Giovanni Alliata Di Montereale
Giovanni Francesco Alliata di Montereale | |
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Deputato della Repubblica Italiana | |
Legislature | I, II, III |
Gruppo parlamentare |
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Collegio | Palermo |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionale Monarchico |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Professione | industriale |
Giovanni Francesco Stefano Ippolito Oliviero Agilulfo Pio Giacomo Orazio Maria Brasilino detto anche Gianfranco Alliata di Montereale e Villafranca[1] (Rio de Janeiro, 26 agosto 1921 – Roma, 20 giugno 1994) è stato un politico italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Il principe don Giovanni Francesco Stefano Ippolito Oliviero Agilulfo Pio Giacomo Orazio Maria Brasilino Alliata di Montereale e Villafranca, meglio conosciuto come Gianfranco, figlio di don Giovanni (nato a Trapani il 13 agosto 1877, deceduto a Rio de Janeiro il 20 gennaio 1938, ministro plenipotenziario di 1ª classe) e di donna Olga dei conti Matarazzo, nacque in Brasile, dove la famiglia materna aveva vasti possedimenti. Laureato in giurisprudenza, dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia del 1943 aderì al movimento separatista. Capo della componente agraria del Movimento Indipendentista Siciliano, fu indicato da Gaspare Pisciotta come uno dei mandanti della strage di Portella della Ginestra del 1º maggio 1947,[2] ma le accuse non furono mai provate.
Nel 1946 è eletto al consiglio comunale di Palermo. Il 30 aprile 1947 fu eletto deputato all'Assemblea regionale siciliana ma si dimise nel 1948[3] perché eletto deputato alla Camera, nella prima legislatura, per il Partito Nazionale Monarchico, nel collegio unico nazionale. Durante l'elezione del primo Presidente della Repubblica, si rende autore di un gesto scandaloso, annunciando la propria astensione e stracciando la scheda utilizzata nell'elezione, come a ribadire la sua nostalgia per la Monarchia. Il suo gesto provocò una sollevazione dell'Aula al grido "Viva la Repubblica!".
Riconfermato alla Camera nel 1953, nel 1956 passa al Partito Monarchico Popolare, con cui viene rieletto nella terza legislatura, stavolta nel collegio di Palermo. Lascia il PMP nel 1959 per aderire al Partito Democratico Italiano[4]. Non rieletto nel 1963. Consigliere comunale a Bologna dal 1956 al 1960.
È stato vice presidente del Partito nazionale monarchico e presidente regionale per la Sicilia dello stesso Partito; vice presidente del Partito monarchico popolare e vice presidente dell'Unione monarchica italiana[5]
Fu coinvolto nell'inchiesta per il tentato golpe del principe Junio Valerio Borghese nel 1970, ma fu prosciolto[6].
Massoneria[modifica | modifica wikitesto]
Massone, fu Sovrano Gran Commendatore della Massoneria di Rito Scozzese Antico e Accettato per l'Italia (costituita nel 1948) dal 1955 al 1960, quando questa obbedienza si fuse con il Grande Oriente d'Italia, Alliata sottoscrisse all'atto di riunificazione[7] ma non si affiliò fino al 1973, anno in cui aderì alla Loggia P2 (tessera n. 361), dimettendosi nel 1976 e uscendo anche dal GOI. In seguito, nel 1978, creerà un autonomo Supremo Consiglio dei 33 del Rito Scozzese Antico e Accettato, che si unirà con una nuova Serenissima Gran Loggia d'Italia di Piazza del Gesù (la quale era fuoriuscita nel 1962 dalla Gran Loggia d'Italia e guidata dall'ex Gran Maestro Tito Ceccherini), della quale sarà Sovrano Gran Commendatore e Gran Maestro dal 24 marzo 1979 fino alla morte. Costituì l'Associazione Nobili del Sacro Romano Impero. Fu maestro degli Illuminati del Nuovo ordine mondiale, dal quale prese in seguito le distanze, ma per il quale fu indagato a causa di una filiale italiana.[5][8]
Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1993 fu promotore a Roma di una lista alle Comunali per le prime elezioni dirette del sindaco.
Morì a Roma, mentre era agli arresti domiciliari per un'indagine della Procura di Palmi, con l'accusa di aver condizionato le ultime elezioni amministrative di Roma.[9].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Piero Messina, Onorate società: Mafia e massoneria, dallo sbarco alleato al crimine globale, cento anni di trame oscure, Milano, Rizzoli, 2014. URL consultato il 15 dicembre 2020.
- ^ si veda pag. 125 del documento presentato dalla commissione stragi alla fine della XIII legislatura
- ^ Assemblea Regionale Siciliana - Profilo Deputato Alliata Giovanni Francesco
- ^ Giovanni Francesco Alliata Di Montereale / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico
- ^ a b Archivio Giovanni Alliata di Montereale 1923 - 1994 / Inventario: Archivio Giovanni Alliata di Montereale / Archivi privati / Patrimonio / Archivio storico della Camera dei de...
- ^ La Vita Di Un Bohemien Con La Nostalgia Della Corona - La Repubblica.It
- ^ Luigi Sessa, I Sovrani Grandi Commendatori e breve storia del Supremo Consiglio d'Italia del Rito Scozzese antico ed accettato. Palazzo Giustiniani dal 1805 ad oggi., Foggia, Bastogi Ed., 2004, p. 126-127.
- ^ I SEGRETI DI BELFAGOR - la Repubblica.it
- ^ Stragi di Stato. I nomi
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Giovanni Alliata Di Montereale, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Giovanni Alliata Di Montereale, su ars.sicilia.it, Assemblea regionale siciliana.
- Fondo digitale "Giovanni Alliata di Montereale" conservato presso l'Archivio storico della Camera dei deputati
Controllo di autorità | VIAF (EN) 90165582 · ISNI (EN) 0000 0004 1962 9423 · SBN CFIV100229 · BAV 495/305554 · WorldCat Identities (EN) viaf-90165582 |
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