Gerolamo Longhena

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Gerolamo Longhena

Podestà di Catania
Durata mandato5 ottobre 1933 –
22 settembre 1935
PredecessoreLuigi Antonio La Farina
SuccessoreStanislao Caboni

Dati generali
Professioneprofessore universitario

Gerolamo Longhena (Caltanissetta, 13 aprile 1881Catania, 5 aprile 1947) è stato un giurista e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato da un ramo di una famiglia aristrocatica bresciana stabilitasi in Sicilia[1], il suo nome completo era Girolamo Francesco[2], ma si firmava come « Gerolamo ». Era figlio di Costanzo III Longhena Briggia (1825-1885) – avvocato di Brescia, consigliere delegato di prefettura a Caltanissetta e a Catania, più tardi prefetto a Chieti[3] – e di Concettina Benenati[2]; suo fratello Giuseppe Longhena (1877-1913) fu collezionista commerciante di francobolli a Caltanissetta[4] e medico[5].

Iscritto nell'albo speciale degli avvocati italiani dal 1918[6], Gerolamo Longhena fu professore incaricato di diritto marittimo nelle Università di Catania e di Messina oltre che presso l'Istituto Superiore di Scienze Economiche e Commerciali di Catania (poi facoltà di Economia e Commercio)[7]. Tenne l'insegnamento del Diritto Commerciale e del Diritto Ecclesiastico nella R. Università di Messina e l'insegnamento libero e gratuito di Diritto Rurale e di Scienze Economiche ed Industriali nella R. Scuola di enologia e viticoltura[7].

Al posto del comm. Luigi Antonino Farina – prefetto a riposo – dal 5 ottobre 1933 fu inoltre podestà di Catania e più tardi nel 1939 preside della Provincia[8]. Fin dai suoi primi atti amministrativi il prof. Longhena si occupò della scuola e dell'O.N.B.. Tra l'altro, istituì il premio-tessera per gli alunni poveri che si distinguevano nei primi mesi di scuola per puntualità, disciplina e profitto[9].

Sposò la nobile Teodolinda Gravina Cruyllas (†1948), dalla quale ebbe un figlio, Costanzo IV, lo stesso che fece parte del primo nucleo di 42 giovani della Sezione Fascista di Catania[10][11].

L'inaugurazione del Castello Ursino nel 1934[modifica | modifica wikitesto]

Il 20 ottobre 1934[12] – volutamente nella data successiva al giorno del dodicesimo anniversario della Marcia su Roma – fu inaugurato di pomeriggio il tanto atteso Museo comunale del Castello Ursino di Catania, sugellato dalla visita di Vittorio Emanuele III nella città dell'Etna, in occasione dell'apertura del nuovo spazio museale e culturale, grazie alla volontà (fin dagli Anni Venti del XX secolo) di eminenti personaggi tra i quali lo scrittore Federico De Roberto[13], in un edificio medievale a dire la verità che nel corso dei secoli era stato destinato a vari usi[14], e restaurato grazie alle intuizioni dell'archeologo Guido Libertini[12], dell'architetto Francesco Fichera ed altri.

L'entourage che accompagnò il re d'Italia nel momento dell'inaugurazione a Catania era composto da Francesco Ercole, ministro dell’Educazione Nazionale, da Guido Beer il nuovo Prefetto di Catania[15], e dal podestà professor Longhena per il Comune di Catania. Assiamo a loro ci furono pure Costanzo Ciano, presidente della Camera, quello del Senato Luigi Federzoni, il quadrumviro Emilio De Bono, ministro delle Colonie, il siciliano sottosegretario di Stato alle Comunicazioni Ruggero Romano[16], il generale Demetrio Asinari di Bernezzo, l'onorevole Renzo Morigi in rappresentanza del Direttorio Nazionale del Partito, il segretario federale Vincenzo Zangara, il ministro della real casa Alessandro Mattioli Pasqualini. La congrega fu accolta dal senatore catanese Giovanni Romeo Delle Torrazze, aiutante di campo onorario di Sua Maestà, dalla principessa Lotty Rosso di Cerami[17], dama di Palazzo della Regina, dalla signora Teodolinda Longhena, dai senatori Pasquale Libertini e Gioacchino Russo, dall’onorevole Gaetano Pirrone, da Roberto Vincenzo Paternò Castello e Rizzari (del fu Giuseppe Vincenzo), XI principe di Biscari (1872-1947) – cugino di Roberto Vincenzo (1860-1930), X principe di Biscari, ultimo erede dell'antico Museo Biscari di Catania[18] –, dal generale Antonino Grimaldi di Serravalle[12]. Sarà il citato prof. Libertini dell'Università di Catania a fare da cicerone speciale alle storiche personalità in visita, illustrando gli allestimenti delle sale del pianterreno e del primo piano del Museo[12].

Per tutto il ventennio rimase affissa al Castello Ursino una lapide del 1934, oggi in parte alterata per sempre nelle righe finali cancellate nel secondo dopoguerra.

Si leggeva un tempo scritto nella lapide la seguente iscrizione:

«Questo Castello — eretto da Federico di Svevia — a difesa della città — offrì sicuro asilo — alla Corte aragonese — nelle tempestose lotte di parte — reggia fortezza prigione caserma — nei sette secoli di sua vita — conobbe l'ira degli elementi — gli oltraggi degli uomini e del tempo — il Comune di Catania — auspice il Ministro dell'Educazione — restaurava il vetusto edificio — per custodirvi cimeli d'arte e di storia — celebrandone la rinascita — all'augusta presenza di S. M. Vittorio Emanuele III — addì 20 ottobre MCMXXXIV — Duce Benito Mussolini — Anno XII.»

Anniversari civici[modifica | modifica wikitesto]

Gerolamo Longhena si apprestò a festeggiare altre due solennità che bene a ragione potevano essere definite i due punti più salienti delle tradizioni secolari e della storia intellettuale ed artistica di Catania: la ricorrenza del V centenario della fondazione (1444-1934) dell'Università di Catania – fu filmato dalle cineprese dell'Istituto Luce[19] – e quella del Primo centenario della morte (1835-1935) del musicista e compositore Vincenzo Bellini.

Albero genealogico del Ramo Longhena-Briggia di Catania[modifica | modifica wikitesto]

Angelica Briggia
Costanzo II
n. 1780 -?
Concetta Benenati
Costanzo III
n.1825 †1885
Francesco
n.1817 †1875
Giuseppe
n.1877 †1913
Girolamo Francesco
detto Gerolamo
n.1881 †1947
Pietro
n.1845-?
Costanzo
n.1907-?
Costanzo IV

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Compra-vendita tra commercianti: I principi e le regole fondamentali, Catania, Tip. S. Monachini, 1922
  • Ordinamento giuridico della nave e regolamento della proprietà navale, Catania, Tip. S. Monachini, 1922
  • La responsabilità dei proprietari di navi per danni alle persone, Catania, La Stamperia, 1924
  • Corso di diritto marittimo tenuto nell'anno accademico 1928-29, edizione 2ª, edita a cura del G.U.F, Messina, Gruppo Universitario Fascista, 1929
  • Corso di diritto marittimo: tenuto nell'anno accademico 1928-1929 presso la R. Università di Messina, Catania, Gruppo universitario fascista, 1933
  • Consiglio provinciale dell'economia corporativa, Catania, Usi e consuetudini commerciali ed agrarie della provincia di Catania; prefazione di Gerolamo Longhena, Catania, Tip. F.lli Viaggio-Campo, 1933
  • Dagli statuti delle Repubbliche marinare al progetto del Codice marittimo: prolusione al corso di diritto marittimo inauguratosi il 6 dicembre 1932 nella nostra università, Catania, Tip. F.lli Viaggio-Campo, 1933
  • Catania nei suoi commerci e nelle Sue industrie: Discorso inaugurale di g. L. (r. Istituto superiore di scienze economiche e commerciali di Catania), Catania, Tip. La Milanese, M. Fischetti, 1934
  • Regime giuridico della pesca, Torino, Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1939

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rivista del Collegio Araldico: Ramo dei Longhena-Briggia in Famiglie nobili bresciane (1936)
  2. ^ a b Progetto Antenati del Ministero dei Beni culturali: Archivio di Stato di Caltanissetta, Stato civile italiano di Caltanissetta, Volume Atti di Nascita del 1881, n.374 del 16 aprile 1881 su antenati.cultura.gov.it
  3. ^ Costanzo Longhena Briggia su enciclopediabresciana.it
  4. ^ La Trinacria: Annuario di Sicilia 1905-1906, Palermo, Le Chiavi - Cianciola - Pravatà Editori, p.617.
  5. ^ Annuario della r. Universita di Catania per l'anno accademico 1902-1903, Catania, Tip. Francesco Galati, p.164
  6. ^ Supplemento al N.39, Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia e degli Affari di Culto, Roma, 30 settembre 1927, anno V: Albo speciale degli avvocati
  7. ^ a b "Provincia di Catania", in Edoardo Savino, La nazione operante: albo d'oro del fascismo, profili e figure, Novara, Istituto geografico De Agostini, 1937, p. 672.
  8. ^ Romano Canosa, Storia dell'epurazione in Italia: le sanzioni contro il fascismo 1943-1948, Milano, Baldini e Castoldi, 1999, p.29. ISBN 88-8089-522-2
  9. ^ Da un articolo tratto dalla rivista "I diritti della scuola", 1935, p. 78.
  10. ^ Giorgio Alberto Chiurco, Storia della rivoluzione fascista, Firenze, Vallecchi, vol. IV, 1929, p.343.
  11. ^ Il cugino, Costanzo Longhena (fu Giuseppe e di Anna Lucia Bertone), nato a Catania il 3 aprile 1907, fu tra i 101 ammoniti della città di Catania, con ordinanza del 23 agosto 1940, perché « riconosciuto non idoneo a sopportare il regime del confino per motivi di salute ». La CP di Catania nella seduta del 17 luglio 1941 deliberò la sospensione dell'ammonizione. Cfr. Salvatore Carbone e Laura Grimaldi, Archivio centrale dello Stato, Il popolo al confino: la persecuzione fascista in Sicilia, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1989, p.308. ISBN 88-7125-005-2
  12. ^ a b c d e Giuseppe Patanè, Castello Ursino. Museo Comunale, in Catania la rivista del Comune, VI, n. 5-6, Catania, 1934, p. 261.
  13. ^ Federico De Roberto, Il patrimonio artistico della città. Il Castello Ursino, « Giornale dell'isola », Catania, 8 maggio 1927; l'articolo faceva parte di una serie di articoli raccolti ora in Federico De Roberto. Il patrimonio artistico di Catania, a cura di Dario Stazzone, Enna, Papiro, 2009. ISBN 978-88-8521-428-6.
  14. ^ Nel 1915 ospitò i prigionieri austro-tedeschi della Grande Guerra. Cfr. Lorenzo Vigo-Fazio, Il nuovo Museo civico di Catania: il Castello Ursino attraverso i secoli, in «La cultura moderna. Natura ed arte», a. XLV, n.11, novembre 1936, p.545.
  15. ^ S.E. il Cavaliere di Gran Croce Beer era stato capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio dei ministri dal 4 maggio 1928 al 3 maggio 1933. Poi fu incariato prefetto della provincia di Venezia, quindi destinato ad esercitare le sue funzioni nella provincia di Catania, a decorrere dal 14 settembre 1934. Fonte: Patrimonio.archivio.senato.it / Ministero dell'Interno, Bollettino ufficiale del personale, anno XLIII, n.28-29, 1°-11 ottobre 1934, p. 773.
  16. ^ Avvocato, deputato, dal 20 luglio 1932 al 24 gennaio 1935.
  17. ^ La nobildonna Charlotte-Thérèse Heckmann, detta « Carlotta », nata a Berlino nel 1879, vedova di don Giovanni Battista Rosso di Cerami (1873-1917), XI principe di Cerami.
  18. ^ Giovanni De Gaetani, Le vicende del passaggio del « Museo Biscari » al Comune di Catania, « Rivista del Comune di Catania », maggio-giugno 1930.
  19. ^ Filmato audio Archivio Luce Cinecittà, S.M. il Re presenzia alla celebrazione del V centenario dell'Ateneo di Catania, su YouTube, 15 giugno 2012. URL consultato il 5 febbraio 2023.