Lucio Topatigh

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Lucio Topatigh
Topatigh (sulla destra) assieme a Mario Simioni con la maglia dell'Asiago nella stagione 1985-86
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 188 cm
Peso 85 kg
Hockey su ghiaccio
Ruolo Ala destra
Tiro Sinistro
N° maglia 27 (Ritirato dall'Asiago)
Termine carriera 2008
Hall of fame IIHF Hall of Fame (2015)
Carriera
Periodo Squadra PG G A Pt
Giovanili
?-? Hockey Club Gallio
?-1984 Asiago
Squadre di club0
1984-1986 Asiago 36+ 24 48 72
1986-1991 Bolzano 195 143 191 334
1991-1993 Asiago[1] 72 35 56 91
1993-1995 Devils Milano[2] 102 94 94 188
1995-1999 Bolzano[3] 164 129 161 290
1999-2008 Asiago 279 175 163 338
Nazionale
1985-2006 Bandiera dell'Italia Italia 243 54 77 131
0 Dati relativi al campionato e ai playoff.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 22 giugno 2012

Lucio Topatigh (Gallio, 19 ottobre 1965) è un ex hockeista su ghiaccio italiano. È soprannominato "Il falco di Gallio"[4] e viene considerato il più forte giocatore di hockey di scuola italiana di sempre.[5][6]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

(EN)

«If Lucio Topatigh was a soccer player, his 25-year career would have been the stuff of legend throughout his homeland of Italy[5]»

(IT)

«Se Lucio Topatigh fosse stato un calciatore, in Italia la sua carriera venticinquennale sarebbe stata leggendaria.»

L'esordio con l'Asiago e con la Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Nato hockeisticamente nell'Hockey Club Gallio e in seguito nell'Asiago Hockey, Topatigh fa il suo esordio in Serie A1 nella stagione 1984-85.[4] Nel corso della stagione successiva fa il suo esordio anche in Nazionale, il 21 dicembre 1985 nella partita persa a Berlino contro la Germania Est per 3 a 1. Il primo gol in maglia azzurra lo mette a segno il giorno dopo, sempre contro la Germania Est (ancora una sconfitta, stavolta per 3 a 2).[7] Nel campionato 1985-86 gioca la sua prima finale scudetto, che l'Asiago perde contro il Merano.

A Bolzano[modifica | modifica wikitesto]

Nella stagione 1986-87 passa all'Hockey Club Bolzano, dove resta per cinque stagioni vincendo 2 scudetti, nel 1988 e nel 1990.[4]

Il ritorno ad Asiago e l'esperienza coi Devils Milano[modifica | modifica wikitesto]

Ritorna ad Asiago nel 1991-92, dove resta per due stagioni, per poi passare ai Devils Milano, coi quali vince il suo terzo titolo tricolore e la classifica marcatori (1993-94). L'anno successivo la squadra non riesce a ripetersi, e Topatigh torna ad Asiago.[8]

Il nuovo ritorno ad Asiago e la parentesi a Bolzano[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1995-96, con la squadra dell'altopiano disputa l'Alpenliga, prima dell'inizio del campionato, per passare poi nuovamente al Bolzano per la stagione regolare. Coi biancorossi vince lo scudetto di quell'anno e i due successivi.[4]

Con la stagione 1999-00 il falco torna a casa, ad Asiago. Il primo anno vince nuovamente la classifica marcatori e guida i vicentini alla finale col Bolzano. I giallorossi vi arrivano da favoriti, ma vengono sconfitti dal Bolzano. Topatigh si consola sollevando la sua prima coppa Italia. La riscossa l'anno successivo, al termine del quale l'Asiago vince il suo primo scudetto, il settimo personale per Topatigh che segna ai rigori con il legamento del ginocchio rotto.

«La mia più grande soddisfazione è quella di aver vinto lo scudetto con l'Asiago nel 2001: ricordo di essermi rotto il legamento crociato dopo 7 minuti dall'inizio dell'incontro ma la voglia di vincere era talmente tanta che non ho pensato al dolore ed ho continuato a giocare e mi sono inoltre preso la responsabilità di tirare il primo rigore della serie.»

L'Asiago nel 2001 bissa anche il successo in coppa Italia. Negli anni successivi, l'Asiago prova a contrastare il dominio dei Milano Vipers, ma l'unica soddisfazione è la Supercoppa italiana del 2003.[4] Al termine di quella stagione per Topatigh c'è anche una breve esperienza (sei incontri) con l'hockey in-line, con i Ghosts Padova che vinsero quello scudetto.

La sua carriera in nazionale sembrava terminata dopo i mondiali del 2002, dopo 238 incontri e 54 gol. A sorpresa invece è stato convocato per i XX Giochi olimpici invernali, ad oltre 40 anni, dove ha disputato altri 5 incontri, senza segnare reti.[9] Dopo essersi preso alcuni mesi di riflessione, Topatigh ha annunciato, il 2 novembre 2006 a campionato iniziato, di proseguire la sua carriera con l'Asiago Hockey per una stagione[10]. Ha giocato poi altri 8 incontri nel successivo campionato 2007-08 stabilendo così un primato: il 19 febbraio 2008, giocando il match Pontebba-Asiago, ha infatti raggiunto - all'età di quasi 43 anni - le 1000 partite giocate nella massima serie.[9]

Fine dell'attività agonistica e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Si è ritirato al termine della stagione 2007-08, tuttavia, nel gennaio 2010, in un'intervista a Rai Sport Più ripresa poi dai giornali, Topatigh affermò di essere in procinto di tornare sul ghiaccio con l'HC Bolzano in occasione dei play-off di quel campionato.[6] Durante la conferenza stampa per la presentazione della Coppa Italia svoltasi a Bolzano il presidente della società altoatesina smentì però tale ipotesi.[11]

Nel dicembre del 2014 viene annunciato il suo inserimento nella Hall of Fame della IIHF, vincendo il premio Richard "Bibi" Torriani, che viene assegnato a quei giocatori che hanno ottenuto risultati sopra la media nelle Nazionali non considerate tra le top dell'hockey mondiale.[12] Topatigh diventa il secondo giocatore di scuola italiana ad essere inserito nella Hall of Fame dopo Enrico Calcaterra (portiere degli anni '20 e '30 e tra i fondatori della FISG). L'Asiago, in concomitanza con l'annuncio dell'onorificenza concessa a Topatigh, deciderà di ritirare il suo numero di maglia (il 27).

Nell'aprile 2020 è stato selezionato dalla federazione internazionale nella ideale miglior nazionale italiana di tutti i tempi assieme a Mike Rosati, Robert Oberrauch, Armin Helfer, Roland Ramoser e Mario Chitarroni.[13][14] Nel successivo mese di novembre è stato insignito della Medaglia d'oro al valore atletico dal CONI,[15] che gli è stata poi consegnata dal presidente del CONI Giovanni Malagò e dal presidente della FISG Andrea Gios il 27 aprile 2021[16]

Citazioni[modifica | modifica wikitesto]

«Il ricordo del Topatigh giocatore? Un duro, più il gioco si faceva “cattivo” e più lui emergeva, sempre pronto a sacrificarsi anche e soprattutto per i compagni. Sì, davvero un grande.»

«Come si può definire il “Topa” in qualche riga? Lui è in un mondo a sé, è un campione come pochi ce ne sono stati, un leader da ultimo attacco sotto di un goal e... “ci pensa Topa con una bomba delle sue”, è il giocatore che nelle partite importanti c’è, eccome se c’è! Quando il gioco si fa duro non solo comincia a giocare, ma gioca ancora più forte, è l’uomo che vuoi sempre sul ghiaccio nell’ultimo minuto, è l’uomo che vuoi che abbia il disco importante sulla sua stecca, è il compagno che vuoi al tuo fianco quando c’è battaglia in campo.»

Vita personale[modifica | modifica wikitesto]

È sposato dal 2 luglio 1994 con Marzia ed è padre di Tommaso (anch'esso hockeysta) e Lucrezia.[17] Già dall'età di 37 anni Topatigh aveva aperto un panificio a Gallio, attività a cui ha deciso di dedicarsi completamente dal momento del ritiro.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Bolzano: 1987-1988, 1989-1990, 1995-1996, 1996-1997, 1997-1998
Devils Milano: 1993-1994
Asiago: 2000-2001
Asiago: 2000-2001, 2001-2002

Individuale[modifica | modifica wikitesto]

  • Maggior numero di reti della Serie A: 2
1993-1994 (54 reti), 1999-2000 (58 reti)
1993-1994 (106 punti), 1999-2000 (127 punti)
  • Giocatore con più minuti di penalità della Serie A: 1
2001-2002 (95 minuti)
2015

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A cui vanno aggiunte 44 presenze in Alpenliga, con 29 reti e 30 assist
  2. ^ A cui vanno aggiunte 28 presenze in Alpenliga, con 20 reti e 25 assist, e 12 presenze nel Torneo 6 nazioni con 8 gol e 14 assist
  3. ^ A cui vanno aggiunte 72 presenze in Alpenliga, e 12 in European Hockey League. Inoltre, nel 1995, prima dell'avvio della Serie A, Topatigh ha giocato 10 incontri di Alpenliga con la maglia dell'Asiago
  4. ^ a b c d e Lucio Topatigh a quota 1001 in Serie A, su tuttohockey.com, 22 febbraio 2008. URL consultato l'11 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2010).
  5. ^ a b (EN) Bill Meltzer, Italian icon Topatigh says goodbye, su nhl.com, 19 marzo 2008. URL consultato il 10 gennaio 2010.
  6. ^ a b Cesare Pivotto, Topatigh torna, ma a Bolzano, su ilgiornaledivicenza.it, Il Giornale di Vicenza, 9 gennaio 2010. URL consultato il 10 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2013).
  7. ^ Federazione italiana sport ghiaccio - Hockey su ghiaccio - Nazionale maschile dal 1981 al 2000 (PDF), su hockey.fisg.it, p. 25. URL consultato il 16 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2006).
  8. ^ (EN) Lucio Topatigh (ITA), su eurohockey.net. URL consultato l'11 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2007).
  9. ^ a b 1000 di questi giorni (PDF), su asiagohcrovigo.altervista.org. URL consultato il 10 gennaio 2010.
  10. ^ Asiago: il ritorno del Falco, su hockeytime.net, 2 novembre 2006. URL consultato il 10 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2014).
  11. ^ Fumata nera per Topatigh, su hockeytime.net, 27 gennaio 2010. URL consultato il 20 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2014).
  12. ^ Lucio Topatigh nella Hall of Fame della IIHF, su hockeytime.net, 19 dicembre 2014. URL consultato il 20 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2014).
  13. ^ (EN) All-Time Italy Team, su iihf.com, 27 aprile 2020. URL consultato il 27 novembre 2020.
  14. ^ All-Time Italy Team, su alps.hockey, 30 aprile 2020. URL consultato il 27 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2020).
  15. ^ La medaglia per Lucio Topatigh, su radiopiu.net, 23 novembre 2020. URL consultato il 27 novembre 2020.
  16. ^ La leggenda di Lucio Topatigh, consegnata la medaglia d’oro del CONI, su fisg.it, 27 aprile 2021. URL consultato il 28 aprile 2021.
  17. ^ Massimo Rigoni, La casa di Lucio Topatigh (PDF) [collegamento interrotto], in Asiago Hockey Magazine, agosto 2007, p. 6-7. URL consultato il 25 maggio 2008.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]