La Amelia

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La Amelia
Gradino 7 della scalinata dei geroglifici.
Civiltàmaya
Localizzazione
StatoBandiera del Guatemala Guatemala
DipartimentoPetén
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 16°31′35″N 90°25′22″W / 16.526389°N 90.422778°W16.526389; -90.422778

La Amelia è un sito archeologico pre-colombiano della civiltà Maya vicino a Itzan, situato nella regione del Río de la Pasión in Guatemala. La città fu coinvolta nella guerra tra Tikal e Calakmul nel 650.

Zona[modifica | modifica wikitesto]

La Amelia si trova su una serie di basse colline nella municipalità di Sayaxché, a km di distanza verso sud dalla Florida e il fiume Pasión. Il sito si trova a 150 metri sul livello del mare.[1] L'area principale del sito è gestita sotto forma di parco forestale dal villaggio di San Francisco El Tumbo.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Amelia era una città sottostante al potere del regno di Mutal che esercitava il suo potere da Dos Pilas e in seguito da Aguateca.[3] Il nome originale della città potrebbe essere B'ahlam.[4] Il regno di Dos Pilas si espanse conquistando La Amelia nell'ottavo secolo.[5] La storia di La Amelia sembra essere limitata al periodo Tardo Classico.[6]

Nell'anno 802 l'ultimo governatore del regno, Tan Te' K'inich, osservò un rituale condotto dal governatore di La Amelia, Lachan K'awiil Ajaw Bot.[7] Lachan K'awiil Ajaw Bot viene mostrato sul Pannello 2 datato all'anno 804. Egli continuò a far erigere monumenti nella città, l'ultimo dei quali venne costruito nell'807.[8] Lachan K'awiil Ajaw Bot viene anche menzionato sul pannello 1 e sulla scalinata con geroglifici 1. Si sa che nacque il 25 giugno 760 e che salì sul trono il primo maggio 802.[8]

La Amelia venne abbandonata qualche tempo dopo la metà del nono secolo.[9]

Storia moderna[modifica | modifica wikitesto]

Il Carnegie Institution fece degli scavi presso il sito nel 1937. Vennero documentate vari monumenti in pietra e venne creata una mappa parziale del sito. La Yale University fece altri scavi dal 1984 al 1986.[6]

Nel 1997 sono stati portati avanti un progetto di scavi e mappature.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La Amelia è un sito di dimensioni modeste che copre un'area di 740 m². Vi sono 71 diverse strutture.[2]

Il gruppo della scalinata con geroglifici si trova a mezzo chilometro dalla piazza principale, nel quadrante nord-ovest del sito.[2] Questo gruppo mostra tre terrazze frontali, e un cortile interno sulla sommità circondato da sei strutture.[2]

Monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Edwin Shook del Carnegie Institution esplorò il sito nel 1937, notando la presenza di sei blocchi geroglifici con funzione di gradini.[10] Questo gli permise di identificare la scalinata dei geroglifici e di dare un nome al gruppo architetturale associato.[2]

Tre delle pietre della scalinata erano interamente coperte da glifi, mentre le altre quattro (tra cui una scoperta nel 1997) mostravano figure di maschi con a fianco dei testi corti.[2]

I quattro gradini con figure umane mostrano quattro maschi con vestiti umili, probabilmente antenati del governatore della città.[2]. Tutte queste quattro figure tengono in mano teste o maschere del Dio K. Il pannello scoperto nel 1997 includeva un calendario e un testo che parla di un rituale con il Dio K svoltosi nella data del 2 Caban 2 Muan. Il glifo emblema per la figura del pannello potrebbe essere quello di Tamarindito.[2]

I pannelli intagliati che originalmente erano a lato della scalinata mostrano dei governatori che danzano in costumi cerimoniali, con testi glifi.[11] Il Pannello 2 mostra la data dell'804 e il governatore Lachan K'awiil Ajaw Bot vestito come giocatore con la palla.[12] Questo pannello ora si trova a Sayaxché. La Stela 1 si trovava inizialmente a ovest della scalinata e mostra la data dell'807.[13] Questa stele si trova nel museo nazionale di antropologia ed etnologia di Città del Guatemala.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ortiz de León 2004
  2. ^ a b c d e f g h i Foias 1997
  3. ^ Sharer & Traxler 2006, p.409.
  4. ^ Guenter, p.21
  5. ^ Demarest et al 1991, p.229
  6. ^ a b Ortiz de León 2004, p.21.
  7. ^ Sharer & Traxler 2006, p.409
  8. ^ a b Martin & Grube 2000, p.65
  9. ^ Ortiz de León 2004, pp.21-22.
  10. ^ Morley 1937
  11. ^ Morley 1938; Houston 1993
  12. ^ Martin & Grube 2000; Zender 2004
  13. ^ Tourtellot & González 2005