Giuseppe Gianforma

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Giuseppe Gianforma (Palermo, XVIII secoloXVIII secolo) è stato uno scultore e stuccatore italiano.

Interno della chiesa di San Francesco d'Assisi all'Immacolata di Catania.
Cupola e pennacchi della basilica della Santissima Annunziata di Ispica.
Volta della basilica della Santissima Annunziata di Ispica.
Volta della basilica di Santa Maria Maggiore di Ispica.
Interno della cattedrale di San Giovanni Battista Ragusa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Stuccatore palermitano formatosi alla scuola di Giacomo Serpotta, si stabilì a Ispica intorno al 1740. Fu attivo tra il 1740 ed il 1770 in tutta l'area iblea da Modica a Scicli, da Chiaramonte Gulfi, a Noto.

Capostipite della bottega omonima, fu padre e maestro di Gioacchino e Giovanni.[1]

La sua arte propose modelli decorativi classici all'interno di una cultura tardobarocca secondo un'impostazione rocaille.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Catania e provincia[modifica | modifica wikitesto]

Catania[modifica | modifica wikitesto]

Acireale[modifica | modifica wikitesto]

  • XVIII secolo, Ciclo, apparato decorativo in stucco comprendente 16 pannelli realizzati con la collaborazione del figlio Gioacchino, opere presenti chiesa di Santa Venera del Conservatorio delle Vergini.

Ragusa e provincia[modifica | modifica wikitesto]

Chiaramonte Gulfi[modifica | modifica wikitesto]

Giarratana[modifica | modifica wikitesto]

Ispica[modifica | modifica wikitesto]

  • 1750 - 1761, Ciclo, apparato decorativo in stucco, opera realizzata nelle volte della basilica di Santa Maria Maggiore.[3]
  • 1740, Ciclo, apparato decorativo in stucco ed episodi, personaggi biblici raffigurati in 13 pannelli: Giuditta e Oloferne, la Prova di Gedeone, Gioele e Sisara, l'Annunzio ad Abramo, nel transetto Davide e Golia, il Sacrificio di Isacco, nei pennacchi angolari con i simboli dei quattro evangelisti, e nell'abside la Profezia di Isaia, Natività e Adorazione dei Magi, opere realizzate nelle volte e nella cupola della basilica della Santissima Annunziata.[4]

Modica[modifica | modifica wikitesto]

Ragusa[modifica | modifica wikitesto]

  • 1776 - 1777, Ciclo, apparato decorativo in stucchi dorati di gusto rococò realizzato con la collaborazione del figlio Gioacchino, opere presenti nelle volte delle navate e del presbiterio, nelle pareti dei transetti, nelle grandi nicchie abbellite da statue della cattedrale di San Giovanni Battista.[5]

Siracusa e provincia[modifica | modifica wikitesto]

Noto[modifica | modifica wikitesto]

Bottega[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Gianforma[modifica | modifica wikitesto]

Stuccatore. Figlio di Giuseppe Gianforma.[1]

  • 1770c. Assunzione di Maria nel catino absidale e apparato decorativo in stucco, opere presenti nella chiesa di San Giuseppe di Chiaramonte Gulfi.
  • 1773, Cappella del Cristo Risorto e Cappella di Cristo con la croce, ambienti decorati con colonne, allegorie e timpani con la figura di Dio Padre Onnipotente e Maria Vergine attorniati da angeli e putti in stucco policromo, opere presenti nel transetto della Basilica della Santissima Annunziata di Ispica.
  • 1794, Cappella dell'Assunta, ambiente decorato con colonne tortili riproducente lo stile della Cappella del Santissimo Cristo, opera presente nella basilica di Santa Maria Maggiore di Ispica.[7]
  • 1776, Ciclo, apparato decorativo in stucco presente nelle volte della chiesa di San Giovanni Evangelista di Scicli.
  • XVIII secolo, Ciclo, apparato decorativo in stucchi monocromi, attribuzione, opere presenti nella chiesa della Madonna del Carmine di Scicli.

Gioacchino Gianforma[modifica | modifica wikitesto]

Stuccatore catanese † 1816. Figlio di Giuseppe Gianforma.[1]

Calabria[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Gianforma Junior[modifica | modifica wikitesto]

Stuccatore catanese † 1843. Figlio di Gioacchino Gianforma.[9]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Francesco Costa, pp. 223.
  2. ^ Francesco Costa, pp. 122, 123, 174, 223 e 228.
  3. ^ Melchiorre Trigilia, pp. 35.
  4. ^ Melchiorre Trigilia, pp. 50 e 51.
  5. ^ a b Touring Club Italiano, p. 551.
  6. ^ Francesco Costa, pp. 122.
  7. ^ Melchiorre Trigilia, pp. 45.
  8. ^ Francesco Costa, pp. 122 e 223.
  9. ^ Pagina 252, Agostino Gallo, "Lavoro di Agostino Gallo sopra l'arte dell'incisione delle monete in Sicilia dall'epoca araba sino alla castigliana", [1].

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]