Luigi Miceli

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Luigi Miceli

Ministro dell'agricoltura, dell'industria e del commercio del Regno d'Italia
Durata mandato25 novembre 1879 –
29 maggio 1881
MonarcaUmberto I di Savoia
Capo del governoBenedetto Cairoli
PredecessoreBenedetto Cairoli
SuccessoreDomenico Berti
LegislaturaXIV

Durata mandato29 luglio 1887 –
9 marzo 1889
MonarcaUmberto I di Savoia
Capo del governoFrancesco Crispi
LegislaturaXVI

Durata mandato9 marzo 1889 –
6 febbraio 1891
MonarcaUmberto I di Savoia
SuccessoreBruno Chimirri
LegislaturaXVII

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaVIII, IX, X, XI, XII, XIII, XIV, XV, XVI, XVII, XVIII, XIX
Gruppo
parlamentare
Sinistra storica
Sito istituzionale

Senatore del Regno d'Italia
LegislaturaXX
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studiolaurea
Professionepolitico

Luigi Alfonso Miceli (Longobardi, 7 giugno 1824Roma, 30 dicembre 1906) è stato un patriota e politico italiano, mazziniano e poi garibaldino, fu deputato, ministro e senatore del Regno.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il Busto del senatore Luigi Miceli al Gianicolo di Roma

Nacque a Longobardi, in provincia di Cosenza, il 7 giugno 1824, settimo figlio di Francesco e di Antonia Campagna dei baroni di Sartano [1]. Si laurea in legge; entrato giovanissimo nella Giovane Italia (1844), coopera alla preparazione dell'insurrezione calabrese del settembre 1847 e, dopo il colpo di Stato reazionario del 15 maggio 1848 da parte di Ferdinando II delle Due Sicilie, è segretario del comitato insurrezionale in Calabria. In seguito al fallimento moti calabresi del 1848 deve fuggire prima a Roma e poi a Genova: accorre in aiuto della Repubblica Romana (1849) e va poi esule a Genova dove vive insegnando lettere in un collegio. Viene condannato a nove anni di ferri dalla Gran Corte Criminale di Calabria Citra in contumacia nel 1855.

Dopo aver aderito alla Società nazionale italiana, partecipa alla seconda guerra di indipendenza nelle file dei Cacciatori delle Alpi combattendo con Garibaldi a Varese e a San Fermo (1859). Nel 1860 è tra gli organizzatori della spedizione dei Mille, a cui partecipa personalmente; alla presa di Palermo viene promosso capitano.

Parlamentare e ministro[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'unità d'Italia viene eletto deputato alla Camera per il collegio di Paola.

Fece parte della Commissione istituita nel dicembre 1861, per redigere il primo elenco dei Mille che sbarcarono a Marsala l'11 maggio 1860. Fu in Parlamento con la sinistra storica. Sotto di lui venne preparato il progetto per gli operai vecchi e inabili al lavoro ed altre riforme di grande utilità sociali. Nel 1863 Luigi Miceli si dimette da deputato con Agostino Bertani e Giovanni Nicotera per protesta contro l'intervento militare contro i Garibaldini in Aspromonte da parte del Governo italiano e venne sostituito da Giuseppe Valitutti.

Fu rieletto nel 1864 e sempre riconfermato fino al 1897. Prese parte nel 1866 alla terza guerra d'indipendenza come capitano di stato maggiore. Spostatosi su posizioni politiche più moderate, nel 1878 è ministro dell'agricoltura, dell'industria e del commercio nei governi Cairoli III (1879-1881), Crispi I e Crispi II (1888-1891).[2]. Fu anche vicepresidente della Camera dal 1886 al 1888.

Il 17 novembre 1898 fu nominato senatore del Regno.[3]

Importanti le sue dure invettive contro il Maggiore Pietro Fumel: lo accusava di agire contro i briganti cosentini e calabresi uccidendo e agendo in spregio a ogni regola del diritto e soprattutto confondendo le proteste popolari per il diritto agli usi civici delle terre demaniali silane con la guerra contro il brigantaggio.[senza fonte]

Morì a Roma il 30 Dicembre del 1906, all'età di 82 anni. Aveva sposato la tedesca Maria Schwarzenberg.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dei Mille di Marsala - nastrino per uniforme ordinaria
«Ai prodi cui fu duce Garibaldi»
— Palermo, 21 giugno 1860

Dediche[modifica | modifica wikitesto]

  • A Cosenza gli è stata dedicata una via del centro cittadino;
  • Gli è stata dedicata una piazza nella sua Longobardi;
  • a Roma, al Gianicolo, il suo busto ne ricorda la difesa della Repubblica romana. [4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emilio Frangella, Mazzini e Garibaldi a Luigi Miceli: lettere inedite, in Calabria Letteraria, maggio-giugno 1961 (anno IX n. 5-6), pp. 11–14.
  • Luca Addante, "Luigi Miceli (1824-1906)" in Cosenza e i cosentini: un volo lungo tre millenni. Soveria Mannelli: Rubbettino Editore, 2001, pp. 86–87, ISBN 88-498-0127-0, ISBN 978-88-498-0127-9
  • Maria Luisa Miceli Capocaccia, "Luigi Miceli. Cospiratore, soldato, deputato d'opposizione". Roma: Aracne editrice, 2006, pp. 256, ISBN 978-88-548-0860-7
  • Amedeo Miceli di Serradileo, "Luigi Miceli l'eroico garibaldino calabrese che divenne ministro e Senatore del Regno" in "Cultura & Società, periodico di informazione e commenti", Cosenza, luglio- agosto 2011, anno II, n. 13, pp. 4–5.
  • Amedeo Miceli di Serradileo,"Il garibaldino Luigi Miceli (1824-1906)", in Momenti e figure del Risorgimento e dell'Unità d'Italia in Calabria, Atti del Convegno di Studi, Bisignano 18 giugno 2011, Quaderni del Palio 15, a cura di Luigi Falcone e Antonello Savaglio, Editricermes, Potenza 2015, pp. 69-73.

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