Giovanni Battista Ciolina

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Giovanni Battista Ciolina (Toceno, 15 maggio 1870Toceno, 29 maggio 1955) è stato un pittore italiano, legato alla corrente pittorica del primo Novecento italiano nota come divisionismo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1870 in una famiglia di agricoltori della Val Vigezzo, frequenta la scuola d'arte Rossetti Valentini[1] di Santa Maria Maggiore – dove stringerà forti rapporti di amicizia con altri futuri pittori come Carlo Fornara, Gian Maria Rastellini e Lorenzo Peretti Junior – per cinque anni a partire dal 1882, seguendo gli insegnamenti di Enrico Cavalli, grande conoscitore dell'arte francese di quell'epoca e storico innovatore della pittura vigezzina.

Artista di talento e precoce, con le opere Ritratto della madre (1890) e L'ombrellino rosso (1892) dimostra di avere raggiunto un livello di eccellenza. In compagnia dell'amico e collega Carlo Fornara, trascorre un lungo soggiorno a Lione fra il 1895 e il 1896, al fine di studiare i grandi maestri e aggiornarsi sulle novità della pittura d’Oltralpe. Al ritorno in Italia si volge al Divisionismo, applicando la nuova tecnica sull'esempio di Giovanni Segantini. Dopo l’esordio con il dipinto Il filo spezzato alla terza Triennale di Brera nel 1897, apre uno studio a Milano, dove produce numerose tele di ambito divisionista fra cui La lavandaia, Fanciulla che guarda dalla finestra e Mestizia crepuscolare. Partecipa a numerose mostre in Italia e all'estero, per approdare, dopo un graduale abbandono del divisionismo, alla Biennale di Venezia del 1907 con il dipinto Preludio di primavera, frutto di una pittura di largo impasto, che mantiene la luminosità della prima produzione ma con l'aggiunta di un lirismo malinconico tipico del neoimpressionismo, spesso affidato a composizioni di largo e possente respiro (Ritorno all'alpe, Toceno al tramonto).

Allo scoppio della Grande guerra, Ciolina lascia Milano e si ritira in Val Vigezzo, dove continua a dipingere paesaggi, nature morte e affreschi a carattere religioso[2] fino alla morte.

Mostre[modifica | modifica wikitesto]

  • "Giovanni Battista Ciolina – Umanità e paesaggi della Val Vigezzo"[3]: Museo del Paesaggio, Pallanza (VB), 1986
  • "Una scuola di pittura in Val Vigezzo: 1881-1919": Torino/Novara, 1990
  • "Paesaggi dell'Ottocento. Verso la luce"[4]: Riva del Garda, 2010
  • "Le soglie della natura": Arco di Trento, 2010
  • "Alessandro Poscio, collezionista appassionato": Domodossola, 2014
  • "Carlo Fornara e il ritratto vigezzino"[5]: Domodossola, 2015

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Enrico Cavalli e la pittura vigezzina", Guido Cesura, ed. Colombi, Pero, 1974
  • "Scuola di belle arti Rossetti Valentini in Santa Maria Maggiore. Vicende e contributi alla pittura vigezzina nel centenario della fondazione", Davide Ramoni, tip. S. Gaudenzio, Novara, 1978
  • "Giovanni Battista Ciolina, umanità e paesaggi della valle Vigezzo", Aurora Scotti, ed. Vangelista, Verbania, 1986
  • "Una scuola di pittura in Val Vigezzo: 1881-1919. Carlo Giuseppe ed Enrico Cavalli, Giovanni Battista Ciolina, Carlo Fornara" Dario Gnemmi, Marco Rosci, Enzo De Paoli, Anna Gelli, Gianni Pizzigoni, ed. Il Quadrante, Torino, 1990
  • "Enrico Cavalli pittore", Guido Cesura, ed. Grossi, Domodossola, 1993
  • "La scuola di belle arti Rossetti Valentini in Santa Maria Maggiore", Francesco Ferrari, ed. Grossi, Domodossola, 1999
  • "Monticelli e la scuola di Enrico Cavalli", Dario Gnemmi, ed. Madame Webb, Domodossola, 2006
  • "Vigezzini di Francia. Pittura d'alpe e d'Oltralpe tra Otto e Novecento in Valle Vigezzo", Dario Gnemmi, ed. Skira, Milano, 2007
  • "Paesaggi dell'Ottocento. Verso la luce" Giovanna Nicoletti, ed. Temi, Trento, 2009
  • "Le soglie della natura" Giovanna Nicoletti/Dario Gnemmi, ed. Grafica 5, Arco di Trento, 2010
  • "Appassionata incompetenza. I primi cinquant'anni della collezione Poscio" Davide Brullo, ed. Madame Webb, Domodossola, 2011

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