dell'impatto dell'asteroide Chicxulub che segnò la fine dell'era dei dinosauri.[1]

Paleobiogeografia[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione di un Chenanisaurus mentre caccia un gruppo di Ajnabia

Gli hadrosauri, l'iconico gruppo tassonomico a cui è assegnato Minqaria, sono un gruppo di dinosauri erbivori estremamente di successo che dominavano la fauna dinosauriana in tutti i continenti. Tuttavia, prima della descrizione di Ajnabia nessun hadrosauride è mai stato rinvenuto in Africa; i loro parenti lambeosaurini più stretti, gli Arenysaurini, sono tutti conosciuti dall'Europa. Data questa posizione tassonomica e le ricostruzioni dei continenti e dei mari del Cretaceo superiore, la dispersione oceanica tra Europa e Nord Africa è considerata l'unica spiegazione praticabile per la presenza di hadrosauri come Minqaria e Ajnabia in Africa. Sebbene per la distribuzione degli hadrosauri europei sia stata presa in considerazione la dispersione oceanica, non si possono escludere la presenza di ponti di terra intermittenti come mezzo di dispersione. La barriera più importante tra Europa e Africa era posta dall'oceano che sommergeva l'Europa, caratterizzato da acque profonde, il che rende Ajnabia una prova molto più forte di questo fenomeno, poiché le condizioni variabili potrebbero ridurre il divario ma non colmarlo del tutto. Anche la possibilità che Ajnabia fosse una carcassa isolata fluttuante dall'Europa è considerata un'ipotesi altamente improbabile a causa della tafonomia del fossile e dell'impossibilità di assegnarlo a qualsiasi specie europea conosciuta. Ulteriori prove della dispersione oceanica come modello per la dispersione dei lambeosauri consistono anche nella mancanza di uno scambio faunistico più completo tra i luoghi, previsto dalla dispersione via ponti di terra. Possibili mezzi di dispersione includono il nuoto, la deriva o il rafting (in cui gli animali vengono trasportati sopra detriti galleggianti o vegetazione). Il rafting è considerato improbabile per un animale di grandi dimensioni, ma è possibile che i giovani hadrosauri possano aver raggiunto l'Africa in questo modo.[1]

Mappa globale del Cretaceo superiore; i continenti meridionali "Gondwanani" divergevano e il Nord Africa era un'isola

Più in generale, la fauna maastrichtiana dell'ecosistema nordafricano abitato da Ajnabia sembra biogeograficamente legato più alle faune gondwanane, cioè a quelle dei continenti meridionali che costituivano il Gondwana, che a quelle dell'Europa e degli altri continenti laurasiani dell'emisfero settentrionale, che costituivano la Laurasia. Mentre Laurasia è caratterizzata dalla presenza di tyrannosauridi e coelurosauri erbivori, la fauna del Gondwana era dominata dai grandi titanosauri erbivori, mentre il ruolo di superpredatori era rivestito dagli abelisauri, come osservato in Marocco. Nonostante ciò, si nota un grado di endemismo, simile a quello di altri continenti gondwaniani. Un piccolo abelisauro della regione di Sidi Daoui è diverso da quelli presenti in Sud America o in India, ma potrebbe essere correlato a forme nordafricane risalenti al Cretaceo inferiore o ad abelisauri di dimensioni simili in Europa;[6] allo stesso modo, Chenanisaurus potrebbe rappresentare un lignaggio distinto da altri abelisauri conosciuti.[5][6] Viceversa, altri animali gondwanani presenti in Sud America, come i parankylosauri, gli unenlagiini, gli elasmari e i megaraptoridi non sono documentati in Africa. Questo endemismo è spiegato dalla frammentazione dell'ex supercontinente gondwaniano in masse continentali sempre più distanti, che hanno portato alla distinzione delle faune ancestralmente legate dei diversi continenti meridionali. Anche all'interno del continente africano, la presenza di una via marittima trans-sahariana che collegava l'oceano Tetide dell'Europa al Golfo di Guinea potrebbe aver isolato la fauna dell'Africa settentrionale dalle porzioni più meridionali del continente, come i siti fossiliferi in Kenya sembrerebbero indicare, e lo stesso Marocco potrebbe essere stato un'isola.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Nicholas R. Longrich, Xabier Pereda Suberbiola, R. Alexander Pyron e Nour-Eddine Jalil, The first duckbill dinosaur (Hadrosauridae: Lambeosaurinae) from Africa and the role of oceanic dispersal in dinosaur biogeography, in Cretaceous Research, vol. 120, 2021, pp. 104678, DOI:10.1016/j.cretres.2020.104678.
  2. ^ Phoebe Southworth, Dinosaurs swam across oceans, landmark study reveals, su telegraph.co.uk, 5 novembre 2020. Ospitato su www.telegraph.co.uk.
  3. ^ New fossil discovery suggests dinosaurs traveled across oceans, su msn.com.
  4. ^ a b c N. R. Longrich, X. Pereda-Suberbiola, N. Bardet e N.-E. Jalil, A new small duckbilled dinosaur (Hadrosauridae: Lambeosaurinae) from Morocco and dinosaur diversity in the late Maastrichtian of North Africa, in Scientific Reports, vol. 14, 2024, 3665, DOI:10.1038/s41598-024-53447-9.
  5. ^ a b N.R. Longrich, X. Pereda-Suberbiola, N.-E. Jalil, F. Khaldoune e E. Jourani, An abelisaurid from the latest Cretaceous (late Maastrichtian) of Morocco, North Africa, in Cretaceous Research, vol. 76, 2017, pp. 40–52, Bibcode:2017CrRes..76...40L, DOI:10.1016/j.cretres.2017.03.021.
  6. ^ a b c d Nicholas R. Longrich, Erik Isasmendi, Xabier Perada-Suberbiola e Nour-Eddine Jalil, New fossils of Abelisauridae (Dinosauria: Theropoda) from the upper Maastrichtian of Morocco, North Africa, in Cretaceous Research, vol. 152, 2023, pp. 105677, Bibcode:2023CrRes.15205677L, DOI:10.1016/j.cretres.2023.105677.
  7. ^ Xabier Perada-Suberbiola, Nathalie Bardet, Mohamed Iarochène, Baâdi Bouya e Mbarek Amaghzaz, The first record of a sauropod dinosaur from the Late Cretaceous phosphates of Morocco, in Journal of African Earth Sciences, vol. 40, 1–2, 2004, pp. 81–88, Bibcode:2004JAfES..40...81P, DOI:10.1016/j.jafrearsci.2004.07.002.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]