Livenza

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Livenza
Stato{{{nazione}}}
Divisione 1Friuli-Venezia Giulia, Veneto
Lunghezza112 km
Portata media85 m³/s
Bacino idrografico2,221,53 km²
NascePolcenigo
SfociaCaorle

Il Livenza è un importante fiume dell'Italia nord-orientale lungo 112 km tributario del Mar Adriatico.


Le sorgenti

La Livenza nasce da grosse sorgenti valchiusane, il Gorgazzo e la Santissima, con portata ciascuna di circa 15 m3/s pressoché costante ed in quantità minore il Molinetto, che sgorgano ai piedi delle montagne del Gruppo del Cavallo e del Cansiglio nel comune di Polcenigo nella regione Friuli-Venezia Giulia.

Gli affluenti

Riceve lungo il percorso da destra anche le acque di altri fiumi di risorgiva a carattere assai regolare come il Meschio e il Monticano e da sinistra presso Meduna di Livenza quelle a carattere torrentizio del fiume Meduna, suo principale tributario che, con i suoi affluenti Cellina, Colvera e Noncello drena tutta la parte montana del suo bacino.

Il Meduna in particolare fornisce al Livenza gran parte dell'apporto pluviale dell'intero bacino sotto forma però di piene rovinosissime con portate anche superiori ai 4.400 m3/s che si espandono nel suo immenso ghiaieto largo anche 5 km. Il fiume conserva acque sufficientemente pulite e abbondanti durante tutto l'anno grazie alle generose sorgenti tanto da essere navigabile per quasi tutta la lunghezza del suo alveo che ha una ampiezza che va da 30 a 100 metri da Portobuffolè fino al mare. Sfocia a Caorle, in Veneto, nel Mare Adriatico.

Il percorso

Il tratto di Livenza che attraversa il parco di Villa Varda, a Brugnera

Lungo il suo corso il fiume segna per una buona parte del suo percorso il confine tra il Veneto ed il Friuli-Venezia Giulia bagnando numerosi comuni tra i quali:Caneva, Sacile, Brugnera, Portobuffolè, Motta di Livenza e San Stino di Livenza.

Regime

Il Livenza è un fiume di pianura e per questo è copioso di acqua, pescoso e ricco di vegetazione. La sua portata media annua di 85 m3/s è paragonabile a quella di fiumi più lunghi come il Tagliamento (92 m3/s) e il Brenta (93 m3/s) ma il suo regime è molto più costante con portate minime estive che non scendono mai sotto i 50 m3/s. Al contrario le massime possono superare i 2.500 m3/s, soprattutto per effetto delle disastrose piene del sistema Meduna-Cellina, a carattere marcatamente torrentizio. In occasione di condizioni atmosferiche sfavorevoli, con abbondanti precipitazioni nelle prealpi, il rischio alluvione per diversi centri rivieraschi è molto alto. Un evento alluvionale catastrofico si è verificato nel 1966; nel 2002 si è sfiorato lo stesso tipo di tragedia. Da oltre 30 anni le popolazioni interessate stanno tentando di ottenere la messa in sicurezza del corso d'acqua con la costruzione di adeguate opere a monte. A Ravedis sul torrente Cellina è quasi ultimata una diga che ha la funzione di trattenere a monte circa 20 milioni di metri cubi di acqua. Quest'opera dovrebbe contribuire a limitare tali rischi, ma non viene ritenuta sufficiente a eliminarli del tutto.

Natura

Il corso del Livenza denota una notevole ricchezza della flora e della fauna che varia durante il suo percorso. Tra i pesci delle sue acque vanno citati la tinca, la scardola, l'alborella, la carpa, il luccio, il temolo, l'anguilla e il raro storione comune. Da segnalare poi una sua caratteristica negativa causata dall'uomo che nei secoli recenti ha modificato l'andamento delle acque di un ampio territorio.

Origini del nome

Da fonti scritte del I secolo [1] si apprende che il nome del fiume in epoca latina era Liquentia (dal verbo latino liquere = essere scorrevole). Si può ragionevolmente supporre che tale appellativo si sia poi trasformato in Liquenzia, termine la cui origine è verosimilmente collocata all'interno di un contesto in cui si parlava la lingua venetica. Nei diplomi medievali, l'esatta denominazione del fiume viene sempre rispettata, anche se saltuariamente compare la variante Liguenzia. A partire dal XIII secolo, l'idronimo Liquentia appare alterato in Livenzia, da cui poi si giungerà alla forma definitiva.

Sua valenza strategica

La valenza strategica dell’alto-Livenza è attestata da decisivi fatti d'armi avvenuti sulle sue rive in tante epoche storiche. Vedi l’episodio del duca ribelle Alachis che alla fine del VI secolo sorprende i Forogiuliani al ponte di Cavolano e si fa giurare fedeltà (PAOLO DIACONO, Hist. Lang., V, 39); la battaglia al Livenza del rivoltoso duca forogiuliano Rotgaudo con gran strage di Franchi, nel 774 (ANDREAS BERG., Chron., 6, PL 151, col.1271, sub anno). Nel 1335, ci fu lo scontro definitivo tra Rizzardo VI da Camino e il patriarca aquileiese Bertrando ai Camolli, dove l’esercito cenedese di Rizzardo fu sconfitto (PASCHINI P., 1975, Storia del Friuli, p.466). Nel 1411 gli Ungari di Pippo Spano, nella guerra tra Sigismondo d’Ungheria e la Repubblica di Venezia, superano le difese veneziane scavate presso il Livenza, “le maledette fosse dei Veneti” lunghe 33 chilometri; l’anno successivo la Serenissima predispone l’invio di una poderosa flotta sul Livenza per aggirare le postazioni ungare imperiali, ma il tentativo fallisce (BONIFACCIO G., 1591, Istoria di Trevigi, ed. 1744, p.458). Nel 1809 nella piana di Sacile si registra la battaglia tra Austriaci e Napoleonici, che tentano di arrestare l’avanzata austriaca oltre il Livenza, dove l’arciduca Giovanni d’Austria sbaraglia il principe Eugenio Beauharnais (MORET A., 1997, Notiziario culturale, quad.XV del Mus. Liv., pp.38-41).

Note

  1. ^ Plinio il Vecchio, Naturalis historia - libro III - cap. 18
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