Mati Diop

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Mati Diop

Mati Diop (Parigi, 22 giugno 1982) è un'attrice, regista e sceneggiatrice francese di origini senegalesi.

Nel 2019 ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes col suo lungometraggio d'esordio, Atlantique, mentre nel 2024 ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino con Dahomey.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia di madre francese e padre senegalese, il musicista Wasis Diop, è la nipote del regista Djibril Diop Mambéty.[1][2] Studia al laboratorio di ricerca artistica del Palais de Tokyo e al centro di studi nazionale d'arti contemporanee Le Fresnoy, laureandosi nel 2007.[1][2]

Esordisce nel mondo del cinema nel 2008, recitando nel film di Claire Denis 35 rhums, per il quale riceve una candidatura al premio Lumière per la migliore promessa femminile. Lo stesso anno annuncia a Cannes di voler dirigere Mille soleils, un mediometraggio documentario sul film dello zio Djibril Touki Bouki (1973), uscito poi nel 2013.[1] Nel decennio successivo prosegue sporadicamente la carriera d'attrice, tra cui in Simon Killer di Antonio Campos, dedicandosi alla regia di cortometraggi.

Nel 2019, Diop riesce a trasformare uno di questi, Atlantiques, in un lungometraggio, Atlantique, con cui diventa la prima donna nera a concorrere e vincere il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes.[3] Distribuito a livello internazionale da Netflix,[4] il film arriva fin quasi a far parte dei cinque candidati finali all'Oscar al miglior film internazionale.[5] Lo stesso anno, Vanity Fair la inserisce nella propria lista dei cinquanta francesi più influenti al mondo.[4]

Il 18 febbraio 2024, ha ufficialmente presentato il suo secondo film, Dahomey, in concorso alla 74ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino.[6] Il film è stato poi distribuito nelle sale francesi a partire dal 25 settembre dello stesso anno.[7]

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Attrice[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Atlantiques (2009)
  • Snow Canon (2011)
  • Big in Vietnam (2012)
  • Mille soleils – mediometraggio (2013)
  • Liberian Boy (co-regia Manon Lutanie) (2015)
  • Olympus (2017)
  • In My Room (2020)

Lungometraggi[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (FR) Jean-Philippe Tessé, Des promesses en courts - Mati Diop, in Cahiers du cinéma, n. 688, aprile 2013, pp. 39-40.
  2. ^ a b (FR) Clémentine Mercier, Mati Diop, le pari Dakar, su next.liberation.fr, Libération, 15 maggio 2019.
  3. ^ (EN) Paul Glynn, Black director 'sad' to make Cannes history, BBC, 17 maggio 2019. URL consultato il 26 maggio 2019.
  4. ^ a b (FR) Les 50 Français les plus influents du monde en 2019, su vanityfair.fr, Vanity Fair, 20 novembre 2019. URL consultato il 19 dicembre 2019.
  5. ^ (EN) Academy Unveils 2020 Oscar Shortlists, su hollywoodreporter.com, The Hollywood Reporter, 16 dicembre 2019. URL consultato il 19 dicembre 2019.
  6. ^ (EN) The Berlinale unveils its Competition and Encounters titles, su Cineuropa - the best of european cinema, 22 gennaio 2024. URL consultato il 9 febbraio 2024.
  7. ^ (FR) AlloCine, Dahomey. URL consultato il 20 febbraio 2024.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN39676911 · ISNI (EN0000 0001 2129 2311 · LCCN (ENno2010114182 · GND (DE140254021 · BNF (FRcb15122612k (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2010114182