Giuseppe Volpi

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Giuseppe Volpi Conte di Misurata (Venezia, 19 novembre 1877Roma, 16 novembre 1947) è stato un imprenditore e politico italiano.

È stato governatore della Tripolitania, ministro delle Finanze e presidente della Confindustria.

Rimasto orfano di padre, con pochi soldi in tasca abbandonò l'università di Padova e si trasferì nell'allora Impero ottomano in cerca di fortuna. Divenuto ricco esportando tabacco dal Montenegro, investì i guadagni acquisiti nella nascente industria elettrica e nel 1905, rientrato in patria, costituì la SADE (Società Adriatica di Elettricità), acquisendo in tal modo una posizione di rilievo nel settore della produzione e della fornitura di energia elettrica.

Nel 1917 fu tra i protagonisti della realizzazione del nuovo Porto Marghera e dopo il primo conflitto mondiale acquistò prestigiose catene alberghiere, gestendo a Venezia il Grand Hotel e l'Excelsior.

Benché massone, aderì al fascismo[1] e dal 1922 al 1925 fu governatore della Tripolitania. In questa veste avallò le azioni di dura repressione ordinate dal generale Rodolfo Graziani contro gli indipendentisti libici. Nel 1925 gli fu concesso il titolo di conte di Misurata da Vittorio Emanuele III. Dal 1925 al 1928 fu ministro delle Finanze del governo Mussolini: la sua azione governativa fu tesa ad avvicinare i capitalisti al fascismo.

Fu presidente della Confindustria dal 1934 al 1943. In tale veste, Volpi si fece promotore degli interessi del capitalismo italiano presso il regime, assicurando in cambio il sostegno e la collaborazione del mondo industriale al fascismo ed al progetto politico mussoliniano, considerato di vertici del mondo produttivo italiano come modernizzatore e funzionale ai propri interessi. Tale sostegno iniziò a venir meno nel 1943, quando le gravi distruzioni apportate alle infrastrutture ed agli impianti industriali italiani dall'offensiva angloamericana - e la coscienza che la guerra fosse irrimediabilmente perduta - misero in crisi il quadro politico ed economico del Paese [2].

Negli stessi anni nei quali fu al vertice della Confindustria fu anche presidente della Biennale di Venezia e, in tale ambito, fu il principale promotore della 1a Esposizione Internazionale d'Arte Cinematografica, oggi conosciuta come Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Per questa ragione il premio al miglior attore e quello alla miglior attrice (le "Coppe Volpi") portano il suo nome.

Nei primi mesi del 1943, avvertendo il formarsi di una sempre più vasta e trasversale opposizione alla prosecuzione della guerra, all'alleanza conHitler, ed al suo stesso governo nei vertici politici e finanziari del Paese, Mussolini procedette ad un vasto rimpasto del suo governo (tra le vittime più illustri Galeazzo Ciano e Alessandro Pavolini) e rimosse Volpi dalla presidenza di Confindustria, sostituendolo, il 30 aprile con il direttore generale, Giovanni Balella. Per questo motivo Volpi non poté prender parte alla seduta del Gran Consiglio del fascismo (nel quale sedeva di diritto il presidente di Confindustria) che, nella notte tra il 24 e il 25 luglio decretò la fine del regime. Dell'evento Volpi fu informato, a quanto pare[3], solo la mattina successivo da Dino Grandi, al quale era legato da personale amicizia, e che fu tra i principali ispiratori della caduta del regime fascista; proprio in quel periodo Volpi cominciò a presentare i primi sintomi della malattia[4] che nel giro di pochi anni spense le sue facoltà intellettive e lo condusse alla morte. Tentò due volte di fuggire in Svizzera, (il 26 luglio ed il 16 ottobre), senza tuttavia riuscirci. Il giorno prima del suo secondo tentativo di fuga, delegò la cura delle sue aziende al conte Vittorio Cini. Fu quindi arrestato dalle SS e trattenuto per qualche giorno nella prigione di via Tasso, ma visto il peggioramento delle sue condizioni, per intervento diretto del Maresciallo Rodolfo Graziani, fu liberato e riconsegnato alla famiglia. Nel Dopoguerra subì una serie di procedimenti per le sue responsabilità durante il regime fascista. Il suo stato gli impedì di presentarsi davanti ai giudici, ma grazie all'Amnistia Togliatti e alle testimonianze a suo favore di autorevoli personalità antifasciste, fu prosciolto da ogni accusa.

La sua tomba si trova nella Basilica dei Frari a Venezia.

Note

  1. ^ Va ricordato che la Massoneria fu avversata da buona parte degli squadristi sin dalla nascita del movimento fascista e che essa, dopo un controverso rapporto con il regime che vide alcune logge appoggiare, altre avversare l'instaurazione della dittatura, fu infine posta fuorilegge con il Regio Decreto 13 Marzo 1927, n. 313, voluto da Benito Mussolini.
  2. ^ Dalla sinossi della biografia di Volpi di Sergio Romano, Giuseppe Volpi - Industria e finanza tra Giolitti e Mussolini, Marsilio Editori, Venezia, 1997, ISBN 8831767747.
  3. ^ Da Sergio Romano, Giuseppe Volpi - Industria e finanza tra Giolitti e Mussolini, Marsilio Editori, Venezia, 1997, ISBN 8831767747.
  4. ^ Volpi soffriva di diabete.

Voci correlate

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