Giuseppe Consolo

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Giuseppe Consolo

Presidente del Consiglio di Giurisdizione della Camera dei deputati
Durata mandato22 maggio 2008 –
14 marzo 2013

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato28 aprile 2006 –
14 marzo 2013
LegislaturaXV, XVI
Gruppo
parlamentare
XV: Alleanza Nazionale
XVI:
- Il Popolo della Libertà (fino al 30/07/2010)
- Futuro e Libertà per l'Italia (dal 30/07/2010)
CoalizioneXV: Casa delle Libertà
XVI: PdL-LN
CircoscrizioneLazio 1
Sito istituzionale

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato30 maggio 2001 –
27 aprile 2006
LegislaturaXIV
Gruppo
parlamentare
Alleanza Nazionale
CoalizioneCasa delle Libertà
CircoscrizioneLazio
Collegio11 (Roma-Primavalle)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoFratelli d'Italia (dal 2013)
In precedenza:
AN (fino al 2009)
PdL (2009-2010)
FLI (2010-2013)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneAvvocato

Giuseppe Consolo (Napoli, 6 settembre 1948) è un avvocato, politico, giornalista pubblicista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Napoli, vive a Roma.

Laureato in giurisprudenza nel 1970 con 110 e lode all'Università di Catania, è avvocato cassazionista dal 1988, giornalista pubblicista dal 1975, e professore associato di diritto costituzionale nella facoltà di giurisprudenza della LUISS Guido Carli.

Sposato con la Principessa Natalija Nikolaevna Romanoff, figlia del principe Nicola Romanovič Romanov, pretendente al trono russo fra il 1992 e il 2014, e della contessa Sveva della Gherardesca.

È il padre dell'attrice Nicoletta Romanoff. Il figlio Enzo Manfredi (nato nel 1976) nel 1997, si è tolto la vita a 21 anni.[1]

Negli anni Sessanta ha praticato nuoto agonistico, classificandosi tra i primi dieci nuotatori italiani nella categoria dorso.[2]

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni politiche del 2001 viene eletto senatore nel collegio uninominale di Roma-Primavalle per la Casa delle Libertà, in rappresentanza di Alleanza Nazionale.

È membro della II Commissione permanente (Giustizia), membro del Comitato permanente per i procedimenti di accusa, membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'affare Telekom-Serbia, capogruppo di Alleanza Nazionale nella Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. Inoltre, all'inizio del mese di ottobre dello stesso 2001, presenta un disegno di legge per abbassare l'età dell'imputabilità a 12 anni[3]

Nel 2002, durante la votazione per il DDL Cirami, viene fotografato mentre vota anche per un collega assente al banco ma presente in Aula.[4]

Nel 2006 è eletto alla Camera dei deputati per Alleanza Nazionale, nella circoscrizione Lazio 1.

È componente della Giunta delle Elezioni della Camera dei deputati, del Comitato permanente per l'incompatibilità della Camera dei deputati, della Commissione della Giustizia della Camera dei deputati.

Sempre nel 2006 è risultato essere il senatore con la più alta dichiarazione dei redditi, dopo Berlusconi.[5]

Il 18 gennaio 2006 la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana ha pubblicato la Legge 09/01/2006 n. 7, recante “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”, diffuse ormai da lungo tempo anche e soprattutto in Italia. In attuazione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione della Repubblica Italiana e di quanto sancito dalla Dichiarazione e dal Programma di azione adottati a Pechino il 15 settembre 1995 nella Quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle Donne, la Legge Consolo(dal nome dell'On. Giuseppe Consolo, proponente e primo firmatario), detta “le misure necessarie per prevenire, contrastare e reprimere le pratiche di mutilazione genitale femminile quali violazioni dei diritti fondamentali all'integrità della persona e alla salute delle donne e delle bambine”.

Nel 2008 è nuovamente eletto nella XVI legislatura alla Camera dei deputati per il PdL nella circoscrizione Lazio 1. È Vice Presidente della Giunta delle Autorizzazioni della Camera dei deputati, Presidente del Consiglio di Giurisdizione della Camera dei Deputati e membro della II Commissione Giustizia della Camera stessa.

Nel 2010 si lamenta alla Camera delle troppe multe inflitte ai deputati dai vigili di Roma, chiedendo l'intervento della Presidenza della Camera presso il Comune di Roma.[6]

Il 30 luglio 2010, a seguito della scissione di Gianfranco Fini dal PdL, abbandona il Popolo della Libertà ed aderisce a Futuro e Libertà per l'Italia, collocandosi quindi all'opposizione del governo Berlusconi.

Alle elezioni politiche del 2013 è ricandidato al Senato della Repubblica, in regione Campania, nella lista Con Monti per l'Italia (in quinta posizione, in quota FLI), risultando tuttavia il terzo dei non eletti.

In occasione del referendum confermativo della riforma costituzionale Renzi-Boschi del 2016 aderisce all'associazione Presidenzialisti per il No alla Costituzione truffa .

Altri incarichi[modifica | modifica wikitesto]

  • Ideatore e conduttore del programma televisivo Rai "Dentro la Giustizia"
  • Vicepresidente e successivamente presidente della Banca Nazionale Delle Comunicazioni, sino al 1995.
  • Consigliere di amministrazione e Sindaco in numerose aziende italiane fra cui Alfa Romeo, Banca Nazionale del Lavoro (BNL), Efibanca, Alitalia.
  • Fondatore del movimento della Società Civile "I Magnifici Cento".

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Aspetti pubblicistici e privatistici del Mutuo di Scopo, Cedam, 1990
  • La sfiducia ad un singolo ministro nel quadro dei poteri di indirizzo e controllo del parlamento, Giuffrè, 1999
  • Attacco al Papa. Ecco la verità, Koinè, 2017

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Repubblica
  2. ^ Biografia Giuseppe Consolo
  3. ^ Un disegno di legge per l'imputabilità a 12 anni
  4. ^ Cirami, la Margherita accusa. Pera replica: "Voto regolare", su repubblica.it, la Repubblica, 25 ottobre 2002. URL consultato il 3 agosto 2010.
  5. ^ Il reddito di Berlusconi scende di 9 milioni, su corriere.it, Corriere della Sera, 3 marzo 2006. URL consultato il 3 agosto 2010.
  6. ^ Il deputato Consolo contro i vigili romani «Basta con tutte queste multe» Corriere della Sera, 12 maggio 2010

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN21493280 · ISNI (EN0000 0000 3772 3692 · SBN CFIV028207 · LCCN (ENn2001103535 · J9U (ENHE987007287641405171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2001103535