Luigi Savini

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Luigi Savini nel film Tutti innamorati (1959)

Luigi Savini, noto anche con lo pseudonimo di Ruggero Marchi (Ravenna, 19 agosto 1891[1]Bologna, 15 maggio 1979), è stato un attore e direttore del doppiaggio italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Stretto collaboratore di Francesco Balilla Pratella, musicista di Lugo, nel 1911 Luigi Savini inizia a partecipare, in veste di declamatore, a manifestazioni futuriste.[1] Savini e Filippo Tommaso Marinetti organizzavano, nelle serate futuriste, capolavori in verso libero dei poeti del gruppo; alcuni esempi comprendono: Contro la primavera di Gian Pietro Lucini, Inno alla poesia nuova di Paolo Buzzi, L'orologio di Aldo Palazzeschi, I tetti di Corrado Govoni, la Gioia di Enrico Cavacchioli, l'Ode alla violenza di Enrico Cardile, le Eliche e la Elegia della quiete di Luciano Folgore, Nuotando nel Tevere di Libero Altomare, Matrimonio in extremis di Auro D'Alba, analisi lirica della Nevrosi in versi liberi di Mario Bètuda, il Fiume del mondo di Giuseppe Carrieri e Sala anatomica di Gesualdo Manzella Frontini.[2] Rimane celebre la serata del 21 febbraio 1913, al Teatro Costanzi di Roma, dove su preghiera di Marinetti si esibisce declamando i versi di Inno alla morte di Buzzi.[3]

Luigi Savini (primo a sinistra) dirige i doppiatori Giuseppe Rinaldi, Fiorella Betti e Stefano Sibaldi

Si dedica anche al giornalismo e al canto lirico[1] ma trova la vera affermazione nel doppiaggio sin dai primi anni della sua istituzione in Italia, contribuendo a perfezionarne la pratica.[4] Inizialmente direttore per la società Itala-Acustica, controllata dall'I.C.I., fu in seguito assunto dalla Paramount, per cui curò l'edizione italiana fino al 1938.[5] Lo si ricorda come direttore del doppiaggio del primo film d'animazione della Walt Disney, Biancaneve e i sette nani.[6] Nel dopoguerra fu uno dei direttori di doppiaggio di punta della C.D.C., e, a partire dalla fine degli anni Quaranta, tornò a occuparsi prevalentemente dell'edizione italiana dei film della Paramount.[1]

Negli anni Cinquanta partecipa come comprimario a diverse commedie cinematografiche (caratteristici l'accento romagnolo e la figura piccola e tozza, con testa calva e grandi sopracciglia), come Padri e figli (1957) di Mario Monicelli e Il vedovo (1959) di Dino Risi.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Mario Guidorizzi, Voci d'autore. Storia e protagonisti del doppiaggio italiano, Cierre Edizioni, 1999, p. 18.
  2. ^ Luciano Caruso, Schiaffi, pugni e quadri futuristi (PDF), in Manifesti futuristi, Firenze, S.P.E.S - Salimbeni, 1980, p. 347..
  3. ^ Claudia Salaris, Luciano Folgore e le avanguardie / con lettere e inediti futuristi, La Nuova Italia, 1997, p. 153.
  4. ^ Giacomo Debenedetti, Cinema. Il destino di raccontare, a cura di Orio Caldiron, La nave di Teseo, 2018.
  5. ^ Mario Quargnolo, Pionieri e esperienze del doppiato in italia (PDF), in Bianco e nero, 1967, pp. 66-79.
  6. ^ Biancaneve e i Sette Nani. Produzione pronta per il 1939, in Eco del cinema, n. 2, febbraio 1939, p. 45..

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