Lorenzo Peretti Junior

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo pittore settecentesco, vedi Lorenzo Peretti.

Lorenzo Peretti Junior (Buttogno, 10 novembre 1871Toceno, 30 giugno 1953) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio dell'affermato pittore locale Bernardino e nipote omonimo del celebre affreschista[1], Lorenzo Peretti Junior è ultimo discendente di una ricca dinastia di artisti della Val Vigezzo: i Peretti di Buttogno. Il giovane Lorenzo mostra velleità artistiche e talento per il disegno, ma viene avviato dal padre a studi di carattere commerciale; frequenta il collegio a Berna e in seguito lavora a Milano per un breve periodo. Nel 1889, alla morte del padre, che lo lascia erede di un ingente patrimonio, decide di dedicarsi completamente alla pittura. Si iscrive l'anno successivo alla Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini[2] di Santa Maria Maggiore, dove frequenta i corsi di Pittura, Disegno e Ornato tenuti da Carlo Giuseppe Cavalli e dal figlio Enrico. In questi anni di studio stringe una forte amicizia con Carlo Fornara, già allievo del Cavalli dall'anno scolastico 1883/1884. Enrico Cavalli trasmette agli allievi i valori estetici ed emozionali dell'Impressionismo, cui il giovane Lorenzo risponde con accenti del tutto personali che gli valgono la simpatia del maestro.[3]

Con l'abbandono della cattedra alla Rossetti Valentini da parte di Enrico Cavalli, si presenta per i migliori allievi l'opportunità di allargare i propri orizzonti e di aprirsi alla cultura francese, così nel 1892 Peretti, in compagnia di Fornara e Giovanni Battista Ciolina (altro ex allievo di Carlo Giuseppe ed Enrico Cavalli), progetta di accompagnare il maestro in Provenza, a Lione e a Parigi. Partiranno nel 1893 senza Ciolina, che si recherà Oltralpe con Fornara solo nel 1896. Peretti ha finalmente l'occasione di accostarsi in modo diretto alle soluzioni e ai risultati delle ricerche di quei maestri a cui Cavalli aveva sempre fatto riferimento nel corso del decennale lavoro di insegnante a Santa Maria Maggiore; a Lione, si avvicina alla pittura di Eugène Delacroix mentre a Parigi scopre il puntinismo di Georges Seurat e di Paul Signac, la cui pittura di luce lo condurrà al divisionismo senza la mediazione di Giovanni Segantini, Plinio Nomellini o Angelo Morbelli. Un secondo viaggio[4], nel 1894, porta Peretti ad approfondire lo studio dell'opera di Adolphe Monticelli, all'epoca già citato da Vincent van Gogh e Paul Cézanne. Seppur già notato dalla cerchia definita e serrata dei divisionisti italiani (Morbelli lo cita più volte, dapprima con toni ammirati, poi con una certa stizza,[5] in una serie di lettere indirizzate a Giuseppe Pellizza da Volpedo), il Peretti sceglie di non aderire fino in fondo al movimento, in particolare a un gruppo che egli giudica troppo disciplinato, troppo vincolante perché scientifico e schematico.[6] Lorenzo Peretti Junior si allontana quindi dal divisionismo per intraprendere un percorso solitario, sintesi personale di ricerca, approccio scientifico, regole matematiche con la spontaneità del gesto, l'immediatezza del segno e i valori emozionali e sensibili ereditati dal Cavalli[7]; rifiuto che lo esautora definitivamente dai movimenti di avanguardia e dall'attenzione della critica coeva. L'artista privilegia ora la tecnica del non finito, dell'incompiuto (già visibile in dipinti precedenti come Lavandaie alla lanca di Toceno, 1894), dove interventi di mascheramento o appiattimento del colore, segni sovrapposti e tecniche differenti vengono fatte coesistere in un'unica opera, con l'obiettivo di coinvolgere, provocare, mettere in imbarazzo un ipotetico pubblico[8]. Di questo periodo, le tele Conversazione campestre e Il bosco dei druidi. Quest'ultima opera sottolinea il vivace interesse di Peretti Junior per l'esoterismo: seguace di René Guénon[9], lettore appassionato di Rudolf Steiner e Allan Kardec, di Eliphas Lévi e dei testi buddisti e yoga, l'artista e studioso crea una grande biblioteca di testi esoterici e teosofici insieme ad Adolfo Papetti[10], suo amico, collezionista ed esecutore testamentario. Figura sempre più solitaria ed eccentrica, spesso mistificata dalla diffidenza dei compaesani (secondo i quali egli faceva la fisica, ossia conosceva i segreti della stregoneria arcaica della valle)[11] e dalla superficialità della critica precedente gli anni Novanta del Novecento[12], Lorenzo Peretti Junior vive ritirato nella sua casa di Toceno per gli ultimi decenni di vita, dedicandosi maggiormente allo studio e alla critica d'arte; per una rivalutazione analitica e approfondita del suo ruolo nell'arte vigezzina e italiana tra Ottocento e Novecento, si dovranno attendere le ricerche del critico piemontese Dario Gnemmi (1957-2005), in particolare i volumi Retour à la ferme (1993) e il postumo Vigezzini di Francia. Pittura d'alpe e d'Oltralpe tra Otto e Novecento in Valle Vigezzo (2007)[13].

Mostre[modifica | modifica wikitesto]

  • "Una scuola di pittura in Val Vigezzo: 1881-1919": Torino/Novara, 1990
  • "Paesaggi dell'Ottocento. Verso la luce"[14]: Riva del Garda, 2010
  • "Le soglie della natura": Arco di Trento, 2010
  • "Genius Loci. I Capolavori del Museo del Paesaggio a Villa Giulia": Pallanza, 2014
  • "Alessandro Poscio, collezionista appassionato": Domodossola, 2014
  • "Carlo Fornara e il ritratto vigezzino"[15]: Domodossola, 2015
  • "Tra Guercino e De Nittis": Domodossola, 2017

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Peretti Lorenzo, su icandreatestore.edu.it. URL consultato il 16 aprile 2022.
  2. ^ Scuola di Belle Arti "Rossetti Valentini"
  3. ^ In una lettera scritta nel 1909 al sacerdote Giovanni De Maurizi, pubblicata sulla rivista "Oscellana" (n. 3 del 1971), Enrico Cavalli scriveva: «Non posso fare a meno che menzionare il Peretti Lorenzo (che è poi il nipotino del famoso autore dei bellissimi affreschi che si ammira nella Valle). Non si espone e non fa vedere. Mio allievo, carattere misantropo e concentrato, valente pittore e critico d'Arte, molto studioso e fine osservatore, temperamento d'artista nel vero senso, ha un bellissimo studio a Toceno, dove sta.»
  4. ^ Viaggio interrotto bruscamente nel tardo autunno a causa dell'ondata di xenofobia contro gli Italiani a causa dell'uccisione del Presidente della Repubblica francese Sadi Carnot per mano dell'anarchico lombardo Sante Caserio, come testimonia il massacro di Aigues-Mortes.
  5. ^ In una lettera a Pellizza da Volpedo del 15 febbraio 1896, menzionata in "Lorenzo Peretti Junior" di Dario Gnemmi, Morbelli scrive: «Il Longoni a momenti andava in bestia alla mia proposta di esposizione a Torino, per cui ho pensato bene di lasciare che ognuno frigga nel suo grasso! Anche quel Peretti che parmi averti scritto non risponde neanche...».
  6. ^ Nel volume Vigezzini di Francia. Pittura d'alpe e d'Oltralpe tra Otto e Novecento in Valle Vigezzo, lo Gnemmi scrive: «Forse era proprio la disciplina di gruppo a non soddisfarlo: quel sentirsi obbligato ad una tecnica, vincolato ad un pensiero comune, ad un credo politico se non sociale altrettanto comune, irreggimentato. Il Divisionismo era figlio della scienza, ma non di una "gaia scienza"; derivava infatti dal radicalismo positivista e dalla fede nelle umane sorti, che potevano irrimediabilmente imprigionare l’arte. La pittura soprattutto, di tutte le arti la meno scientifica.»
  7. ^ Emblematico di questo periodo il Ritratto della sorella, 1898.
  8. ^ Sempre in Vigezzini di Francia. Pittura d'alpe e d'Oltralpe tra Otto e Novecento in Valle Vigezzo, lo Gnemmi scrive: «Il tralasciare, il non portare a termine, avevano inoltre un significato spirituale e una dimensione filosofica da fare risalire addirittura alla speculazione platonica, rivista attraverso il pensiero di Plotino e determinatasi in epoca rinascimentale con Michelangelo o, per il colto Peretti, anche con le tecniche di El Greco, Velázquez e Goya, senza dimenticare Constable.»
  9. ^ Nel suo testamento spirituale, pubblicato nel 2011 con il volume In suprema identità. Invocazione metafisica di Lorenzo Peretti Junior con testo di Davide Brullo, Peretti scrive: «Eterno, benedici i miei Fratelli Maggiori, i Santi, Iniziati Saggi miei protettori nell’invisibile ed i loro venerandi maestri come pure gli spiriti eletti che dal cielo in nome Tuo mi assistono mi aiutano mi confortano qui in terra. Benedici René Guénon, mio venerato istruttore in terra da cui tengo un po’ di luce e la guida sicura verso la Liberazione. I suoi meriti sono tanti che tu solo puoi rimunerarli. Accoglilo nella Suprema Identità con Te. E Tu, o mio venerato istruttore non abbandonare me, misero essere in cerca di luce, e siami sempre guida sicura verso la Liberazione.» e ancora: «Eterno, benedici il Brahmatma, il più santo il più saggio fra gli uomini, tramite fra Te e l’umanità la quale egli conduce a totale reintegrazione in Te attraverso l’immensità dei cieli. Glorificalo in Te, glorificati in Lui, accogli le sue invocazioni, sorreggilo sempre e fa’ che mi mantenga e accresca l’influenza spirituale.»
  10. ^ La biblioteca Peretti-Papetti di Toceno venne smembrata e venduta dopo la morte di Peretti.
  11. ^ Nel volume In suprema identità, Davide Brullo scrive: «Perdigiorno e mago, demone sensuale e mistico: i paesani ritenevano che Lorenzo Junior, tipo poco affidabile, praticasse prestigi di ogni genere. Dicevano, sovrapponendo alchimia e perversione, che riuscisse a mutarsi in un agile gatto nero, avido d’infilarsi tra le sottane delle belle del paese. Insaziabile, inquieto Lorenzo. Che affida il suo sapere in un esoterico "testamento spirituale", una irrevocabile preghiera. Come a dire: non sono altro che questa orazione, questo umile detergere parole sul volto insondabile di Dio. Alla luce di questo lascito, ogni opera artistica di Lorenzo va inserita in un netto tragitto spirituale. Ogni opera è esperienza, esperimento conoscitivo. Non soltanto quella più evidente ("Il bosco dei druidi", ad esempio, che risale intorno al 1898, e sottolinea gli interessi "pagani", gli intenti "celtici" di Lorenzo), ma soprattutto le opere più remote e di difficile lettura (i disegni turbati e cristallini, i paesaggi su cui plana un appagante senso mistico). Simili alla processione, alla scandita scalata verso i cieli di un monaco privo di ordine ed esiliato da ogni eresia. Solo.»
  12. ^ In Enrico Cavalli e la pittura vigezzina, Guido Cesura scrive: «Peccato che Lorenzo Peretti Jr. abbia sprecato le doti di cui era certamente dotato (sic!) per il sangue che aveva nelle vene e l'ambiente in cui era cresciuto.» e ancora, in Enrico Cavalli pittore: «Probabilmente perché l'eredità paterna gli permetteva di vivere di rendita, ma anche perché attirato da altri interessi e forse anche perché un poco viziato e pigro, si dedicò alla pittura con scarsa continuità.»
  13. ^ In quest'opera postuma, Gnemmi scrive: «Se un artista può operare per sé, quasi sfidando i limiti del proprio sapere o gli steccati apposti dalla critica e dagli inevitabili giudizi a tratti severi, a tratti corrivi di un pubblico in molti casi privo di formazione e d’informazione; se un artista si contenta di scoprire e, non avendo bisogno di vendere, non mostra e non fa vedere; se un artista è talmente colto da aver scoperto l’essenza stessa della sua volontà creativa in potenza e di volerla poi tradurre in atto nella piena libertà da vincoli di poetica comune o di interventi in collettive, quell'artista, a costo di essere definito misantropo, ha forse scoperto il principio del suo equilibrio.»
  14. ^ Mostra "Paesaggi dell'Ottocento. Verso la luce" del MAG - Museo Alto Garda
  15. ^ Mostra "Carlo Fornara e il ritratto vigezzino" della Fondazione Poscio

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler von der Antike bis zur Gegenwart", Thieme-Becker, Seemann, Lipsia, 1907-1950
  • "Carlo Fornara nel centenario della sua nascita", AA. VV., n. 3 rivista "Oscellana", Domodossola, 1971
  • "Enrico Cavalli e la pittura vigezzina", Guido Cesura, ed. Colombi, Pero, 1974
  • "Lorenzo Peretti pittore", Tullio Bertamini, n. 4 rivista "Oscellana", Domodossola, 1974
  • "Scuola di belle arti Rossetti Valentini in Santa Maria Maggiore. Vicende e contributi alla pittura vigezzina nel centenario della fondazione", Davide Ramoni, tip. S. Gaudenzio, Novara, 1978
  • "Il pittore Lorenzo Peretti Junior", Guido Cesura, n. 2 rivista "Oscellana", Domodossola, 1979
  • "C.G. Cavalli, Enrico Cavalli e alcuni loro allievi della Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini (1881-1919)", Dario Gnemmi, n. 1 rivista "Museo d'Ossola", Comune di Domodossola, 1990
  • "Una scuola di pittura in Val Vigezzo: 1881-1919. Carlo Giuseppe ed Enrico Cavalli, Giovanni Battista Ciolina, Carlo Fornara", Dario Gnemmi e altri, ed. Il Quadrante, Torino, 1990
  • "Enrico Cavalli pittore", Guido Cesura, ed. Grossi, Domodossola, 1993
  • "Retour à la ferme", Dario Gnemmi, ed. Biglia Club, Domodossola, 1993
  • "Lorenzo Peretti Junior (1871-1953). Un innovatore della ricerca pittorica tra irrazionalismo formale e risoluzioni scientifiche", Dario Gnemmi, Bollettino storico per la provincia di Novara, n. 1, 1995
  • "La scuola di belle arti Rossetti Valentini in Santa Maria Maggiore", Francesco Ferrari, ed. Grossi, Domodossola, 1999
  • "Monticelli e la scuola di Enrico Cavalli", Dario Gnemmi, ed. Madame Webb, Domodossola, 2006
  • "Vigezzini di Francia. Pittura d'alpe e d'Oltralpe tra Otto e Novecento in Valle Vigezzo", Dario Gnemmi, ed. Skira, Milano, 2007
  • "Paesaggi dell'Ottocento. Verso la luce", Giovanna Nicoletti, ed. Temi, Trento, 2009
  • "Le soglie della natura", Giovanna Nicoletti/Dario Gnemmi, ed. Grafica 5, Arco di Trento, 2010
  • "Appassionata incompetenza. I primi cinquant'anni della collezione Poscio", Davide Brullo, ed. Madame Webb, Domodossola, 2011
  • "In suprema identità. Invocazione metafisica di Lorenzo Peretti Junior", Davide Brullo, ed. Madame Webb, Domodossola, 2011
  • "Lorenzo Peretti Junior (1871-1953): la produzione artistica degli anni Novanta dell'Ottocento", Alice Boldini, Tesi di laurea, Università degli studi di Pavia, 2014

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]