Galleria Sciarra

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Galleria Sciarra
L'interno della galleria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
IndirizzoVia di Santa Maria in Via, 30-31
Piazza dell'Oratorio
Coordinate41°53′59.32″N 12°28′55.65″E / 41.899811°N 12.482126°E41.899811; 12.482126
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1886-1888
Inaugurazione1888
Stilestile umbertino
Usouffici
Piani4
Realizzazione
ArchitettoGiulio De Angelis
CommittentePrincipe Maffeo Sciarra

La Galleria Sciarra è un edificio di Roma, sito nel rione Trevi. È noto come Galleria Sciarra, in quanto costituisce un passaggio pedonale coperto - cortile privato ma aperto al pubblico negli orari d'ufficio - gli ingressi sono a Via Marco Minghetti e Piazza dell'Oratorio, la Galleria è molto vicina alla Fontana di Trevi, ciò nonostante è un luogo poco visitato e conosciuto solo dai turisti più attenti e dagli abitanti del posto.[1]

Galleria Sciarra, insieme alla ben più nota Galleria Sordi, è uno dei pochi esempi di architettura liberty della città di Roma.[2] La Galleria è inserita in un prestigioso complesso architettonico che parte dal Banco di Roma e termina al teatro Quirino[3] su via delle Vergini, occupandone il centro come un vero e proprio cuore liberty del complesso.[4]

Descrizione e storia[modifica | modifica wikitesto]

La Galleria Sciarra 2012

Anticamente, nella zona occupata dalla galleria, si trovava la Porticus Vipsania, costruita da Vipsania Polla, sorella di Marco Vipsanio Agrippa (che possedeva una villa nei dintorni)[5]. In quest'area, da sempre edificata, sorsero edifici di uso civile e sacro: templi, dimore patrizie ed infine nobiliari.

La Galleria è una struttura appendice di un palazzo nobiliare più antico, costruito tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, che fin da allora si configurò come uno dei più ricchi ed imponenti edifici della città, curato fin nei particolari architettonici. Il portone, ad esempio, è stato definito come uno dei più bei portoni di Roma, tanto da essere inserito nelle quattro meraviglie della città eterna.[6]

L'edificio come lo conosciamo oggi nacque tra il 1885 e il 1888 come cortile estremo del Palazzo Sciarra Colonna di Carbognano, nella fase di ristrutturazione e modernizzazione dei rioni centrali di Roma.[7] In questo periodo storico si collocano diverse ristrutturazioni e costruzioni di palazzi borghesi, poiché con il passaggio della capitale d'Italia da Firenze a Roma si aprì un proficuo periodo di trasformazione per la città eterna, che con il suo nuovo ruolo necessitava creare nuovi spazi prestigiosi per un apparato burocratico all'altezza. A Roma fiorivano nuove attività commerciali, la popolazione continuava a crescere e con lei la necessità di nuovi spazi abitativi. Il fermento culturale dell'epoca si rivede nella ricchezza delle decorazioni e nello sfarzo della Galleria, che mostra il nuovo pregio della capitale.[8]

La galleria, voluta dal principe Maffeo Barberini Colonna di Sciarra, VIII principe di Carbognano, aveva la funzione di collegare gli spazi di sua proprietà. Il nobile infatti, oltre ad essere impegnato nell'attività politica di deputato del Regno d'Italia, era anche un imprenditore nell'ambito dell'editoria. Galleria Sciarra, oltre alla sua dimora ospitava anche la redazione del quotidiano La Tribuna, e successivamente anche la redazione della celebre rivista letteraria che ebbe come direttore Gabriele D'Annunzio, la Cronaca Bizantina.[9]

Il progetto fu affidato all'architetto Giulio De Angelis[10], architetto noto per aver lavorato alla costruzione del palazzo della Rinascente e della sede del quotidiano Il Popolo Romano. De Angelis, particolarmente attento all'uso della ghisa nelle nuove costruzioni e molto vicino allo stile liberty inglese[11], progettò la struttura che vediamo ancora oggi: un cortile pedonale a pianta quadrangolare coperto da una volta in ferro e vetro[12], con colonne di ghisa agli ingressi e richiami alla cultura classica negli affreschi. Il vano centrale è ricco di partiture architettoniche e fu dipinto da Giuseppe Cellini[13]; in collaborazione con il letterato Giulio Salvatori, che ne curà il progetto iconografico. La decorazione in stile Liberty[14] realizzata con la tecnica dell'encausto,[15] sviluppa il tema iconografico della “Glorificazione della donna”, illustrando modelli di virtù femminili: “La Pudica”, “La Sobria”, “La Forte”, “L'Umile”, “La Prudente”, “La Paziente”, “La Benigna”, “La Signora”, “La Fedele”, “L'Amabile”, “La Misericordiosa”,[16] "La Giusta".[17] Le donne dipinte dal Chiellini come figure di estrema grazia ed eleganza, sono un omaggio alla madre del principe Maffeo: sullo scudo dei vani d'ingresso della galleria infatti troviamo le sue iniziali: CSS, Carolina Colonna Sciarra.

In un altro filone narrativo delle pitture e delle decorazioni troviamo scene della vita borghese dell'epoca: La Cura del Giardino, Il Pranzo Domestico, L'esercizio Musicale, Le Opere di Carità, La Toletta e La Conversazione Galante. La leggenda vuole che in quest'ultima rappresentazione l'uomo che conversa amabilmente con una donna altolocata sia proprio Gabriele d'Annunzio.[18]

Tra le decorazioni troviamo anche degli elementi in terracotta che richiamano le antiche arti etrusche, romane e greche, con un rimando alla classicità che si incastona perfettamente nel contesto moderno della galleria.[6]

Va notato che, nel restauro realizzato alla fine degli anni 1970 per ragioni di sicurezza, l'edificio fu completamente svuotato all'interno e ricostruito in cemento armato. Furono però salvaguardate le decorazioni pittoriche e le strutture in ferro.[19]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Roma, cosa rende speciale la Galleria Sciarra, su turismo.it. URL consultato il 15 marzo 2022.
  2. ^ Roma segreta: 15 e più attrazioni meno conosciute della capitale, su travel.thewom.it. URL consultato il 15 marzo 2022.
  3. ^ Sergio Natalizia, Galleria Sciarra, su Istanti di bellezza. URL consultato il 15 marzo 2022.
  4. ^ Galleria Sciarra, su ArchiDiAP. URL consultato il 15 marzo 2022.
  5. ^ Rendina-Paradisi, 1175.
  6. ^ a b lasinodoro, Galleria Sciarra: un salto nel mondo dell’alta borghesia, su L'Asino d'Oro. URL consultato il 15 marzo 2022.
  7. ^ Maffeo Barberini-Colonna di Sciarra, Roma 1850 - Frascati 1925. Grande protagonista della vita politico-mondana della Roma umbertina, editore di giornali, committente di attività immobiliari e fondiare, come la bonifica della sua tenuta di Montemaggiore in Sabina, a Montelibretti, dove ancora esiste un palazzo Barberini. Uomo di grandi idee e di pari prodigalità, rimase coinvolto, anche se marginalmente, nell'affaire Banca Romana. Si trasferì allora a Parigi (1893), dove sposò una marchesa de Bonneval; al ritorno in Italia, nel 1919, si ritirò a Frascati, dove acquistò la villa Belpoggio, restandovi fino alla morte.
  8. ^ Una passeggiata fra le meraviglie nascoste di Roma - Galleria Sciarra, su wilditaly.net. URL consultato il 15 marzo 2022.
  9. ^ Galleria Sciarra, Art Nouveau e stile liberty a Roma • Cosa Vedere a Roma, su Cosa Vedere a Roma, 15 aprile 2019. URL consultato il 15 marzo 2022.
  10. ^ Giulio De Angelis, Roma, 1845 - Anzio 1906. Crebbe a Perugia, dove frequentò l'Accademia di Belle Arti, e si diplomò al Politecnico di Milano nel 1868. La costruzione di una serie di villini al Macao, per conto della Società di credito mobiliare, attorno al 1877, segnò l'inizio della sua fortuna come architetto romano. Durante gli anni 1880 fu l'architetto del principe Maffeo Barberini-Colonna di Sciarra, per il quale realizzò, oltre alla Galleria Sciarra, il restauro del teatro Quirino, l'immobile tra via delle Muratte e via Minghetti, e un'ultima ristrutturazione di villa Sciarra a Roma, prima che fosse venduta. Tra le migliori realizzazioni di De Angelis possono essere considerati il palazzo La Rinascente a largo Chigi, e la sede de Il Popolo Romano di Chauvet a via Due Macelli. Rimasti coinvolti nello scandalo della Banca Romana i suoi due principali committenti, De Angelis passò dalla professione privata ad incarichi pubblici, come assessore al comune di Roma tra il 1889 e il 1895, e responsabile di vari rilevanti restauri, dalle terme di Caracalla al palazzo papale di Viterbo, al palazzo Vitelleschi di Corneto Tarquinia.
  11. ^ (EN) Glocal Insider 1, HIDDEN ROME: GALLERIA SCIARRA, su rome.glocalizeyourself.com. URL consultato il 15 marzo 2022.
  12. ^ alberto, La Galleria Sciarra, su beniculturalionline.it. URL consultato il 15 marzo 2022.
  13. ^ Galleria Sciarra, il passaggio liberty a due passi da Fontana di Trevi, su travel.thewom.it. URL consultato il 15 marzo 2022.
  14. ^ Rendina, 1139.
  15. ^ Galleria Sciarra, su Turismo Roma, 16 novembre 2018. URL consultato il 15 marzo 2022.
  16. ^ Redazione, Galleria Sciarra, su museionline.info. URL consultato il 15 marzo 2022.
  17. ^ Galleria Sciarra, su Roma a piedi. URL consultato il 15 marzo 2022.
  18. ^ Le meraviglie della Galleria Sciarra, il gioiello liberty di Roma, su privatebanking.bnpparibas.it. URL consultato il 15 marzo 2022.
  19. ^ La Galleria Sciarra a Roma è un vero e proprio tripudio per gli occhi, su Dailybest, 7 marzo 2018. URL consultato il 15 marzo 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Claudio Rendina, Enciclopedia di Roma, Roma, Newton Compton Editori, 2005, ISBN 88-541-0304-7.
  • Claudio Rendina, Donatella Paradisi, Le strade di Roma. Volume terzo P-Z, Roma, Newton Compton Editori, 2004, ISBN 88-541-0210-5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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